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3. COLTIVAZIONE DELLE PIANTE ORNAMENTALI FUORI SUOLO
Il fuorisuolo usa tutti i tipi di substrati che non sono suoli naturali: ad esempio torba,
fibra di cocco, ecc ecc. Quando si parla di idroponica è la coltura dei fiori su un
substrato solido, quando si parla di idroponica è quando si fa un sistema di
coltivazione su un mezzo solido (sustrato organico o inorganico).
Vantaggi dell’essere svincolati dal terreno:
Nessun problema di stanchezza del terreno, bypassiamo questo problema, il
fuorisuolo deve essere una soluzione ad un problema (suolo salino ad esempio).
Minori problemi di fitopatie
Minori problemi di infestanti
Possibilità di utilizzare substrati artificiali (alla fine il substrato deve solo essere
un supporto), quindi controllare la concimazione e standardizzare l’irrigazione
Maggiori produzioni e migliore qualità, maggiore produzione dovuto sia perché
può essere gestita al meglio la soluzione nutritiva ma soprattutto perché si ha
una maggiore densità di impianto. Quando si lavora in fuori suolo abbiamo un
sistema radicale più superficiale, perché i nutrienti sono dati costantemente
nelle giusta quantità e le radici (a differenza di come avviene nel suolo) non
sono costrette a cercare gli elementi nutritivi, quindi non si sviluppano in
profondità. La migliore qualità è dovuto alla gestione della soluzione nutritiva:
ad esempio se vogliamo una maggiore quantità di licopene nel pomodoro
possiamo dare una soluzione abbondante di potassio, se vogliamo diminuire il
marciume apicale (dovuta alla carenza di calcio), diamo una soluzione con un
rapporto cationico dominante sugli anioni. Stessa cosa per quanto riguarda i
fiori.
Riduzione degli sprechi di nutrienti, soprattutto a ciclo chiuso. Minor impatto
ambientale.
Possibilità di standardizzare e automatizzare le operazioni colturali
Maggiore investimento per unità di superficie
Svantaggi:
Maggiori costi d’impianto, per quelli a ciclo chiuso.
Necessità di una elevata preparazione tecnica, a ciclo chiuso il pH non rimane
stabile ma aumenta, perché le piante assorbono più anioni che cationi, e quindi
il pH tende a aumentare, e sopra i 6 abbiamo vari problemi. Quindi utilizzo di
acido nitrico (più usato perché ha la componente azotata), acido fosforico
(molto usato perché meno pericoloso del nitrico, non eccedere perché
determina tossicità), acido cloridrico (non viene quasi mai usato).
Maggiori problemi nell’uso di acque saline
Le Colture Fuori Suolo Si Distinguono In Due Tipi:
1) CICLO APERTO:
Non c’è ricircolo della soluzione nutritiva: l’eccesso (percolato) viene immesso
nell’ambiente
E’ il sistema più diffuso nel nostro paese
Facile controllo nutrizionale
Maggior impatto ambientale
2) CICLO CHIUSO:
La soluzione nutritiva è ricircolante: viene recuperata e distribuita di nuovo alle
piante
È il sistema più diffuso nel Nord Europa
Controllo nutrizionale più complesso in quanto si deve reintegrare ciò che è
stato assorbito (due problemi: EC e pH)
Risparmi di acqua e fertilizzante (circa il 40%)
Minore impatto ambientale
Alla fine del ciclo colturale della gerbera (o pomodoro), la soluzione nutritiva vanno su
altre colture più tolleranti alla salinità e alla fine viene immessa sui prati. Se non
abbiamo osmosi inversa, acqua pulita viene ottenuta da acqua piovana (perfetta per
partire se non abbiamo il sistema di osmosi inversa).
Sistemi Utilizzati Per Le Colture Fuori Suolo:
TECNICA DEL FILM NUTRITIVO (NFT): sistema che consente di alimentare le
piante (con radice nuda) ponendole a diretto contatto con la soluzione
nutritiva.
LANA DI ROCCIA (substrati più utilizzata in olanda).
COLTURA IN SACCHI (Perlite).
4.TECNICA DEL FLUSSO E RIFLUSSO.
FLOATYNG SISTEM (sistema galleggiante, poco utilizzata in floricoltura;
sistema nato per ortaggi da foglia di bassa taglia).
COLTURA IDROPONICA (tutti i tipi di substrati solidi).
Lana di Roccia
1) : le piante vengono preparate in cubetti di lana di roccia, che
vengono poi appoggiate sulle lastre in cui le radici si infiltrano e si sviluppano.
Abbiamo due tipi di cubi: uno da 2,5 (per tutte le dimensioni) e uno da 7.5; La
grandezza dipende dal tipo di piante. Si mettono piantine piccole. I cubi possono
essere messi anche sulla canaletta dove c’è l’acqua circolante. Sistema di
irrigazione a goccia, impossibile da sotto. Coltivazione su lana di roccia:
Prima fase: preparazione delle piantine
Seconda fase: coltivazione con i cubetti sulla lastra.
La portata del gocciolatore è 2-4L/h,
Coltura in sacchi
2) : I sacchi fungono da contenitori in cui viene posto il
substrato, in genere costituito da materiali inerti come pomice, perlite, lapillo,
sabbia ecc. I sacchi vengono forati nel lato superiore per inserire le piante, e nel
lato inferiore per consentire il drenaggio. I sacchi vengono forati lateralmente,
non da sotto altrimenti in due giorni le piante muoiono, cioè l’acqua arriva alle
radici e subito viene persa, ciò non succede con i fori lateralmente in modo che
l’acqua non viene persa subito ma quando raggiunge una certa altezza. Le
piante sono alimentate tramite un impianto di fertirrigazione con gocciolatori
posti al piede delle piante. La coltura può essere a ciclo chiuso o a ciclo aperto.
Sistema Flusso E Riflusso
3) : le piante sono alimentate tramite un impianto
di fertirrigazione che distribuisce la soluzione nutritiva direttamente nei bancali
che vengono allagati per un certo periodo e successivamente svuotati. Le
piante assorbono la soluzione attraverso i fori di drenaggio dei contenitori, che
sono o proprio sotto o in basso lateralmente. La soluzione può essere fatta
circolare da un bancale all’altro, in successione. In alcuni casi la tecnica può
essere applicata senza l’uso dei bancali. I contenitori con le piante sono
posizionati direttamente sul pavimento della serra che ha una pendenza verso il
centro, dove si trova una griglia al di sotto della quale ci sono le vasche per la
raccolta della soluzione. Le piante sono alimentate tramite un impianto di
fertirrigazione che distribuisce, ad intervalli di tempo, la soluzione direttamente
sul pavimento (con risalita capillare), e possono assorbire la soluzione
attraverso i fori di drenaggio dei contenitori.
Floatyng Sistem
4) : sistema più economico in assoluto, sistema fuori suolo
statico, non abbiamo bisogno di cisterne, pompe (come avviene in quello
dinamico). Sistema noto come “coltura su pannelli galleggianti”. Viene usato
soprattutto per ortaggi da foglia a ciclo molto breve (rucola, lattughino) 15-20
max 30 giorni. Consiste nell’allevare le piante in vassoi alveolati di polistirolo o
in vasetti alloggiati in pannelli del medesimo materiale. Le radici delle piante si
sviluppano direttamente nella soluzione nutritiva. Se il volume delle vasche è
sufficiente, non è necessario ricorrere all’arieggiamento della soluzione,
altrimenti viene insufflata aria nelle vasche tramite un compressore. È una
coltivazione a ciclo chiuso. Il principale problema è l’aereazione, più la
temperatura aumenta più la disponibilità a livello radicale diminuisce.
Coltura idroponica (idrocoltura ): coltivazione delle piante senza terra,
che utilizza come substrato granuli di argilla espansa. L’acqua è sempre
presente all’interno del vaso, i fertilizzanti vengono apportati tramite resine a
scambio ionico. È un sistema utilizzato prevalentemente per le piante da
appartamento. Elementi Fondamentali Dell’idrocoltura:
Portavaso esterno di plastica
Idrovaso interno di plastica
Indicatore del livello dell’acqua
Argilla espansa (granulometria molto elevata)
Concime (resina a scambio ionico) due-tre volte l’anno, concimi a lento rilascio.
Idrocoltura per interni, perché?
Pulizia: l’argilla espansa da sostegno alla pianta e non è soggetto a processi di
putrefazione, muffa, attacco di parassiti, etc.
Durata: grazie al ricambio dell’aria nella zona radicale, alla nutrizione ed alla
calibrata alimentazione dell’acqua, la pianta sopporta decisamente meglio le
carenze ambientali.
Comodità: cure ridotte al minimo
Vantaggio economico: grazie al risparmio nella manutenzione nonostante il
costo iniziale.
Gli elementi del sistema: l’argilla espansa serve come sostegno, è un materiale
inerte, favorisce l'aerazione degli apparati radicali, non essendo un materiale organico
impedisce il formarsi di muffe e di parassiti. La cartuccia di
nutrimento assicura alla pianta un apporto di sostanze nutritive per un periodo da 4
a 6 mesi. Dipende dalla temperatura all’interno dell’appartamento, più è alta e più
frequentemente si deve cambiare perché c’è un assorbimento più veloce dei nutrienti.
L’idrometro: tappa promemoria per la concimazione successiva, galleggiante,
indicazione dei livelli che può essere: massimo, ottimale, minimo.
Piante in idrocoltura durante il periodo di coltivazione: l’alimentazione avviene tramite
un sistema di flusso e riflusso. I bancali possono essere, come in questo caso,
impermeabilizzati con teli plastici.
Fattori da controllare:
La luminosità dei locali in cui le piante vengono inserite;
La temperatura quella ottimale è intorno ai 20-25 °C, con un alto grado di umidità;
Il ristagno idrico: è importante evitare il ristagno dell’acqua poiché produce danni
alle radici delle piante che tendono a marcire;
Sbalzi termici: locare le piante in zone non soggette a flussi freddi dall’esterno ed
evitare il contatto diretto dei pavimenti freddi (es. Il marmo), normalmente non accade
tanto negli appartamenti.
La tecnica dell’idrocoltura, nonostante i costi di produzione più alti, sta raggiungendo
un crescente successo in virtù di alcuni vantaggi:
Produzione continua e garantita durante tutto l’anno
Basso impatto ambientale poiché usiamo poca acqua e poco rilascio dei
nutrienti nell’ambiente
Durata della pianta: Fino a 5 volte superiore alla durata della coltura
tradizionale: molto comodo perché l’acqua viene data ogni 30-40 giorni e la
fertilizzazione da 4-6 mesi, dipende dalla temperatura.
Comodità
Possibilità di assistenza e manutenzione
Minime cure necessarie alla pianta: acqua ogni mese e sostanze nutritive
ogni 4-6 mesi
Assenza di ri