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CARATTERISTICHE DELLE PIANTE DA ORTO
Vengono presi in considerazione aspetti:
•di ordine biologico (legati alla pianta)
•di ordine agronomico (inerenti all’ambiente e alle tecniche di coltivazione)
•di ordine merceologico (riguardanti le tipologie e le modalità di utilizzazione dei
singoli prodotti)
Aspetti di ordine biologico:
Terofite = la maggior parte delle piante da orto rientra nel gruppo delle
piante annuali il cui ciclo vitale si conclude prima della fase di riposo con
la maturazione del seme
Geofite = piante che perdono totalmente gli organi epigei prima della
fase di riposo, ma questo avviene dopo la formazione del seme e la
maturazione delle strutture riproduttive ipogee (rizomi, bulbi e altro) in
orticoltura si fa riferimento a piante perennanti (asparago, carciofo)
Emicriptofite = piante che possono superare la fase di riposo con
rosette o ciuffi di foglie a livello terreno (fragola)
Aspetti di ordine agronomico:
• Coltivazione su superfici relativamente poco estese (quantitativi modesti)
• Coltivazione in ambienti caratterizzati da condizioni climatiche diverse da quelle
delle zone di origine
• Coltivazione anche in cicli extrastagionali allo scopo di assicurare il rifornimento dei
prodotti allo stato fresco per un periodo dell’anno quanto più possibile ampio
(coltivazione anticipate o posticipate, apprestamenti protettivi, colture in serre o
protette).
• Breve durata del ciclo di coltivazione (in relazione alle strutture organografiche
utilizzate). Poche settimane (crescione). Pochi mesi (1-2) (ravanello, lattuga, fagiolino
e altre).
Aspetti di ordine merceologico:
• Tipologia delle strutture organografiche rappresentate in gran parte da specie che
forniscono organi vegetativi, raccolti anche nelle prime fasi di accrescimento, come ad
esempio gemme, foglie, giovani germogli, radici, abbozzi fogliari, frutti e semi.
• Composizione dei prodotti edibili caratterizzati da elevato contenuto di acqua (80-
90%), come zucchino e cetriolo e, di conseguenza, di difficile manipolazione,
movimentazione e conservazione. Anguria e melone hanno un elevata quantità di
sostanza secca, fino al 10-12%.
• Modalità di utilizzazione dei prodotti, subito dopo la raccolta, talvolta allo stato crudo
o previa cottura oppure in altri casi dopo conservazione/trasformazione con
procedimenti a carattere industriale per garantire il mantenimento delle principali
caratteristiche morfologiche e organolettiche.
Esigenze Climatiche, Pedologiche E Nutrizionali
Indipendentemente dalla specificità di ciascuna coltura, le piante ortive nel loro
insieme manifestano esigenze piuttosto elevate rispetto ai fattori climatici, a quelli
pedologici e alla nutrizione minerale.
1. Esigenze Climatiche: per quanto riguarda le esigenze climatiche quelle più
importanti sono temperatura, radiazione luminosa e umidità relativa (in ordine
di importanza).
Temperatura: ha una importanza talmente rilevante sull’accrescimento delle piante
da orto da condizionare la stessa possibilità di coltivazione nel tempo (stagione) e
nello spazio (localizzazione).
Differenza tra crescita e sviluppo: crescita può essere in volume, superficie, altezza, ad
esempio la superficie fogliare, peso secco, peso fresco. La superficie fogliare è la parte
fotosinteticamente attiva per fare biomassa e la resa. Lo sviluppo è quando si passa
da uno stadio fisiologico all’altro. Ad esempio il passaggio da 2 foglie vere a 5 foglie
vere, fioritura, allegagione. La temperatura gioca un ruolo importante soprattutto sulla
crescita.
Sulla base delle esigenze termiche le piante da orto possono essere classificate in due
grandi gruppi: colture da stagione calda e colture da stagione fredda. Come abbiamo
già detto precedentemente la temperatura media in orticoltura e floricoltura non vale,
ma bisogna tener conto di 3 fattori fondamentali: temperatura massima durante il
giorno, temperatura minima durante il giorno e la temperatura di base biologica. La
temperatura massima e minima dipende dall’ambiente, mentre la temperatura di base
biologica dipende dalla specie. La temperatura di base minima è più alta nelle
macroterme, come ad esempio nel pomodoro. Nelle microterme possiamo arrivare alle
temperature minime di base da 6 a 8, nel caso della macroterme la temperatura di
base può variare da 10 fino a 12. [DOMANDA d’ESAME]
Quando si raggiungono gli 0-2-3°C per 2-3 giorni (temperatura letale), è un fattore
irreversibile per una macroterma e la pianta non riparte più. La temperatura biologica
minima invece determina un blocco della crescita della pianta per poi ripartire quando
le temperature aumentano.
Le temperature ottimali di ciascuna specie, con riferimento all’intero ciclo, ricadono in
un intervallo piuttosto ampio (circa 10°C) che, in parte, può sovrapporsi per specie
appartenenti a diversi sottogruppi.
Intervallo Termico Ottimale Per Alcune Piante Da Orto
Per una migliore caratterizzazione delle esigenze di ciascuna specie occorrere
prendere in considerazione altri parametri quali:
• Temperatura minima letale (in corrispondenza della quale, soprattutto a seguito di
una lunga esposizione 3-4 giorni, la pianta muore)
• Temperatura minima biologica (corrispondente alla soglia minima richiesta affinché il
bilancio tra sintesi e demolizione della sostanza organica si chiuda in attivo), Es. nella
lattuga la temperatura minima biologica è di 6°C; la somma termica è un esercitazione
pratica importante, con questa possiamo sapere quando possiamo raccogliere poiché
la somma termica è la somma delle temperature per arrivare alla raccolta
dell’ortaggio. Nel caso della lattuga sono 600°-700° gradi-giorni. Per esempio, oggi la
temperatura massima sarà 18, quella minima 7. 7 Significa che abbiamo una crescita
poiché la temperatura minima biologica è 6. Se la temperatura massima di domani è
18-20 e la temperatura minima 4, succede che non c’è crescita e allora dove è lo
svantaggio? Ci vogliono più giorni per raccogliere.
• Temperatura ottimale
• Temperatura massima biologica: soglia oltre la quale la pianta va incontro a
inconvenienti più o meno accentuati quali aumento della intensità respiratoria, turbe
metaboliche relative alla sintesi dei pigmenti, eccesso di traspirazione, inattivazione
plastidiale, ecc. Per la lattuga abbiamo detto che la somma termica è di 700° giorni, la
temperatura massima biologica è 30°C, se siamo sopra i 30 gradi, ad esempio 32°C,
succede che non c’è crescita (non è stress), quando la pianta supera la temperatura
massima biologica, la pianta inizia a traspirare, tutti i nutrienti e tutta l’acqua che
assorbe, lo assorbe solo per fare questo raffrescamento; se tale temperatura continua
per 3-4 giorni la pianta poi va in stress. In ogni caso non abbiamo comunque crescita.
[ESAME]
Livelli termici per alcune piante da orto
Temperature più nel dettaglio, importante sapere quelle dei due gruppi,
ovvero il minimo biologico è 6-8 per le microterme e 10-12 per le
macroterme.
L’anguria così come le altre macroterme vengono sempre innestate sull’agenaria o
interspecifico poiché la lagerania ha un elevata tolleranza alle basse temperature. I
portainnesti dell’anguria sono molto importanti, poiché può tollerare le basse
temperature soprattutto durante le prime fasi di sviluppo.
Più aumenta la profondità del suolo, più la variazione di temperatura giornaliera
diventa minima.
Umidità relativa : è un fattore importante, soprattutto nelle colture protette. In
pieno campo l’umidità relativa si aggira intorno al 30-40-50%, mentre in serra l’ideale
è tra 60-70% anche se tende aumentare di mattina o nel tardo pomeriggio. Importante
quindi è abbassarla a 60-70 per controllare lo sviluppo di malattie. L’umidità nella
serra è misurata con l’igrometro. In genere, le specie da organi vegetativi richiedono
valori igrometrici dell’aria più elevati rispetto a quelli da organi riproduttivi.
• Elevati deficit di saturazione dell’atmosfera condizionano negativamente non solo la
crescita delle piante e quindi la resa ma anche le caratteristiche qualitative del
prodotto.
• Elevati deficit di saturazione della atmosfera sono meglio tollerati nella fase
riproduttiva (ridotti livelli di umidità relativa sono più compatibili con i processi di
impollinazione e di fecondazione).
L’elevata umidità può creare dei problemi anche durante l’allegagione, specialmente
nel pomodoro.
Radiazione luminosa : fattore climatico molto importante; le esigenze nei confronti
della radiazione luminosa riguardano: la quantità della luce, la qualità della luce e il
fotoperiodo (durata del giorno).
[Microcrins: ortaggi da foglia raccolti allo stadio dicotiledonali più la prima foglia vera,
sono molto più nutrizionali, attività antiossidante 100 volte maggiore dei normali
ortaggi. Si possono seminare ovunque, anche in appartamento. Cicli da 7 a 30 giorni.
Carica microbica molto bassa].
Misura della luce:
• Irradianza: la quantità relativa di luce misurata dall’energia radiante per
unità di area (contenuto di energia). La radiazione viene misurata con il
radiometro. C’è una differenza tra radiazione globale (W/m2) e la radiazione
fotosinteticamente attiva (400-700 nanometri).
• Intensità luminosa: luce emessa da una sorgente puntuale
• Photosynthetic active radiation (PAR): energia radiante in grado di
produrre la fotosintesi e misurata come PPFD (photosynthetic photon flux
density). E’ questa che serve per la fotosintesi. La fotosintesi significa biomassa
e quindi resa. Cosa molto importante: il PAR, a prescindere dal tempo e
dalla stagione è 0.5 la radiazione globale [DOMANDA d’ESAME]. Ad
esempio se oggi abbiamo 10Mj o W/m2 (mega joul) di radiazione globale, il PAR
ovvero la radiazione fotosinteticamente attiva sarà 5 (ovvero la metà). La PAR
gioca un ruolo molto importante nel concetto nell’efficienza d’uso della
radiazione (RUE). Questo è il rapporto tra biomassa e la somma del PAR.
R R
E E
S S
a a
Evapotraspirazione ⅀ PAR
A sinistra efficienza uso dell’acqua (WUE) e a destra efficienza d’uso della radiazione
(RUE). In entrambi i casi abbiamo una correlazione tra la resa e evapotraspirazione (e
2
PAR); se oggi abbiamo 2W/m abbiamo per forza una crescita, invece se mettiamo 2
mm di acqua di irrigazione non abbiamo il frutto perché prima la pianta fa la parte
vegetativa.
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