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STORIA DELL’ARTE CONTEMPORANEA
IL SIMBOLISMO
Il simbolismo è una corrente letteraria e artistica che si sviluppa in Europa dal 1886. Il simbolismo
deriva dal francese Charles Baudelaire la cui idea è che il poeta non deve descrivere la realtà
bensì evocarla; evocare sentimenti, suscitare emozioni e risvegliare sensazioni (grazie all’utilizzo
delle sinestesie in modo da coinvolgere tutti i sensi). Fine dei simbolisti è quello di trovare delle
corrispondenze tra mondo oggettivo e sensazioni soggettive tentando di recuperare nei loro quadri
la spiritualità di tutto ciò che esiste nella realtà ma non è direttamente visibile dall'occhio umano.
Anche l’arte, quindi, non deve solo descrivere la realtà ma sollecitare l’immaginazione in
particolare utilizzando soggetti mitologici che meglio si prestano alla rappresentazione simbolica.
Più che movimento artistico stilisticamente unitario il Simbolismo si propose come un sistema
gnoseologico ed etico, oltre che estetico, dai forti legami con le correnti filosofiche della seconda
metà del secolo, da Schopenauer e Nietzsche e Bergson. Quest'ultimo in particolare sosteneva
che si poteva raggiungere la verità non attraverso la percezione del reale, ma per mezzo
dell'intuizione. Il movimento prese dunque le mosse dalla fine della certezza riguardo l'affidabilità
dei metodi conoscitivi connotati dalla razionalità.
In Francia vi erano stati grandi precursori, debitori dell'idealismo di Ingres, come Gustave Moreau
ed Odilon Redon. Nell’opera “ORFEO" (1913/16), Odilon Redon, grande pastellista e incisore,
rappresenta la testa del soggetto e lo strumento musicale sotto di essa. L’aria del personaggio è
sognante e il paesaggio non è classico, bensì in parte reale in parte no realizzato mediante
l’utilizzo di colori irreali che producono una forte atmosfera mistica (nella realizzazione degli sfondi,
spesso Redon si ispirava agli elementi che guardava al microscopio, proponendo sfondi astratti
che riecheggiano quelle immagini) . La testa comunica il concetto di musica e la sua capacità
educatrice nonché l’atmosfera musicale che pervade l’intera opera. Il mito in generale si presta alla
rappresentazione simbolica in quanto è più portato all’astrazione. Nel caso di Redon poi, la tecnica
a pastello permette un’ottima resa delle opalescenze e del concetto di irrealtà.
Nell’omonima opera “ORFEO" (1865) di Gustave Moreau invece vi è rappresentata una vacante
bellissima che ha raccolto la testa del pastore è l’ha messa sulla lira ed è intenta a contemplarla
come se ne fosse innamorata. Il paesaggio come per Redon è lo stesso ma ciò che cambia è la
sensibilità. Utilizza anche tecniche inconsuete come la sabbia con concrezioni, che rende l’opera a
rilievo, o l’incisione su olio sovrapponendo un effetto grafico a quello pittorico.
In Gran Bretagna si erano mossi in questa direzione i Preraffaelliti, i cui protagonisti furono
Holman Hunt, John Everet Millais, Dante Gabriel Rossetti ed Edward Burnes-Jones. I
Preraffaelliti proponevano una pittura che si ispirasse, appunto, ad un'arte prerinascimentale: ciò
che si contestava a Raffaello in particolare era l'aver voluto fare dell'artista un pensatore. Essi
seguirono un pensiero ben definito, per il quale gli artisti avrebbero dovuto essere parte attiva nel
riportare l'umanità ad uno stato di purezza. Opere come "LA MORTE DI OFELIA" (1852) di Millais,
testimoniano il permanere di una vivida eredità romantica sopratutto per i rapporti di simbiosi tra
uomo e natura.
IL DIVISIONISMO SIMBOLISTA IN ITALIA
Il movimento divisionista si sviluppa in Italia nel periodo preunitario ed è quella corrente artistica
che corrisponde al Pointillisme francese. Finora gli ultimi artisti italiani di fama internazionale erano
Tiepolo e Canova e lo stile in Italia era ancora neoclassico sia per quanto riguarda la pittura che la
scultura. La parte innovativa è rappresentata dai macchiaioli, che propongono il realismo, e dai
divisionisti che si rifanno al puntinismo. La stranezza che caratterizza i divisionisti è che adottano
una tecnica moderna inizialmente su contenuti del realismo che poi si tramuteranno in simbolisti.
La tecnica divisionista è caratterizzata dalla scissione tra i colori primari e quelli secondari e da una
pennellata filamentosa, a volte incrociata. Benchè in ritardo su quelle ricerche, la loro opera va
rivalutata per il loro autonomo simbolismo e in quanto furono fondamentali per la formazione dei