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La suddivisione di un corpo in elementi
In generale, i corpi danno l'impressione di una distribuzione continua di materia in un dominio dello spazio. Si introduce quindi lo schema continuo nel quale la massa μ è distribuita in ogni porzione del dominio finemente accettato del corpo. Ad ogni porzione finita misurabile c di c viene assegnata la massa μ(c) degli elementi in essa contenuti. Dividendo μ(c) per la misura assoluta del valore di c, si ottiene una grandezza scalare che dà una valutazione globale della distribuzione di massa in [M·L-3] (densità volumetrica media di c). Per passare a una valutazione locale della distribuzione della massa si fissa in c un punto p e considerando le porzioni c di c che attornano p debbono dimensioni tali da non rendere invisibile la struttura atomica del corpo. È possibile definire un insieme d° di c e accertato d° ∈ c
hanno la stessa densità media alla quale si dà il nome di densità volumetrica nel punto p (μv).
μv(∂p) f contenitiva la distribuzione della massa nello schema continuo di un corpo e μv(dc) prendendo il nome di elemento del corpo. La massa di una porzione c del corpo è data da
- μ(c) = ∫[μv(∂p)]dc
si ottiene M, la massa del corpo. Se la densità non viene costante in C il corpo è omogeneo e la massa totale è data dal prodotto del volume del corpo per la sua densità. Il dominio c accettato del corpo si chiama figura. Se la figura è bidimensionale, la massa è distribuita su una superficie e la distribuzione della massa è caratterizzata dalla densità superficiale μs [M·L-2]. Per i corpi nei quali un dim predominia sulle altre si adotta uno schema
unidimensionale (il corpo viene assimilato a una linea) e la distrib. di massa è caratterizata dalla densità lineare μ [ M L-1 ].
Ë opportuno istituire dei procedimenti che permettono di determinare semplicemente il baricentro dei corpi, nel loro schema continuo.
La relazione vistra nel capitolo 5 dell'inse il baricentro di uno schema puntiforme. Proiettando tale relazione sugli assi di una terna di origine o si hanno le relazioni:
Se si adotta lo schema continuo le relazioni che individuano il baricentro si ottengono sostituendo × substituedo μi con μ dL è le sommatorie con gli integrali estesi a C
Se il corpo è omogeneo (μ = μ/hv) la densitè la porta fuori dell'integrale quindi:
Se il quadrilatero ha due lati opposti non paralleli LM e PQ, prolungando essi si intersecano in K.
Troviamo i baricentri G1 e G2 relativi rispettivamente ai triangoli PRM e QRL. G è alla retta per G1 e G2 ed è esterno al segmento G1G2. Il rapporto tra le lunghezze dei segmenti G1G e GG2 è l’inverso del rapporto tra le misure assolute delle aree dei corrispondenti triangoli.
AP1 = G1A1 G2A2 = G2A2
Nel caso di un trapezio G ∈ HH//.
Dopo aver trovato il baricentro G' di uno dei due triangoli in cui una diagonale divide il trapezio, G è dato dall'intersezione di HH// con la retta //a tale diagonale per G'.
Il baricentro può anche essere determinato prolungando in verso opposto le due basi di un segmento di lunghezza uguale all'altra base e trovando gli estremi EF.G è dato da EF ∩ HH/.
Quadrilatero intersectato
Dopo aver trovato G1 e G2 si trova mediante la O
Consideriamo un punto proprio R' nello spazio solido e un corpo rigido e sia ξ1 ξ'1 ξ'1 una terna definita in tale spazio e avente origine in R'.
Introdniamo con ω la generica retta della stella di centro R', e un vettore //ad esa con α', β', γ' i coseni diretrirti di ω rispetto a R'η
La distanza δh tra la retta α e un elemento percerle Eh del corpo rigido che occupi il punto P⊂h di coordinato ξhηhδh è data da
da = |ω x ξhPh | = |ω Ph| sin α
le componenti di questo prodotto vettoriale sono i minor della matrice
- (α' β' γ')
- ξh ηh δh
da cui
δh2 = [α'ηh - ξh'β']2 + [ β'δh' γ'ηh]2 + [ γ'ξh'α'δh h]2
moltiplicando ambi i membri per mk e sommando per h=1 ...N
si ottiene una relazione che lega il ≈ inerzia Ja del corpo oi coseni diretr. α'β'γ'del vettore u \\a
e scripiondo i termini che torn a fattore i quad.ri ei prodotto dei coseni diretr. di (vedi appunti) si ottiene la relazione:
Ja = Aα'12+ Bβ'12 + C γ'12 - 2 D α'B' -2Eβ'γ' - 2Fδα'
La conoscenza dei momenti centrali d’inerzia consente di calcolare mediante la legge
Ja = Aα2 + Bβ2 + Cγ2 + Mad2 il momento d’inerzia rispetto ad ogni asse a distante d da G e il cui orientamento rispetto agli assi centrali sia dato da α, β, γ. Ci riferiamo a momenti d’inerzia non di un corpo omogenea ma della sua figura (ja = JA/A).
MOMENTI CENTRALI D’INERZIA DI LINEE OMOGENEE
segmento - Sia l la lunghezza del segmento e il suo punto medio (= ξ) sia l’origine della S. Indiciano con s2 il quadrato della distanza di un generic punto del segmento dalla retta l ad asse per ξ; si ha s2. Il momento d’inerzia del segmento rispetto a ogni retta per ξ è da esso il
jc = ∫-l2l2 s2 ds = l2 / 12
l/22
tra rette 1 e segmento in ξ non sono assi centrali. Il termine l2
/12 e il quadrato del doppio di proiezione.
arco d. asseparente -
Sono assi centrali la retta del foglio MG: ξ e r
sensi. Il doppio dell’aseo di, esse e B so
l’odo is extos suhotdo a CA. Abbiamo gia’ visto in precedenza che JOG = ξEsim90.
Il momento d’inerzia dell’asse AB rispetto ξ e
il doppio rispetto a quello di AC sempre rispetto ξ.
Dalla similitudine dei due triangoli
l : (a / 2) = ξ : h = (a / 2)
jσ
jσ = ∫ ξ2 dξ
con dξ = l dξ
jσ = ξ2
jη
jη = 2 ∫0a/2 ξ2 (h - 2ξh / a) dξ = 2 ∫0a/2 ξ2 h dξ - 2 ∫0a/2 2ξ3h / a dξ
= 2 [ 1 / 3 ξ3h ]0a/2 - 2 [ 2ξ4h / 4a ]0a/2
= 2 / 3 a3h / 8 - a3h / 16
= a3h / 12 - a3h / 16 = a3h / 48 = a b h / 2 a2 / 24