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La prima delle condizioni immateriali di un’azienda sono le conoscenze, denominate anche know-
how di cui essa dispone e che si applicano alle funzioni aziendali. Un’altra condizione sono le
relazioni esterne che l’azienda allaccia con i vari portatori di interessi esterni. Questo è detto anche
capitale sociale. Dopodiché troviamo il cosiddetto capitale reputazionale, cioè l’immagine che
l’impresa ha nel mercato. Anche la coesione interna è una risorsa immateriale: infatti maggiore è la
coesione minori sono le risorse impiegate per risolvere conflitti interni e maggiore è anche la
possibilità di confronto, innovazione e sviluppo. Moneta: soldi. Infine troviamo l’ambiente che
comprende condizioni come le infrastrutture, i servizi pubbliche la struttura del tessuto delle imprese
vicine.
21) L’esame delle variabili individuali. Le variabili individuali sono tre: le competenze, che a loro
volta si dividono in competenze tecnico-specialistiche ed in capacità di relazionarsi con gli altri; i
valori, cioè le credenze delle persone riguardo all’attività economica; infine i bisogni, cioè le
mancanze avvertite dal personale dell’azienda.
22) L’esame delle variabili sociali. Gli individui all’interno di un’azienda interagiscono tra di loro e
formano dei gruppi. In un’impresa troviamo due tipologie di gruppi: i gruppi sociali, cioè quelli che
si formano spontaneamente per effetto delle relazioni tra le persone e i gruppi formali, cioè quelli
stabiliti in base alle varie mansioni o competenze di ogni individuo. È molto raro che questi due
gruppi coincidano perfettamente e per questo si possono avere due scenari diversi: possiamo trovare
imprese in cui c’è coesione fra i due diversi gruppi, oppure imprese in cui essi sono incompatibili.
Quando le relazioni sono intense e positive si dice che il gruppo è coeso. Se i due gruppi si
sovrappongono la coesione ne è ulteriormente rafforzata. Spesso però si possono venire a creare
situazioni di conflitto, che riducono il livello di coesione e vanno ad inficiare l’efficienza
dell’impresa. Coesione persone con valori simili e un buon leader. Infine un ultimo elemento è la
cultura aziendale cioè l’insieme di idee e valori delle persone che lavorano in un’azienda in merito
all’azienda stessa. Idee fondamentali che persone hanno sviluppato imparando a governare la
dinamica di azienda e dell’ambiente. Sono idee che quindi vengono trasmesse anche agli altri.
23) Analisi dei bisogni e il loro soddisfacimento mediante la partecipazione alla vita aziendale: la
piramide di Maslow. Maslow ideò una piramide dei bisogni dei dipendenti di un’azienda in modo
tale da raffigurarli in uno schema. Alla base della piramide troviamo i bisogni fisiologici, detti anche
bisogni elementari, la sicurezza, la socialità, la stima e infine la realizzazione personale. Per questo
motivo l’azienda deve garantire la sicurezza dei proprie lavoratori, l’esistenza di un ambiente di
lavoro in cui essi possano instaurare relazioni durature e infine possibilità di crescere e realizzarsi
professionalmente.
24) Le caratteristiche principali dell’offerta di Google.
25) La logica base delle rilevazioni contabili con il metodo della partita doppia. Le rilevazioni
contabili sono denominato così perché sono effettuate con la tavola del conto, tavola a due sezioni
che accoglie valori di segno opposto. Questo è possibile perché dalle operazioni di scambio sorgono
valori con segno di cui è sempre possibile avere un riscontro numerico. Inoltre i conti sono registrati
in con opportunamente classificati e quindi si rendono possibili classificazioni multiple. In questo
modo nasce i metodo contabile della partita doppia, risultato della realtà di funzionamento
dell’azienda.
26) La tavola del capitale di funzionamento: composizione ed esempi. La tavola del capitale di
funzionamento formata da due colonne: a destra troviamo le attività, cioè l’insieme delle condizioni
di produzione di un’impresa in un dato momento, a sinistra le passività, cioè l’insieme delle
obbligazioni e degli impegni nei confronti dei vari soggetti che hanno fornito contributi e i relativi
valori. Tra le attività troviamo: i crediti verso i clienti, le immobilizzazioni materiali, le
immobilizzazioni materiali, i mezzi di produzione, le eventuali partecipazioni di altre aziende e i
risconti attivi. Tra le passività troviamo: i risconti passivi, i debiti verso le banche e verso i fornitori,
il capitale sociale, il fondo TFR e i mezzi propri investiti dai conferenti capitale di rischio.
27) La tavola del redditi: componenti ed esempi. La tavola del reddito si compone di due colonne: a
destra troviamo gli input, cioè i mezzi di produzione utilizzati dall’azienda. Questi sono detti
componenti negativi di reddito. A sinistra troviamo gli output cioè il risultato dell’attività economica
dell’azienda. Questi son detti componenti positivi di reddito. Tra i componenti negativi di reddito
possiamo trovare: le quote di ammortamento di un bene pluriennale, il costo delle materie prime, il
costo di un bene ad utilizzo singolo, il costo degli stipendi dei dipendenti, i tributi pagati allo stato,
gli interessi pagati ai conferenti di capitale di prestito, i costi dei premi assicurativi, le rimanenze
iniziali e i fitti passivi. Tra gli output troviamo il ricavato delle vendite dei prodotti finiti, il ricavato
dei fitti attivi, il ricavato delle partecipazioni dell’azienda, le rimanenze finali e gli interessi attivi.
28) Si confrontino i concetti di patrimonio e di reddito. Il patrimonio sono le condizioni di produzione
in possesso di una determinata azienda in un determinato momento. Il reddito invece è il valore
della ricchezza, generata o distrutta, dall’azienda in questione per effetto della gestione in un
determinato periodo di tempo. Il patrimonio si avvale della tavola dello stato patrimoniale, il reddito
della tavola del conto economico. Il patrimonio inoltre è una variabile stock, mentre i reddito è una
variabile flusso.
29) Il principio di competenza: nozione e casi di applicazione. Il principio di competenza è un
principio di coerenza logica tra tutti i valori che compongono la tavola del reddito e serve per
risolvere i problemi concernenti il frazionamento di valori concernenti a più esercizi e l’attribuzione
dei valori risultanti all’uno e all’altro esercizio. Esso richiede che nella tavola del reddito siano
riportato tutti e solo i valori degli input e degli output.
30) Il processo di costruzione del bilancio d’esercizio. Nelle aziende, anche in quelle di piccole
dimensioni, avvengono registrazioni quotidiane dell’attività economica. Dopodiché bisogna
selezionare gli accadimenti rilevanti e registrare periodicamente e fine periodo i relativi valori,
applicando opportune logiche e tecniche. Ad essi vanno aggiunte anche le quantità stimate e
congetturate.
31) Dinamica reddituale e dinamica monetaria. Situazioni in cui divergono. La dinamica reddituale
tratta di costi e ricavi, mentre quella monetaria di entrate o uscite. Le due rispettive variabili sono il
reddito e il conto banca o cassa. Esse vengono studiate rispettivamente con i conto economico e con
lo stato patrimoniale. Nella dinamica reddituale di distinguono rimanenze finali e rimanenze iniziali,
mentre in quella monetaria fanno entrambe parte delle attività. Nella prima, parlando di mezzi di
produzione pluriennali, si tiene conto solo della quota di ammortamento di quel determinato anno,
mentre nella seconda si tiene conto del valore complessivo del mezzo decurtato della quota di
ammortamento annuale.
32) Quantità certe, stimate e congetturate all’interno del bilancio d’esercizio. Il sistema delle
operazioni nella sua espressione quantitativa dà luogo al sistema delle quantità economiche che sono
grandezze certe. Queste sono il risultato della determinazione quantitativa di combinazioni
economiche e si identificano in dati, incontrovertibile espressione di fenomeni. Le stime invece sono
approssimazione ad un vero, ad un fenomeno che non si conosce ancora in modo definito. Queste
sono approssimazioni di quantità economiche. Il dato economico congetturato invece non si
identifica con un fatto reale, con una quantità economica, ma è un immaginato frutto di un calcolo
che si fonda su un’ipotesi-finzione coerente con le esigenze di investigazione o di operare
economico.
33) Il significato patrimoniale e reddituale dell’ammortamento. Dal punto di vista reddituale
l’ammortamento è un input e consiste nel suddividere in più esercizi il costo di un fattore di
produzione ad utilizzo pluriennale, tenendo conto per quanti esercizi esso può essere utilizzato. Dal
punto di vista patrimoniale invece è un componente delle attività. Esso infatti deve essere collegato
alle immobilizzazioni materiali e immateriali. Queste infatti vengono segnate nella colonna della
attività al netto dell’ammortamento, cioè togliendo dal loro valore la quota dell’ammortamento
annuo precedentemente stabilita.
34) Il significato patrimoniale e reddituale delle rimanenze. Dal punto di vista reddituale le
rimanenze sono di due tipi: inziali e finali. Quelle iniziali sono considerate una componente negativa
di reddito e vanno quindi inserite negli input (essi infatti sono diventati dei mezzi di produzione
dell’azienda), mentre quelle iniziali sono considerate una componente positiva di reddito e vanno
inserita nella colonna degli output (esse infatti sono il risultato della produzione dell’azienda in quel
determinato esercizio). Dal punto di vista patrimoniale invece esse vanno inserite nella colonna delle
attività perché sono un mezzo di produzione posseduto dall’azienda in un determinato momento.
35) Il significato delle variazioni numerarie e non numerarie. Per la redazione del bilancio di
esercizio tramite la partita doppia si deve tenere conto delle variazioni. Esse sono di due tipi:
numerarie e non numerarie. Le variazioni numerarie sono quelle che implicano cambiamenti dal
punto di vista monetario, mentre quelle non numerarie riguardano tutti gli altri casi. Due logiche:
patrimoniale e reddituale. In reddituale solo non numerarie, in patrimoniale entrambe. Una non
numeraria patrimoniale positiva implica una reddituale negativa e viceversa.
36) Le rilevazioni contabili del ciclo di acquisto delle merci. Eventuale acconto, ricezione della fattura
(debiti), pagamento.
37) Le rilevazioni contabili del ciclo delle vendite. Eventuale ricezione di acconti, emissione della
fattura (crediti), pagamento.
38) Fatta.
39) Esercizio
40) Le finalità del sistema informativo aziendale. Il sistema informativo azie