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vinti. 2. DONNE SUI GENERIS NEL TEATRO E NEL CINEMA DI
-
PASOLINI
Genere e fuori genere
1. In questo paragrafo verranno prese in considerazione alcune figure femminili legate al
cinema e al teatro di Pasolini considerandone il rapporto con il genere in 2 sensi:
∞ Nel senso di gender – genere è una astrazione concreta in quanto è elemento
costitutivo e struttura della realtà. Esso finisce per essere una trappola, sia quando
non si riesce ad usicrne fuori, sia quando diventa l’esca di un miraggio per chi vi
ambisce (Mamma Roma)
∞ In generale nel senso di astrazione determinata che attribuisce un’identità a
ciascuno caratterizzandolo come entità individuale.
La singolarità femminile trova la sua raffigurazione nel cinema di Pasolini. In particolare
verranno analizzate le figure di Medea e Mamma Roma.
Mamma Roma è una prostituta romana decisa a cambiare vita. L'occasione le si
presenta quando il suo protettore convola a nozze e, di fatto, la libera da ogni
legame di possesso. Mamma Roma ha un figlio, Ettore, ignaro della professione
della madre, cresciuto nella cittadina di provincia Guidonia e per il quale lei
sembra essere disposta ad atti di amore infinito. Donna di grande temperamento
e di inesauribile forza, smessa "la vita" allestisce un carretto di verdura in un
mercato di piazza e si trasferisce con il figlio in un piccolo appartamento alla
periferia di Roma. Qui, secondo i sogni della madre, Ettore potrà ottenere il
riscatto della propria condizione di sottoproletario e trovarsi un lavoro rispettabile.
Il passato però riemerge presto: il protettore si ripresenta alla porta e obbliga
Mamma Roma a tornare a prostituirsi, per alcune settimane. Così, la donna inizia
una doppia vita: di giorno al mercato; di notte sulla strada.
Intanto, Ettore cresce nel nuovo ambiente, legandosi ad una compagnia di borgatari
che organizzano piccoli furti. Si invaghisce anche di Bruna, una ragazza più grande
di lui, un po' facile ma non maliziosa, e con lei inizia una relazione. Per farle dei
regali arriva a rubare i dischi della madre e a rivenderli; e successivamente per difendere
la ragazza da uno stupro del branco dei ragazzi, rimedia un violento pestaggio.
Mamma Roma viene a sapere della sua relazione e si indispettisce: vuole che il figlio
aspiri al meglio. Decide dunque di muoversi, per procurargli un lavoro e per togliergli
dalla testa Bruna. Va dal parroco e gli chiede un aiuto per trovare un lavoro ad Ettore
(servire ai tavoli in una trattoria in Trastevere). Ma il parroco le consiglia di mandare
il ragazzo a scuola. Allora organizza lei un ricatto ai danni del ristoratore: fa in modo
che una sua amica prostituta (Biancofiore) lo adeschi e vada a letto con lui, per poi
irrompere nella stanza col protettore di lei, in modo da mettere l'uomo con le spalle al
muro (e così riesce nel suo intento). Alla stessa amica, chiede di avere una relazione sessuale
col figlio, convinta che dopo questa esperienza il suo invaghimento per Bruna sparisca.
Non paga, regala al figlio una moto.
Quando tutto sembra andare per il verso giusto, ricompare però il suo protettore.
La sua nuova vita e il nuovo lavoro lo hanno stancato e vuole tornare a sfruttare mamma Roma.
Per lei, che ha sempre nascosto il proprio passato al figlio, è un incubo che si materializza.
Quando viene sapere del mestiere della madre, Ettore rientra nel brutto giro della gang del
posto e riprende a rubare. Arrestato per aver rubato una radiolina ad un ricoverato d'ospedale,
morirà tra i deliri della febbre mentre è in detenzione, legato a un letto di contenzione, invocando la madre
MEDEA In Grecia a Corinto il re Esone è stato spodestato dal fratellastro Pelia,
il quale governa con crudeltà e spietatezza, cercando in tutti i modi di uccidere
l'erede al trono Giasone, ora mandato dal suo protettore Chirone. In Scizia è stata
raccolta una potente reliquia chiamata Vello d'oro, tempo prima merce di Frisso.
La pelle d'oro apparteneva al caprone sacro inviato dagli dei per salvare il fanciullo
e la sorella Elle da morte certa ed aveva attraversato in volo tutto l'Ellesponto, mare
che prenderà questo nome dalla sorella Elle che ci cadrà purtroppo, venendo inghiottita.
Giunto nella terra Colchide, Frisso verrà ucciso e la capra sarà scuoiata e la pelle data in
dono ad Ares.
Dopo questo prologo in cui il centauro Chirone spiega ad un fanciullo (il giovane Giasone) in
maniera filosofica anche l'armonia e l'equilibrio della natura, viene presentata la superba
figura di Medea, sovrana della Colchide, una terra brutale e piena di usanze grottesche che
ospita la reliquia del Vello d'oro.
Dall'altra parte del mondo in Grecia, Giasone, divenuto grande, ha ora la possibilità di sfidare
suo zio e recuperare il suo regno. Quest'ultimo però gli chiede in cambio la preziosa pelliccia di
capra, cosicché Giasone si mette in viaggio alla ricerca della reliquia.
Un giorno mentre Medea sta pregando la reliquia nel tempio vede per la prima volta l'eroe greco, giunto nel
frattempo a bordo di una zattera con una manciata di uomini, e se ne innamora perdutamente, così tanto da
chiedere aiuto al fratello per rubare il Vello d'oro e partire con Giasone per la Grecia. Il re suo padre, lo viene
a sapere e si getta all'inseguimento della figlia la quale al fine di rallentarlo, uccide il fratello lasciando pezzi
del suo corpo lungo il cammino per costringere l'uomo a fermarsi più volte. Dopo aver raccolto tutti i pezzi
del corpo di suo figlio, il sovrano torna nel suo villaggio a restituirli alla madre piangente affinché abbiano
una degna sepoltura. Intanto Giasone e i suoi
compagni e Medea attraversano il mare e si accampano. Lontana dalla sua terra e dalle sue tradizioni,
Medea ha una crisi spirituale. Le sensazioni di tormento si acutiscono quando capisce che Giasone e i suoi
compagni hanno usanze totalmente opposte alle sue.
Consegnato il Vello allo zio, quest'ultimo vien meno alla parola data negando il trono al nipote,
il quale accetta di buon grado la situazione. Prima di lasciare il palazzo, le ancelle di Pelia preparano Medea
per le nozze con Giasone il quale congedati i suoi compagni di viaggio consuma la prima notte d'amore con
la sua amata.
Quando i due arrivano a Corinto trovano Chirone, il centauro che ha allevato Giasone da piccolo. I due
hanno un dialogo filosofico nel quale il centauro fa presente a Giasone della diversa visione della realtà che
ha Medea Medea e Giasone hanno 2 bambini
ma la donna continua a vivere un confllitto interiore tra l'attuale
realtà e la vita spirituale e scandita dai rituali del suo passato nella Colchide.
Per questo motivo Giasone diviene sempre più distante dalla sua amata finché non decide di sposare
Glauce, la figlia del re Creonte. Medea totalmente alienata e sospinta dalle parole delle sue ancelle che la
vedono come una maga capace di tutto, recupera il contatto spirituale con i suoi dei e medita vendetta. Fa
chiamare Giasone nella sua abitazione, con il quale ha un ultimo slancio d'amore, e i loro due bambini;
chiede a questi ultimi di portare in dono degli abiti a Glauce come augurio alle nozze tra ella e Giasone. Non
appena ricevuto il dono Glauce cade in un fortissimo senso di colpa per averle rubato il marito e si uccide
buttandosi dalle mura della città. Creonte, pazzo dalla disperazione , si suicida anche lui.
Vendicatasi della sua contendente in amore, Medea può pensare alla vendetta su Giasone.
Una sera, mentre li prepara per la notte, accoltella i loro bambini e successivamente dà fuoco
alla città, per poi gettare una terribile invettiva contro Giasone.
REALTÀ
- Visione di un mondo culturale
- Insieme di comportamenti e di valori
- I discorsi che si fanno del mondo culturale
GENERE
- Di sesso, di razza, di etnia, di nazione, di classe, di credo…
- Risponde al mondo costruito sulla logica dell’identità
- Il suo protagonista è il soggetto
- Si realizza sulla base dell’indifferenza per alterità
- Eccetto che per l’opposizione che serve per caratterizzarlo
Tutta la realtà sociale è articolata mediante generi identitari.
Il genere aderisce alla realtà, al mondo così com’è, e lo sostiene, lo rappresenta e lo riproduce.
La Grande Trasformazione
2.
Nel cinema di Pasolini la realtà è una forma sociale in trasformazione che egli analizza e raffigura
da scrittore.
Non a caso egli diagnostica all’Italia una forma di capitalismo avanzato (da fine anni 60 ad oggi) in
quella fase di sviluppo estremo comunemente denominata “globalizzazione”.
Pasolini attraverso la scrittura (filmica, letteraria, giornalistica) denuncia i processi di
degenerazione di comportamenti e valori provocati da:
- Rapido inserimento, disumanizzante, nei cicli riproduttivi della società dei consumi
- Trasformazione repentina e impietosa della vita di ciascuno in una vita anonima e
impersonale. ∞ Crisi di identità
∞ Illusione della sua affermazione in modi violenti e parossistici
∞ Alterità non relativa- ovvero la singola e irripetibile unicità di ciascuno, viene
sacrificata
∞ Si forma un Altro generico, astratto, a cui opporsi per affermare la propria differenza
Ma la produzione creatrice del benessere della nostra epoca non trova riscontro, per la
soddisfazione di tutti i nuovi bisogni che crea, in tutti gli strati delle classi sociali. I meno abbienti
non sono economicamente in grado di soddisfarli, mancano loro i mezzi materiali e questo genera
frustrazione, rabbia e risentimento, soprattutto nei giovani.
OMOLOGAZIONE
Nella società dei consumi è un fenomeno di superficie che si manifesta nella sempre maggiore
identificazione di idee, esigenze e desideri degli immaginari delle persone appartenenti a strati
sociali diversi. Ma questa apparente omologazione non nasconde, bensì acuisce le differenze
economiche e le condizioni di vita presenti in Italia negli anni 50 e 60 denutrizione,
ghettizzazione, sperequazioni sociali drammatiche.
Lo spazio del femminile nel cinema di Pasolini: mondo
3. dell’uomo e humanitas
Lo spazio femminile pasoliniano raffigurato in Mamma Roma e Medea è una critica e una denuncia
nei confronti dei paradigmi dell’ordine del discorso che hanno cancellato la differenza come unicità.
Le figure femminili del cinema di Pasolini, fuori genere e sui generis rappresentano un elemento di
rottura, di resistenza, di rigetto dell’omologazione. Attraverso di esse Pasolini denuncia:
- I processi di corruzione
- La perdita di valori
Il femminile per pasolini non è una qualità esclusiva delle donne, ma è intergenere, transgenere.
La trappola dell’id