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Estratto del documento

C

- D = 10000

- somme detraibili = 10000

- t = 19%

d

R D

C

80000 10000 R I

T .

OT 70000

P .

ARZ t t IRPEF

me mg L

15000 0,23 0,23 3450

13000 0,27 0,27 3510

27000 0,38 0,38 10260 sd t

d IRPEF

15000 0,41 0,41 6150 10000 0,19 d N

T .

OT 23370 1900 21470 R N

P .

ARZ 80000 10000 70000 26,8% 41% 23370 1900 21470 58530

T

OTALE e

el

4.1. Approfondimento Prof. Paladini: le vere aliquote dell’IRPEF Mi

Come si può notare dalla tabella degli scaglioni vigenti in Italia, il delle aliquote

gap

più evidente avviene tra il secondo ed il terzo scaglione. Queste, però, non sono le vere

le

aliquote marginali dell’IRPEF. Per chiarire il tema partiamo da un esempio:

ua

Hp:

- Lavoratore dipendente senza carichi familiari; {il reddito da lavoro dipendente dà la maggior parte

sq

del cespite dell’IRPEF

Dalla sua remunerazione complessiva annua dobbiamo sottrarre le deduzioni (D);

Pa

quelle principali sono la quota di contributi provvidenziali che i lavoratori dipendenti

versano (tipicamente il 9,2%). In questo modo arriviamo al reddito imponibile (R ), al

I

di

quale possiamo applicare i limiti degli scaglioni a cui facevamo riferimento al fine di

calcolare l’imposta lorda (IRPEF ). Infine, d questa sottrarremo le detrazioni (d); in

L i

particolare modo ci interessa la detrazione specifica per la sua condizione di lavoro

nt

(ovvero quella di lavoratore dipendente). Tolta questa avremo la imposta netta

(IRPEF ). È in quest’ultimo passaggio che le vere aliquote marginali cambiano

pu

N

significativamente. Questo perché la detrazione da lavoro dipendente non è costante: se

Ap

lo fosse le aliquote marginali sarebbero le stesse. Fino al 2013 le detrazioni da lavoro

dipendente erano: 27

fino a 8000€ di reddito abbiamo una detrazioni di 1840€ (la detrazione annulla

‣ l’imposta);

da 8000€ fino a 15000€ di reddito la detrazione si riduce costantemente fino a 1338€

‣ (nello specifico, ogni 100€ di aumento del reddito determina una riduzione della

detrazione di 7,17€);

da 15000€ fino a 55000€ di reddito la detrazione si riduce costantemente fino ad

‣ annullarsi (nello specifico, ogni 100€ di aumento del reddito determina una riduzione

della detrazione di 3,34€);

da 55000 in poi non c’è più detrazione.

‣ Vediamo graficamente il loro andamento:

L’andamento della detrazione spettante determina una situazione di questo tipo:

e

el

Hp :

1

- 8000€ < R <15000€

1 Mi

- il lavoratore fa una giornata di lavoro in più e guadagna ulteriori 100€

Poiché ci troviamo ancora nel primo scaglione, i 100€ in più vengono tassati sempre

al 23%, ma ha una minore detrazione di 7,17€: dei 100€ guadagnati in più, il

le

lavoratore ne versa di imposta netta il 30,17%. Questa è la sua vera aliquota marginale.

ua

Hp :

2

- 15000€ < R <28000€

2 sq

- il lavoratore fa una giornata di lavoro in più e guadagna ulteriori 100€

Pa

Ora ci troviamo nel secondo scaglione e dunque i 100€ in più vengono tassati al

27%, ma subiscono una minore detrazione di 3,34€: dei 100€ guadagnati in più, il

lavoratore ne versa di imposta netta il 30,38%.

di

Hp :

3

- 28000€ < R <55000€

3

i

- il lavoratore fa una giornata di lavoro in più e guadagna ulteriori 100€

nt

Ci troviamo nel terzo scaglione e dunque i 100€ in più vengono tassati al 38%,

subendo una minore detrazione di 3,34€: dei 100€ guadagnati in più, il lavoratore ne

pu

versa di imposta netta il 41,34%.

Ap

Dopo i 55000€ le aliquote marginali effettive, per questa categoria di lavoratori,

tornano a coincidere con quelle nominali. 28

Riassumendo la vera struttura della aliquote marginali è:

Reddito t nominale minore detrazione t effettiva

mg mg

8000€ < 23% 7,17 € 30,17%

R <15000€

15000€ < 27% 3,34 € 30,38%

R <28000€

28000€ < 38% 3,34 € 41,34%

R <55000€

Come si può notare, siccome le aliquote sono molto vicine tra loro, praticamente

delle cinque aliquote dell’imposta lorda ce ne ritroviamo appena 2,5: l’aliquota effettiva

va da ~30% al 43%. In realtà si sarebbe potuto attribuire a tutti i lavoratori dipendenti

una detrazione fissa di 1840€ e rendere nominali le aliquote effettive: una formulazione

di questo tipo avrebbe dato esattamente la stessa imposta netta che dà il sistema

formale cha abbiamo. Sarebbe stato sicuramente un sistema più trasparente. È un

classico esempio delle cc.dd. illusioni finanziarie.

N.B. Il terzo scaglione ha una aliquota leggermente superiore a quella del quarto, il che, avendo in mente una

struttura ad aliquote marginali crescenti, non dovrebbe essere così.

Se questo lavoratore dipendente avesse coniugi a carico e figli, queste aliquote

aumenterebbero ulteriormente perché anche le detrazione per coniuge (salvo un

intervallo) e quelle per figlio sono decrescenti all’aumentare del reddito; la conseguenza

è che più figli uno ha (di coniuge se ne può avere solo uno) più le sue aliquote marginali

effettive sono alte. In altre parole il lavoratore ha maggiori detrazioni, ma le “paga” con

aliquote marginali più elevate. Inoltre, questo effetto emerge anche per il pensionato,

nonostante questo abbia una detrazione più bassa, e per il libero professionista, che ce

l’ha ancora più bassa. e

Quando nacque l’IRPEF (1974), l’idea di Cosciani (ma in realtà di chiunque) era che

el

tutti dovevano avere la stessa struttura delle aliquote marginali, quindi le detrazioni

Mi

dovevano essere fisse e piuttosto contenute. Inoltre gli scaglioni dell’epoca erano ben

32, con aliquote che andavano dal 10 fino al 72%. Non è che noi facessimo eccezione:

a quell’epoca era la normalità di tutti i Paesi. Addirittura gli ordinamenti anglosassoni

le

avevano aliquote marginali che arrivavano a sfiorare il 90%. Poi, dai primi Anni ’80, c’è

ua

stato tutto un processo che ha portato a ridurre le aliquote marginali.

sq

Questo è stato vero fino all’anno scorso, poiché nel 2014 sono subentrate due

modifiche: la prima con la legge di stabilità del Governo Letta; la seconda con il “bonus

Pa

di 80€” del Governo Renzi. Ma procediamo per ordine.

Con si visto che le detrazioni si modificano così:

la legge di stabilità del Governo Letta di

fino a 8000€ di reddito abbiamo una detrazioni di 1880€ (+40€);

‣ da 8000€ fino a 28000€ di reddito la detrazione si riduce costantemente fino a 978€

‣ i

(nello specifico, ogni 100€ di aumento del reddito determina una riduzione della

nt

detrazione di 4,51€); pu

da 28000€ fino a 55000€ di reddito la detrazione si riduce costantemente fino ad

‣ annullarsi (nello specifico, ogni 100€ di aumento del reddito determina una riduzione

Ap

della detrazione di 3,62€);

da 55000 in poi non c’è più detrazione.

‣ 29

Questo ha comportato che:

Reddito t nominale minore detrazione t effettiva att. t effettiva prec.

mg mg mg

8000€ < 23% 7,17 € 27,51% 30,17%

R <15000€

15000€ < 27% 3,34 € 31,51% 30,38%

R <28000€

28000€ < 38% 3,34 € 41,62% 41,34%

R <55000€

Dunque, il fenomeno che accennavamo prima si è accentuato ancora di più:

l’aliquota del terzo scaglione ha una aliquota marginale di 0,62% maggiore del quarto.

Graficamente l’andamento della detrazione si è evoluta in questo modo:

Comunque l’obiettivo che si voleva raggiungere era distribuire un p’ di reddito di più

e

el

ai lavoratori dipendenti e in effetti è stato raggiunto: quelli che hanno un reddito

imponibile di 15000€ hanno avuto un maggior guadagno dalla manovra fiscale (come

Mi

evidenziato nel grafico).

Adesso, dunque, la struttura è diventata a 3,4 scaglioni. le

Poi è subentrata la seconda modifica. Il è stato classificato come spesa ,

bonus di Renzi 3

ovvero come trasferimento monetario, non come riduzione d’imposta. Formalmente

ua

funziona in questo modo: sq

per redditi inferiori o uguali a 8145€, siccome il lavoratore non paga l’imposta, non

‣ ha alcun beneficio; Pa

per redditi superiori a 8145€ e inferiori o uguali a 24000€ allora il lavoratore avrà un

‣ bonus di 80€ mensili; di

per i redditi superiori a 24000€ e inferiori o uguali a 26000€ il bonus decresce

‣ costantemente fino ad azzerarsi; i

per i redditi superiori a 26000€ non c’è bonus.

‣ nt

Per quest’anno (2014), siccome il bonus è stato introdotto a maggio, i contribuenti

che ne possono beneficiare avranno 640€. Quindi, nel terzo caso (>24000<R<26000),

pu

dividendo 640€ per 2000€, otterremo una aliquota marginale del 32% che si somma a

Ap

quella del 31,51€: il risultato sarà che per quei redditi la effettiva sarà pari al 63,51%.

t

mg

Considerando che l’anno prossimo il bonus è stato riconfermato con le stesse modalità

di quest’anno, per vedere quale sarà l’aliquota marginale effettiva in quella stessa fascia

30

di reddito dovremmo dividere 960€ per 2000€: questo vuol dire che l’aliquota

marginale implicita sale al 48% e di conseguenza l’aliquota effettiva sarà del 79,51%!

Si poteva fare di meglio? Probabilmente si, ma se si vuol far apparire nella busta

paga con una voce separata la cifra di 80€, rimanendo sempre nel di 10 miliardi

budget

di spesa complessiva, questo è il risultato.

Inoltre, essendo stata una misura volta a ridurre il (ovvero finalizzata a

cuneo fiscale

ridurre la differenza fra quanto paga il datore di lavoro e quanto riceve in busta paga il

lavoratore) non tiene conto del reddito della famiglia: non è basata su un criterio di

sostegno familiare, ma una questione individuale che riguarda il lavoratore. Dunque del

bonus ne beneficiano anche quelle famiglie agiate in cui il reddito di un coniuge rientra

nella manovra.

Per il Prof. Paladini il sistema ottimale sarebbe quello in cui:

non ci sono detrazioni decrescenti: hanno solo l’effetto di mascherare quali sono le

• vere aliquote marginali. Sarebbe più opportuno abbassarle e renderle fisse;<

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A.A. 2014-2015
53 pagine
11 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/03 Scienza delle finanze

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher pasQuiino di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Scienze delle finanze e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Castaldo Angelo.