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Estratto del documento

L’esercito israeliano sgomberò il sinai, senza però assicurarsi gaza. Nel 1949 le

forze ebraiche raggiunsero l’estremità inferiore del negev, laddove sarebbe poi

sorta la città di eilat.

Nel 1949 si pervenne alla firma degli accordi armistiziali che, pur non

costituendo trattati di pace, garantivano il cessate il fuoco tra i contendenti. Il

primo di essi fu l’armistizio stipulato con l’egitto a seguire con il libano e con la

siria e la transgiordania. La striscia di gaza e la cisgiordania in questo sistema

di accordi bilaterali, furono occupate rispettivamente da egitto e

transgiordania.

DURANTE LA GUERRA FREDDA (49-66): molti appartenenti alle classi

arabe + agiate, abbandonarono i luoghi degli scontri tra le due comunità. La

comunità araba subiva i contraccolpi del disordine crescente, la disoccupazione

e l’impoverimento presero presto il sopravvento. Non avveniva lo stesso,

invece, nella comunità ebraica, che si era attrezzata per fare fronte alle

incertezze dettate dal momento di transizione. Un grande numero di rifugiati

ebrei trovava riparo e ristoro all’interno di una società che stava uscendo da

una guerra lacerante e che era priva di molte infrastrutture essenziali. Si

poneva per l’elite dirigente il problema di fondo della omogeneizzazione

culturale. L’arrivo di ebrei orientali fece si che divenissero la maggioranza della

popolazione israeliana. A gaza nel 1948 si istituì una amministrazione

palestinese. Nel 1959 la lega araba assunse ufficialmente il principio della

ricostruzione di una entità palestinese come obiettivo condiviso. La diaspora

dei palestinese non fece altro che incrementare la già marcata polarizzazione

sociale tra ricchi e poveri. La popolazione araba della palestina condivideva il +

alto tasso di scolarizzazione nel mondo arabo. I campi profughi divennero nel

corso del tempo dei quartieri permanenti. Dentro i campi profughi si andò

organizzando una comunità. Il contesto urbano si confermò come il luogo per

eccellenza delle attività economiche. Si diffuse un sistema di educazione per

cercare di superare la marginalità. Si formò una nuova borghesia legata allo

stato di appartenenza da una nuova fedeltà. I fedayyin erano i militanti della

guerriglia palestinese, organizzatisi in gruppi che, sostenuti dal medesimo

nasser, avviarono una serie di attività armate contro le installazioni militari e la

popolazione civile dello stato ebraico. La lotta armata aveva ad obiettivo non

solo gerusalemme ma la stessa gaza. In questo quadro il rais (capo) egiziano

nel 54 riuscì ad ottenere dagli inglesi il ritiro dalle basi militari che presidiavano

il canale di suez. Nel 55 le forze armate di gerusalemme colpirono duramente

gaza. Nasser sostenne le azioni di lotta armata palestinesi. Le posizioni tra

egitto e israele andarono sempre + divaricandosi. Il casus belli fu il progetto

nasseriano di costruire sul nilo una grande diga che avrebbe permesso di

regolare i flussi idrici del fiume e di concedere al paese energia idroelettrica a

bassi costi e in grande quantità. L’egitto aveva bisogno dei sovventori

internazionali ma le linee di prestito americane e britanniche gli vennero

interdette. Al diniego si accompagnò la cocente umiliazione di nasser nel

vedersi additare come un leader non in grado di dare corso alle promesse. Nel

56 allora nasser annunciò di voler nazionalizzare il canale di suez. Le risposte

da parte francese e inglese furono allarmate, uk associava la figura del rais a

quella di hitler, la francia si preparò a colpire militarmente. Washington aveva

manifestato il suo netto dissenso verso il ricordo alle armi. Parigi, londra e

gerusalemme fecero un accordo contro il cairo. Israele entrò nella striscia di

gaza e andrò avanti verso il canale. Poi intervennero i franco-britannici e gli

israeliani erano riusciti a raggiungere il loro obiettivo, il controllo di buona parte

della penisola del sinai e della cittadina si sharm el- sheik. Gli usa erano stati

tenuti all’oscuro dall’accordo a 3. Per usa era motivo di estremo imbarazzo, nel

mentre l’urss si era dichiarata disponibile a scendere in campo a fianco

dell’egitto. Whashington decise di usare tutti gli strumenti per esercitare una

forte pressione nei confronti di parigi e londra. In particolare verso gli inglesi fu

fatto ricorso alla minaccia tutte le riserve statunitense di sterline. Le truppe

inglesi vennero ritirate entro il 57. Il braccio di ferro tra usa e uk segnò il

declino inglese. Per la francia la delusione di suez fu ben presto sopravanzata

dalla crisi algerina.

Gli usa riuscirono ad arrivare ad una mediazione con l’egitto per la quale gli

isrealiani ritiravano le loro truppe da tutti i territori occupati, lasciando il posto

all’unef, di contro all’impegno di nasser di permettere il transito nello stretto di

tiran delle navi dirette verso israele. Gerusalemme da quel momento trattenne

prioritarie le relazioni con gli usa. L’incremento della ricchezza prodotta favorì i

processi per la costruzione di una società che dallo spirito pionieristico

progressivamente transitava verso stili di vita tipici dei paesi a sviluppo

avanzato. Nasser aveva una politica indirizzata a raccogliere e a rappresentare

le istanze arabe, nel tentativo così di accreditarsi come la figura di maggiore

prestigio della regione. Per nasser fondamentale era il consenso dell’esercito

non meno che la posizione terzomondista. In questa ottica il rapporto con

Mosca era importante per il nazionalismo egiziano che si poneva il problema

dell’indipendenza. Per gli arabi palestinesi le vicende del 56 segnarono e

approfondirono quel senso di emarginazione. Nelle comunità palestinesi tra

divennero i centri di riferimento: gaza, cairo e kuwait. Gaza diventò il centro del

nazionalismo + acceso. Da gaza partivano i primi commando di fedayyin, una

militanza intesa come contrapposizione diretta agli israeliani. Tra coloro che

vennero esprimendo questo mutamento d’animo si oppose Arfat che nutriva

una scarsa fiducia nei paesi arabi e riteneva che i palestinesi avrebbero

ottenuto qualcosa solo se si fossero adoperati da sé. Nel 59 si originò in kuwait

al fatah, il movimento di liberazione palestinese dove esponenti evocavano non

solo l’immagine di una patria da conquistare e costruire, ma anche la necessità

di una rigenerazione morale che, attraverso l’azione politica, recuperasse

l’orgoglio e l’onore perduti. Nessuna azione contro israele avrebbe avuto una

qualche possibilità di successo, dato soprattutto il grado di divisione e di

mancanza di coordinamento tra gli eserciti arabi. In questo frangente nel 64 la

lega araba decise di dare vita a una organizzazione politica dei palestinesi in

grado di rappresentare l’unità: l’organizzazione per la liberazione della

palestina. Del sionismo, infine, si dava una sprezzante e secca definizione,

attribuendogli la natura di movimento colonialista, razzista e fascista. La sua

direzione politico si caratterizzò da subito per un’enfasi retorica tutta giocata

sulla necessità di distruggere israele. L’olp si andava raccogliendo introno ad

Arfat che produsse l’esercito per la liberazione di palestina. Nel 56 iniziarono

una serie di incursioni in territorio israeliano.

GLI ANNI DELLA SVOLTA (67-89): la retorica bellicosa e patriottica egiziana

evocava uno spirito di “sacra unione” tra tutte le forze arabe contro il nemico

israeliano. L’urss sosteneva Nasser ma gli consigliava cautela e misura. Il rais

in privato mandava messaggi rassicuranti agli americani, lasciando intendere

che non avrebbe dato corso ad una guerra deliberatamente. Whashington era

impegnata nella guerra in vietnam e non intendeva essere chiamata in causa in

altri conflitti. Francia e uk seguivano la scelta degli usa. Fu costituito un

governo di unità nazionale presieduto da Eshkol che votò per la guerra.

L’aviazione israeliana colpì duramente quella egiziana e quella siriana.

L’esercito di nasser conquistò gaza. Le truppe egiziane non godevano del gradi

di efficienza degli avversari e avviarono un convulso ritiro sulla riva occidentale

del canale di suez. Le forze armate israeliane si volsero contro la siria e le

alture di golan caddero nelle loro mani. Israele aveva quadruplicato il territorio

sotto il suo controllo e aveva conquistato gerusalemme est. Israele ora

amministrava la cisgiordania dove la tonalità degli abitanti era palestinese. Nel

68 il governo adottò il piano allon, che proponeva la cessazione della presenza

militare israeliana in cisgiordania in cambio di una spartizione della regione che

avrebbe consegnato un terzo del territorio ad israele e la parte restante della

giordania. La sconfitta degli eserciti arabi rilanciò da subito la guerriglia

palestinese, ora + che mai vista da molti come l’unica alternativa alla potenza

di israele. Si registrò una forte militarizzazione del nazionalismo palestinese

dove la lotta passava ai giovani, una generazione nata nei campi profughi e nei

luoghi di esilio.

Il ricorso alla forza assumeva il valore di un atto di riscatto e di rinascita dell’olp

di arfat con una ampia base sociale tra la comunità dei rifugiati. La militanza

armata era come una dimensione di vita che trasformava le genti di palestina

nel popolo palestinese. L’urss aveva avanzato l’amministrazione nixon l’ipotesi

di una nuova tornata di negoziazioni direttamente patrocinate dalle due

superpotenze. Se mosca poteva cercare di influenzare le scelte dell’egitto,

whashington avrebbe dovuto fare altrettanto con israele. Per l’urss si trattava

di fare si che nasser seguisse quanto loro andavano proponendo. Per gli usa i

rapporti diplomatici con gerusalemme erano tali da rendere molto + complessa

l’intelaiatura delle negoziazioni. Il piano rogers si componeva in due parti

fondamentali: un accodo per il cessate il fuoco sulla linea del canale di suez. La

promozione di negoziati tra israele, egitto e giordania, per stabilizzare i

rapporto sulla scorta degli indirizzi forniti dalla risoluzione 242. I confini

avrebbero dovuto rispecchiare il vantaggio ottenuto attraverso l’azione bellica.

L’auspicio ultimo era quello di raggiungere un accordo tra israele, egitto e

giordania che ponesse termine allo stato di guerra. La reazione israeliana fu

allarmata, soprattutto per quel che concerneva lo status di gerusalemme

soggetta a una non meglio precisata condivisione di ruoli tra giordani e

israeliani. In linea generale israele considerava come inaccettabile quanto il

piano rogers veniva delineando, poiché implicava la cessione delle terre

conquistate con la guerra dei 6 giorni senza la contropartita di una pace

durevole con

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Publisher
A.A. 2018-2019
13 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher fedek93milano di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Gigli Ada.