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PER GLI ESAMI NON SEMPRE È NECESSARIO INVIARE IN LABORATORIO TUTTA LA
QUANTITÀ DELLE 24 ORE.
Le urine si raccolgono in un contenitore chiuso, conservate a temperatura ambiente. Il
contenitore è di plastica rigido, graduato. Sul contenitore va indicato nome e cognome
della persona, numero del letto, la data di inizio della raccolta.
Raccolta urine 24 ore
Scopo: valutare la quantità; dosare sostanze come proteine, glucosio, ecc. in
rapporto alla diuresi;
Contrassegnare un contenitore chiuso con nome e cognome, data e ora di inizio
e fine raccolta.
- conservare il contenitore nel servizio igienico in luogo fresco;
- non gettare mai le urine nel WC / chiedere …
- se necessario per il tipo di esame: aggiungere sostanze specifiche …;
Iniziare a vescica vuota e terminare a vescica vuota.
Esempio: alle 7 del giorno di inizio far urinare il malato e gettare le urine;
Raccogliere tutte le urine fino al giorno dopo alle 7.
Diuresi frazionata: l’urina si raccoglie per 6 o 12 ore, in contenitori separati.
Diuresi oraria: si determina in persone compromesse, devono essere portatori di
catetere vescicale a permanenza. È necessario un URINOMETRO. Ogni ora si controlla
la quantità urine, la si registra e si fanno defluire nel sacchetto di raccolta.
Urina residua è l’urina che rimane in vescica dopo la minzione. Residuo post-
minzionale.
Il cateterismo vescicale
25/03/19
È l’introduzione con posizionamento provvisorio o permanente di un catetere in
vescica per via transuretrale o sovrapubica a scopo diagnostico, terapeutico ed
evacuativo (scopo principale). Nota fondamentale è che il catetere non va inserito
sempre e in ogni caso, specie nel trattamento di incontinenze facilmente gestibili o in
casi di prelievi di campioni di urina in pazienti in grado di urinare, perché il catetere
rappresenta una delle vie principali di infezione delle vie urinarie.
Il cateterismo urinario può essere indicato in caso di:
Ostruzione acuta delle vie urinarie e ritenzione urinaria;
Disfunzione neurologica permanente della vescica (in tale caso si deve prendere
in considerazione per pima la possibilità di un cateterismo intermittente);
Monitoraggio della diuresi nei pazienti critici (stato di, coma);
Interventi chirurgici che richiedono una vescica vuota;
Trattamento di neoplasie vescicali con farmaci citossici topici;
Esecuzione di test di funzionalità vescicale per il tempo strettamente limitato
agli stessi;
Incontinenza urinaria ove esistano controindicazioni cliniche all’uso di metodi
alternativi (urinal condom, pannoloni, terapia farmacologica);
Casi gravi di macroematuria e piuria per evitare il tamponamento vescicale;
Gestione di malati gravi o terminale;
Gestione dell’incontinenza urinaria nei soggetti con ulcera da pressione di III o
IV stadio al sacro.
Esempi di utilizzo inappropriato: gestione dell’incontinenza urinaria, prelievo di
campioni di urina a scopo diagnostico con paziente in grado di urinare…
I cateteri vescicali si distinguono in:
Tipologie di cateteri per calibro
Si utilizzano le scale di French Fr e di Charrière Ch 1 fr = 1 Ch = 1/3 di mm
Se utilizziamo un catetere di piccolo calibro, avremo minor rischio di lesioni uretrali,
ma una evacuazione più lenta delle urine. Un catetere di calibro maggiore (>18 Ch) è
indicato in caso di ematuria e/o urine torbide. Per gli adulti variano da 12 a 24 French-
Charrière. Le misure pediatriche sono comprese tra 6 e 10 French-Charrière.
Tipologie di cateteri per numero delle vie
Cateteri ad un lume: utilizzati per le procedure di cateterizzazione istantanea ed
intermittente, introdotti in vescica, permettono il drenaggio di liquidi.
Cateteri a doppio lume: utilizzati prevalentemente per le cateterizzazione a
permanenza.
Cateteri a triplo lume: quando è richiesta, oltre alla rimozione delle urine della vescica,
anche la somministrazione di farmaci o l’irrigazione con liquidi.
Tipologia di catetere per materiale – 1
Lattice siliconato: morbido, flessibile ed economico è ideale per i cateterismi a breve
(in genere 7-14 giorni); limiti: tendenza a sviluppare allergie, traumi uretrali e
incrostazioni.
Silicone: meno flessibile del lattice, è considerato maggiormente biocompatibile.
Consigliato per i pazienti con allergia al lattice, il silicone è indicato per cateterismi a
lungo termine.
Tipologie di cateteri per estremità prossimale -1
Cat. di Nelaton: presenta l’estremità prossimale arrotolata e rettilinea, è dotato
di 1 o 2 fori di drenaggio contrapposti. Viene usato soprattutto nella donna;
Cat. di Mercier: semirigido o in lattice siliconato. La punta (arrotondata)
presenta un’angolatura (30°-45°) per favorire nell’uomo l’introduzione
nell’uretra membranosa o prostatica; con 1 o 2 fori di drenaggio. Impiegato nei
casi di ritenzione urinaria da ipertrofia prostatica;
Cat. di Couvelaire: semirigido o in lattice siliconato, indicato nell’uomo e nella
donna in caso di emorragia vescicale (favorisce un buon drenaggio) e dopo
intervento di prostatectomia radicale. L’estremità presenta un foro a “becco di
“flauto” e 2 fori laterali;
Cat. di Tiemann: può essere retto o curvo, in materiale semirigido o in lattice
siliconato, ha l’estremità a forma conica e con angolatura di 30°. È indicato
negli uomini che presentano restringimento dell’uretra;
Cat. Foley: molle, autostatico (è dotato all’estremità distale di un palloncino
gonfiabile che ne permette l’ancoraggio in vescica). Presenta 2 fori contrapposti
e simmetrici. La sua flessibilità ed elasticità assicurano un elevato grado di
confort al paziente cateterizzato. Il palloncino va gonfiato con 7-8 ml di
soluzione fisiologica sterile.
Forma della punta del catetere
Vi sono varie forme.
Complicazione del cateterismo
- Le lesioni da pressione: A causa della pressione del catetere sul meato si può
verificare l’apertura dell’uretra peniena dal meato fino alla radice del pene. Altre volte
la lesione è provocata dal paziente stesso che strattona il catetere fino a strapparlo.
Principali complicanze sono:
- OSTRUZIONI DA COAGULI, specie in caso di ematurie in corso, durante le quali si usa il
catetere di Couvelaire.
- OSTRUZIONI DA STUVITE, causata dalla precipitazione dei sali di fosfato, ammonio o magnesio
che possono ostruire il catetere e il defluire delle urine nella sacca di raccolta.
Fasi della cateterizzazione nella donna
Limitare l’utilizzo del cateterismo vescicale e la durate delle cateterizzazioni. Utilizzare
forme
Infezione del tratto urinario
Le infezioni sono di solito causate da microrganismi che si trovano normalmente nel
tratto gastrointestinale. I microrganismi responsabili delle IVU: Escherichia coli,
Klebsiella e Proteus. In genere il tratto urinario è sterile a eccezione del meato
uretrale. In una persona sana, i batteri tendono a essere lavati via durante l’atto della
minzione. Le donne sono più suscettibili a infezioni delle basse vie urinarie. Il catetere
a permanenza rappresenta la causa maggiore di infezioni delle vie urinarie. Si parla di
infezione urinaria quando, in campioni di urina, la carica batterica supera le 100.000
cell/ml. Principali fattori di rischio sono:
- sensibilità dell’ospite
- cateterismo e relativa cura
L’incidenza delle infezioni urinarie da catetere cresce linearmente con i giorni di
cateterismo. Solitamente, dopo quasi 30 giorni con catetere, circa la totalità dei
pazienti sviluppa infezioni in ospedale.
Coloro i quali portano catetere a domicilio possono andare incontro, addirittura, a
pielonefriti, epididimiti, formazione di ascessi, reflusso uretro-vescicale, e, in alcuni
casi, anche insufficienze renali.
Le principali vie di invasione batterica sono:
- introduzione diretta in vescica di microrganismi durante il cateterismo
- risalita di batteri in vescica dal meato urinario
- risalita di batteri mediante il lume del catetere
- scarsa igiene perianale e perineale
- procedure invasive
Generalmente, il tratto urinario è sterile, ad eccezione del meato urinario, dove sono
presenti batteri che vengono portati via con l’atto della minzione.
Complicazione del cateterismo vescicale a permanenza
Il cateterismo vescicale rappresenta la maggior causa di infezione delle vie urinarie,
per infezione si intende la situazione in cui il paziente sviluppa una batteriuria
sintomatica o non, la cui carica batterica superi le 100000mcol/ml in campioni di mitto
intermedio o provenienti dalla cateterizzazione. I principali fattori di rischio sono:
- sensibilità dell’ospite;
- metodica di cateterizzazione;
- durata del cateterismo;
- materiali utilizzati;
- qualità del sistema di drenaggio (circuito chiuso o circuito aperto);
- gestione del catetere.
L’incidenza delle infezioni urinarie cresce limitatamente con i giorni di
cateterizzazione: 4.7% nelle prime 24 ore, 8.1% per ogni ulteriormente giorno, dopo
10 giorni oltre il 50% dei pazienti è infetto e dopo 30 giorni la quasi totalità dei
pazienti sviluppa infezione (in ambiente ospedaliero). Una elevata percentuale di
pazienti portatori di catetere a dimora, va incontro a infezioni croniche, pielonefriti,
litiasi, formazione di ascessi, reflusso vescico-uretrale, fino all’insufficienza renale.
Tre sono le principali vie di invasione:
Introduzione dei microrganismi in vescica al momento della cateterizzazione;
Migrazione dei microrganismi in vescica risalendo la superficie esterna del
catetere e la mucosa uretrale;
Migrazione dei microrganismi in vescica risalendo il lume del catetere.
Le infezioni urinarie in ambiente ospedaliero sono particolarmente temibili per la
presenza di ceppi batterici antibiotici-resistenti. Il C.D.C. di Atlanta, per la prevenzione
delle infezione urinarie, raccomanda le seguenti indicazioni;
Educare il personale alle corrette tecniche d posizionamento e gestione del
cateterismo;
Cateterizzare solamente quando è indispensabile;
Sottolineare l’importanza del lavaggio della mani;
Utilizzare tecniche asettiche e materiale sterile;
Fissare correttamente il catetere;
Mantenere il drenaggio a circuito chiuso;
Prelevare i campioni di urina con tecnica sterile;
Evitare ostruzione del tratto urinario;
Evitare le irrigazioni e lavaggi vescicali.
Cateterismo vescicale a permanenza e cateterismo vescicale intermittente
Lista di abilità.
Complicanze del cateterismo
--> Ostruzione da struvite: la struvite è conseguente alla precipitazione di sali d