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6° SISTEMI POLITICI E SISTEMI ELETTORALI
Concetto di "Frazionalizzazione".
6.1 Il La dicotomia di fondo tra sistemi partitici è quella che distingue tra bipartitismo e pluripartitismo.
Per la individuazione e la comparazione dei sistemi partitici si pongono due ordini di problemi, collegati ma distinti:
- Il computo dei partiti e il funzionamento dei sistemi partitici.
- Criterio numerico
- Criterio funzionale
Circa il primo quesito, "come contare i partiti", si può partire dalla proposta formulata da Douglas W. Rae. Tale autore si pone il problema di individuare misure precise che descrivano le "relazioni competitive tra partiti", assumendo che il sistema partitico si configura appunto come competizione tra partiti.
Ciò premesso è necessario distinguere e considerare, in una medesima arena politica, un sistema partitico a livello elettorale (elective party system) e un sistema partitico a livello parlamentare.
(Parliamentary party sistem). Il primo misurato invoti popolari, il secondo in seggi.Nella elezioni i partiti competono per voti. La quota dei votiottenuta da ciascun partito è perciò importante per descrivere lacompetizione interpartitica.Il numero dei partiti in competizione, pur rappresentando unavariabile, non è molto utile nella descrizione dei partiti a livelloelettorali.Infatti, in una competizione a tre partiti si possono verificarediverse situazioni.Allora bisogna tener conto della quota di voti del partito piùforte. Questo nuovo elemento, variabile, fa capire che si puòavere una competizione con un partito predominante ecompetizioni senza partito dominante. Senza però dirci nulladegli altri partiti.Altra variabile che vale pena di introdurre è quella della quotadei voti sommati dei due partiti più forti. Nel caso del sistemabipartitico di tipo inglese, con due partiti, su tre, che competonoquasi allineati, oppure con
tre partiti di opposizione quasi uguali disposti contro un partito più forte che fruisce di una relazione dominante verso ciascuno di essi, ma non verso i tre combinati. Queste tre variabili, numero dei partiti, quota elettorale del partito più forte e la somma dei due partiti più forti, hanno, ad avviso di Rae, una considerevole efficacia descrittiva del sistema partitico. (Rae)
L'esigenza di introdurre una variabile che descriva la struttura generale delle relazioni competitive che l'autore chiama "frazionalizzazione".
La frazionalizzazione si compone di due concetti base:
- il numero delle quote partitiche e l'uguaglianza relativa di queste quote.
Un sistema "non-frazionalizzato" ha una sola quota, che esaurisce l'intero ammontare del potere competitivo; abbiamo qui il sistema a partito unico, "il quale non comporta relazioni competitive".
All'estremo opposto, un sistema altamente razionalizzato ha una gran
numero di quote di grandezza all'incirca uguale, talché nessuna di esse configura una quota rilevante dell'intero ammontare della forza (cioè dei voti). La frazionalizzazione non va identificata con il numero dei partiti. Si considerano due sistemi con tre partiti ciascuno. Il sistema uno vede il partito A con l'80% dei voti, il partito B con il 12% ed il partito C con l'8%. Nel sistema due il partito A consegue il 34% dei voti, il partito B il 33% ed il partito C il 33%. Entrambi i sistemi contengono tre partiti o, più esattamente tre quote del voto totale. Ma il sistema 2 è molto più frazionato: le tre quote sono pressoché uguali, per cui nessuna di esse si avvicina al voto totale. (Rae 1971). Il concetto di frazionalizzazione è certamente un contributo interessante in ordine al problema del computo dei partiti, e quindi per l'analisi comparata dei sistemi partitici. Tuttavia la proposta di Rae solleva alcuni problemi.come sappiamo l'interazione tra le unità politiche che compongono il sistema partitico è chiamata "partiti". La competizione è una delle modalità di tale interazione (un'altra interazione è la collaborazione), e Raevuole offrire un criterio di comparazione dei sistemi partitici basato su una base funzionale, oltre che su una base numerica. Ed ecco che va considerato il partito unico, laddove non esiste competizione. Poiché per lo studioso americano il sistema partitico si precisa in chiave di "relazione competitiva tra partiti", e poiché il sistema monopartitico "non comporta relazioni competitive", ne viene in realtà che quello a partito unico non è un sistema partitico, in senso specifico. Semmai, sarà un sistema politico a partito unico. Con questa osservazione si rinvia alla necessità di mettere in conto le caratteristiche culturali degli attori partitici in competizione. Ciò varia notevolmente.A secondo che esistano o meno nel sistema partitico una o più formazioni anti-regime (detta anche anti-sistema), una o più opposizioni sleali, cioè dia ideologie "alienate". Partiti che si rifanno.
In presenza di un forte elemento (partito o anche gruppo o sindacato) "alienato e anti-regime, l'andamento del processo politico e del problem solving assume tratti e caratteri di dogmatismo e la prospettiva negoziale si attenua non solo perché gli elementi "alienati" non vi si riconoscono, ma anche perché diventa difficile per i partiti "integrati" comportarsi in maniera negoziale e rispondere su tali basi alle formazioni "alienate", almeno oltre certi limiti.
6.2 Intensità ideologica e rotazione al potere. Joseph LaPalombara e Myron Weiner suggeriscono, al posto della tradizionale distinzione tra modelli bipartitico e pluripartitico, per i sistemi politici competitivi una classificazione a quattro voci.
basata in parte su caratteristiche interne dei partiti, in parte sui diversi modi di detenzione del potere politico. (1966). La Caratteristica interna è quella che investe il grado di intensità ideologica sviluppato dal partito nella sua esperienza competitiva: giudicano di vitale importanza riuscire a valutare i partiti in termini di collocazione lungo un continuum che va da un massimo di pragmatismo a un massimo di ideologia. Quanto ai modi in cui il potere è detenuto, La Palombara e Weiner operano una distinzione di fondo tra egemonia e rotazione (turnover), intendendo per egemonico quel sistema in cui per un esteso periodo di tempo lo stesso partito, o coalizioni dominanti dello stesso partito, detengono il potere governativo, mentre situazioni di rotazione sono quelle nelle quali il partito che governa, o comunque il partito che domina la coalizione, muta con relativa frequenza, in definitiva sulla base dei due criteri suddetti intensità ideologica e frequenza.di rotazione al potere i sistemi partitici competitivi possono essere classificati nelle seguenti quattro categorie: - Sistema egemonico ideologico; - Sistema egemonico pragmatico; - Sistema di rotazione ideologico; - Sistema di rotazione pragmatico. Circa i sistemi non competitivi, per definizione egemonici e non di rotazione, la classificazione proposta dai due autori è a tre voci, distinguendo tra: - Un partito unico autoritario; - Un partito unico pluralistico; - Un partito unico totalitario. Il sistema politico monopartitico autoritario è caratterizzato dalla presenza di un partito unico, monolitico, ideologicamente orientato ma non totalitario. Il secondo tipo è quello di sistemi quasi-autoritari dominati da un partito unico che è pluralistico nell'organizzazione, pragmatico piuttosto che rigidamente ideologico, e che nelle sue relazioni con altri gruppi tende piuttosto ad assorbirli che ad distruggerli spietatamente. Il sistema monopartitico totalitario,infine, è caratterizzato dalla presenza di un partito monolitico, altamente ideologico. – – Cina comunista Unione Sovietica Germania nazionalsocialista. 6.3 Formato numerico e meccanica funzionale. Sartori assume che si debba distinguere tra classificazione e tipologia dei sistemi partitici. La classificazione esige un criterio di classificazione e questa, per essere tale, deve contenere una qualche clausola selettiva. Anche nel linguaggio comune si conviene che esistono partiti che "contano" e altri che "non contano". Ai fini della classificazione del sistema partitico il computo numerico dei partiti ne può escludere qualcuno. E lo fa quando un partito non presenta, per una successione di legislature, né un potenziale di coalizione né un potenziale di intimidazione oricatto. Per potenziale di coalizione si intende il grado in cui un partito è richiesto come partner di maggioranze governative, mentre per potenziale di ricatto o diintimidazione si fa all'attitudine del partito a modificare la tattica della riferimento competizione di uno o più partiti potenzialmente di governo. Se il criterio numerico, integrato dalle clausole del potenziale di coalizione e dal potenziale di ricatto, ci indica il formato di una sistema partitico e la successione dei vari formati darà la classificazione dei sistemi partitici da parte sua la tipologia è costruita tenendo conto delle proprietà funzionali di ciascun sistema partitico, e cioè di come esso "lavora": in altri termini, qui non si definisce più il formato ma si individua la meccanica. Tra formato e meccanica, non sempre si ha coincidenza.Classificazione | Tipologia |
---|---|
1. Sistema a partito predominante | Sistema a partito predominante |
2. Bipartitismo | Bipartitismo |
3. Pluralismo limitato | Pluralismo moderato |
4. pluralismo estremo | pluralismo polarizzato |
5. Atomizzazione | Atomizzazione |