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Partecipazione al lobbying

Se non ce la faccio, le associazioni di lobbying bussano alla porta della politica. Sono la rappresentanza che può fare la differenza, ma deve esserci una stampa libera. Il lobbying viene spesso demonizzato, ma in realtà sono risorse importanti per il sistema politico che si occupano di diversi dossier, sia a livello territoriale che di settore, nazionale, locale e internazionale. Hanno rapporti diretti con funzionari e politici, e possono ottenere finanziamenti per sostenere le loro cause.

Definizioni:

  • Bentley, 1908: Un gruppo coincide con ogni sezione della società che agisca o tenti di agire (enfasi sull'interesse)
  • Truman, 1951: Qualsiasi gruppo che sulla base di atteggiamenti condivisi presenta domande ad altri gruppi della società (enfasi sull'atteggiamento)
  • Almond e Powell, 1978: Individui legati da comuni preoccupazioni e interessi, che sono consapevoli di questi legami (enfasi sull'appartenenza)

Partiti politici:

Le organizzazioni che si identificano come partiti politici sono tra gli attori centrali della politica democratica, così...

come in molti regimi autoritari e totalitari. Quando i governi non sono stati nelle mani dei capi partito, nella maggior parte dei casi è perché il governo di partito è stato interrotto da un colpo di stato militare. Per queste ragioni è improbabile che i movimenti sociali e le reti di governance sostituiranno i partiti nel breve periodo. Definizione di partito di Huckshorn: un partito politico è un gruppo autonomo di cittadini che ha lo scopo di avanzare candidature e competere nelle elezioni nella speranza di prendere il controllo del potere governativo attraverso la conquista di cariche pubbliche e l'organizzazione del governo. Da questa definizione possiamo estrapolare quattro elementi espliciti e uno implicito: l'obiettivo dei partiti (prendere il potere), i metodi (arena elettorale e governativa), la competizione, l'autonomia del partito e infine, il partito deve essere in qualche modo coerente e coordinato, in modo da crearsi.

Un'identità duratura nel tempo, con un qualche livello anche minimo di organizzazione.

Tipi di partiti:

Partiti di quadri o élite. Si svilupparono nei parlamenti europei, in un'era in cui il suffragio era fortemente ristretto, infatti, ciascuno dei parlamentari che formava questi partiti doveva la propria elezione alla mobilitazione della propria clientela personale o della clientela del suo principale sostenitore (patron). La struttura organizzativa è minima e locale.

Partiti di massa. Si svilupparono nella seconda metà del XIX secolo e sono di origine extraparlamentare. Questi partiti rivendicavano la rappresentanza di un solo gruppo di cittadini (solitamente una classe sociale) e frequentemente si basavano su organizzazioni preesistenti come i sindacati. Le loro risorse erano in numeri (le quote dei moltissimi iscritti) e le organizzazioni ancillari e di servizi, che rendevano il supporto al partito come parte dell'identità personale.

Non come una scelta da compiere ad ogni elezione. In linea di principio i rappresentanti eletti sono agenti del partito stesso e soggetti alla direzione del congresso e dell'esecutivo del partito. Nella realtà il partito è controllato da parte della sua élite (legge ferrea dell'oligarchia di Michels).

Partiti pigliatutti (Kirchheimer). Abbattono le barriere sociali del proprio gruppo (partiti di massa) per raccogliere più voti e conquistare la fiducia generale. Questo partito è organizzato come un partito di massa ma come se i suoi membri fossero sostenitori del partito e non come se avessero una reale autorità su di esso. Le caratteristiche del partito pigliatutti sono quindi: riduzione nel ruolo dei membri rispetto ai politici di professione, eliminazione del bagaglio ideologico, cessazione delle interconnessioni tra il partito e un privilegiato insieme di associazioni di interesse e una strategia volta a conquistare i voti e oltrepassare.

Le barriere tra gruppi sociali. Nel suo sviluppo questo partito fu anche accompagnato da una maggiore dipendenza dai professionisti della politica (sondaggisti e consulenti).

Partiti-cartello. Alla fine del XX secolo, per via della globalizzazione, dei maggiori livelli di istruzione, maggior tempo libero e sviluppo dei gruppi di interesse, le lealtà partitiche e le appartenenze politiche iniziarono ad erodersi. Katz e Mair hanno sostenuto che in molti paesi i pigliatutti si siano mossi nella direzione del partito-cartello, il quale implica almeno quattro cambiamenti fondamentali nella relazione tra i partiti, la cittadinanza e lo stato e tra i partiti e i loro membri:

  1. I partiti mainstream: sono i partiti al potere e formano un cartello per proteggersi dai rischi elettorali e per integrare le loro sempre meno adeguate risorse finanziarie con sovvenzioni dallo stato
  2. I partiti riducono la rilevanza della loro funzione di rappresentanza in favore del loro ruolo come governanti

1. Quali partiti politici sono presenti nel sistema politico e come si posizionano ideologicamente.

2. Come i partiti politici competono per il potere politico attraverso le elezioni e difendono le politiche dello stato.

3. I partiti cartello tendono a incrementare i poteri formali dei loro membri, preservando le sembianze della democrazia interna mentre indeboliscono gli attivisti di partito.

4. Rimpiazzano lo staff dell'ufficio centrale con consulenti esterni, privilegiando la competenza professionale all'esperienza e all'attivismo.

Sistemi di partito, capitolo 7

L'elettorato è sempre più polarizzato. Visione della società parziale. Ci si confronta sempre con le persone che la pensano allo stesso modo (radicalizzazione delle posizioni).

Introduzione

I sistemi di partito non sono partiti politici, tuttavia, la forma e la dinamica dei sistemi di partito sono determinate dalla competizione elettorale, in cui i partiti sono gli attori principali. Un sistema partitico è il risultato interazioni tra partiti, le quali possono essere competitive o collaborative.

partiti esistono? Studio dell'origine, o della genealogia dei sistemi dipartito. Prima dimensione approccio genetico o genealogico dei sistemi dipartito.

2. Quali partiti esistono e quanto sono grandi? Studio del formato o dellamorfologia. Seconda dimensione: approccio morfologico (Sartori e D

3. Come si comportano i partiti? Studio delle dinamiche. Terza dimensione:approccio spaziale competitivo che mutua dalla teoria della scelta razionale(Schumpeter, Downs).

Il sistema può esistere solo con l'interazione tra partiti in un contesto plurale, conlibere elezioni e competizione (sistemi democratici).

La genealogia dei sistemi di partito

Le fratture (cleavages, ideate da Rokkan e Lipset) nella società danno vita ai partitipolitici (partito deriva appunto da: "di parte"). Si possono distinguere 4 rivoluzioni, acui si aggiunge la globalizzazione, da cui scaturiscono le fratture (7).

Rivoluzione nazionale:

1. Frattura centro-periferia -> partito

Razionalista (es. Lega di Bossi, non di Salvini, contro Roma). Questo conflitto scaturì nel XIX secolo, quando si formarono gli stati-nazione. Il potere fu quindi centralizzato, nonostante le comunità sottomesse fossero eterogenee. Questo processo può essere analizzato sotto due aspetti: amministrativo (le periferie furono incorporate nel sistema burocratico, con la creazione di province, di fatto limitando l'autonomia delle regioni) e culturale (le singole identità religiose e culturali furono sostituite da quelle ufficiali del nuovo stato nazione attraverso la scolarizzazione obbligatoria). La resistenza alla centralizzazione e standardizzazione culturale era ed è espressa da partiti regionalisti o indipendentisti, i quali si contrappongono ai nazionalisti/liberali.

2. Frattura stato-chiesa -> partito conservatore e religioso. Le riforme liberali del XIX secolo e l'abolizione degli ordini sociali, così come il voto individuale e le libere elezioni,

Posero fine ai privilegi dell'aristocrazia e del clero. L'istruzione obbligatoria venne utilizzata per forgiare i nuovi cittadini, la chiesa fu espropriata dei suoi territori. I conservatori auspicavano il ritorno al vecchio regime ma, in alcuni paesi, i cattolici non poterono entrare in politica fino al primo dopoguerra per via di un decreto papale (Italia e Francia). In alcuni paesi, inoltre, vennero creati dei partiti con strutture religiose miste, come nei Paesi Bassi e in Germania.

Rivoluzione industriale:

  1. Frattura città-campagna -> partiti agrari. Questa frattura ruotava attorno alle politiche commerciali: gli agricoltori o in generale i settori più deboli auspicaavano il protezionismo, mentre gli industriali prediligevano il libero mercato (liberismo). La difesa degli interessi agrari trovò espressione nei partiti agrari (in Europa, in particolare in Scandinavia, e in America Latina). Dopo il secondo dopoguerra si ebbe il declino di questi partiti,

Molti scomparvero e alcuni si trasformarono in partiti di centro. Di recente questa frattura si è riaccesa in America Latina. In Italia non esistono partiti agrari ma abbiamo comportamenti elettorali diversi nelle zone più industrializzate rispetto a quelle agrarie. Questa frattura segna infine la distinzione fra società tradizionale e società moderna.

Frattura lavoratori-datori di lavoro -> partiti socialisti e socialdemocratici. Tutta la questione della differenza tra destra e sinistra si può ricondurre a questa frattura. Con l'estensione del diritto di voto, i partiti socialdemocratici e laburistici conquistarono la rappresentanza parlamentare. Questi partiti si battevano per la protezione del lavoro, per i diritti sociali e i sistemi di welfare. Sostenevano l'intervento dello stato e interventi pubblici (politiche keynesiane) contro il liberalismo e il libero mercato. Molti partiti socialisti e laburisti derivano da sindacati.

  • Frattura comunismo-socialismo -> partiti comunisti. In seguito alla Prima guerra mondiale e alla Rivoluzione russa in tutti i paesi si formarono partiti comunisti in seguito alla scissione dai partiti socialisti. I comunisti dovevano abbattere i confini e lo stato, i socialisti ammettono l’esistenza dello stato e danno un contributo in cambio del riconoscimento dei diritti politici e sociali alle classi sociali più svantaggiate.
  • Rivoluzione post-industriale
    1. Frattura valori materialisti e valori post-materialisti -> partiti ecologisti. Si tratta di una frattura tra generazioni su una serie di valori sociopolitici emersi tra gli anni Sessanta e Settanta. I giovani svilupparono valori post-materialisti (tolleranza, uguaglianza, libertà, pace, solidarietà e rispetto per l’ambiente) mentre i valori materialisti della generazione della guerra erano incentrati su sicure
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    Publisher
    A.A. 2019-2020
    50 pagine
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    SSD Scienze politiche e sociali SPS/04 Scienza politica

    I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sara_26 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Scienza politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Pasini Nicola.