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La fusione del San Paolo con IMI e le strategie di espansione

Il San Paolo, dopo la fusione con IMI, ha puntato a rafforzare la sua presenza sul mercato attraverso due importanti manovre. Nel 2000 ha acquisito il Banco di Napoli, seguita poi dalla fusione nel 2002 con il gruppo Cardine. Queste operazioni hanno permesso al San Paolo di ottenere una significativa quota di mercato nelle regioni del nord est e lungo la costa adriatica.

La chiusura del Banco di Napoli, unica grande banca del sud, avrebbe comportato la perdita del cuore pulsante dello sviluppo del meridione. Per evitare ciò, la fusione è stata realizzata mantenendo il presidio del Banco di Napoli al sud, attraverso la creazione del San Paolo IMI Banco di Napoli.

Per gestire la propria rete commerciale, il San Paolo IMI Banco di Napoli ha adottato un sistema di outsourcing, acquistando i servizi necessari dalla capogruppo.

Nel febbraio 2002, la dirigenza del San Paolo ha avviato l'integrazione di banca Cardine, con l'obiettivo di estendere ulteriormente la propria presenza sul mercato.

E l'operatività del gruppo anche nel nordest. Come nel caso del Banco di Napoli, anche per Cardine, San Paolo continua a svolgere il ruolo di capogruppo cui spetta la responsabilità di garantire il governo unitario. A differenza del banco di Napoli, alle singole realtà di Cardine è riconosciuta maggiore autonomia e una forte delega sulle decisioni operative, dovuta alla sua solidità patrimoniale. Dal punto di vista organizzativo, il modello risultante rappresenta una terza via: si caratterizza da un lato per la centralizzazione delle funzioni di produzione e di servizio, che consente di conseguire un governo unitario e un forte coordinamento dell'impresa; dall'altro per il mantenimento del brand all'interno dei micro mercati regionali di riferimento. L'identità attuale del San Paolo è il risultato di una cooperazione continuata. Gli strumenti impiegati per l'omogeneizzazione sono stati: la riorganizzazione

Il nostro obiettivo è quello di creare una rete territoriale basata sul modello distributivo SanPaolo. Questo modello prevede la presenza di strutture operative mirate a tre macro segmenti: mercato Imprese, mercato Private e mercato Retail.

Vogliamo estendere l'applicazione dei prodotti San Paolo a tutte le reti commerciali. Inoltre, abbiamo creato la MOI (Modello Operativo Integrato) che ci permette di uniformare il linguaggio delle diverse realtà aziendali.

Abbiamo anche implementato programmi di formazione e riqualificazione professionale per i nostri dipendenti. Inoltre, abbiamo esteso a tutto il gruppo il contratto di lavoro San Paolo.

Bisogna sottolineare che una delle cose che ha offuscato l'operato del nostro management, indebolendo l'immagine interna di guida strategica dell'impresa, è stata la scelta di nominare contemporaneamente più amministratori delegati al vertice del gruppo. Questo ha ostacolato la formazione di un'immagine forte di leadership, capace di guidare i lavoratori.

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
3 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/09 Sociologia dei processi economici e del lavoro

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher valeria0186 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di sociologia dell'organizzazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Pipan Tatiana.