Con lui la storiografia romana raggiunge la maturità e produce opere in grado di
competere con quelle dei grandi storici greci. Alla classica concezione storiografica come
genere letterario coadiuva una prosa d’arte concisa, densa, ricca di variazioni e
caratterizzata da una voluta coloritura arcaica, che contribuisce a conferire al racconto
vigore e solennità. L’autore si focalizza principalmente sulle riflessioni riguardo gli eventi e
i personaggi. Interpreta moralisticamente la storia romana e identifica nei vizi (avidità,
ambizione, brama di ricchezze, ecc.) i principali fattori di disgregazione della società. Si
focalizza quindi principalmente su momenti oscuri e difficili e li definisce tappe cruciali
della crisi morale di Roma.!
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Vita. !
Gaio Sallustio Crispo nacque ad Amiterno (poco distante dalla città contemporanea
dell’Aquila in Abruzzo), in Sabina, da una famiglia agiata. Intraprese come homo novus la
carriere politica a Roma nel partito dei populares. Si presume fosse stato appoggiato da
Cesare (a cui era fedelissimo). Esercitò il tribunato della plebe e la questura, nel 50 a.C. fu
espulso dal senato a causa di una pretestuosa accusa di probum (persona che vive una
vita scostumata). L’anno successivo fu reintegrato da Cesare, a cui diede il suo aiuto
durante la guerra civile in Gallia. Nel 46 a.C. dopo che Roma conquistò la Numidia,
Cesare nominò Cesare come primo governatore di questa regione denominata in seguito
Africa Nova. Ritornato a Roma enormemente arricchito fu accusato di concussione (il
guadagnare sfruttando la propria posizione di preminenza). Fu salvato in extremis da
Cesare. Alla sua morte si ritirò a vita privata comprando la casa di Cesare a Tivoli e
facendosi costruire un sontuoso palazzo tra il Quirinale e il Pincio con numerosi giardini,
denominati horti Sallustiani. !
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Stile. !
Lo stile di Sallustio fu sempre molto arduo e “scosceso”, con uno spiccato gusto della
concisione e pregnanza espressive (brevitas), dell’asimmetria (varatio) e degli
arcaismi.!
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Genere letterario. !
Il genere letterario di Sallustio fu la storiografia di imposizione monografica (riportare i
fatti in ordine di logico, ovvero senza seguire strettamente un ordine cronologico, ma si
cerca di favorire la consecutio logica tra due eventi in modo da spiegare il secondo evento
con il primo) oppure annalistica (riportare i fatti in ordine cronologico in forma di annales,
ovvero lo scrivere della repubblica romana e dell’Impero anno per anno). La principale
differenza tra le due imposizioni è che la seconda (annales) si focalizza su tutti gli
avvenimenti (anche poco importanti) della storia romana, invece la prima si focalizza solo
sugli elementi più importanti, che possano avere una funzione logica per spiegare i fatti
successivi. !
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Temi chiave. !
I temi chiave della storiografia sono la scelta di argomenti emblematici della storia
recente, il forte moralismo attraverso un’indagine sulle cause degli avvenimenti
focalizzata sulle condizioni etico-politiche, il pessimismo identificato nell’inevitabile
processo storico del declino progressivo della società e l’interesse per i personaggi e per
il loro carattere. !
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La funzione della storiografia e dello storico. !
Egli segue una prassi propria della storiografia greca, che consiste nell’esordire svolgendo
alcuni temi di carattere generale e affermando, prima di tutto, l’utilità della storia. Infatti
all’epoca era primaria la partecipazione alla vita pubblica e si guardava con sospetto alle
attività intellettuali che comportassero il distacco dalla res pubblica. Poi si focalizza
sull’estrema importanza dello storico, si rifà per ciò ad una riflessione filosofica di Platone
che considera il dualismo tra animo e corpo in cui individua una netta superiorità
dell’anima sul corpo. La storia viene legittimata dal fatto che a quell’epoca vi era un
degrado politico continuo e, secondo l’autore, gli onori venivano ottenuti mediante la
corruzione e la frode dagli uomini peggiori. Così la storiografia poteva essere il giusto
punto di riferimento a cui rifarsi e da cui prendere esempio. Fa in seguito un processo di
sublimazione dello storico creando un personaggio ineccepibile (a cui lui molto somiglia
per iter politico) che dopo aver sperimentato le bassezze della politica corrotta si ritrae
disgustato in vita privata. Gli obbiettivi dei proemi erano dunque la legittimazione della
storia e la dimostrazione della dignità del narratore. !
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De Catilinae coniuratione !
Il «De Catilinae coniuratione» è la prima opera storica scritta da Sallustio. Si tratta di un
emblematico esempio di storiografia monografica, cioè del racconto di un fatto ben
preciso «per sezioni staccate» («carptim») svoltosi in un periodo relativamente breve (tra il
64 e il 62 a.C.). La forma storiografica era nuova all’epoca, si pensa Sallustio abbia preso
ispirazione da Tucidide. Identifica nella congiura un fatto «specialmente degno di memoria
per la novità del crimine e del rischio che ha rappresentato». Fa della congiura inoltre un
episodio emblematico che conduce ad una prospettiva più ampia della crisi della res
publica. Sono per questo motivo presenti numerosi excursus (digressioni; cfr.: digredior:
cammino qua e là). !
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Excursus iniziale.!
Descrive mediante riferimenti ad illustri modelli (es.: l'archeologia dello storico greco
Tucidide) gli antecedenti del fatto a partire dal passato della storia di Roma alle origini
della congiura. Non ci offre una sintesi storica, bensì una valutazione complessiva al fine
di non condurre il lettore ai mores, nei vizi e nelle virtù. Ne segue una moralistica
riflessione sulla nascita della res publica per grandi fasi, caratterizzate non da particolari
eventi politici o militari, ma da diverse condizioni morali. Infatti il suo scopo è di
focalizzarsi sulle vicende morali. Vi è una forte contrapposizione tra la corrotta età
moderna e il buon tempo antico idealizzato e trasformato nel modello perfetto. !
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Excursus centrale.!
In esso lo storico delinea la condizione della Roma di Catilina in termini di corruzione e di
degenerazione morbosa: una sorta di malattia spirituale che ha invaso la città. !
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Decadenza di Roma. !
Dopo la distruzione di Cartagine si avviò una situaione di progressiva decadenza
dell’impero romano che fecero mutare i costumi tradizionali della giustizia, della concordia
e dell’onestà con quelli del desiderio di ricchezza, della brama di potere moralisticamente
identificati nell’avaritia e nell’ambitio. !
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La varietà dei procedimenti.!
I procedimenti narrativi sono molto variati con l'inserzione di segmenti drammatici
(dramma: commedia, tragedia), che concedono direttamente la parola ai personaggi
mediante discorsi e lettere. Vi sono anche importanti parti descritte, come i ritratti di
Catilina e di Sempronia. !
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Lucio Sergio Catilina. !
Il protagonista della storia storia viene rappresentato e descritto subito dopo il proemio e
grazie alla sua analisi psicologica è possibile approfondire con discreta completezza
l’indagine storica di Sallustio. Si pone quindi come il necessario complemento della
riflessione etico-politica. Catilina, una figura negativa ma vigorosa e potente è
l’emblema della decadenza dei valori a Roma. Egli riassume in sé i termini del problema
che appassiona lo storico: la crisi della res pubblica. Nei suoi discorsi viene individuata da
Sallustio una caratteristica positiva ovvero la grande forza d’animo (anche se volta a fini
malvagi). Intorno a Catilina ruotavano altre figure: i complici anch’essi spinti dallo stesso
disperato vigore, i Catilinari. In prima linea si trova naturalmente Cicerone, che tuttavia
non esprime mai il suo punto di vista. Viene raffigurato come il magistrato che sa scoprire
e reprimere le trame sovversive. !
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Cesare e Catone. !
Non partecipano all’azione, ma non compaiono nell’opera soltanto per pronunciare i loro
ampio discorsi. Essi appaiono come figure emblematiche delle principali posizioni che si
fronteggiano a Roma: il rigorismo della tradizione (Catone) e le nuove istanze politiche
(Cesare). !
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Bellum Iugurthinum.!
La seconda monografia di Sallustio narra un evento storico antecedente rispetto alla prima
monografia, ovverosia la guerra sostenuta dai romani in africa per ben sei anni (111-105
a.C.) contro Giugurta, re della Numidia. I due aspetti fondamentali della storiografia
sallustiana: l’attenzione specifica per l’evento importante e l’interesse più generale
per le condizione e le vicende etico-politiche dello Stato romano, che vedono la lotta
tra le varie componenti della società romana. La corruzione della nobilitas insieme alla
corruzione impedisce una rapida conclusione della guerra. Vi è una riflessione etico-
politica di Sallustio in cui esterna in un ampio excursus in cui indaga le cause della
decadenza della res publica. !
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Excursus. !
Vi sono tre excursus fondamentali nel Bellum Iuguthinum, il primo che vede la descrizione
geografica ed etnografica dell’Africa, la seconda vede identificare le cause della
decadenza di Roma: questa volta vengono più peculiarmente descritte e riassunte nella
discordia interna (ossia ai conflitti tra popolo e Senato), che è fatta derivare dal metus
hostilis (paura del nemico), la terza ed ultima digressione vede protagonista la storia
leggendaria della città di Leptis. !
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Narrazione selettiva.!
Vi è una forte selezione di Sallustio per quanto riguarda i fatti storici rappresentati. Infatti vi
si trovano numerosissimi eventi che vengono liquidati con brevi citazioni ed altri su cui si
focalizza notevolmente. Viene però messa in luce una caratteristica fondamentale delle
monografie sallustiane, ovverosia quell’escamotage che permette all’autore di svolgere ed
esprimere direttamente i punti di vista dei personaggi mediante discorsi e lettere. Inoltre
esse forniscono un approfondimento psicologico, ma soprattutto è un mezzo pribilegiato
per svolgere la tematica della politica. !
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Traduzione letteraria De Catilinae coniuratione di Sallustio
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Letteratura latina - Sallustio - Appunti
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Appunti Cesare, Sallustio
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Riassunto esame di letteratura latina, prof De Nonno, libro consigliato Sallustio e la rivoluzione romana, La Penna