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Roma, dimostrando le difficoltà superate. Inoltre, per far sì che il racconto risultasse il più obbiettivo
possibile, l’autore parla di sé in terza persona. L’opera, poi, oltre a fornire notizie di tipo storico-
politico, fornisce importantissime notizie di tipo geografico ed etnografico.
De Bello Civili
L’opera si divide in tre libri e narra della guerra civile. Racconta dall’attraversata del Rubicone, e dei
motivi che l’hanno spinto a compiere quel gesto, fino alla vittoria di Munda e alla morte di Pomepo,
presentato come il responsabile dello scoppio della guerra. Lo scopo dell’opera è quello di
giustificare il proprio operato, mostrandosi costretto alla guerra, contro la sua volontà. Un ulteriore
intento, è quello di chiarire il suo programma politico, attuato al termine della guerra.
SALLUSTIO
Nasce in Abruzzo nell’ 86 a.C. e pur essendo un homo novus riuscì a studiare a Roma e ad entrare in
contatto con la nobilitas dell’Urbe. Sostenitore di Ceare, nel 54 a.C. cominciò il cursus honorum. Nel
52 a.C. iniziò una violenta campagna contro Milone, uccisore del tribuno Clodio, difeso da Cicerone
e ciò nel 50 a.C. gli causò la cacciata dal Senato per immoralità. Riuscì a ritornare in politica, l’anno
successivo, grazie all’intervento di Cesare. Nel 49 a.C. divenne questore e nel 46 a.C. ottenne il
governatorato dell’Africa. Al termine del suo governatorato, fu accusato di malversazione, ma riuscì
a sfuggire alla condanna grazie all’aiuto di Cesare, che lo costrinse a ritirarsi a vita privata. Incerto è
l’anno di morte, anteriore, sicuramente alla battaglia di Azio.
Sallustio fu autore di MONOFRAFIE; Il suo modello di riferimento sono le Storie di Tucidide. La scelta
di questo genere, era dettata dal fatto che gli consentiva di isolare importanti episodi storici, che
avevano avuto ripercussione sugli avvenimenti successivi; inoltre, tale genere, rispondeva alle
esigenze ellenistiche del culto della cura stilistica e della brevitas. La storiografia di Sallustio è
definita drammatica, perché il lettore ha l’impressione di trovarsi di fronte allo svolgimento di una
tragedia, dal momento che la storia, non viene incentrata su fatti, ma sulle azioni dei singoli
personaggi, di cui presenta dei ritratti.
Bellum Catilinae
Racconta della congiura di Catilina, di come fu sventata, fino alla sconfitta dei congiurati a Pistoia. Il
personaggio centrale dell’opera è Catilina, che viene presentato come emblema della corruzione
dei suoi tempi. Nonostante tutto però, l’autore dice di ammirarlo per la sua energia morale, anche
se rivolta al male. Punto centrale dell’opera sono i discorsi di Catone e Cesare, l’uno favorevole,
l’altro contrario alla pena di morte per i congiurati. Cesare, simbolo delle nuove virtù, propone, al
posto della pena di morte l’esilio e la confisca dei beni, dal momento che la morte, essendo fine di
ogni cosa, non sarebbe una pena congeniale all’atto commesso dai congiurati.