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LE CONFESSIONI DI UN ITALIANO
LA GENESI: Il romanzo fu scritto - tra il dicembre del 1857 e l'agosto del 1858 - in ventitré capitoli,
ognuno dei quali anticipato da un breve riepilogo. Nievo però non riuscì a pubblicare subito la sua opera non
trovando un editore disposto ad affrontare le difficoltà della lunghezza del testo e della censura."Le
confessioni" vennero pubblicate quindi postume con il titolo Le confessioni di un ottuagenario nel 1867
a Firenze dall'editore Le Monnier e a cura di Erminia Fuà Fusinato, moglie di Arnaldo Fusinato, amico
dello stesso Nievo.La presunta incompiutezza del romanzo autorizzò correzioni dell'opera, modifiche che
crearono parecchi fraintendimenti critici soltanto di recente messi nella loro chiara luce. Comunque il
manoscritto originale, dal 1931, donato dalla famiglia Nievo, è conservato nella Biblioteca Comunale di
Mantova. Altro hapax legomenòn della letteratura italiana, è esso un romanzo piuttosto sfortunato dal
punta di vista scolastico, poiché non moderato e dai toni accesi.
2- CARATTERISTICHE- il romanzo uscì col titolo "Confessioni di un ottuagenario" (i lettori non gradivano
più i romanzi "risorgimentali e patriottici"), dal momento che il protagonista, Carlino Altoviti, all'inizio è
un ottantenne che desidera insegnare qualcosa ai giovani, e sceglie di narrare la storia della sua vita,
che non è affatto simile a quella di Nievo. Carlino è un personaggio medio, vive negli anni fra la
Rivoluzione francese e la II guerra d'indipendenza) trascorre l'infanzia in un castello, ma , essendo figlio
naturale di una nobildonna che abita là, cresce più coi servi che coi signori. Il narratore è molto più vicino
al pubblico di quanto non lo fosse Manzoni, dal quale Nievo si distacca anche riguardo alle fonti storiche,
che non cita mai (l'autore lombardo faceva diverse annotazioni bibliografiche, soprattutto riguardo ai
testi di Ripamonti). Anche Nievo però interviene nella narrazione, per esempio sostenendo che il popolo
non aveva capito gli ideali risorgimentali e li ostacolava (es: impresa di Pisacane a Sapri). L'altro
personaggio del libro è Pisana, la cugina e amante di Carlino, completamente diversa da Lucia, essendo lei
di carattere ed umore instabile, talvolta donna angelicata, talvolta femme fatale. La lingua è un pastiche fra
letteraria e dialettale, che risulta comunque ben leggibile ai lettori dell'epoca.
LEZIONE 6,7,9: LA SCAPIGLIATURA
1- NASCITA E LUOGHI:questo movimento ha una vita breve, dal 1860 al 1875, ma influenzerà tantissimo
la letteratura degli anni a venire. La Scapigliatura è una proto-avanguardia, potremmo dire, dal momento che
non hanno un manifesto vero e proprio, né totale coesione di intenti fra i partecipanti. Il centro geografico è
MIlano, città industrializzata, in trasformazione (nel 1864 viene costruita la stazione, poi viene smantellato il
quartiere popolare chiamato "coperto figini" per fare spazio alla Galleria) e più simile alla Parigi descritta da
Charles Baudelaire (soprattutto nei "Quadri Parigini, dove il poeta incontra prostitute, alcolizzati e
mendicanti e si sente loro fratello), autore a cui gli Scapigliati guardano con slancio imitatorio. Il critico
Gianfranco Contini , nell'introduzione ai "Racconti degli Scapigliati piemontesi" del 1857, ha individuato
anche una cellula scapigliata a Torino, appendice composta da Achille Giovanni Cagna, da Giovanni
Camerana e Giovanni Faldella, che si ritrovavano presso la "Società Dante Alighieri" dal 1863, e che
fondano la rivista "Serate Italiane" che avrà tuttavia vita breve. La fisionomia del gruppo non è molto
definita, ci sono ovviamente affinità stilistiche e tematiche, ma tutti hanno un atteggiamento esistenziale
diverso dagli altri.
2-IL TERMINE: Il termine, usato "ufficialmente" da Arrighi per la prima volta nel romanzo "La
Scapigliatura e il 6 Febbraio" (ma l'aveva già impiegato nel romanzo "Gli ultimi coriandoli" del 1857) ricalca
il francese boheme, a cui questi scrittori si ispirano, talvolta anche come modello di vita e non solo letterario.
3- LE CARATTERISTICHE DEL GRUPPO E GLI AUTORI:Le caratteristiche del gruppo sono la gioventù
(hanno tutti fra i 20 e i 35 anni), la posizione di distacco e protesta nei confronti della società, del capitalismo
e della cultura di massa, la volontà di rinnovare la letteratura attraverso la separazione dai modelli del primo
Ottocento, in particolar modo Manzoni, e la stretta connessione col mondo del giornalismo. Gli autori
principali sono Cletto Arrighi (pseudonimo di Carlo Righetti), i fratelli Camillo ed Arrigo Boito, Giovanni
Faldella, Igino Ugo Tarchetti, Emilio Praga. Sono intellettuali che vivono le incertezze dell'Italia post-
unitaria e che si sentono esclusi dagli entusiasmi del tempo, consapevoli di "aver perso l'aureola". Già
Arrighi, avvocato e fondatore della rivista "La cronaca grigia", nell'introduzione al suo romanzo "la
Scapigliatura e il 6 Febbraio", parla della Scapigliatura come di un movimento di rivolta, mentre Praga in "3
storie" si dichiara confuso e spaesato, come se l'Italia non avesse più posto per un letterato, ed indica gli
Scapigliati come "generazione crucciosa", che rimugina sulla CRISI che l'Italia sta vivendo. Alcuni sono
scrittori, altri artisti (Ranzini, Palazzini, Grandi), altri librettisti (Arrigo Boito). Il rapporto con il passato più
vicino, ovvero il romanticismo, ed il futuro più vicino, ovvero il positivismo, non è facile: già Boito,
accompagnando la sua "Ballatella" con una lettera per Arrighi sulla "Cronaca Grigia" parla degli Scapigliati
come un gruppo che combattono per l'autonomia creativa, propugnata dal romanticismo. Per quanto
concerne la prosa, si oppongono al Manzoni e a Verri, ed invece rivolgono lo sguardo all'Europa, soprattutto
ai romanzi di Sterne, mentre per quanto concerne la poesia il modello non è Leopardi, troppo lontano
emotivamente da loro, anche se stimato, bensì Baudelaire.
4- IL LEGAME COL GIORNALISMO: ricordiamo "La cronaca grigia", fortemente antiborghese, la
"Rivista minima" fondata da Ghislanzoni, anticlericale, il "Gazzettino rosa" (1867)fondato da Cavallotti e
spesso censurato per i suoi toni eccessivamente polemici, "Il pungolo", dove vengono pubblicati romanzi a
puntate e "Il secolo" fondato nel 1866 che da ampio spazio alla cronaca cittadina e alle rubriche di varietà. Il
rapporto con l'Editoria è fondamentale per gli Scapigliati, perché pubblicano in giornale i loro scritti, in un
primo momento, sia perché molti fanno i giornalisti per vivere (criticano il modo di vivere capitalista, ma
sono costretti a scendere a patti con esso per continuare a creare arte). Inoltre agli albori del giornalismo
italiano non esistevano giornalisti "puri", soltanto letterati che si dedicavano saltuariamente alla stampa.
5- I MODELLI: Oltre a Baudelaire, gli Scapigliati guardano come ad un predecessore Giuseppe Rovani,
autore de "I cento anni", affresco storico che va dal 1750 al 1849, composto da un preludio, 20 libri e una
conclusione. Dal positivismo anticipano l'attenzione per la malattia, la scienza, la filosofia, del
Romanticismo mantengono l'attrazione per l'oscuro, l'occulto, il sovrannaturale, la follia. Particolare è anche
il rapporto con il lettore: Dossi, nelle "Note azzurre", dichiara che : "Manzoni dice le cose come vuole il
lettore, Rovani come il lettore non vuole, Dossi per conto suo e basta".
6-IL ROMANZO SCAPIGLIATO: Generalmente i romanzi scritti da questi autori sono brevi, elemento che
denuncia il loro dialogo col mondo del giornalismo, ma anche la loro opposizione al romanzo storico, che
prevede la lunghezza della narrazione. Cambiano il "patto col lettore" non basandolo più sulla verità, ma
sull'invenzione letteraria, nonché sulla distanza critica dell'autore dal lettore, spesso provocato e chiamato
"nemico". Vero leitmotiv dei romanzi scapigliati è il protagonista, unico, dalle amicizie profonde e relazioni
amorose fosche, nonché l'incombere della morte che essi sentono su di loro. Solitamente il tempo della storia
è ravvicinato al tempo della scrittura. Le scene sono quasi sempre in interni, ci sono diversi riferimenti al
risorgimento, pochi al passato, visto comunque in modo critico. Non esiste una trama lineare, ascendente, ma
spesso essa è spezzata e ripresa, e l'intreccio è scomposto, come aveva insegnato Sterne col "Tristam
Shandy".
LEZIONE 10/11/12: TARCHETTI
IGINO UGO TARCHETTI (1839/1869)
1-I PRIMI SCRITTI: si ispira tantissimo a Sterne e al suo "viaggio sentimentale", dove descrive un gran
tour, di gran moda dalla fine del 1600 alla metà del 1800. L'autore inglese, è, però, un viaggiatore dell'anima,
non ama stare a Parigi e non gli interessa visitare i monumenti, ma gli scorci più intimi della città. Tarchetti
esordisce con la lettera "Ad un moscone" e col racconto "Nel giardino Balzanetti", nonché con il saggio
"Idee minime sul romanzo", pubblicato sulla "Rivista minima" nel 1865, dove difende strenuamente il genere
del romanzo, dicendo che : "E' un'arte feconda di oggetti e insegnamenti", cercando di dare al romanzo la
veste di un "dolce insegnamento" che serva da "delectare docendo". Il buon romanzo, secondo lui, è quello
che muove a compassione, e, tramite la commozione, suscita sentimenti positivi nel lettore. Auspica la
diffusione del romanzo sociale alla Hugo, a cui si ispira per "Paolina", ma che poi abbandona.
2- PAOLINA, mistero del coperto figini: pubblicato a puntate nel periodo che va dal 1865 al 1866, è la prima
prova di Tarchetti sul romanzo. Si ispira alla trama dei "Promessi Sposi": anche qui c'è una popolana bella e
onesta, fidanzata a un ragazzo perbene, ma concupita da un vecchio conte, che alla fine riesce ad averla. La
ragazza, in seguito alla violenza, si ammala e muore, e il fidanzato, in prigione, si arruola con Garibaldi e
muore al Sud. Il romanzo, un vero e proprio feuilleton di qualità non eccelsa, è pervaso però da una forte
vena polemica: infatti Tarchetti protesta contro lo smantellamento del quartiere e propugna le idee di
Proudhon, che sostiene che le differenze sociali siano determinate dall'organizzazione della società.
U
3- FOSCA: scito a puntate sulla rivista "Il pungolo" nel 1869 e raccolto in volume nello stesso anno, è uno
dei più rappresentativi romanzi della Scapigliatura. Tarchetti morì prim