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RUSSIA

Nel 1917 oltre a dover affrontare la guerra nella quale stava combattendo (1 guerra mondiale)

con le potenze dell’intesa, si trova a dover gestire una difficilissima questione interna, una vera

e propria rivoluzione. Nel 1917 la Russia deve prendere una decisione importante, può gestire

la guerra sia all’esterno con l’intesa e una rivoluzione interna?

La rivoluzione russa porterà alla nascita di un nuovo stato, quindi alla fine dell’impero zarista e

alla formazione nel luglio del 1918 della repubblica socialista federativa sovietica russa che

successivamente dopo 5 anni nel 1922 diventerà l’URSS ovvero l’unione delle repubbliche

socialiste sovietiche. La Russia è una nazione arretrata e con la prima guerra mondiale ha un

numero elevato di morti ed accadrà la stessa cosa nella seconda guerra mondiale, in questo caso

le perdite ammontano a quasi 2 milioni di morti e quasi 4 milioni tra feriti, prigionieri, inoltre

stata perdendo una parte dei suoi possedimenti (Polonia, una parte dei paesi baltici e l’Ucraina)

Quali sono le cause che hanno portato allo scoppio di una rivoluzione russa? Le istituzioni

erano arretrate, ancora c’è un potere autocratico, il potere era nelle mani di una sola persona, lo

zar.

Lo zar Nicola II vive isolato all’interno del suo governo, tanto che decide di delegare tutto il

suo potere alla moglie la zarina Alessandra ma questa viveva una situazione particolari in

quanto viveva nelle mani di un personaggio, il monaco Rasputin. Cosa stava accadendo? Dopo

4 figlie femmine la zarina Alessandra ebbe un maschio, Alessio che sarebbe stato il futuro zar

che nasce con una malattia genetica grave, l’emofilia e la zarina Alessandra è molto debole non

essendoci cure all’epoca per questo tipo di malattia decide di affidarsi a questo monaco che tutti

credevano avesse dei poteri magici.

A tutto ciò si unisce una crisi economica e alimentare, perché lo stato russo è incapace di gestire

un paese in guerra, inoltre il grande errore del regime zarista in questi anni è quello di non

riuscire a dare una risposta alla richiesta da parte della società civile ovvero l’aspirazione della

popolazione alla pace perché ormai era arrivata alla fame con la guerra e soprattutto

l’aspirazione dei contadini alla guerra poiché il contadino russo non è mai proprietario della

terra che coltiva e inoltre la società civile russa chiede l’istaurazione di nuovi rapporti sociali

dato che con una politica autarchica questo era difficile che accadesse infatti in Russia vi era

una netta divisione tra la borghesia molto debole e che non ha un grosso potere e il popolo.

Questa incapacità del governo russo diventa evidente per Lenin che riesce poi a fare passare la

rivoluzione da una fase della pratica borghesia ad una fase di tipo socialista quindi a differenza

di quello che diceva lo ? che una rivoluzione di tipo socialista si sarebbe potuta avverare solo in

una nazione capitalisticamente avanzata come una società civile, operaia fortemente

politicizzata. In Russia questo sistema viene capovolto, la Russia è una società arretrata e la

preminenza della civiltà civile russa non è assolutamente operaia o industriale ma è rurale

(contadini), nascono poche industrie e le poche che nascono sono sotto controllo dello stato, si

parla di una nazione a preminenza agricola, su 170 milioni di abitanti, solo 28 milioni vive nelle

città e 140 milioni nelle campagne.

Anche l’agricoltura che si sviluppa in Russia in quegli anni è ancora arretrata dove si utilizzano

mezzi come l’aratro di legno (siamo ancora in un’economia di sussistenza). I piccoli proprietari

terrieri che vengono chiamati culachi dipendono dai latifondisti. Da una parte abbiamo la parte

dei contadini con insurrezioni continue perché oltre a non riuscire a sostentare la propria

famiglia deve andare a combattere nella prima guerra mondiale e deve lasciare quelle terre per

andare a combattere e stessa cosa vale per il proletariato, la classe operaia russa abbiamo 1

milione di impiegati per le ferrovie e 9 milioni di addetti nelle aziende artigiane e nell’edilizia.

La numerosità di persone porta che anche le industrie sono grandi con più di 500 addetti. La

classe operaia ha un livello di vita molto basso, non esistono sindacati e i pochi partiti che

esistono non hanno grande potere e vi è una disciplina molto ferrea all’interno della fabbrica e

tutto questo non può che essere esasperata dall’entrata in guerra.

Lo stato ha un controllo totale della società e che la società è di tipo gerarchica e burocratizzata

quindi la nomenclatura dello stato viene gestita da 2000 burocrati ben pagati avallati da quello

che è il potere della nobiltà ed è una classe ostile al progresso e al capitalismo. La borghesia

vive all’ombra di questo apparato ma di fatto non è mai diventata una forza importante, non si è

mai messo a capo di una forza anti zarista, non ne ha la forza.

Qual è la dinamica della crisi che fa scoppiare questa rivoluzione? La rivoluzione scoppia con

tutta una serie di manifestazioni che nascono e sviluppano a Pietro grado, e con tutta questa

serie di scioperi le fabbriche si fermano e gli operai per la prima volta riusciranno a disarmare

la polizia, il governo il 27 di febbraio invia nuove forze di polizia ma per la prima volta invece

che contrattaccare gli uomini della classe operaia si uniscono a loro. Il governo invia

nuovamente delle nuove truppe ma i ferrovieri li bloccano. Il governo non riesce a fermare

questi scioperi e di conseguenza Nicola II decide di abdicare e lo fa nei confronti del fratello, il

granduca Michele che non si sente nella posizione di subentrare a quello che è il potere del

fratello e quindi rimette tutti i suoi poteri alla DUMA (parlamento russo, istituzione molto

giovane nata nel 1905). Successivamente si insediano una serie di governi provvisori (nel

frattempo all’interno delle maggior città russe, Mosca e Pietro grado nascono i Soviet, che sono

dei contro governi): il primo governo provvisorio in carica è presieduto da dal principe Lvov ed

è costituito dall’appoggio del partito dei cadetti che è il partito più occidentale in Russia e dal

partito social rivoluzionario che appoggia questo governo a titolo personale, si tratta di governi

deboli, che cadono con grossa facilità infatti è un governo che dura tra febbraio e maggio del

1917 per poi lasciare spazio ad un altro governo sempre presieduto dal principe Lvov con una

coalizione rappresentata dal partito dei cadetti dai menscevichi e dai social-rivoluzionari dove

troviamo all’interno kerenskij che è il ministro della guerra e che poi diverrà presidente del

successivo governo provvisorio.

L’obiettivo del principe Lvov è quello di continuare la guerra a fianco dell’intesa e di

promuovere alla fine della guerra l’occidentalizzazione della Russia sia sul piano politico sia

sul piano economico. Con questa politica concorrono il partito dei cadetti, il partito dei

menscevichi ma non i bolscevichi che sono convinti che operai e contadini avrebbero da li a

poco trasformato il paese. Intanto a Pietro grado e a Mosca a marzo del 1917 si forma il soviet

dei deputati, degli operai e dei soldati che è un vero e proprio contropotere rispetto al governo

in carica. I soviet si dotato di un comitato esecutivo, che è costituito da social rivoluzionari e

menscevichi, mentre i bolscevichi sono presenti solo in una minima parte (il 20%). Un soviet è

un’organizzazione politica finalizzata alla conquista e alla gestione del potere, che sia locale o

che sia centrale, da parte della classe operaia e dei lavoratori.

Durante il periodo di questi governi di Lvov vengono varate una serie di diritti civili e politici:

vengono introdotto le 8 ore lavorative, viene riconosciuta l’indipendenza alla colonia. Il

governo scegli di lasciare la scelta di accontentare il popolo alla futura assemblea costituente ed

è a questo punto che il governo cade e nascerà un nuovo governo con a capo Kerenskij che è

costituito da una costituzione di partiti che vanno dall’aristocrazia alla piccola borghesia. I

governi che si costituiscono sono sempre più deboli di fatto che durante questo governo viene

preparato un colpo di stato da parte di marinai e di militari ribelli ma è un colpo di stato che

fallisce ed è questo il motivo per il quale il capo di stato maggiore kornilov decide di inviare a

mosca una guarnigione di uomini a lui fedele (perché quella mandata in precedenza si era

alleata con la società civile) col compito di distruggere il soviet. Nel momento in cui fa

quest’azione il presidente Kerenskij non vede di buon occhio l’azione autonoma da parte di

kornilov pensa che sia un atto preparato contro il suo governo e quindi il presidente fa liberare

parte dei bolscevichi che erano stati arrestati e li arma contro le truppe di Kornilov. Questo

renderà il governo ancora più debole ma soprattutto anche i menscevichi e i cadetti prenderanno

le distanze da quella che è l’opera di kerenskij. I bolscevichi riescono tra il 9 e il 14 di

settembre ad impadronirsi del soviet di Pietro grado e di Mosca dove erano minoritari fino a

quel momento armando così la mano di coloro che avrebbero portato alla fine l’impero zarista.

Il 6 e i 7 di novembre del 1917 il soviet di Pietro grado guidato da Trockij attacca il palazzo

d’inverno e costringe Kerenskij alla fuga. Il 9 di novembre viene costituito il governo dei

commissari del popolo e viene presieduto da Lenin con i suoi ministri. Quest’azione viene

avvallata dai soviet che romperanno con i social rivoluzionari che sono invece contrari al fatto

che sia stato rovesciato il governo. Di conseguenza il governo dei commissari del popolo

istituisce l’assemblea costituente e vara le prime elezioni che eleggeranno la nuova assemblea

costituente. I bolscevichi alle elezioni perdono e decidono di mettere fuori legge tutti i partiti e

viene avviata la nascita della polizia.

Quali sono gli schieramenti in campo in Russia in quegli anni? Da una parte abbiamo i social

rivoluzionari che sono di tradizione populista e che si sentono i rappresentanti naturali dei

contadini e alla cui destra troviamo Kerenskij. Poi ci sono i social democratici che si dividono

tra bolscevichi e menscevichi (sono un partito poco centralizzato diviso in diverse correnti e tra

i suoi esponenti vi è Plechanov che è un assertore della guerra contro l’autoritarismo

germanico). Al centro troviamo tutti quelli favorevoli sia alla rivoluzione ma vogliono

appendere la pace prima di affrontare le questioni interne del popolo russo. A sinistra ci sono i

menscevichi internazionalisti che sono a favore della pace dell’uscita dalla Russia

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Publisher
A.A. 2018-2019
7 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher valedicap1997 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della società contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Manica Giustina.