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CONNOTAZIONI DIFFERENTI possano assumere
In linea generale, come cinque principali categorie proposto da Resti e Sironi, si possono classificare di rischi di mercato:
- RISCHIO DI CAMBIO: quando il valore di mercato delle posizioni assunte è sensibile a variazioni dei tassi di cambio (è questo il caso delle attività e passività finanziarie denominate in valuta estera e dei contratti derivati il cui valore dipende dal tasso di cambio (currency swap, currency future ecc.);
- RISCHIO DI INTERESSE: quando il valore di mercato delle posizioni assunte è sensibile a variazioni dei tassi d'interesse (come accade per i titoli obbligazionari e per svariati contratti derivati, come i forward rate agreement, interest rate future, interest rate swap, ecc.);
- RISCHIO AZIONARIO: quando il valore delle posizioni assunte è sensibile all'andamento dei mercati azionari (titoli azionari, stock-index future, stock option ecc.);
- RISCHIO MERCI: quando
Il principale profilo di rischio per gli intermediari finanziari che li negoziano è appunto rappresentato dalla variazione del relativo valore di mercato causata da variazioni dei prezzi delle attività sottostanti e/o dalle condizioni di volatilità degli stessi.
Una seconda tassonomia dei rischi di mercato, di particolare rilevanza quando si considera l'attività di negoziazione di strumenti derivati, è quella fondata sul tipo di esposizione:
- Rischio DELTA (rischio assoluto di prezzo/tasso): per indicare il rischio conseguente a una variazione di prezzo dell'attività sottostante;
- Rischio GAMMA (rischio convessità): dovuto alla non linearità della relazione fra il valore di mercato di una posizione e il valore dell'attività sottostante;
- Rischio RHO (rischio di tasso di sconto): connesso a variazioni nel tasso di interesse utilizzato per attualizzare i flussi di cassa futuri;
- Rischio VEGA, detto anche
- Rischio volatilità: dovuto all'esposizione alle variazioni della volatilità attesa del prezzo dell'attività sottostante.
- Rischio THETA: legato alla perdita di valore di una posizione connessa al trascorrere del tempo.
Prima questione: esiste una definizione generica di attività di negoziazione. Da documento Banca d'Italia.
Portafoglio di negoziazione a fini di vigilanza.
Le posizioni detenute a fini di negoziazione sono quelle intenzionalmente destinate a una successiva dismissione a breve termine e/o assunte allo scopo di beneficiare, nel breve termine, di differenze tra prezzi di acquisto e di vendita, o di altre variazioni di prezzo o di tasso d'interesse.
Per posizioni si intendono le posizioni in proprio e le posizioni derivanti da servizi alla clientela o di supporto agli scambi (market making).
Il portafoglio di negoziazione a fini di vigilanza è costituito dalle posizioni in strumenti finanziari.
negoziazione è quello di acquistare e vendere merci al fine di ottenere un profitto. Le merci detenute a fini di negoziazione devono essere libere da clausole che ne limitino la negoziabilità o, in alternativa, devono poter essere coperte. La banca deve avere strategie, politiche e procedure per gestire la posizione o il portafoglio che rispettino i requisiti stabiliti nell'Allegato A, Parte A. Inoltre, la banca deve istituire e mantenere sistemi e controlli per la gestione del portafoglio di negoziazione a fini di vigilanza, in conformità con criteri specifici. In particolare, la banca deve valutare al valore corrente le posizioni allocate nel portafoglio di negoziazione a fini di vigilanza, utilizzando sistemi di misurazione robusti e soggetti a adeguate procedure di controllo (cfr. Allegato A, Parte B). REQUISITI DEL PORTAFOGLIO DI NEGOZIAZIONE A FINI DI VIGILANZA Parte A: Intento di negoziazione L'intento di negoziazione è quello di acquistare e vendere merci al fine di ottenere un profitto.negoziazione richiede il rispetto dei seguenti requisiti:
-
la strategia di negoziazione deve essere chiaramente documentata per posizione/strumento o portafoglio, approvata dall'organo con funzione digestione e comprendente l'orizzonte temporale atteso di detenzione;
-
devono essere chiaramente definite politiche e procedure per una gestione attiva delle posizioni che tengano conto dei seguenti aspetti:
- le posizioni sono assunte da un'apposita unità di negoziazione ("trading desk");
- vengono fissati limiti di posizione la cui adeguatezza è sottoposta a verifica nel tempo;
- i "dealers" possono aprire/gestire una posizione all'interno dei limiti prefissati e nel rispetto delle strategie stabilite;
- le posizioni sono oggetto di segnalazione all'organo con funzione digestione come parte integrante del processo di gestione del rischio aziendale;
- le posizioni sono attivamente controllate sulla base di
informazioni provenienti da fonti di mercato e viene operata una valutazione in ordine alla loro negoziabilità o alla possibilità di porre in essere operazioni di copertura, delle posizioni stesse oppure dei rischi che le compongono, verificando in particolare la qualità e la disponibilità dei dati di mercato utilizzati nel processo di valutazione, il livello degli scambi nel mercato stesso, la dimensione delle posizioni negoziate sul mercato;
devono essere chiaramente definite politiche e procedure per controllare le posizioni alla luce delle strategie di negoziazione della banca, inclusa la sorveglianza sul tasso di rotazione e sulle posizioni scadute del portafoglio di negoziazione della banca.
Tali politiche e procedure devono stabilire almeno:
- le attività che la banca include nel portafoglio di negoziazione ai fini della determinazione dei requisiti patrimoniali;
- le modalità di valutazione al mercato (marked-to-market) su base giornaliera.
Della funzione di revisione interna. Parte B Sistemi e controlli per la valutazione prudente delle posizioni appartenenti al portafoglio di negoziazione a fini di vigilanza. Le banche istituiscono e mantengono sistemi di valutazione e procedure di controllo idonei ad assicurare che le proprie stime valutative siano prudenti e affidabili.
B.1 - Sistemi e controlli
Tali sistemi e controlli devono prevedere almeno i seguenti elementi:
- Responsabilità chiaramente definite delle varie aree coinvolte nella determinazione della valutazione, fonti delle informazioni di mercato e verifica della relativa affidabilità, frequenza di valutazioni indipendenti, orario di determinazione dei prezzi di chiusura, procedure per la correzione delle valutazioni, procedure di verifica di fine mese e ad hoc.
- Linee guida per l'utilizzo di dati non osservabili, in grado di assicurare la coerenza delle ipotesi della banca con le prassi di mercato per la determinazione dei prezzi degli strumenti in esame.
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i) ” (virgolette doppie chiuse)
isultato economico della banca; b) il modello utilizzato deve essere coerente con la politica di gestione del rischio e conla strategia di negoziazione della banca; c) il modello deve essere basato su dati di mercato affidabili e pertinenti; d) il modello deve essere soggetto a revisione periodica e ad aggiornamento in base all'evoluzione dei mercati finanziari; e) la banca deve disporre di un processo di validazione indipendente per il modello utilizzato; f) la banca deve documentare adeguatamente il modello utilizzato e i risultati ottenuti. Inoltre, le banche devono valutare regolarmente l'efficacia dei modelli utilizzati e confrontare i risultati ottenuti con i prezzi di mercato disponibili, al fine di verificare la correttezza delle valutazioni effettuate. È importante sottolineare che la valutazione di strumenti finanziari o merci in base a un modello comporta un certo grado di incertezza, in quanto dipende da variabili e ipotesi che possono cambiare nel tempo. Pertanto, le banche devono adottare misure adeguate per gestire e monitorare il rischio associato a tali valutazioni. In conclusione, la valutazione di strumenti finanziari o merci può essere effettuata sia in base ai prezzi di mercato sia mediante l'utilizzo di modelli valutativi. Le banche devono rispettare determinati requisiti e adottare misure adeguate per gestire e monitorare il rischio associato a tali valutazioni.