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IL PRIMO PILASTRO: APPROCCIO STANDARD AL RISCHIO DI CREDITO

I requisiti patrimoniali non riguarderanno solo il rischio di credito. I requisiti sul rischio di mercato sono rimasti sostanzialmente invariati nel 2004 e vengono tutt'ora calcolati secondo le regole del 1996.

Per quanto riguarda il rischio di credito, il primo pilastro segna una forte cesura con il passato, visto che i prestiti emessi a una stessa categoria di controparti richiedono una copertura patrimoniale differente a seconda della loro intrinseca rischiosità, valutata da istituzioni esterne (approccio standard) o dalla banca stessa (approccio dei rating interni).

3.1 La ponderazione dei crediti

Nell'approccio standard, l'ammontare del capitale richiesto su un prestito a privati privo di valide garanzie (fissato pari a 8 centesimi dall'accordo del 1988) può ridursi a 1.6 centesimi o salire a 12, in funzione del rating che il cliente riceve da una o più agenzie per la valutazione.

esterna del merito di credito (ECAI). A rating migliori si associano pesi minori nel calcolo dei risk-weighted asset; inoltre, come nell'Accordo del 1988, diverse categorie di controparti comportano scale di ponderazione diverse. Questo doppio ordine di criteri è sintetizzato nella tabella. Le righe indicano le diverse classi di prenditori identificate da Basilea II; le colonne riportano i diversi rating che potrebbero venir assegnati a una controparte. Combinando righe e colonne ci si avvede che, per esempio, un prestito di 100 euro a un'impresa non finanziaria con rating AAA si traduce in 20 euro di risk-weighted asset e conduce quindi a un requisito patrimoniale di 20x8%=1,6 euro. Le ultime due colonne necessitano di qualche chiarimento. In particolare, le esposizioni verso imprese sprovviste di rating vengono di norma ponderate al 100%. Poi, i prestiti scaduti vengono normalmente ponderati al 150%, dato che un ritardato pagamento è indice di difficoltà da.parte del debitore.
Le esposizioni verso banche possono essere ponderate sulla base del rating della banca o del rating del Paese in cui la banca ha sede.
3.2 Garanzie reali e personali
Con l'eccezione delle ultime due righe, i coefficienti patrimoniali ricavabili dalla tabella si riferiscono a esposizioni non garantite. In realtà, l'approccio standard contempla la possibilità di ridurre il requisito di capitale acquisendo opportune garanzie reali.
Vengono proposti due approcci:
- Approccio semplificato (simple), che si applica ad un preciso elenco di garanzie reali di tipo finanziario (contante, oro, titoli di debito, alcuni tipi di azioni e fondi comuni). In questo caso la porzione di esposizione coperta da una garanzia reale viene ponderata con il coefficiente della garanzia (non quello del debitore).
- Approccio integrale (comprehensive) che vale anche per tutte le altre azioni quotate. In questo caso nessun requisito patrimoniale è richiesto sulla porzione

coperta dalla garanzia, il valore della garanzia deve essere ridotto di un haircut cheriflette il rischio di mercato delle garanzie.Tra gli strumenti di attenuazione del rischio, l’Accordo accoglie anche le garanzie personali e i derivati creditizi. In presenza di similigaranzie, il coefficiente di ponderazione del debitore viene sostituito con quello del garante, che di norma conduce a un requisitopatrimoniale più ridotto.In caso di garanzie personali la banca va incontro a perdite solo in caso di default congiunto di garante e debitore principale. Si tieneconto di questo solo nel metodo dei rating interni4. IL PRIMO PILASTRO: L’APPROCCIO BASATO SUI RATING INTERNI4.1 I fattori di rischioLe banche che fanno richiesta di essere ammesse a utilizzare l’approccio dei rating interni sono responsabili per la stima del gradodi rischiosità associato a ogni singolo prestito e al portafoglio crediti nel suo complesso.A tal proposito, l’Accordo individua sei

residua del credito conto del tempo rimanente fino alla scadenza del credito I grandi driver di rischio sono: 1. PD (rischio di insolvenza): probabilità che la controparte risulti insolvente. Calcolato su un orizzonte temporale di 12 mesi, ma tenendo conto di possibili deterioramenti congiunturali. Soggetto abilitato alla stima: la banca, se in possesso di un sistema di rating interni validato dalle Autorità. 2. LGD (rischio di recupero): tasso unitario di perdita in caso di insolvenza. Calcolato tenendo conto dei costi di recupero del contenzioso e del valore finanziario del tempo. Soggetto abilitato alla stima: le Autorità, oppure la banca, se in possesso di un sistema di rating avanzato validato dalle Autorità. 3. EAD (rischio di esposizione): esposizione della banca al momento dell'insolvenza. Calcolata tenendo conto dei margini disponibili su linee di credito per cassa e per firma. Soggetto abilitato alla stima: la banca, se in possesso di un sistema di rating avanzato validato dalle Autorità. 4. Vita residua del credito: durata residua o vita residua del credito, cioè il tempo rimanente fino alla scadenza del credito.residua del credito conto dei rimborsi previsti prima dellamaturity (M) scadenza finale Tendenza a erogare pochi, grandi <strong>Non calcolata, ma fissata a priori (si</strong>Granularità crediti oppure molte piccole suppone sia infinita) esposizioni Le Autorità Tendenza dei diversi debitori a <strong>Non calcolata, ma fissata a priori (valori</strong>Correlazione fallire insieme diversi per diverse tipologie di clientela) I fattori da 1 a 4 rappresentano i parametri fondamentali che un sistema di rating deve adeguatamente misurare. A seconda del grado di sofisticazione raggiunto dai loro modelli e dai loro archivi storici, le banche potranno essere ammesse a utilizzare due distinti approcci:
  • Approccio di base (foundation): si stima con le metodologie interne soltanto la PD dei debitori, mentre si usano valori prefissati dalle Autorità per LGD, EAD e maturity;
  • Approccio avanzato (advanced): si misurano con metodologie proprie tutti e quattro i profili di rischio.
Alle banche non verràconcesso in nessun caso di misurare granularità e correlazione. Questo significa che le banche, pur potendo stimare gli input del modello per la stima del rischio di credito, non sono autorizzate a sostituire il modello deciso dalle autorità con modelli interni, sviluppati sulla falsariga. 17I modelli interni per la misura del rischio di credito sono ancora troppo giovani e ciò è motivato da due principali argomentazioni: - Carenza e scarsa affidabilità dei dati in input (in particolare le correlazioni fra debitori); - Impossibilità di validare ex post gli output dei modelli a causa dell'orizzonte temporale prolungato. 4.2 I requisiti minimi del sistema di rating interno Se una banca vuole essere autorizzata a utilizzare il proprio sistema di rating interni per il calcolo del capitale minimo, deve rispettare una serie di requisiti minimi. Il principio generale alla base di tali requisiti è che i procedimenti di stima del rischio.devono essere in grado di differenziare adeguatamente livelli di rischio diversi, fornendo una valutazione corretta, accurata e coerente con l'esperienza passata della banca. Per prima cosa, la rischiosità di un cliente (misurata dalla PD) deve essere tenuta distinta da quella dei singoli prestiti che gli sono stati erogati (misurata da EAD e LGD). Per quanto riguarda la PD dei clienti, devono essere documentate le principali caratteristiche dei sistemi di misurazione come le varie classi di merito della scala di rating (almeno 7) e i criteri di assegnazione ad una certa classe. Non viene specificato dall'accordo come deve essere costruito il sistema di rating della PD, ma viene data una definizione di insolvenza (non vengono precisati gli indicatori da usare come input ma il Comitato specifica che gli algoritmi statistici possono essere usati solo come "base primaria"). Il Comitato ha stabilito una definizione di insolvenza a cui fare riferimento per la stima.della PD. Un debitore è insolvente se ricorre almeno una fra due condizioni: 1. Condizione soggettiva: la banca ritiene improbabile che il debitore adempia in pieno alle sue obbligazioni; 2. Condizione oggettiva: la controparte è in ritardo di più di 90 giorni su almeno una delle sue obbligazioni (180 giorni per i crediti a privati e famiglie o alle pubbliche amministrazioni). Per quanto riguarda la misura di LGD, EAD e maturity è necessario distinguere tra banche ammesse all'approccio avanzato o all'approccio standard. a. Approccio standard. La LGD è fissata a un valore 45% per le esposizioni non subordinate e non garantite, 75% per i prestiti subordinati, con garanzie reali e può essere ridotta fino a 0%, se l'esposizione è coperta dalla garanzia a meno dell'haircut. L'EAD è pari 100% dell'esposizione corrente, più il 75% di eventuali margini disponibili su linee di credito non prontamente revocabili, le esposizioni difirma sono trasformate in equivalenti creditizi per cassa. La Maturity è convenzionalmente fissata a 2,5 anni per tutti i crediti. b. Approccio avanzato. La LGD e l'EAD possono essere stimate internamente se i modelli utilizzati sono solidi sul piano concettuale e coerenti con l'esperienza passata. La LGD deve essere misurata in senso economico piuttosto che contabile (inclusione costi amministrativi, valore finanziario del tempo). Le banche devono tenere conto delle condizioni del ciclo economico nello stimare la LGD, riflettendo la correlazione tra PD e LGD (in recessione la PD sale e la LGD scende). Per la Maturity si utilizza la formula della duration con tasso di interesse a zero, troncando il risultato a 5 anni. Accanto ai requisiti ora ricordati, che attengono alle caratteristiche tecniche del sistema di rating, ve ne sono altri che riguardano il modo in cui gli strumenti descritti in precedenza devono essere calati nella realtà operativa della banca: in una parola,e gestione del sistema di rating. Queste unità devono essere separate dalle funzioni commerciali e devono avere l'autorità e le risorse necessarie per svolgere il loro compito in modo efficace. Inoltre, il sistema di rating deve essere basato su criteri oggettivi e trasparenti, che tengano conto di fattori quali la solidità finanziaria dell'impresa, la qualità del management, la diversificazione del portafoglio clienti e altri elementi rilevanti per la valutazione del rischio di credito. Il processo di valutazione, erogazione e gestione degli impieghi deve essere basato sulle valutazioni del sistema di rating. Le banche devono adottare politiche e procedure chiare per l'approvazione e il monitoraggio dei finanziamenti, che tengano conto delle valutazioni del rating. Infine, il sistema di rating deve essere soggetto a revisione periodica e deve essere adeguato alle esigenze e alle caratteristiche specifiche della banca. Le banche devono inoltre adottare misure per garantire l'integrità e la qualità dei dati utilizzati nel sistema di rating. In conclusione, il sistema di rating svolge un ruolo fondamentale nel processo di valutazione, erogazione e gestione degli impieghi. È importante che sia gestito in modo indipendente, basato su criteri trasparenti e soggetto a revisione periodica.i rating (che valutano la qualità del credito). Inoltre, è fondamentale garantire la trasparenza e l'indipendenza dei rating, evitando qualsiasi forma di manipolazione o conflitto di interessi. Per raggiungere questi obiettivi, è necessario adottare una serie di misure. Innanzitutto, i gestori di relazione e i gestori dei rating devono essere entità separate, con personale e strutture organizzative distinte. In questo modo, si evita qualsiasi possibile influenza o pressione da parte dei gestori di relazione sui rating. Inoltre, è importante stabilire procedure chiare e rigorose per la valutazione dei crediti. Queste procedure devono essere basate su criteri oggettivi e trasparenti, che tengano conto di fattori come la solidità finanziaria dell'emittente, la qualità del credito e la capacità di rimborso. È altresì fondamentale garantire l'indipendenza dei rating. Ciò significa che i rating devono essere effettuati da analisti finanziari competenti e imparziali, che non abbiano alcun conflitto di interessi con l'emittente o con i gestori di relazione. Inoltre, i rating devono essere soggetti a una rigorosa revisione interna e esterna per garantire la loro accuratezza e affidabilità. Infine, è importante promuovere la trasparenza dei rating. Questo significa che i rating devono essere resi pubblici e accessibili a tutti gli investitori. Inoltre, le metodologie utilizzate per la valutazione dei crediti devono essere chiare e comprensibili, in modo da consentire agli investitori di valutare in modo adeguato il rischio associato a un determinato credito. In conclusione, per garantire la qualità e l'affidabilità dei rating, è necessario separare i gestori di relazione dai gestori dei rating, adottare procedure chiare e trasparenti per la valutazione dei crediti, garantire l'indipendenza dei rating e promuovere la trasparenza. Solo in questo modo si può garantire la fiducia degli investitori e il corretto funzionamento dei mercati finanziari.
Dettagli
A.A. 2020-2021
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/08 Economia e gestione delle imprese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alice.foschini di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Risk management e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Caivano Giuliana.