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Accelerazioni: Componente Tangenziale e Normale
L’accelerazione è la variazione della velocità nel tempo se in termini differenziali è pari alla derivata della velocità rispetto al tempo.
a = dv/dt
La cui unità di misura è [a] = [∇v]/[Δt] = m/s/s = m/s²
Il modo più immediato per definire l’accelerazione è quello relativo come variazione della velocità in due istanti di tempo diversi, quindi:
am = v2 - v1/t2 - t1 = ∆v/∆t
Mentre se vogliamo considerare l’accelerazione per ogni istante di tempo dobbiamo parlare di accelerazione istantanea:
ai = lim (∆t→0) v2 - v1/t2 - t1 = dv/dt
In uno spazio con tre dimensioni però l’accelerazione è costituita da tre componenti
a = atî + axî + azk
Infatti nella sua definizione generale l’accelerazione è il vettore che quantifica la variazione di direzione e modulo della velocità in tempo infinito. Riconduci in unica...
componente ad essa tangente detta accelerazione tangenzialee in una componente perpendicolare detta accelerazionenormale:
a = at + an N
at (accelerazione tangenziale) descrive il cambiamento inmodulo della velocità mentre quella normale è associataalla variazione della direzione della velocità.Possiamo calcolarla facendo del noto circolare per il quale
v = ω x r
Dato una traiettoria C giacente inun piano e tracciata per un puntoP in moto è la componenta tangentein ogni istante alla curta si trova dalla che:
a = dv/dt = d/dt (ω x r) = ω x v + ω x r - a x r x t + ω x v
dove ω è l'accelerazione angolare Considerando la derivatadella velocità v = rˆ x h
at = du/dt x = ωxu + ωxt θl + ω2r θ
Esaminando quanto ottenuto dalle equazioni precedentie identifichando i termini si ha che le componentisono
an = dv/dt = θ x r
Dimostriamo
Se condizioni al potere combinate da Stokes, furono la pericolosità del sfera messa in un fluido e sottoposta ad una forza di gravità
Fg = mg
Inoltre la sfera è sottoposta anche all'attrito del fluido, secondo Fattrito che è data da
Fattrito = 6πημ
Infine la sfera è sottoposta alla spinta di Archimede
FA = ρf g V
Allora in condizioni di equilibrio con a = 0
6πημ = mg - ρf g V
ma m = ρs V allora
6πημ = (ρs Vg - ρf g V) ⇒ gV(ρs + ρf)
poiché Vsfera = 4/3 π R3 otteniamo che
6πημ R = 4/3 π R3 (ρs - ρf) g
3 ημ = 2/3 (ρs - ρf) g ⇒ μ = 2/9 (ρs - ρf) g R2
Nel caso in cui non ci sia solo una massa m ma
una miriade di punti materiali avremo che
L = Σ Li = Σ mi ri x vi
Se le particelle formano un corpo rigido, il teorema
che definisce il loro momento angolare rispetto al centro
di massa può essere ulteriormente semplificato. In questo caso
è possibile legare la sua espressione alla descrizione
del moto rotatorio ovvero alla velocità angolare ω, avremo
che
L = I ω
È importante sottolineare come il momento angolare
va legato al momento meccanico
Prendiamo una miriade di punti materiali. Se un
punto P si muove con quantità di moto p = m v
il momento angolare rispetto ad un polo O è dato da:
L = r(t) x p(t)
Se il polo O è in moto con velocità v0 allora il
momento angolare varia nel tempo
dL/dt = d/dt (r x p) = dr/dt x p + r x dp/dt
dove dr/dt è la velocità del punto P rispetto ad O
all’istante
Inerzia ha effetti non trascurabili in tutti i casi in cui
un corpo sulla terra si muove ad alta velocità su lunghe
distanze (macchine e missili).
La forza di Coriolis si esprime come:
Fc = mac = -2m w × v
dove m è la massa del corpo in movimento con velocità
v rispetto al sistema di riferimento non inerziale rotante
e w è la velocità angolare del sistema.
Esplicitare la formula vettoriale
Fc = 2mWv |senθ|
Per determinare la legge oraria del moto armonico smorzato dobbiamo partire dalla seconda legge di Newton e scrivere l'equazione della forza tenendo presenti:
la forza elastica di richiamouna forza d'attrito direttamente proporzionale alla velocitàper cui:
-kx = bẋ = mȧ
Con b indichiamo un coefficiente da cui dipende il valore dell'attrito. Scrivendo in forma differenziale:
m d²x/dt² + b dx/dt + kx = 0
da cui:
d²x/dt² + b/m dx/dt + k/m x = 0
Sapendo che ω₀² = k/m e che 2λ = b/m scriviamo che:
d²x/dt² + 2λ dx/dt + ω₀²x = 0
Ora per trovare la soluzione all'equazionefaremo autosorobo quindi da cui abbiamo:
λ² + 2λ λ + ω₀² = 0
Lavoro
Il lavoro è l'energia scambiata tra due sistemi quando avviene uno spostamento attraverso l'azione di una forza risultante (vole) che ha una componente non nulla nella direzione dello spostamento, pertanto ha le dimensioni di una forza applicata lungo una determinata distanza.
Il lavoro lineare è definito come:
dL = F ds
Di conseguenza il lavoro totale lungo una curva β è definito come:
L = ∫ dL = ∫ F ds
Il lavoro quindi non dipende dall'intero percorso ma solo dai punti finali ed iniziale, se questi coincidono il lavoro è nullo questo perché siamo nel caso di una forza conservativa.
Nel caso in cui la forza sia costante ed il percorso rettilineo il lavoro diventa pari al prodotto scalare del vettore forza ed il vettore spostamento:
L = F ⋅ s = Fs cos(α)
Il lavoro può essere positivo o negativo, il segno dipende dall'angolo α.
quella emission
Ep = Et:
In condizione meccanica affinché questo sia vero è di non essere presenti forze esterne al sistema e di la forze
sistemi devono essere conservative.
Indichiamo con:
- Fi la risultante delle forze esterne sulla particella i-esima
- Fi,j la forza sull’i-esima particella dovuta all’interazione con la j-esima (FORZE INTERNE)
Quindi per una particella abbiamo
Fi(t) + ∑j=1,j≠in Fi,j = dmv
dove abbiamo espresso a=dvdt. Di fatto determiniamo la massa come grandezza costante il secondo membro dell’equazione diventa dpdt
Infatti per il principio di azione e reazione abbiamo infatti che Fi,j = -Fj,i (esemme le forze interne)
∑i=1n ∑j=1,j≠in Fi,j = 0
Risulta allora che la Fes quindi diviene
Fes = dp/dt
Questa è la prima equazione cardinale della dinamica chiamata anche teorema della quantità di moto afferma dei