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ITALIANA TRA LE DUE GUERRE
ARCHITETTURA rivestimento è in marmo e laterizio, adattato a quello della chiesa di S.
La crisi economica dell’Italia dopo la Grande Guerra induce un malcontento Ambrogio.
generale che porta nel 1922 alla Marcia su Roma e all’affidamento dell’incarico Gio Ponti: “ Per Ponti la conquista del gusto moderno è
Discorso a parte merita
di creare un nuovo governo a Benito Mussolini. In campo edilizio si prende atto consistita nel ritrovare il senso della propria attività in un mondo di idee che
e ci si mantiene
dell’ormai definitivo tramondo dello stile Liberty da un lato superasse i limiti della tradizione paesana”. Il suo merito maggiore, più che la
anche ben distanti dai disegni utopistici e irrealizzabili in Italia di Sant’Elia realizzazione di episodi eccezionali come Torre Rasini a Milano, consiste nella
dall’altro lato. a punto di tipologie abitative spogliate dalle connotazioni ideologiche di
messa
Dopo la guerra si registra l’ennesimo ritorno al classicismo, anche se, più che ad molta ricerca architettonica mdoerna: si cerca di compiere il passaggio tra la
un arretramento a posizioni apertamente conservatrici, si cerca di reagire al ben casa esatta di matrice cartesiana, alla casa adatta, da lui identificata con la casa
quello
più deteriore orientamento dell’architettura italiana – italiana. Gli si critica di aver ridotto gli elementi classici a motivi decorativi. Gio
neobaroccheggiante, attraverso anche il lavoro di giovani e nuovi architetti Ponti fonda Domus nel 1941. 49
Al punto di incontro tra lo straniato e metafisico rompere con la tradizione: è la tradizione che si trasforma, assume aspetti
neoclassicismo del Novecento milanese e Loss è nuovi, sotto i quali in pochi la riconoscono.
l’architettura di Giuseppe De Finetti, con la sua Con il progetto per l’Officina del gas a Como, Terragni preferisce alludere,
Casa della Meridiana e con quella in via San piuttosto che a Le Corbusier, agli scarni ma vigorosi volumi di
Calimero; con queste due architetture Sant’Elia, o ai progetti di Tatlin o di Leonidov ancora, per la
l’architetto cerca di saldare la concreta spazialità propria sua griglia di pilastri.
di Loos È ancora Sant’Elia presente nei lavori di Terragni con il
e i dispositivi tecnologici più avanati in campo Monumento ai caduti di Como: l’architetto si incarica di dare
abitativo. Sono architetture del volto urbano che segni tracciati dal futurista ed elabora
sostanza reale ai rapidi
assumono il classico come eterno moderno. lui gli interni che invece mancavano del tutto.
Il Monumento realizzato, pur ricalcando le forme
[Il razionalismo italiano architettonico ricerca e rintraccia dell’originale disegno, presenta caratteri più retorici a causa del rivestimento in
fondamenti della forma pura e diretta, utilizzando un pietra monolitico utilizzato. Terragni riconosce nel Monumento, più che
filtro storico] l’impronta futurista, quella razionalista e
[Razionalismo italiano: Gruppo 7: Castagnoli, Figini, purista.
Frette, Larco, Pollini, Rava, Terragni]
razionale parte da una forma geometrica pura, preordinata, che ricondursi ad una
Il Novocomum (1927) può
L’architettura devozione formale più che sostanziale per Le
nel caso di Terragni corrisponde quasi sempre al quadrato e al rettangolo, che Corbusier. L’edificio fa propria l’estetica
origina un parallelepipedo. La geometria viene vista come punto di partenza navale, dando al lungo fronte principale un
dell’architettura italiana, non come patrimonio delle aree settentrionali marcato andamento lineare, sottolineato
d’Europa. Terragni cerca contemporaneamente di leggere ciò che avveniva in
Europa, l’estetica della macchina, l’ingegneria applicata all’architettura, e allo ancora dalla copertura piana dalle finestre
stesso tempo di evitare una eccessiva europeizzazione, cercand richiami alla orizzontali, dagli ininterrotti parapetti
tradizione italiana. metallici e dallo svuotamento delle due
Il lessico del 900 compare nuovamente con il Monumento ai caduti a Erba estremità del corpo di fabbrica, dove sono inseriti due cilindri vetrati.
andare a cercare in un edificio con cui condivide il
Incino di un giovane Giuseppe Terragni (1926). L’esedra che fa da sfondo al L’elemento ispiratore si deve
cima a una lunga scalinata è segno di lotto di forma rettangolare.
sacrario posta in
una continuità che Terragni non nasconde. Terragni quindi si muove da una tipologia residenziale già esistente per crearne
Nel primo dei quattro articoli pubblicati su “la Rassegna una nuova più depurata. L’edificio quindi può essere accostato alle realizzazioni
Italiana” nel 1926 da Terragli e da un gruppo di del periodo di Le Corbusier o di Gropius solo in linea generale.
architetti poi denominatosi Gruppo 7, i richiami al di un compiuto equilibrio tra estetica moderna e tradizione
Il raggiungimento
Le Corbusier. “ tra il
passato sono espliciti, quanto quelli allo “spirito nuovo” di classicista è rappresentato dalla Casa del Fascio, sempre a Como. Questo
nostro passato e il nostro presente non esiste incompatibilità. Noi non vogliamo progetto è il caso dell’apparentemente classica esattezza geometrica
50
dell’impianto, basato su un semicubo perfetto e su rapporti proporzionali nella stesso attorno ad una corte
frangisole avvolgibili. L’edificio si ripiega su se
costruzione delle facciat: 33 metri di lato e la metà per la facciata stessa)e; ma giardino.
questa esattezza diventa qui occasione di dissimetrie, irregolarità, eccezioni, già
nei quattro prospetti tutti calcolatamente diversi. Il razionalismo di Terragli è un vero classicismo che si basa sulla purezza,
Un altro caso è rappresentato dalla linearizzazione sull’assoluto sulle proporzioni e sulla matematica. Quando si sarà raggiunta
e quella armonia di proporzioni che induce l’animo dello spettatore in una
dalla squadratura degli elementi della contemplazione, solo allora allo schema costruttivo si sarà sovrapposta
composizione, dalla griglia strutturale visibile in architettura
un’opera di
facciata ai diversi tipi di telaio delle finestre e Progetta (ma non verrà mai
ancora, dalla purificazione cromatica di ogni realizzato) il Danteum a Roma
apparato decorativo. Operazioni che possono essere scambiate per una (1938) – recinto e teatro di eventi. Il
riduzione di genere funzionalistico e che sono invece l’esatto opposto della
o di una semplificazione moderna. regime dittatoriale vede in Dante
ricerca di uno standard
Prima della Casa del Fascio, esprimere funzioni, mettere in opera tecniche, Alighieri il profeta delle aspirazioni
rappresentare valori simbolici costituiva il novero delle possibilità del linguaggio politiche imperiali dell’Italia fascista.
moderno; con la Casa del Fascio il linguaggio arriva a rappresentare se stesso L’intero edificio è quindi basato sulla
come valore. Divina Commedia, attraverso
un punto di vista formale,
La logica utilizzata da Terragni è razionale solo da l’impiego di pochi elementi
attestato questo dalla moltiplicazione senza necessità di elementi che altrimenti costruttivi e spaziali.
risulterebbero superflui: è quanto avviene nella facciata principale, dove una entro un alto muraglione di pietra, sei ambienti distinti si succedono
Racchiusi
griglia ortogonale è sovrapposta a un prospetto dall’andamento visibilmente secondo un tragitto ascendente obbligato, che inizia con la “selva oscura” di
irregolare. 100 colonne poste al di là di una corte vuote che raffigura la vita del poeta nel
collocato nella stessa
Nella corte interna, coperta da ampi lucernari in vetrocemento e delimitata da mezzo del cammin della sua vita e termina con il Paradiso,
travi e pilastri, Terragni dispone la sala delle adunate. posizione, ma ad una quota più alta di 10 metri, contenente 33 smaterializzate
una rarefatta maglia di
L’immagine della casa del Fascio come “casa di vetro” è pertinente unicamente colonne vitree.
alla sala delle riunioni al primo piano. Lungo il percorso sono collocati la sala dell’inferno, in cui 7 colonne sono
Con la serie di cinque case eseguite a Milano si assiste al recupero della disposte secondo una forma a spirale generata dalla suddivisione di un
tradizionale struttura distributiva a ballatoio tipica lombarda, trasformata in una Purgatorio che ripete lo
rettangolo aureo in altrettanti quadrati; la sala del
versione autoctona della promenade architectural di Le Corbusier. schema precedente con 7 bucature nel soffitto e la sala dell’Impero, un’aula
Realizza l’Asilo d’infanzia Sant’Elia, ancora a Como (1936): chiara apertura lunga e stretta.
spaziale ottenuta mediante concatenazione degli ambienti, ritmati da radi p Ciò che qui emerge è l’idealismo magico di Franco Ciliberti, promotore insieme
ilastri. La luce inonda gli interni attraverso pareti a Terragni stesso, del numero unico della rivista “Valori Primordiali” – dove c’è
tempo presente fondato su principi spirituali. Con ciò
interamente vetrate, schermabili con tende la volontà di dare vita a un 51
si può spiegare l’intera produzione di Terragni dagli anni 30 in poi, comprese le imponendo in questo periodo in Europa, avveniva in Italia più attraverso
due sue soluzioni per il Palazzo Littorio a Roma. La prima soluzione prevedeva dibattiti che con un’effettiva attività costruttiva, espressi soprattutto in riviste
un immenso muro sospeso, tagliato al centro da una fenditura dalla quale il come “Casabella” o “Quadrante”.
Duce poteva esporre i propri discorsi. La seconda contrassegnata dalla Pagano è il direttore del primo giornale, sostenitore delle nuove orientazioni
simmetria dinamica che ordina i numerosi corpi di fabbrica. dell’architettura, ostile nei confronti di Terragni ed incoraggia per questo una
La casa Giuliani – Frigerio a Como: la visione europea dell’architettura. Per Pagano, inoltre, è bene ricordare che
convenzionalità apparente del linguaggio l’architettura, così come la vita, sono improntate sul concetto di misura: non
razionalista nasconde un attento studio che essa debba essere una opportunistica ricerca della mediazione, quanto
della disposizione degli appartamenti, che perseguire come proprio obiettivo l’orgoglio della modestia. “L’architettura
determina un complesso sistema di modestia di obiettivi e modestia
caratterizzata da
relazioni con i prospetti, differenti qui di risultati” . modesta infatti è l’opera per cui
è
come nella Casa del Fascio; il risultato viene ricordato maggiormente, l’Università
una costruzione in cui una