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I MAESTRI: LE CORBUSIER, VAN DER ROHE, GROPIUS
Punti di riferimento già prima della guerra, si misurano con il cambiamento e prendono
direzioni molto diverse l'uno dall'altro.
Le Corbusier è piantato in asso da Charlotte Perriand e dal cugino Jeanneret, risentiti per
il suo chiedere commissioni senza distinzione di alcun tipo, anche politico.
Le Corbusier progetta il suo ritorno in pista: “la guerra è la migliore occasione per un
architetto”, lavora alla progettazione della ricostruzione, in astratto; inoltre pubblica un
nuovo scritto nel 1945, un vero trattato di architettura, “Il modulor”, che può essere
sintetizzato in una tavola.
“L'uomo al centro del progetto” → Uomo vitruviano moderno per come è rappresentato e
per come trasmette la sua immagine. Posizione più
dinamica, braccio alzato.
3 registri grafici diversi:
in mezzo ci sono i rapporti antropometrici (parti del progetto che hanno a che fare
– con l'utente)
a destra c'è lo schema della sezione aurea (abbandonata da quando nasce il
– concetto di funzione, rapporto numerico, non più geometrico)
a sinistra c'è la serie di Fibonacci, rapporto continuo tra due numeri sequenziali.
–
Colloca la nuova architettura su una scia che affonda le sue regole lontano nel tempo e
crea delle regole per poi infrangerle. Punto di partenza per elaborare un cambiamento
sulla base di una continuità.
Unitè d' Habitation, Marsiglia.
Prima fase post conflitto → grandissima quantità di lavoro, si rivolge alle aree più
danneggiate, tra cui Marsiglia, pesantemente danneggiato dai
bombardamenti.
Propone un piano di ricostruzione, ai margini della città storica, per profughi locali e dell'
indocina (che la Francia perde nel conflitto mondiale).
Progetto originale prevedeva 5 grandi blocchi abitativi. Alla fine si edifica un unico grande
edificio, l'Unitè d' Habitation.
Profughi → piccoli nuclei familiari in genere senza grandi bagagli, necessitano di casa e
servizi.
Continuità totale tra opere prima e dopo la guerra.
Unitè d' Habitation → grosso blocco con una decina di piani, rivestimento delle facciate a
brise-soleil (frangisole) sorta di doppia facciata sovrapposta alle
aperture per impedire l'accesso diretto della luce, coibenta e evita il
surriscaldamento.
RiprenDe le prime affermazioni dei 5 punti dell'architettura: il volume è sollevato da terra
(principio dei pilotis, non proprio per l'uso degli stessi, ma libera lo spazio terreno) da
grandi pilastri a “fagiolo” o “osso di cane”: scelta a un tempo formale e funzionale. Riduce i
sostegni ingrandendone le dimensioni in modo da migliorare la circolazione al di sotto
dell'edificio.
Ricerca figurativa va di pari passo con quella architettonica.
Progetto razionalista: si ispira al portabottiglie per la maglia strutturale, all'interno della
quale si inseriscono le unità abitative e a cui viene sovrapposto l'involucro del brise-soleil.
Anche qui come nella Citroan è sfruttato lo spazio a doppia altezza.
La luce della Provenza tende a confondere i piani: Le Corbusier se ne accorge e inizia a
sfruttare vari tipi di luce.
La collocazione dell'Unitè è tra il mare e i rilievi montuosi: ogni appartamento ha il doppio
affaccio, sia su mare che sui monti: primo problema progettuale che risolve con la doppia
altezza, che prolungata permette il doppio affaccio, uno a doppia altezza e l'altra a piano
singolo.
Ciò permette anche un notevole risparmio di spazio, poiché i corridoi si trovano a tre piani
di differenza.
Il brise-soleil è realizzato in maniera da rendere le aperture dinamiche, dando varietà alla
facciata, accentuata anche dalla colorazione.
Spazi sono molto stretti, utilizzo di casiers standard (mobili, contenitori modulari
componibili talvolta anche integrati, ad esempio nei muri) e di pareti scorrevoli per
migliorare la fruizione dello spazio.
Materiale scelto per la realizzazione è il calcestruzzo (malta, acqua, inerte reperito sul
territorio circostante) armato a vista → poiché il materiale inerte è reperito nelle vicinanze,
l'effetto che la luce ha sull'edificio non è molto
diverso da quello che ha sul resto del territorio.
Sulle pareti sono disegnati i “modulor”, ma non hanno né la giusta dimensioni né l'unità di
misura è utilizzata nell'edificio. (“De mon modulor je m'en fous!”)
Sul tetto sono installati una serie di edifici comuni adibiti ai servizi: piccolo asilo nido,
piccola piscina e una serie di spazi all'aperto tra cui una pista da passeggiata/corsa che
percorre il perimetro della copertura.
Il camino è modellato con forme plastiche, come i pilotis.
Lez del 5.10.12
Interni → si ispira alle cabine delle navi, dei transatlantici.
Tema organizzativo: sistema a incastri. Sfruttamento più efficiente possibile degli spazi
ridotti.
Francia: abitudine di separare la stanza da bagno dalla toilette.
Atteggiamento progettuale che coinvolge sia la struttura che gli oggetti all'interno,
attenzione alla “vita” degli appartamenti.
Grandi vetrate che comprendono quasi tutta la parete che permettono una grande
luminosità anche delle parti più interne, senza che la luce sia troppo fastidiosa, grazie al
brise soleil esterno.
Tra il muro di un appartamento e l'altro c'è un'intercapedine, in modo da eliminare elementi
uditivi e favorire la coibentazione; può contenere le riseghe dei contenitori e impianti
idraulici, elettrici ecc.
Industria locale lavora prevalentemente il legno → usato per gli infissi: legame con il
territorio
Cucina: su di essa si affaccia l'ingresso. Situata in uno spazio piuttosto ristretto. Frigoriferi
ed elettrodomestici non sono ancora molto diffusi → ghiaccio era consegnato dai corridoi:
per fare si che questo passaggio fosse agevole le cucine erano sempre situate al livello
dei corridoi (ide ancora di Charlotte Perriand). Razionalizzazione del lavoro e degli spazi.
Casier stardard → nasce nel 1935 e continua a essere molto utilizzato anche in questi
appartamenti. Utilizzano legni poveri, poi rivestiti. Gestione degli spazi già improntata a ciò
che devono contenere → anche questo progetto della Perriand
Casier: sia contenitori che divisori, struttura modulare.
Lavandino di alluminio sagomato in maniera tale da facilitare la pulizia (gli spigoli sono
smussati, in modo da non accumulare lo sporco)
Terrazzo attrezzato (stesso principio di ville savoy) con superficie d'appoggio in cemento
fissa, parapetto che “incornicia” la vista all'esterno e protegge da sguardi esterni, sistema
di tende a rullo parasole → trasforma la stanza all'aperto in una stanza chiusa.
Rifinitura di materiali e di calcestruzzo più rifinita o più grezza in modo da creare una sorta
di texture.
Serramenti sono rialzati da un gradino rispetto all'esterno, per proteggere da caldo/freddo.
Il gradino all'interno contiene i tubi del riscaldamento e crea anche una seduta.
Illuminazione → realizzato con proiettori in lamierino. Luce che è diretta verso l'alto:
ingrandisce le stanze.
Corridoi generalmente bui → illuminazione quasi esclusivamente limitata con proiettori
accanto alle singole porte.
Pareti rivestite con conglomerato cementizio e ghiaia, interrotte da porte colorate che
offrono un “riparo” e invitano verso la luce.
A circa metà edificio, all'altezza del settimo piano non ci sono abitazioni. All'esterno è
caratterizzato da “ondulatoire”(setti fissi. Aereateure” se i setti ?possono essere aperti?),
sorta di brise soleil che invece essere strutturato a maglia è a fasce verticali. La parete
retrostante all'ondulacoso è completamente vetrata.
Contiene una sorta di strada al coperto (a doppia altezza) su cui si affacciano negozi ed
uffici, oltre che una foresteria destinata a ospitare amici e parenti degli abitanti (a causa
degli appartamenti molto piccoli). Spazio trattato come se fosse una strada: portici,
panchine, sorta di illuminazione pubblica.
Materiale di base è il cemento, poi trattato con inserti diversi “inserti”, ad esempio di
ceramica.
Inizialmente poca fortuna dal punto di vista dell'utenza, che non gradiva gli spazi, quelli
comuni erano molto poco usati. In seguito è stato molto apprezzato, anche nei suoi spazi
comuni.
Altre strutture simili realizzate in seguito in zone dell'Europa centrale ( Berlino, Nantes
e ?), modificandone alcuni aspetti, ma non hanno lo stesso effetto né la stessa funzionalità
dell'edificio realizzato a Marsiglia (Forma immaginata per quella precisa zona, molto
radicata al territorio)
Maison Jaoul → progetto pubblico ( prima lavorava quasi esclusivamente per i privati,
dopo la guerra lavora quasi essenzialmente per il pubblico)
Due unità abitative su un lotto molto piccolo.
Le auto scorrono sotto terra, non più sotto la casa.
Di nuovo si segue il principio del tetto giardino.
Pareti divisorie molto fini, utilizzo di volte catalane (non c'è legno, quindi è necessari
realizzare volte senza bisogno di centine o armature. Si tratta di una motivazione storica),
a botte molto ribassate che non hanno nessuna funzione strutturale. I mattoni sono messi
di taglio, invece che di spina, e sono autobloccanti.
Struttura di pilastri e archi ribassati.
Le Corbusier continua a considerare l'architettura come un aspetto formale.
Tendenza a evitare il più possibile gli elementi aggiunti, lavora sull'equilibrio di materiali e
colori.
Charndigar
Fine dell'impero coloniale Inglese → l'India viene ridisegnata (come altri nuovi stati) e
divisa -è uno stato confederato-
Neru, ?successore di Gandhi?, lancia una grande campagna inerente allo sviluppo che
coinvolge la creazione di una nuova e moderna città, una nuova capitale (la precedente
era stata separata nella divisione dell'India)
A Le Corbusier viene proposto di collaborare con la costruzione di questa nuova capitale.
Partecipa, dopo molta insistenza da parte del committente, con la collaborazione di
Jeanneret. Instaura la sua città nella zona tra due fiumi.
Stesso comportamento di integrazione tra struttura e ambiente è ripreso nella creazione di
questa città indiana, adattandosi alle abitudini sociali (ad esempio la non mescolanza delle
caste).
Edifici sormontati da una struttura che renda il tetto giardino coperto, riparato dal sole e la
struttura riparata dalla pioggia, ma ha anche una funzione coibentante. (Es. City museum)
Uso di mat