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DOCG
Marchio per i vini DOC di particolare pregio qualitativo che rivestono un prestigio nazionale ed internazionale. Si rifà al reg CE 823-1987, legge del 10 febbraio 1992 n° 164 e DPR n° 348-94.
PRP E HACCP
PRE-REQUISITI: serie di procedure regolamentate, finalizzate al controllo delle condizioni e modalità di lavoro, al fine di assicurare ambienti idonei alla produzione di alimenti sicuri. Si fa riferimento al codex alimentarius istituito nel 1963 dalla FAO e OMS e aggiornato ogni anno. I PRP o programma di requisiti permettono di minimizzare i rischi dall'ambiente e soddisfare i requisiti di base, nonché il controllo di rischi difficilmente gestibili. GMP o Good Manufactory Pratice o Procedure da adottare per prevenire la contaminazione, usate per la stesura delle SOP e che definiscono cosa si deve fare, quando e da chi. Non riguardano pericoli specifici e la perdita di controllo non comporta necessariamente il raggiungimento di un
pericoloinaccettabile.GHP o Good Hygienic Practiceo Operazioni e procedure per l'igiene e la pulizia nell'ambiente di lavorazione.
SOP o Standard Operating Procedureso Raccolta di procedure per le attività svolte all'interno della realtà produttiva: programma di pulizia, controllo infestanti, potabilità dell'acqua, programma di formazione del personale, gestione rifiuti, manutenzione impianti, controllo igienico sanitario del personale, selezione e verifica dei fornitori, procedure di rintracciabilità.
SSOP o Sanification Standard Operatingo Linee guida per le procedure di sanificazione quotidiana per la prevenzione di contaminazioni.
IL SISTEMA HACCP
Sistematica individuazione dei pericoli (fisici, chimici, biologici) nella produzione e stabilire le misure da adottare per prevenirli e tenerli sotto controllo per garantire un prodotto sicuro.
L'elaborazione tiene conto dei principi del codex alimentarius e l'attuazione dei
Rispetto al metodo ispettivo, l'HACCP permette un più razionale riconoscimento dei pericoli connessi alla produzione alimentare.
I vantaggi sono la flessibilità, che permette l'adattamento a livello tecnologico e produttivo, e la garanzia del raggiungimento dei livelli di sicurezza desiderati e il loro mantenimento con un dispendio minore di energie e risorse.
Attività preliminari
- Costituzione del gruppo di lavoro
- Persone che possono unire il maggior numero di competenze: equipe di esperti anche esterni e interni.
- Per ciascun prodotto dovranno considerare il processo, le condizioni di stoccaggio e distribuzione, fino al consumo e considerare i potenziali pericoli connessi.
- Descrizione del prodotto
- Composizione chimica, modalità di miscelazione, struttura, trattamenti subiti, confezionamento, condizioni di stoccaggio, distribuzione
- Identificazione della destinazione
- In base a chi è destinato il prodotto si può stabilire la
- essere monitorati, e devono esseresoddisfatte le GMP e le GHP
- Stabilire i limiti critici
- Come valori limite per i parametri modificabili (aw, T e t, pH, spessore dei prodotti, ecc.) si può fareriferimento alle normative, piuttosto che a standard interni o di riferimento.
- Stabilire il sistema di monitoraggio dei CCP
- Richiede sistematiche osservazioni, misurazioni e registrazioni di tutti i fattori significativi per la prevenzionee controllo del pericolo e le procedure devono permettere di riprendere rapidamente il controllo.
- Osservazione visiva
- Valutazione organolettica
- Misurazione dei parametri chimico-fisici
- Esami microbiologici
- Determinazione azioni correttive
- Ogni misura correttiva stabilita, deve essere documentata e conservata in archivio per la verifica
- Stabilire le procedure di verifica dell’efficacia del sistema
- Consiste nell’applicazione di metodi, procedure, prove e qualsiasi altra valutazione diversa dal monitoraggio,al fine di determinare il rispetto
- Il sistema elaborato va applicato e regolarmente rivisto e modificato ogni volta che nel processo è effettuata qualche modifica.
- Riesame
- ANALISI DEL RISCHIO
- Valutazione e caratterizzazione del rischio
- Formulazione del problema
- Applicazione delle adeguate misure di controllo del rischio, considerando le ripercussioni socio-economiche e di fattibilità (es. tipo di consumatore, urgenze sanitarie, circostanze, responsabilità dei soggetti)
- processo interattivo di informazioni ed opinioni tra individui, gruppi e istituzioni inerenti la gestione del rischio
Un tempo sufficiente ai fini della rintracciabilità. Implementazione:
Realizzazione del piano:
Introdotta con il reg 178/2002 è ritenuta lo strumento base per raggiungere l'obiettivo della sicurezza alimentare e deve essere svolta in modo indipendente, obiettivo e trasparente.
Consta di tre momenti tra loro connessi:
Organizzazione sistematica delle informazioni riguardanti un particolare rischio, in modo da capire ed eliminare i fattori che lo determinano. Coinvolge differenti esperti di igiene (tossicologia, epidemiologia, medicina, biologia, veterinaria, statistica, matematica) e si articola secondo un processo logico articolato in cinque passaggi:
Definizione e pianificazione del lavoro con domande del tipo: "qual è il...
1. Domanda di ricerca: "Qual è il fattore che causa il danno? Quali sono gli effetti sulla salute?"
2. Identificazione del pericolo: Identificazione dell'agente fisico, chimico, biologico o della condizione che provoca un effetto pericoloso, tenendo conto del tipo di agente microbico, dell'entità numerica del microrganismo, del livello di virulenza e della possibilità di crescita dell'agente lungo la filiera, nonché delle conoscenze scientifiche.
3. Effetto dose-risposta: Dose di una sostanza o di un microrganismo che determina un danno all'ospite o che provoca la malattia. Gli effetti sull'ospite dipendono dalle caratteristiche del microrganismo, dalla sensibilità dell'ospite e dalle caratteristiche dell'alimento (ad esempio, presenza di barriere).
4. Stima dell'esposizione al rischio: Stima della presenza (qualitativa e quantitativa) del patogeno nell'alimento al momento della sua ingestione, attraverso dati sui consumi e dati microbiologici (frequenza del pericolo, livello di contaminazione iniziale, influenza del...
processo e destinazione d'uso del prodotto)
I dati derivano da dati ispettivi delle autorità di controllo ufficiale, da accertamento diretto al momento del consumo e da dati stimati da modelli validati.
5. Caratterizzazione del rischio
Raccolta delle informazioni precedenti al fine di ottenere una stima degli effetti indesiderati che potrebbero manifestarsi in una determinata popolazione.
La stima è da validare mediante confronto con dati epidemiologici, considerando la biodiversità dei ceppi, la variabilità di distribuzione del rischio, i diversi livelli di contaminazione e i fattori che influenzano lo sviluppo e la variabilità di risposta dell'ospite.
Ad un livello inaccettabile si procede con la variazione delle MP, la revisione dei processi e/o la riduzione della shelf-life.
La stima del rischio viene confrontata con il TRL o livello di rischio tollerabile.
Il rischio viene valutato quantitativamente con la formula [GR = GD x PD]
In cui GD =
gravità del danno = severità della patologia che il fattore di rischio provoca al consumatore (indipendente dall'alimento)
PD = probabilità del danno = probabilità che il fattore di rischio provochi un danno (dipende dal sistema processo-prodotto considerato)
Gestione del rischio
Comunicazione del rischio
SISTEMA DI SICUREZZA ALIMENTARE
Garantire la sicurezza alimentare è l'obiettivo della legislazione alimentare europea, che punta al raggiungimento dell'appropriato livello di protezione ALOP, attraverso lo sviluppo dell'