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SICUREZZA IGENICA
Qualità
Si può parlare di food safety (sicurezza di cibo ingerito) o food security (disponibilità di cibo in quantità
adeguata). In un prodotto di qualità si devono trovare queste due definizioni.
La norma UNI EN ISO 8402 infatti definisce la qualità come “l’insieme delle proprietà e caratteristiche di un
servizio/prodotto che gli permettono di soddisfare esigenze espresse e implicite.”
Le esigenze espresse sono tutte quelle caratteristiche (per lo più sensoriali) che il cliente percepisce
direttamente (motiveranno quindi l’acquisto), mentre quelle implicite sono rappresentate da
caratteristiche che il consumatore non percepisce direttamente ma da scontato che esse siano soddisfatte
come la composizione nutrizionale, qualità microbiologica, sicurezza d’uso, etc.
Nel definire la qualità di un prodotto è necessario considerare che: non è separabile dalla qualità
dell’azienda, è funzione di più fattori (organolettici-sensoriali, igienico-sanitari, di servizio) e che i fruitori
sono vari (dall’industria al consumatore finale), quindi le esigenze sono differenti.
E’ possibile dunque fare una differenza fra qualità soggettiva, ovvero quella percepita dal consumatore ,
influenzata dal momento, e qualità oggettiva, definita dalle industrie e dalla GDO.
La richiesta di qualità in generale si può riassumere nelle 5S: sensi (qualità organolettica), servizio (qualità
industriale-commerciale), sicurezza (qualità igienico-sanitaria), salute (salubrità), storia (tipicità associata
alla zona di produzione).
Strumenti della qualità
I prerequisiti (PRP) sono una serie di procedure finalizzate al controllo delle condizioni e modalità di lavoro
in uno stabilimento al fine di assicurare ambienti idonei alla produzione di alimenti sicuri. I prerequisiti
precedono qualsiasi altro sistema di controllo, e per l’elaborazione di questi è fondamentale la conoscenza
del prodotto, ma anche delle norme, reg nazionali e internazionali, codex alimentarius che devono essere
rispettati.
I PRP permettono di minimizzare i rischi e soddisfare i requisiti di base, oltre al controllo dei rischi
difficilmente gestibili a livello delle singole fasi del processo.
Nell’industria alimentare, i prerequisiti sono:
• GMP – Norme di buona produzione:
Indicazioni generali a carattere trasversale finalizzate a prevenire qualsiasi tipo di contaminazione.
Esse sono utilizzate dall’Operatore del Settore Alimentare (OSA) per la stesura delle Procedure
Operative Standard (SOP).
• GHP – Norme di buona igiene
Insieme di operazioni e procedure riguardanti specificatamente l’igiene e le operazioni di pulizia
• SOP – Procedure operative
Raccolta di procedure riguardanti le attività all’interno del processo produttivo. Esse sono
rappresentate da: programma di pulizia e disinfezione, controllo infestanti, potabilità dell’acqua,
formazione del personale, gestione rifiuti e sottoprodotti, manutenzione strutture/impianti,
controllo igienico del personale, selezione/verifica dei fornitori, procedura di rintracciabilità.
Ciascuna di queste procedure deve essere dettagliatamente descritta in una documentazione.
• SSOP – Operazioni di sanificazione standard
Sono linee guida per le procedure di sanificazione che devono essere rispettate negli stabilimenti
abilitati all’esportazione verso paesi terzi. 1
Per ogni filiera produttiva avremo poi dei prerequisiti specifici come GAP (buona pratica agricola) e GVP
(buona pratica veterinaria).
Il sistema HACCP (Hazard Analysis Critical Control Point), rappresenta attualmente lo strumento attraverso
il quale è possibile garantire al consumatore un prodotto salubre e sicuro. Consiste in una sistematica
individuazione dei pericoli all’interno di una produzione e nello stabilire le misure da adottare per
prevenirli e per tenerli sotto controllo per ottenere un prodotto sicuro. L’elaborazione di questo sistema
deve tenere conto dei principi contenuti nel Codex Alimentarius. Tradizionalmente, la qualità igienico-
sanitaria di un prodotto avveniva tramite l’analisi ispettiva (analisi chimica/microbiologica a prodotto
finito), mentre il sistema HACCP rappresenta un notevole passo avanti per la sua estrema flessibilità nel
garantire il raggiungimento di livelli di sicurezza desiderati e per il mantenimento con un minimo dispendio
di energie e risorse.
Il sistema HACCP consta in una serie di operazioni che possono essere distinte in attività preliminari,
principi del sistema HACCP e implementazione del sistema.
Attività Preliminari:
• Costituzione del gruppo di lavoro: dovranno far parte del gruppo persone che uniscano il maggior
numero di competenze. Questa equipe di esperti dovrà considerare tutti i componenti dell’impresa
→
alimentare che intervengono nella produzione di un prodotto per ciascun prodotto il gruppo
dovrà considerare tutte le fasi del processo di produzione tenendo conto dei rischi possibili.
• Descrizione del prodotto: il gruppo dovrà descrivere completamente il prodotto dalla
composizione chimica alla modalità di miscelazione, struttura chimico-fisica, trattamenti
tecnologici, modalità di confezionamento, condizioni di stoccaggio, distribuzione e shelf-life.
• Identificazione della destinazione d’uso: è importante capire a chi è destinato il prodotto, chi lo
potrà consumare e in funzione di ciò si stabilirà la gravità del possibile danno
• Costruzione del diagramma di flusso: punto fondamentale poiché dovrà comprendere tutti i
passaggi e le fasi di una produzione. In particolare, la sequenza di tutte le fasi di un processo, i
parametri tecnici delle operazioni, il flusso dei prodotti, la separazione delle aree pulite da quelle
sporche.
• Verifica del diagramma sul posto: bisogna verificarne la sua realizzazione e apportare le necessarie
modifiche
Principi del sistema HACCP:
• Analisi dei pericoli: si dovrà stabilire quali sono i pericoli e se la loro eliminazione o riduzione a
livelli accettabili è indispensabile per l’ottenimento di un prodotto sicuro. E’ necessario quindi
conoscere il significato di:
→
- Pericolo agente biologico/fisico/chimico nell’alimento che possa provocare un effetto negativo
sulla salute
→
- Gravità grandezza del pericolo e entità delle conseguenze
→
- Rischio Probabilità che il pericolo possa verificarsi
• Identificazione di tutti i punti critici (CCP): Punto critico di controllo (CCP) è un operazione o
passaggio di un processo a livello del quale può essere esercitato un controllo su uno o più fattori al
fine di eliminare, prevenire o minimizzare un pericolo. L’individuazione di una operazione come
CCP è possibile rispondendo a “l’albero delle decisioni”. Ogni talvolta che si identifichi un pericolo, il
processo dovrà essere modificato. I CCP individuati devono essere obbligatoriamente monitorati ed
il parametro utilizzato deve essere documentato nel tempo. 2
• Stabilire i limiti critici: Per ogni CCP è necessario stabilire limiti critici. Questi possono essere
parametri come tempo e temperature per prodotti trattati al calore, aw per essiccati, pH per
alimenti acidi/fermentati, etc.
• Stabilire un sistema di monitoraggio dei CCP: consiste nel monitorare che i CCP e CP rispettino i
criteri stabiliti. Esso richiede dunque sistematiche osservazioni, misurazioni, documentazioni.
• Determinazione di misure collettive: individuare come correggere qualsiasi deviazione dei criteri.
• Procedure di verifica: applicazione di metodi/procedure/prove come campionamenti casuali, test
in determinati CCP, indagini su distribuzione, vendita e magazzinaggio.
• Sistema di registrazione e documentazione: registrazioni e documentazioni dovrebbero essere
appropriate alla natura e entità delle operazioni. Queste dovrebbero essere conservate per un lasso
di tempo sufficiente oltre la durata di conservazione del prodotto ai fini della rintracciabilità.
Implementazione del sistema
Il sistema, una volta elaborato, dovrà essere applicato nella realtà e dovrà essere regolarmente rivisto e
modificato ogni qualvolta nel processo è effettuata una qualsiasi modifica.
Normativa Alimentare
Si distingue in normativa cogente e normativa volontaria.
La normativa cogente è rappresentata dai Regolamenti Comunitari e dalle normative nazionali, regionali
etc. Il mancato rispetto comporta delle sanzioni differenti in funzione della gravità.
La normativa volontaria invece è rappresentata da regole e comportamenti riportati in documenti di
riferimento ed è il singolo soggetto che decide di rispettarle. Una volta aderito però diventano cogenti.
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Regolamento CE 178/2002 La pietra miliare per garantire i prodotti alimentari è la stesura del Libro
Bianco nel 2000 che voleva progettare la sicurezza alimentare.
I punti trattati si possono sintetizzare in:
• Creazione di un’autorità alimentare europea come organo di consulenza scientifica
• Attuazione di misure destinate a garantire la sicurezza dei prodotti dalla produzione al consumo
• Attribuzione all’operatore alimentare delle responsabilità per la sicurezza dell’alimento
• Creazione di sistemi di controllo efficaci da parte degli organi pubblici.
Tutto quanto trattato nel libro bianco diventa giuridico con il Regolamento 178/2002 che stabilisce i
“principi e requisiti generali della legislazione alimentare”.
Gli elementi innovativi trattati nel regolamento sono:
❖ Definizione di Alimento
L’art 2 dice che un alimento è qualsiasi sostanza o prodotto trasformato, parzialmente trasformato
o non trasformato destinato ad essere ingerito da esseri umani (comprese bevande, gomme da
masticare e qualsiasi sostanza incorporata agli alimenti come acqua).
Nell’art 14 viene specificato che un alimento può essere commercializzato quando non e è a rischio,
ed è a rischio quando è dannoso alla salute (provoca effetti immediati a breve termine sulla salute
di una persona in seguito al consumo, provoca effetti a lungo termine o sulla salute dei discendenti
o effetti tossici), oppure inadatto al consumo (inaccettabile per il consumo secondo l’uso previsto,
contaminato da materiale esterno, ha subito fenomeni di putrefazione, deterioramento, etc.).
❖ Concetto di precauzione
L’art 7 dice sostanzialmente che in assenza di dati e di informazioni certe e sicure un alimento non
può essere posto in commercio 3
❖ Compiti dell’Operatore Settore Alimentare
Nell’art