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Nel caso del campione non probabilistico l’adesione al gruppo di persone che accettano di
rispondere alla rilevazione avviene su base volontaria, ad esempio tramite inviti a mailing
lists o annunci sui social networks. Il campione così costruito presenta due tipi di
distorsione: una di tipo sociografico, in quanto rifletterà le stesse diversità rispetto alla
popolazione degli utenti di internet, e il fatto che i volontari in ricerca sociale sono una
specie particolare: ad esempio in una ricerca sulla partecipazione politica potrebbero
offrirsi di partecipare più persone politicamente attive che passive, con una distorsione non
controllabile sulle variabili oggetto di studio. Nel caso del campione probabilistico, il punto
di partenza è rappresentato da una lista di persone scelte indipendentemente dalla loro
volontà e dalla dimestichezza con internet, ad esempio viene costruito sulla base delle
liste elettorali di un certo numero di comuni.
L’intervista faccia a faccia ha il vantaggio decisivo della presenza dell’intervistatore che
permette una conversazione approfondita e prolungata nel tempo. L’intervista telefonica
ha il vantaggio dei costi ridotti, ma gli svantaggi della brevità e superficialità
dell’interazione con l’intervistatore e quello della crescente inadeguatezza del campione. Il
questionario telematico ha il vantaggio decisivo dei costi enormemente inferiori, ma gli
svantaggi della limitazione del campione agli utenti di internet e all’autoselezione dei
partecipanti.
2 – Chiamiamo diacronici gli studi che si prolungano nel tempo, in contrapposizione a
quelli sincronici che si realizzano in un solo momento preciso e limitato. Sono
fondamentalmente due le strade che si pongono al ricercatore sociale per studiare il
mutamento sociale: replicare nel tempo su campioni diversi, la stessa ricerca (studi
trasversali) oppure rilevare ripetutamente le stesse informazioni sugli stessi soggetti (studi
longitudinali).
2.1 – Le inchieste trasversali seguono la trasformazione sociale mediante la rilevazione in
più punti temporali successivi. Un caso classico di inchieste trasversali replicate è
rappresentato dai vari National election studies, condotti su molte nazioni a ogni elezione
dopo il voto su campioni rappresentativi di elettori. Con questo tipo di inchieste si riesce a
cogliere il cambiamento a livello aggregato, ma non il cambiamento a livello individuale.
Con il solo dato aggregato resta però difficile analizzare le cause del cambiamento, che
sono invece più facilmente individuabili quando il cambiamento è rilevato a livello
individuale, così da poterlo mettere in relazione con altre variabili individuali.
2.2 - La tecnica dell’inchiesta longitudinale, ovvero dell’intervista ripetuta sugli stessi
soggetti, venne proposta ai ricercatori sociali negli anni 40 del secolo scorso da
Lazarsfeld. Le inchieste longitudinali pongono alcuni problemi specifici, come la mortalità
del campione, ovvero il decremento di ampiezza del campione che si verifica ad ogni
nuova rilevazione, oppure che le precedenti rilevazioni possono influenzare le successive,
in quanto il soggetto studiato, sentendosi oggetto di una particolare attenzione, può
modificare il suo comportamento normale.
2.3 – Il panel online consiste in un campione di persone disponibili a compilare questionari
online che vengano inviati loro a intervalli di tempo. Le persone che fanno parte del panel
sono le stesse, ma data la volontarietà di compilazione del questionario, non ci sarà totale
identità di rispondenti tra le somministrazioni in tempi diversi. La ripetizione della
rilevazione sugli stessi soggetti non rappresenta tuttavia l’unico modo per effettuare uno
studio longitudinale, un’altra soluzione è rappresentata dall’inchiesta retrospettiva, che
consiste in una normale inchiesta trasversale in un’unica soluzione nella quale si pongono
ai soggetti intervistati domande relative al loro passato.
3 – Per analisi secondaria intendiamo una ricerca che viene condotta su dati di inchiesta
campionaria già precedentemente raccolti e disponibili nella forma della matrice dati
originale, si tratta di una forma di rianalisi di file già esistenti. I principali vantaggi
dell’analisi secondaria sono di tipo economico, in quanto i costi vivi della ricerca sono
praticamente azzerati. A questo si aggiunge il fatto che l’analisi secondaria valorizza la
cumulatività: ogni risultato empirico assume più valore se si pone in continuità con il
corpus complessivo di conoscenze di quel settore. Un fattore esterno che ha contribuito
fortemente allo sviluppo dell’analisi secondaria è rappresentato dallo sviluppo
dell’informatica, la quale presenta comunque dei limiti, come ad esempio la mancanza di
controllo sulle fasi di rilevazione può mettere il ricercatore nell’impossibilità di valutare la
qualità dei dati, inoltre eventuali errori compiuti in fase di memorizzazione o di trattamento
dei dati possono essere non più visibili. Altri gravi limiti sono la divisione del lavoro che
viene introdotta tra chi pone gli interrogativi e analizza i dati e chi i dati li raccoglie,
portando così ad una limitazione degli interrogativi.
La meta analisi è invece un approccio che si è affermato negli ultimi anni nei paesi nei
quali la ricerca sociale è più sviluppata, si intende quindi un metodo di selezione,
integrazione e sintesi di studi aventi uno stesso oggetto d’analisi a partire dai risultati degli
studi invece che dai dati.
4.1 – La ricerca bibliografica è preliminare a qualsiasi operazione di ricerca empirica, essa
è l’azione per scoprire quello che è già stato detto (sul piano teorico) e fatto (sul piano
empirico) per decidere che cosa fare e come farlo aggiungendosi alle esperienze
precedenti, attraverso l’esplorazione delle pubblicazioni (la lettura) sull’argomento trattato.
Trattandosi di un itinerario individuale, non ci sono regole fisse o procedure stabilite che
possano guidare il ricercatore inesperto. La qualità e la completezza della ricerca
bibliografica condiziona la rilevanza dei risultati empirici.
Caratteristica tipica della ricerca bibliografica è la sua struttura a cascata, si comincia da
un articolo o un libro, e poi, inseguendo i suoi riferimenti bibliografici, si risale ad altri
contributi che ci sembrano utili e importanti. L’informatica ha fatto fare un salto di qualità
alla ricerca bibliografica, l’ha facilitata tramite due strumenti fondamentali: la diffusione di
banche dati bibliografiche che permettono attraverso parole chiave la rapida
individuazione dei testi, e gli abbonamenti online alle riviste specializzate, che mettono il
materiale scientifico alla portata di ogni singolo ricercatore.
4.2 – Si è assistito in questi anni in Italia a quello che potremmo definire un processo di
internalizzazione della ricerca sociale, come ad esempio l’affermazione dell’inglese come
lingua franca, il finanziamento da parte dell’Unione Europea di progetti aventi carattere
internazionale. Fra le richieste campionarie internazionali replicate nel tempo citiamo una
delle prime avvenute in Europa, quella dell’Eurobarometro, su un arco vastissimo di
problematiche, con un campione mediamente di 1000 casi per nazione. In questo quadro
si sono sviluppate le cosiddette indagini multiscopo: grandi indagini disegnate per
raccogliere informazioni e dati su una quantità molto vasta di problematiche. La loro
finalità è quella di produrre informazioni da mettere a disposizione degli operatori politici e
degli studiosi. Esempio è il Sistema di indagini multiscopo dell’Istat, che si articola su sette
indagini che coprono i più importanti temi di rilevanza sociale, per cui si sono sviluppati
archivi centralizzati per la gestione e diffusione dei dati.
4.3 – Uno dei più diffusi archivi bibliografici per le scienze sociali è il Social Sciences
Citation Index (Ssci), un archivio interdisciplinare in cui sono presenti i contenuti
bibliografici di oltre 2500 riviste scientifiche, che appartengono a più di 50 discipline nel
campo delle scienze sociali e umanistiche. L’archivio viene aggiornato settimanalmente
dall’Institute for Scientific Information (Isi) ed è accessibile attraverso il servizio Web of
Science.
Scopus è un ampio archivio multidisciplinare che contiene abstracts e citazioni di lavori
accademici di differenti campi scientifici, comprendendo oltre 21.000 titoli di riviste che
sono pubblicate da oltre 5.000 editori.
Scholar.google.it è uno dei più utilizzati motori di ricerca non a pagamento. Uno dei suoi
punti di forza è la possibilità di poter trovare e visionare anche dei lavori in corso, cioè devi
lavori che non sono stati ancora pubblicati in libri e riviste.
Uno dei più diffusi archivi specializzati nelle scienze sociali è Sociological Abstracts.
Questo archivio copre un arco temporale molto ampio e viene aggiornato mensilmente,
presenta contributi scientifici che riguardano non solo tutte le aree della sociologia, ma
anche molte scienze sociali affini, come la psicologia sociale, la scienza politica,
l’economia o la filosofia. 7– La tecnica delle scale
1 – Con l’espressione tecnica delle scale, traduciamo il termine inglese scaling, ovvero
l’insieme di procedure messe a punto al fine di misurare l’uomo e la società. In questo
modo un concetto generale come la religiosità viene operativizzato da un concetto
specifico denominato indicatore, a questo legato da un rapporto di indicazione. Una scala
è quindi un insieme coerente di items (elementi) che sono considerati indicatori di un
concetto più generale. L’elemento è il singolo componente, mentre la scala è l’insieme di
elementi. L’applicazione più frequente della tecnica delle scale è rappresentata dalla
misura degli atteggiamenti, dove l’unità di analisi è l’individuo, il concetto generale è un
atteggiamento e i concetti specifici sono le opinioni. L’atteggiamento è quindi il concetto
generale, di cui le opinioni ne sono indicatori. La procedura che rileva gli atteggiamenti
consiste nel sottoporre ai soggetti studiati una serie di affermazioni concernenti
l’atteggiamento studiato, chiedendo di esprimere la loro opinione in proposito.
Combinando le risposte ricevute si perviene a un punteggio individuale che stima la
posizione di ogni soggetto sull’atteggiamento in questione. La dimensione sottostante le
variabili viene immaginata come una proprietà continua, da questo ne deriva che le
variabili prodotte dalla tecnica delle scale non si traducono in va