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Archivi specializzati nelle scienze sociali: Sociological Abstracts

Uno dei più diffusi archivi specializzati nelle scienze sociali è Sociological Abstracts. Questo archivio copre un arco temporale molto ampio e viene aggiornato mensilmente, presenta contributi scientifici che riguardano non solo tutte le aree della sociologia, ma anche molte scienze sociali affini, come la psicologia sociale, la scienza politica, l'economia o la filosofia.

Una volta definito il campo di analisi e aver compiuto le ricerche bibliografiche, si è potenzialmente venuti a conoscenza dello stato corrente dell'arte. Nel caso non si intenda condurre una propria rilevazione, occorre cercare dataset già esistenti sui quali condurre una propria ricerca e testare le ipotesi che sono state definite in base alla letteratura sull'argomento. Una volta individuato il dataset utile, c'è da capire qual è la procedura da seguire per entrare in possesso della matrice dati. Alcuni tra i più ricercati dataset

internazionali sono già direttamente disponibili nei loro siti di riferimento, solitamente dopo una semplice registrazione online, i dati sono subito scaricabili, completi di note metodologiche, codici questionari e rapporti finali. Immaginiamo ora di voler ricostruire l'andamento di un fenomeno nel tempo, in termini quindidiacronici. Anche in questo caso numerose istituzioni permettono tramite i loro siti di consultazione di dati di ricostruire gli andamenti temporali di svariati fenomeni sociali. 5 - Le procedure dell'inchiesta campionaria sono state messe a punto e collaudate attraverso migliaia di ricerche negli Stati Uniti e negli altri paesi occidentali negli anni 50 e 60 del secolo scorso, arrivando a consolidarsi attorno a un modello standard che negli ultimi due decenni ha subito alcune importanti trasformazioni: L'inchiesta campionaria classica era scandita da fasi sempre controllare e direttamente gestite dalla figura del ricercatore, il quale definiva

le ipotesi, da queste faceva derivare una prima costruzione del questionario, egli stesso provvedeva personalmente a buona parte dello studio esplorativo, mail processo di rilevazione era comunque diretto, seguito e controllato passo dopo passo dal ricercatore.

Attualmente i modelli più comuni sono altri due: il caso più lontano dal modello classico appena descritto è rappresentato dall'analisi secondaria, per la quale il ricercatore entra direttamente nell'ultima fase, limitandosi ad analizzare dei dati già raccolti da altri. L'altro caso assai frequente è quello nel quale il ricercatore prepara il questionario, ma ne appalta la rilevazione a una società di sondaggi. Si viene così a creare una distinzione fra le parti nobili della ricerca, elaborazione teorica, analisi statistica, e le parti volgari, la raccolta delle informazioni. Il ricercatore non solo delega ad altri il secondo tipo di attività, ma rinuncia anche

al suo controllo. Il secondo problema nasce dall'irruzione dell'informatica nella ricerca sociale, da questo punto di vista siamo probabilmente sulla soglia di una cambiamento. L'impatto sulla qualità dei dati di questo nuovo modo di raccoglierli è effettivamente il rebus di gronte al quale ci troviamo e può essere riassunto in un duplice titolo: rappresentatività del campione e affidabilità dell'istituzione che raccoglie i dati.

Il problema della rappresentatività del campione nel caso delle inchieste telematiche riguarda il fatto che non tutta la popolazione accede ad internet, chi accede è diverso da chi non accede, non possediamo liste di indirizzi email cui inviare i questionari con possibilità quindi di controllare chi risponde e chi no, la compilazione dei questionari stessi è fortemente dipendente dall'autoselezione di chi accetta di sottoporvisi. Per questi motivi, la costruzione di un panel

online stabile, con garanzie di controllo e rappresentatività, è un'impresa realizzabile solo da grandi organizzazioni, mentre la realizzazione di una web survey è un'operazione alla portata di tutti.

7 - La tecnica delle scale

Con l'espressione tecnica delle scale, traduciamo il termine inglese "scaling", ovvero l'insieme di procedure messe a punto al fine di misurare l'uomo e la società. In questo modo un concetto generale come la religiosità viene operativizzato mediante un concetto specifico denominato indicatore, a questo legato da un rapporto di indicazione. La tecnica delle scale serve per realizzare in maniera più sistematica questo obiettivo, la differenza è data dal fatto che ora non si tratta solo di sostituire un concetto con uno o più indicatori, ma con un insieme coerente ed organico di questi, mettendo a punto criteri intersoggettivi per controllare la sovrapposizione fra indicatori.

Il concetto e la completezza della procedura. Una scala è quindi un insieme coerente di items (elementi) che sono considerati indicatori di un concetto più generale. L'elemento è il singolo componente, mentre la scala è l'insieme di elementi. L'applicazione più frequente della tecnica delle scale è rappresentata dalla misura degli atteggiamenti, dove l'unità di analisi è l'individuo, il concetto generale è un atteggiamento e i concetti specifici sono le opinioni. L'atteggiamento è quindi il concetto generale, di cui le opinioni ne sono indicatori. La procedura che rileva gli atteggiamenti consiste nel sottoporre ai soggetti studiati una serie di affermazioni concernenti l'atteggiamento studiato, chiedendo di esprimere la loro opinione in proposito. Combinando le risposte ricevute si perviene a un punteggio individuale che stima la posizione di ogni soggetto sull'atteggiamento in questione.

Questa tecnica può essere utilizzata per attribuire un punteggio agli stimoli sulla base delle risposte degli individui, ma anche per rilevare le proprietà di altre unità di analisi, come ad esempio per giudicare l'efficienza delle istituzioni. La dimensione sottostante le variabili viene immaginata come una proprietà continua, da questo ne deriva che le variabili prodotte dalla tecnica delle scale non si traducono in variabili cardinali a causa della nostra incapacità di definirne un'unità di misura. La tecnica delle scale rappresenta quindi il modo per affrontare questo problema, proponendo delle misure che conducano a punteggi cardinali relativi alla proprietà in questione. La tecnica delle scale potremmo quindi dire che produce delle variabili quasi-cardinali. 2 - Una è costituita da più elementi (domande), possiamo quindi dire che una scala è costituita da una batteria di domande. Queste domande, in

genere in forma chiusa, possono adottare tre modi di proporre le alternative di risposta:

  1. Il primo consiste nel presentare delle possibilità di risposta che sono semanticamente autonome, cioè ciascuna ha un suo significato compiuto che non necessita per essere compreso di essere messo in relazione con il significato delle altre alternative presenti nella scala.
  2. Il secondo caso è quello in cui le categorie di risposta sono a parziale autonomia semantica. Il caso più comune è quello delle risposte ordinate in "molto, abbastanza" ecc. In questo caso il significato di ogni categoria è solo parzialmente autonomo dalle altre.
  3. Infine, abbiamo le cosiddette scale autoancoranti, dove solo le due categorie sono dotate di significato, mentre fra esse si colloca un continuum entro il quale l'intervistato colloca la sua posizione.

Il tipo di variabile prodotta da queste tre procedure, nelle prima delle tre situazioni ci troviamo di fronte a variabili ordinali.

neppure nella seconda situazione siamo in grado di affermare che le diverse modalità di risposta siano fra esse equidistanti (un intervistato può percepire che "abbastanza" sia più prossimo a "molto" e più distante rispetto a "poco", mentre per un altro potrebbe valere l'opposto). Questo processo di autovalutazione della distanza fra le varie modalità di risposta ha maggiori probabilità di realizzarsi non le risposte autoancoranti. Nell'attribuire un significato alle categorie intermedie l'intervistato mette automaticamente in moto una procedura mentale di suddivisione graduata dello spazio semantico fra i due estremi, è quindi presumibile che la divisione mentale che il soggetto opera sul continuum sia divisa in spazi uguali. Il fatto che sia lo stesso soggetto studiato a stabilire l'unità di misura della scala, fa sì che questa procedura soffra di soggettività.

Per questo quindi ci troviamo di fronte a delle variabili quasi-cardinali. Quando la variabile è del tipo a parziale autonomia semantica, si pone il problema dell'opportunità di offrire esplicitamente all'intervistato un'opzione centrale neutrale, oppure di non lasciarla costringendolo a schierarsi. In genere sembra opportuno lasciare la possibilità di un punto neutro, a meno che si voglia esplicitamente forzare l'individuo a una scelta. È comunque raccomandabile offrire sempre l'opportunità dell'opzione "non saprei", per evitare le pseudo-opinioni.

3 - La Scala Likert: il nome di questa tecnica deriva da quello dello psicometrico Rensis Likert che la propose per la prima volta all'inizio degli anni '30 del '900. Sotto questa denominazione collochiamo un'ampia varietà di scale, chiamate in inglese anche summated rating scales, che vengono tradotte con scale additive.

ovvero scale nelle quali il punteggio complessivo deriva dalla somma dei punteggi dei singoli elementi della scala. Il formato delle singole domande delle scale di Likert è rappresentato da una serie di affermazioni per ognuna delle quali l'intervistato deve dire in che misura è d'accordo. Nella versione iniziale lo stesso Likert proponeva sette alternative, successivamente sono state ridotte a cinque. La costruzione della scala avviene in quattro fasi: Nella prima fase si individuano le dimensioni dell'atteggiamento studiato, e si formulano delle affermazioni che coprono i vari aspetti del concetto generale che si vuole rilevare. Tali concetti di solito complessi contengono molteplici dimensioni che la scala deve essere in grado di coprire, per cui è assai raccomandabile un approccio di tipo deduttivo che di tipo induttivo. Quanto alla formulazione delle domande, lo stesso Likert raccomanda che siano brevi, semplici e comprensibili e che usino ilono noti come "effetto di set" e "effetto di acquiescenza". Per mitigare questi effetti, è possibile utilizzare diverse strategie, come ad esempio: 1. Utilizzare una scala di risposta bilanciata: invece di fornire solo opzioni positive o negative, è consigliabile utilizzare una scala che includa anche opzioni neutre o intermedie. Ad esempio, invece di chiedere "Sei d'accordo?" si potrebbe chiedere "In che misura sei d'accordo?" e fornire una scala da 1 a 5. 2. Variare l'ordine delle domande: se si presentano le domande sempre nello stesso ordine, potrebbe influenzare le risposte degli intervistati. Pertanto, è consigliabile variare l'ordine delle domande per evitare questo effetto. 3. Utilizzare domande affermative e negative: invece di fare solo domande affermative, è possibile alternare domande affermative e negative. Ad esempio, invece di chiedere "Sei d'accordo?" si potrebbe chiedere "Sei d'accordo o in disaccordo?". 4. Utilizzare domande di controllo: inserire domande di controllo nel questionario per verificare se gli intervistati stanno rispondendo in modo coerente. Ad esempio, si potrebbe chiedere due volte la stessa domanda in modo leggermente diverso e confrontare le risposte. 5. Fornire istruzioni chiare: assicurarsi che le istruzioni per compilare il questionario siano chiare e comprensibili. In questo modo, gli intervistati saranno più propensi a rispondere in modo accurato e coerente. Utilizzando queste strategie, è possibile ridurre l'effetto di set e l'effetto di acquiescenza e ottenere dati più affidabili e rappresentativi.
Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
34 pagine
2 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Uranus75 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodologia della ricerca sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Fasanella Antonio.