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SCRITTURE DI ASSESTAMENTO

Per i principi di competenza e della prudenza a fine anno (al 31.12) vengono effettuate una serie di scritture che sorgono principalmente ponendoci due domande:

  1. Al 31.12 ci sono delle operazioni le cui variazioni finanziarie non si sono ancora manifestate?
  2. Va da sé, che se la risposta è affermativa, bisogna trovare il perché e sistemare la cosa.

  3. Ci sono variazioni finanziarie che si sono manifestate anticipatamente?
  4. Schematizzando avremo:

    • 1° Caso: Non esiste l'articolo cioè la registrazione in P.D.
    • NO le manifestazioni economiche

      NO le Variazioni finanziarie

    • 2° Caso: esiste l'articolo cioè la registrazione in P.D.
    • NO le manifestazioni economiche

      SI le Variazioni finanziarie

Nel primo caso ci domandiamo quindi: esiste l'articolo? NO perché non esiste la V.F. In questo caso bisogna inventarsi un modo per rilevare l'operazione. Ciò fa nascere le scritture di INTEGRAZIONE. Quindi...

L'operazione esiste ma manca la variazione finanziaria (la fattura) per poterla registrare (mediante l'articolo in P.D.), cioè manca quella variazione o una stima che va a misurare la variazione economica. A volte la stima è oggettiva (si determina dall'ordine fatto per l'acquisto della merce), a volte, invece, abbiamo bisogno di effettuare una vera e propria stima per stabilire un valore (es: in caso di vertenze di un mio dipendente dove si è certi di perdere, e non abbiamo un valore oggettivo). Quindi, nel momento in cui le manifestazioni economiche ci sono e mancano le variazioni finanziarie, in contabilità non esiste nulla, dobbiamo crearle, e quindi dobbiamo integrare l'assenza.

Il secondo caso, invece, è l'esatto contrario: non ci sono le manifestazioni economiche (non si è verificata l'operazione) però per un problema contrattuale qualcuno ha pagato prima (oppure ha mandato la fattura prima).

Da ciò scaturisce che se abbiamo qualcosa che è rilevato ma che non dovrebbe stare (perché non di competenza), non faremo altro che toglierla attraverso delle scritture di RETTIFICA. Nella pratica avremo:

Stato Patrimoniale
1° Caso + V.F.P. + V.F.A. In questo caso si vanno ad intaccare sia i valori finanziari che economici. La registrazione non è stata effettuata per mancanza della V.F.

Conto economico
+ V.E.N. + V.E.P. 2

Ragioneria e contabilità
Nel secondo caso, invece, si va a togliere perché esiste già la variazione. Nel momento in cui si va a togliere si vanno solo a rettificare le variazioni economiche e cioè i costi e i ricavi, perché l’operazione (dal punto di vista finanziario) si è già verificata. La corrispondente non deve lasciare traccia nel conto economico perché non è di competenza. Quindi, ciò che non viene consumato va su nello stato patrimoniale.

In fine le scritture di

rettifica toccano soltanto le correzione nei costi e nei ricavi perché questi vanno considerati anticipati e vanno collocati nello stato patrimoniale, perché esso raccoglie i fattori produttivi a fecondità semplice o ripetuta non ancora utilizzati.

Altra cosa importante è il nome che viene assegnato ai conti. Per poter comprendere se si tratta di movimenti di pertinenza dell'anno in corso o meno questi vanno chiamati diversamente. Per evitare incomprensioni, quindi, non potremo utilizzare sempre i conti del tipo "merci c/vendite a crediti v/clienti" ecc...

Esempi:

  • Si ha un fitto passivo con scadenza mensile e la fattura arriva in tempo (prima del 31.12), avrò normalmente: fitti passivi a Debiti v/ fornitori 1.000 v.e.n. v.f.p.
  • Si ha un fitto mensile di competenza dell'anno (per esempio il mese di dicembre). Scade e pago il mese, ma la fattura non è ancora arrivata. Avrò: Debiti v/fornitori per fitti passivi a 1.000 fatture da ricevere v.e.n.

se invece, ho un fitto passivo bimestrale di 2.000 € con pagamento posticipato e il periodo in questione è dicembre/gennaio, sicuramente al 31.12 non avremo la fattura e il pagamento verrà effettuato a fine gennaio. Al 31.12 avrò maturato il costo del fitto di dicembre ma senza ricevere fatture, quindi si deve creare un conto che spieghi tutta questa situazione:

Parte di debiti: fitti passivi a 1.000

v/fornitori per fatture da ricevere

v.f.p.

v.e.n.

O più semplicemente e per sintetizzare:

fitti passivi a 1.000

RATEI PASSIVI

v.e.n.

v.f.p.

“RATEO” significa “PARTE DI”. Se, poi, aggiungiamo passivo significa che è parte di un debito, viceversa, se aggiungiamo attivo significa che è parte di un credito.

ratei passivi debiti v/fornitori

Quindi i ratei passivi hanno la stessa natura dei debiti.

Ragioneria e contabilità

Rimanendo sempre sui costi. Quando si vanno a rilevare tali costi bisogna rilevare anche i debiti.

Il debito, in base al codice civile,

è importante sottolineare che il termine "debito" viene utilizzato solo quando si rispettano i seguenti requisiti: - La natura del debito è certa. - Il valore del debito è determinato. - La scadenza del debito è conosciuta. Se uno di questi requisiti manca, il debito non può essere chiamato "debito" ma viene definito come "rateo". Ad esempio, nel caso delle imposte o tasse che dovevano essere pagate all'erario ma non sono state pagate, si sa che prima o poi l'erario richiederà il pagamento, ma non si conosce l'importo preciso. Pertanto, si procede con una stima del costo, che viene definita come "stima". In sintesi, si conosce la natura del debito ma non si conosce l'importo esatto in quanto è stimato e non si sa neanche la scadenza, poiché si tratta di una presunzione.non possiamo effettuare la scrittura: imposte e tasse a debiti v/ erario 1.000v.e.n. v.f.p. Perché ciò non si può definire un debito. Siamo però a conoscenza di un determinato fatto aziendale (di un costo) e comunque dobbiamo rilevarlo: imposte e tasse a... Accantonamento per imposte a... e tasse. Imposte e tasse stimate a... a... la ragioneria, in questo caso, viene in soccorso: stiamo cercando di stimare un costo attraverso una variazione finanziaria e di aggiungere, quindi, un qualcosa (un costo) per prudenza (diligenza del buon padre di famiglia). Questo modo di fare nel tempo si è denominato "accantonare in un fondo". I conti che sono utilizzati in tutte le operazioni che sono frutto di accantonamento di valori economici, fondi rischi e oneri futuri per i quali dobbiamo creare una variazione finanziaria, si chiamano "". Tutte le operazioni che rispondono all'esigenza di...

stimare il costo e rilevarne la variazione finanziaria, nondebiti fondi per rischi e oneri futuripotendoli chiamare , si chiamano “ ”.Fondi per rischi eimposte e tasse a 1.000oneri futurifondi rischi e oneriLa categoria è “ ” poi possiamo specificare il tipo di fondo:

  • fondo per rischi su …qualcosa;
  • fondo per contenziosi …;
  • fondi per svalutazioni ….. 2

Ragioneria e contabilitàIn questo caso i “fondi rischi e oneri” hanno una natura finanziaria esattamente come i debitiv/fornitori.Per i ricavi non esiste un accantonamento di fondi perché, per il principio della prudenza accantoniamosolo per rischio sui costi.Ricapitolando….L’utile non è altro che l’equa remunerazione di tutti i fattori produttivi impiegati. Per cui, come giàdetto in precedenza, nel conto economico deve esserci solo quello che io ho consumato.A fine anno, quindi, sono costretto a ricercare quei costi che

effettivamente abbiamo sostenuto econsumato, ma che non erano stati ancora registrati (per esempio si vanno ad aggiungere tutti gli accantonamenti e i fondi, la rilevazione delle fatture da ricevere o da emettere e i ratei attivi e passivi; considerando che i ratei attivi sono relativi a fatture da emettere e ratei passivi sono relativi a fatture da ricevere). Se ho un costo di cui ho goduto una parte ed è a cavallo tra un esercizio e l'altro avrò una "parte di debiti verso fornitori per fatture da ricevere" o più semplicemente un "rateo passivo" o un "rateo attivo" se riguardano le fatture da emettere. Le scritture di integrazione servono ad aggiungere dei costi e come contro partita troviamo dei debiti (derivanti da fatture da ricevere) o meglio "RATEI PASSIVI". Al contrario, se aggiungiamo ricavi avremo dei crediti (derivanti dalle fatture da emettere) o meglio "RATEI ATTIVI" che sono quindi considerati.

“crediti” e come tali vanno inseriti in DARE nello S.P.

Però, alcuni debiti non sono certi e non abbiamo un importo preciso, per cui non possiamo ne debiti neratei. Essi saranno delle stime.

Scritture di rettifica

Una volta arrivati a fine esercizio e notiamo di aver inserito dei costi che sono di troppo, perché riguardano l’anno successivo, questi vanno rettificati, cioè tolti e rimandati all’anno dopo.

Le rettifiche si collocano nelle FONTI (avere) dello stato patrimoniale al 31.12, per ritornare poi nel conto economico al 1.1 dell’anno successivo.

Esempio:

Il 01.10 paghiamo il premio di assicurazione semestrale che scade quindi il 01.03 dell’anno successivo (di solito i premi assicurativi si pagano sempre prima), per un valore di 6.000 €.

Al 01.10, di fatto, sosteniamo tutto il costo per i successivi 6 mesi ma solo 3 di questi 6 sono riferiti all’anno in corso.

Quindi in data 01.10 avremo:

Premi assicurativi debiti v/

fornitoria 6.000v.e.n. (C.E.) v.f.p.Debiti v/ fornitori

Banca c/ ca 6.000v.f.a. v.f.p.

Al 31.12 invece:

Riscont i at tivi a Premi assicurat ivi 3.000v.e.n. (SP) v.e.p. (C.E.)

2Ragioneria e contabilità

Il termine RISCONTO lo si usa soltanto nel caso in cui abbiamo dei costi per servizi, quindi di cose immateriali, NON SI USA PER LE RIMANENZE DI MERCI.

In questo caso il risconto ATTIVO va nello stato patrimoniale in dare. Al contrario se il risconto è PASSIVO va in avere.

Ricapitolando:

Il RATEO è un valore finanziario ed è figlio della rilevazione necessaria per aggiungere un costo attraverso il debito che di fatto non si è ancora verificato (es. pagamento fitto con rata posticipata), quindi il RATEO è parte di debito o cred

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
32 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher _Leroy_ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Ragioneria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Macario Giuseppe.