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LEZIONE 43 – LE OPERAZIONI DI FINANZIAMENTO A MEDIO-LUNGO TERMINE

Le forme di finanziamento a medio-lungo termine più ricorrenti in azienda, sono le

seguenti: - Mutui passivi - Prestiti obbligazionari.

I mutui passivi: caratteristiche generali Il mutuo passivo è la forma di

finanziamento più ricorrente. Si tratta di un’operazione di finanziamento con capitale

di credito a titolo oneroso, di durata comunque pluriennale. Il mutuo può essere con o

senza garanzie reali. Si parla di mutuo chirografario in questo secondo caso, altrimenti

l’erogazione del finanziamento è collegata all’iscrizione dell’ipoteca o di altro diritto

reale su beni di proprietà della società che ottiene il prestito.

I mutui passivi: effetti economico-aziendali L’operazione di finanziamento con

ricorso a mutuo prevede che l’azienda contragga finanziamento, versi gli interessi e

rimborsi la somma mutuata. Il rimborso può avvenire in un’unica soluzione, ad una

data prestabilita oppure, come di solito accade, gradualmente attraverso un piano di

ammortamento del prestito pre-concordato. Le rilevazioni contabili del mutuo vengono

effettuate in corrispondenza dell’ottenimento della somma mutuata, nonostante vi sia

un più o meno lungo iter preliminare di istruttoria

I mutui passivi: modalità di restituzione Generalmente la restituzione del mutuo

avviene mediante rimborso graduale in base da un piano di ammortamento pre-

concordato. Tale piano definisce l’ammontare de: - Le quote capitale da rimborsare; -

Le quote interesse da pagare come onere del servizio di finanziamento ricevuto.

Sebbene esistano diverse forme alternative di piani di ammortamento, dovrà adottarsi

quella prevista dal principio OIC 19, relativo ai debiti. Essendo i mutui passivi dei debiti

finanziari di lunga scadenza, e presentando di solito dei costi di istruttoria (ossia, costi

di transazione) è probabile che siano soggetti al criterio del costo ammortizzato (salvo

nei casi in cui gli effetti di tali costi siano irrisori). In caso di costi di transazione, la

rilevazione contabile prevede l’ammortamento (o ripartizione) lungo gli anni di durata

del debito, dei costi di transazione, oltre al rimborso della quota capitale (alle

scadenze pattuite).

I mutui passivi: principio OIC 19 Il principio OIC 19 prevede infatti quanto segue: I

costi di transazione (spese di istruttoria, oneri di perizia del valore dell’immobile, i

costi per l’ottenimento di finanziamenti e mutui ipotecari, commissioni attive e passive

iniziali, le spese legali, aggi e disaggi di emissione dei prestiti obbligazionari), e ogni

altra differenza tra valore iniziale e valore nominale a scadenza sono inclusi nel calcolo

del costo ammortizzato utilizzando il criterio dell’interesse effettivo, che implica che

tali costi siano ammortizzati lungo la durata attesa del debito. Il loro ammortamento

Il criterio del costo

integra o rettifica gli interessi passivi calcolati al tasso nominale. «

ammortizzato può non essere applicato se gli effetti sono irrilevanti; ciò è presumibile

se i costi di transazione, le commissioni pagate tra le parti e ogni altra differenza tra

valore iniziale e valore a scadenza sono di scarso rilievo»

L’accensione di un mutuo passivo: riflessi contabili Esempio 1: Stipulato in data

1/10/n un contratto di mutuo ipotecario per € 600.000,00 da rimborsare

semestralmente per 6 anni a rate costanti (tasso di interesse 6% annuo), piano di

ammortamento francese, a partire dal 1/04/n+1. Il mutuo viene accreditato sul conto

corrente dell’azienda. (Per ipotesi, l’azienda pubblica il bilancio in forma abbreviata,

pertanto non applica il costo ammortizzato)

Pagata, in data 1/04/n+1, la prima rata, composta da una quota capitale di 42.277,25

e dagli interessi calcolati al 6%.

L’accensione di un mutuo passivo: commenti Prima rilevazione: si registra una

permutazione finanziaria che movimenta in dare il conto «banca c/c», che misura

l’entrata di denaro in c/c, mentre in Avere si rileva il debito verso la banca per l’intero

importo del mutuo (600.000 euro). Secondo rilevazione: si rileva la liquidazione

della rata costante, composta in questo caso da una quota capitale di 42.277,25 euro

ed una quota interesse di 18.000.

Esempio di finanziamento bancario applicando il costo ammortizzato – senza

attualizzazione Esempio tratto dal principio OIC 19 - Data emissione finanziamento:

1° gennaio n; - Finanziamento passivo di € 1.000 al tasso di interesse nominale dell'1%

annuo. - Interessi annuali posticipati da corrispondere il 31 dicembre di ogni anno. -

Capitale di € 1.000 da rimborsare dopo 5 anni (quindi nell’anno n+4, essendo l’anno n

incluso nel conteggio). - Non vi sono costi di transazione. In assenza di costi di

transazione e di differenze tra capitale erogato (€ 1.000) e capitale da rimborsare a

scadenza (€ 1.000), il tasso desumibile dalle condizioni contrattuali (e anche il tasso di

interesse effettivo) coincide con il tasso di interesse nominale. In tal caso, si ipotizza

che se il tasso di interesse desumibile dalle condizioni contrattuali (1%) sia

allineato al tasso di mercato. Di conseguenza, il valore contabile del debito (al

netto degli interessi) è pari al suo valore nominale per l'intera durata del

finanziamento (in altre parole, non si ricorre all’attualizzazione).

Esempio di finanziamento bancario applicando il costo ammortizzato – con

attualizzazione Esempio tratto dal principio OIC 19 - Data emissione finanziamento:

1° gennaio n - Finanziamento passivo di € 1.000 al tasso di interesse nominale dell'1%

annuo - Tasso di interesse di mercato = 5% - Interessi annuali posticipati da

corrispondere il 31 dicembre di ogni anno - Capitale di € 1.000 da rimborsare dopo 5

anni - Non vi sono costi di transazione In questo esempio si ipotizza che il tasso di

interesse desumibile dalle condizioni contrattuali (1%) si discosti dal tasso di mercato

(5%). Pertanto, ai sensi dell’art. 2423 comma 4, il valore contabile del debito va

attualizzato al tasso del 5% e, al valore ottenuto, vanno sottratti i costi di transazione

(in questo esempio pari a zero). Dato che i costi di transazione sono pari a 0, il tasso

effettivo = tasso di mercato.

LEZIONE 44 – PRESTITI OBBLIGAZIONARI

Il prestito obbligazionario costituisce un’operazione di finanziamento a medio-lungo

termine mediante l’emissione di titoli di credito denominati «obbligazioni». Tali titoli

vengono acquistati da soggetti interessati a finanziare l’impresa, gli obbligazionisti, i

quali versano il controvalore in denaro.

I prestiti obbligazionari: costo dell’operazione Il costo dell’operazione, per

l’azienda, è costituito dagli interessi passivi che con periodicità costante (in genere

semestralmente) vengono corrisposti ai possessori di titoli obbligazionari, fino alla

data del rimborso. Oltre agli interessi passivi, l’azienda emittente sostiene l’eventuale

costo aggiuntivo legato ad una emissione dei titoli «sotto la pari», cioè accettando una

somma di denaro (derivante dalla vendita del titolo) inferiore al suo valore di rimborso.

Le obbligazioni nel nostro ordinamento possono essere emesse soltanto dalle società

di capitali, entro certi limiti di importo. L’importo totale di prestiti obbligazionari

emessi non può eccedere il doppio del capitale sociale, riserva legale e riserve

disponibili risultanti dall’ultimo bilancio.

I prestiti obbligazionari convertibili Il rapporto tra l’azienda emittente ed gli

obbligazionisti può cambiare se le obbligazioni fossero convertibili. In tal caso, infatti,

le obbligazioni possono essere sostituite, sulla base di rapporti di cambio prestabiliti,

con azioni della medesima società trasformando il prestito in una sottoscrizione di

capitale sociale.

I prestiti obbligazionari: la procedura I momenti salienti che regolano l’emissione

di obbligazioni sono i seguenti: 1) Emissione di titoli obbligazionari 2) Collocamento dei

titoli obbligazionari 3) Liquidazione e pagamento degli interessi maturati 4) Rimborso

dei titoli obbligazionari.

1) Emissione dei titoli obbligazionari E’ in questa fase che la società emittente

fissa il prezzo di emissione. Questo può essere: - Alla pari: il prezzo di

emissione è uguale al valore nominale di rimborso delle obbligazioni - Sotto la

pari: il prezzo di emissione è inferiore al valore nominale di rimborso delle

obbligazioni (l’azienda sostiene un costo ulteriore chiamato «Disaggio di

emissione») - Sopra la pari: il prezzo di emissione è superiore al valore

nominale di rimborso delle obbligazioni (l’azienda consegue un ricavo ulteriore

chiamato «Aggio di emissione» Come si vedrà in seguito, il Disaggio di

emissione e l’Aggio di emissione sono rispettivamente un costo ed un ricavo

anticipati, riferiti a più esercizi successivi. In sede di scritture di assestamento,

occorrerà tenerne conto per determinare la quota di competenza dell’esercizio.

2) Collocamento dei titoli obbligazionari Il collocamento delle obbligazioni può

essere effettuato: - nello stesso giorno di decorrenza degli interessi; la società

emittente incassa solo il prezzo di emissione delle obbligazioni. - in data

posteriore rispetto al giorno di decorrenza degli interessi; la società emittente

incassa il prezzo di emissione e si fa rimborsare dagli obbligazionisti gli interessi

già maturati sul capitale obbligazionario (dietimi); - in data anteriore al giorno di

decorrenza degli interessi; la società emittente incassa una somma inferiore al

prezzo di emissione, poiché gli obbligazionisti trattengono, in via anticipata, la

quota di interessi relativa al periodo in cui il capitale obbligazionario è rimasto

infruttifero.

3) Liquidazione e pagamento degli interessi maturati Tra le condizioni di

emissione del prestito obbligazionario è prevista la periodica rimunerazione

delle obbligazioni mediante liquidazione e pagamento degli interessi maturati

sul capitale obbligazionario (soggetti a ritenuta del 20% se la società non è

quotata in mercati regolamentati). Nel caso in cui le obbligazioni fossero state

collocate posteriormente rispetto alla data di decorrenza degli interessi,

occorrerà tener conto di quella parte di interessi già maturata (dalla data di

decorrenza interessi alla data di collocamento delle obbligazioni). Su questa

differenza di date si calcolerà la quota di interessi già maturata che però non

spetta agli obbligazionisti, dato che le obbligazioni sono state emesse in un

momento successivo. Tali interessi prendono il nome di dietimi e, come sarà

chiarito con un esempio pratico, costitui

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
184 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher swami30 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Ragioneria e contabilità aziendale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof Caserio Carlo.