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Accomodamento rispetto al mondo.
Stoicismo può funzionare nel mondo francese che cerca di affermare la monarchia.
Sia lo scetticismo che lo stoicismo sono su un piano di immanenza tutto è nella realtà.
- Scetticismo guarda la molteplicità
- Stoico esalta l’uomo colosso perché ha la ragione
Pascal vuole portarci entro questi due poli.
La complessità della nostra situazione è data da questo incrocio.
Questa contrapposizione si vede negli (vedi sopra scritto di Pascal che finisce con Sassy)
Pensieri dedicati allo stoicismo:
Pensiero 101
Epitteto: ci dà la misura del ben ragionare umano.
Lo stoicismo è il lume naturale, la ragione che tutti hanno.
Pensiero 374
Pensiero 377
Stoici espressione della grandezza dell’uomo, della naturalità della ragione.
Criticati però perché il naturalismo non può funzionare fino in fondo per Pascal. Li critica con gli
strumenti in uso nell’epoca: gli stoici sono oggetto di una critica che arriva fino a Kant perché
sostengono che la realizzazione della ragione è possibile per l’uomo qualche volta. È difficile
essere dei saggi, ma qualche volta è possibile.
Idea che quello che si può fare qualche volta si può fare sempre.
L’accusa è di avere un modello astratto che è irrealizzabile. Per lo più gli uomini non raggiungono
la ragione. Il modello del saggio stoico è irrealizzabile perché richiede la messa a tacere della
passione.
Gli stoici diventano modelli di doppiezza perché a parole parlano di virtù ma nei fatti si comportano
in modo opposto: non possono praticamente essere sempre saggi, devono scendere a patti col
mondo.
Stoici sono immersi nella duplicità perché propongono un modello che non possono raggiungere.
Pensiero 175
Stoici consigliano alla fine di uccidersi quindi ammettono il proprio fallimento, propongono qualcosa
di irrealizzabile.
Pascal fa interagire modello scettico e modello stoico per descrivere la realtà dispersiva.
Pascal vuole fare risaltare la fede nell’inconcludenza della natura umana senza la fede.
Contro il naturalismo che si ferma alla natura.
Da una parte relativismo assoluto e stoicismo entrambi sono in qualche modo dogmatismi.
Nel contrasto fra uomo nulla e uomo Dio c’è la distruzione della filosofia: critica della filosofia che
non è in grado di rendere conto della natura dell’uomo. Sono due modelli che non vanno da
nessuna parte.
Nell’opposizione non c’è filosofia che tenga.
Pensiero 104
Segnato dalla presenza di Montaigne che dà rappresentazione di un universo multiforme.
Domina l’immaginazione che è una facoltà che sta fra i sensi e la ragione. È il mondo dell’illusione
e del capovolgimento.
I folli sembrano folli e viceversa: modello erasmiano.
Follia è la norma consueta del vivere perché la follia regna nel mondo.
Dentro la pazzia c’è una forma di saggezza.
Siamo folli o siamo saggi?
Capacità di far vedere continuamente l’opposto.
È dominante non la cosa stessa, ma il segno della cosa.
Niente si salva al capovolgimento: il vivere sociale è il luogo dell’opinione, ci si ferma all’apparenza
delle cose.
Il mondo delle professioni dimostra che conta più l’apparenza esteriore: il medico si riconosce da
come è vestito.
Si salvano solo i soldati: usano la forza, non hanno bisogno di rivestimento, hanno autorità
intrinseca.
L’opinione è la regina del mondo: ha costruito una seconda natura, non più la natura degli stoici.
La naturalezza è persa.
Dietro l’artificio c’è la forza.
Pensiero 231
La società è costruita sulla forza, sulla proprietà.
La giustizia non c’è più.
Il mondo umano è nella relativizzazione della giustizia.
Pensiero 230
Enunciazione di questo assunto: la giustizia è relativa perché il mondo umano è lo spazio
dell’opinione.
Il cambiamento delle epoche cambia giusto e sbagliato.
Gli uomini sono dominati dal capriccio.
L’unica cosa che resta universale è la forza bruta.
La politica emerge dal vivere associato. Lo spirito di finezza si confronta con il vivere sociale.
Pascal guarda la dimensione politica perché vuole guardare l’uomo che è anche la politica.
Da dove viene l’autorità?
La consuetudine costituisce l’essere umano, è una sua seconda natura (la prima è il corpo fisico).
La consuetudine è la vera essenza dell’uomo. I diversi modi di comportarsi si sono consolidati nel
tempo. Le abitudini di ciascuno di noi si sedimentano e ci costituiscono.
Uomo non è solo natura, è anche storia, è frutto del tempo.
Pascal guarda l’uomo per com’è.
Montaigne: uomini si comportano in modo vario. Come si reagisce alla varietà? Prima stupore, poi
follia.
La giustizia è l’equità, per avere l’equità bisogna avere un’unità di misura. Se la consuetudine
fonda l’equità il fondamento del giusto è la consuetudine.
La giustizia si disintegra nel relativismo.
Tutti noi accettiamo la consuetudine.
Questo è il fondamento dell’autorità dietro l’autorità c’è l’oscurità.
La legge non c’è più.
Pensiero 242
Dice la cosa opposta: la forza è la regina del mondo e non l’opinione.
Siamo nella dimensione del paradossale.
Pensiero 238
In fondo alla giustizia c’è la forza. Forza e giustizia continuano a scambiarsi.
Alla base della proprietà c’è l’appropriazione con la forza.
Giustizia è un modello di equità numerica: ma questo non accade perché noi non siamo ragione
pura. Noi viviamo nella consuetudine che storpia, crea zone di forza.
Non si può dare forza alla giustizia quindi si dice che giusto obbedire alla forza.
È il relativismo più totale.
Importante che sia giustizia che forza non creino disordine eccessivo.
Critica mossa a Montaigne: opposto a lui c’è lo stoico.
Pensiero 287:
Montaigne ha torto: “Bisogna seguire il costume solo perché è consuetudine non perché è giusto”.
Non si accorge che nella consuetudine c’è una forma di ragione. C’è una ragione per cui si è
affermata.
Pensiero 299
Errore di Montaigne è fermarsi al segno.
Pascal: Montaigne non si chiede se c’è una ragione dietro la differenza fra le cose. Per lui la
differenza c’è nell’uso della bardatura (uniforme del medico): si riconosce il segno dell’autorità.
È importante riconoscere il segno dell’autorità. Nell’abitudine c’è un senso che serve: il popolo
vede e capisce.
Pensieri 295-296-298:
il popolo ha delle sagge opinioni riconosce che nei segni c’è un senso.
Montaigne aristocratico si fa beffe di tutto. Lo scettico distrugge tutto, vanifica.
Secondo Pascal invece bisogna distinguere all’interno della complicazione. C’è un senso che va
colto.
Scettico ha ragione ma contro di lui vale anche l’opinione dello stoico.
Politica: come luogo di ragionevolezza. È l’ospedale dei pazzi: si manifesta la follia, luogo di
retorica, della dissimulazione.
Ma in questa follia bisogna pur vivere. Pascal assume un atteggiamento esteriore di adeguazione
all’esistenza, non ha l’atteggiamento critico di Montaigne.
Pascal passa da Montaigne. È un realista politico, conservatore nel senso che pensa che l’autorità
debba esistere. Vive nella Francia della Fronda (aristocratici strumentalizzano il popolo facendo
credere che si possa fare a meno del re).
Pascal pensa che la critica si debba arrestare.
Pensiero 230
Nella consuetudine qualcosa va rispettato. Lo sconvolgimento non permette di vivere.
Pensiero 294
Aristotele e Platone non erano interessati alla politica, ci sono arrivati dopo. Gli interessava la
riflessione. Hanno scritto di politica perché la filosofia si deve misurare con la pazzia.
Divertissment:
nella dimensione dell’immaginazione. Mondo dell’honnet homme.
Mondo della distrazione.
Pensiero 205
Il divertissment è il vano agitarsi dell’uomo. Distrazione da quello che costituisce l’uomo nel
profondo, ciò nel suo essere costitutivo.
Dove si coglie l’uomo? Non nel mondo dell’immaginazione, ma nell’interiorità.
Senso del peccato, senso del nulla. Questo è quello che sta dietro.
Nell’esteriorità c’è movimento, caccia fine a se stessa (per restare in movimento).
Perché vogliamo restare in movimento?
Perché sappiamo che siamo peccatori. Siamo nel vuoto: non siamo Dio, non siamo solo animali.
Tentativo di colmare un vuoto incolmabile. È una ricerca senza fine, non ci interessa il fine, la
preda.
Vogliamo subito altro.
Il gusto non è nella preda ma nella ricerca della preda.
Siamo eternamente nel movimento per tentare di colmare questo vuoto.
Il re non è più felice di noi perché ha tutto. Divertimenti di cui dispone coprono il senso di vuoto, di
angoscia.
Angoscia viene dalla consapevolezza di non essere.
Noia: quando si stabilizza un divertimento. Si ricorre a un altro divertimento.
Realtà vera: il tragico sta nella nostra finitezza.
Pensiero 227
Ci divertiamo nel mondo ma alla fine moriamo. La ricerca svanisce.
Pensiero 207
Se per assurdo si riuscisse a liberarsi dalla ricerca, si vedrebbe da dove veniamo, dove andiamo.
La morte ci dà il senso della vita. Ci fa capire quanto sbagliamo.
Il cuore è espressione del nostro impulso vitale. Uomo non è solo ragione (Descartes).
Cuore è stato guastato dal peccato, corrotto dalla concupiscenza, ha sovvertito l’ordine del
piacere.
Piacere dell’anima sostituito da piaceri del corpo. Ordine voluto da Dio: anima superiore al corpo.
Prima del peccato uomo rispondeva all’anima.
Peccato ha sovvertito l’ordine. Ha fatto prevalere la concupiscenza (desiderio più basso).
Il concupiscibile sta nelle viscere: soddisfazione del corpo.
Pensiero 199
La condizione esistenziale dell’uomo è inquietudine e noia.
Inquietudine perché non sta mai fermo. Quando ottiene quello che vuole si annoia ed è costretto a
muoversi ancora.
Pensiero 130
Dimensione della dissimulazione e dell’inganno.
“Della dissimulazione onesta” scritto di un intellettuale francese: è giusto e onesto dissimulare.