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Estratto del documento

VII.

Democrito

L'atomismo

Democritò è stato il primo pensatore a parlare esplicitamente di morale e politica.

Inoltre, sostiene che la realà sia fatta da entità eterne, compatte, definite atomi.

Tutte le qualità che per Parmenide appartengono all'uno, per Democrito e

Leucippo ed altri, sono proprie dell'atomo. Gli atomi si muovono, e il loro

movimento dipende dalla loro forma e volume e pertanto il modo può essere

compreso per mezzo della geometria. Gli atomi sono uguali, non diversi come i

semi di Anassagora: da tali premesse nasce il filone materialistico della filosofia.

Tutti gli eventi sono spiegati come l'incontro-scontro fra atomi.

Gli atomi sono eterni, quindi la morte non è assoluta. Il moto degli atomi è

automatico, tanto che essi sono chiamati automatoi da Democrito stesso. I corpi

nascono quindi per forze meccaniche, appunto per il movimento degli atomi e

non per forze esterne (per Anassagora, invece, i semi si aggregano per volere di

una forza esterna, Nous). Poiché gli atomi non sono visibili, Democrito attua un

enorme sforzo di astrattismo.

Materialismo e determinismo

Con Democrito abbiamo il filone del materialismo meccanicistico, secondo cui la

natura funziona secondo leggi precise ed osservabili, seguendo una relazione di

causa-effetto. Nulla viene dal nulla e nulla si annienta del tutto.

Democrito forma anche il determinismo, ovvero quella teoria che vede gli eventi

in una catena necessaria di causa-effetti; le leggi naturali scaturiscono dalla

natura stessa dei corpi in base ad una severa causalità. Le leggi della natura

sono identiche per ogni corpo (es. un corpo cade e segue le stesse leggi,

durante la caduta, seguite da ogni corpo che cade) e proprio tale principio rende

possibile la scienza della natura.

Democrito arriva ad affermare che perfino la nostra conoscenza è un aggregarsi

di atomi; la conoscenza umana è innazitutto sensibile, dovuta all'urto degli atomi

che si staccano dai corpi con quegli atomi più sottili che formano i nostri organi di

senso. Alla conoscenza sensoriale si affianca quella intellettiva, per cui gli atomi

non si palesano alla vista ma agli occhi dell'intelletto.

Fuoco, acqua, terra e aria sono aggregati di atomi, ma anche l'anima. Tutto

avviene secondo necessità, dove per necessità si intende il movimento che

produce il formarsi delle cose. Lo scopo della vita è la tranquillità dell'animo,

ovvero quella situazione d'animo calma ed equilibrata, senza timori o

superstizioni.

La morale

L'unica morale possibile nella visuale meccanicistica di Democrito è la tranquillità

dell'anima, con conseguente accettazione della realtà. L'ideale del filosofo è la

tranquillità, l'eutomia, l'imperturbabilità dell'animo. Gli uomoni agiscono in modo

diverso perchè sono formati da atomi in modo diverso. Democrito, comunque,

crede che una persona possa cambiare atteggiamenti se subisce altre cause: ad

esempio, una persona violenta può diventare socievole; questo perché viviamo

nel divenire, nel movimento.

Conoscere la Natura e le sue leggi, significa poterla cambiare, possiamo

cambiare i fenomeni se ne conosciamo le leggi. Il contrario dell'ignorante non è il

sapiente ma colui che apprende e a cambiare i caratteri sono disciplina, esercizio

e abitudine.

Si vive bene se si è immuni dalla violenza interna ed esterna alla polis; quindi il

benessere dipende dalla vita nella polis che deve essere regolata dalla giustizia.

Uno Stato ben governato, per Democrito, è una grande difesa; l'interesse dello

Stato è al di sopra di tutti gli altri e non bisogna sovvertire la giustizia.

VIII.

I sofisti

La rivoluzione antropologica dei sofisti

La sofistica è il regno dell'opinione, quindi del relativismo e della sfiducia nel

raggiungere la verità. I sofisti, nel corso della storia della filosofia, hanno attuato

una rivoluzione antropologica, in quanto fanno seguire ad una filosofia

improntata sull'oggetto, un pensiero rivolto al mondo del soggetto.

In particolare, il mondo empirico è stato rivalutato dopo Parmenide, il quale

aveva risolto tutto nell'unità assoluta dell'essere. Pertanto la filosofia sofista è

definibile antiparmenidea per antonomasia.

L'individualismo sofistico

Rifiutando Parmenide, l'unità, crollando la fiducia nel pensiero, considerando i

sensi come unica fonte di conoscenza, si cede al relativismo. Il soggettivismo

nella conoscenza porta anche ad un soggettivismo nella morale; la morale

sofistica, quindi, si configura come centrata sull'individuo e prende la

connotazione di edonismo (il bene corrisponde al piacere individuale) o di

utilitarismo (il bene corrisponde all'utile).

La tarda sofistica, poi, porterà ad un'esasperazione di tale concetto di moralità,

con la nascita del fenomeno del "positivismo del potere": non solo la ricerca

dell'utile ma la pretesa di sottomettere tutti al raggiungimento del proprio utile.

Questa idea permette di imporsi al più forte: chi vince ha ragione, a prescindere

dalla validità o meno del suo interesse.

Il trionfo dell'opinione e della retorica

Non essendoci una verità univoca, esistono solo opinioni, diverse ma

ugualmente valide. Per questo, si impone l'opinione del più forte, non la più

giusta. Si impone l'opinione di chi riesce a persuadere, a convincere; ecco quindi

come la retorica (l'arte del saper parlare) prende il posto della filosofia.

Gli aspetti positivi della sofistica

La sofistica ha rappresentato un momento decisivo per la filosofia, in quanto ha

aperto la strada al pensiero di Socrate e Platone. La sofistica rappresenta un

punto di antitesti, giacchè va contro il pensiero precedente; inoltre ha sviluppato

l'arte dell'argomentazione e della riflessione. Questo aspetto positivo è stato

sottolineato da Hegel nei suoi studi, il quale considerava i sofisti come i "maestri

della Grecia" ed "illuministi", perchè mettevano tutto al vaglio dell'intelletto. Con

la sofistica si ha una riflessione che si contrappone all'accettazione passiva della

morale, ci si oppone all'ossequio della tradizione. Il sofista sostiene di poter

accettare solo qualcosa di cui è convinto, quindi autorità e tradizione vengono

accettati solo se se ne è convinti alla luce del proprio intelletto; si impone, quindi,

un atteggiamento riflessivo ("Non si crede quindi più, ma si investiga").

I sofisti, con la loro rivoluzione antropologica, hanno messo l'uomo al centro della

realtà. La ragione più che indagare la natura, studia i rapporti umani. Il pensiero

è posto come supremo giudice: tutto, infatti, deve essere spiegato.

La sofistica, quindi, pur essendo soggettivistica ha la virtù di aver messo al

centro il pensiero anche riguardo alle cose umane.

Protagora

Protagora, considerando l'essere, il non essere, il divenire come problemi

insolubili, sposta l'attenzione sulle cose umane. Ne consegue che il soggetto

diventa unico punto di riferimento, ed infatti Protagora affermava che "Misura di

tutte le cose è l'uomo", dove per uomo si intende l'individuo oppure l'umanità. Se

si segue la prima ipotesi, allora ci troviamo di fronte ad un grande relativismo,

tuttavia si cade nel relativismo anche nel secondo caso poiché sarà l'uomo a

creare i metri (appunti i criteri per misurare le cose). Protagora, quindi, fonda il

relativismo.

La retorica e i buoni ideali...e le critiche di Platone

I primi sofisti credevano che la parola potesse persuadere i cattivi ad azioni

buone, quindi che il logos fosse da usare a fin di bene. Platone, però, obiettò

questo entusiasmo, affermando che scardinando l'oggettività nulla vietava di

usare la parola a fin di male.

Nel dialogo Teeteto Platone riconosce le buone intenzioni dei sofisti. Compare

Protagora, il quale con l'esempio del sano e del malato, afferma che con buon

cuore bisogna far passare un uomo dall'abitudine cattiva a quella migliore.

Platone, però, risponde con scetticismo, in quanto l'assenza di una teoria non

rende possibile l'identificazione di qualcosa di migliore e peggiore.

Gorgia contro Parmenide

Nel suo "Sul non essere", Gorgia afferma che l'essere non esiste e che seppure

esistesse non sarebbe comunicabile. Il ragionamento di Gorgia è molto sottile:

l'essere non esiste perché altrimenti sarebbe eterno o generato, tuttavia esso

non può essere eterno perché così non avrebbe un principio nè una fine

risultando illimitato e quindi non può essere in nessun luogo, pertanto non è. Se

l'essere fosse generato, poi, verrebbe dal non essere o dall'essere: dal non-

essere non è possibile perché il non-essere per definizione non è, mentre

dall'essere nemmeno sarebbe accettabile perché l'essere già è, non può

generarsi. In estrema analisi, Gorgia afferma che seppur esistesse l'essere, esso

non sarebbe conoscibile. Inoltre, il filosofo scinde pensiero ed essere, mentre

Parmenide li aveva uniti. Inoltre, Gorgia afferma anche la non corrispondenza tra

parola e cosa; senza tale corrispondenza non si può comunicare e quindi viene a

mancare la socialità; così alla mancata socialità viene ad imporsi l'individualismo.

Così il pensiero sofistico è completo.

Gorgia: l'elogio di Elena

In questo Elogio, Gorgia prosegue con varie ipotesi per discolpare Elena,

comunemente considerata la causa della caduta di Troia e l'orgine di molti mali.

Infatti, il filosofo ipotizza che ella sia stata costretta a recarsi a Troia con la forza,

per volere degli dei oppure perché persuasa dalla parola. La potenza della parola

incide sull'anima, in una relazione simile a quella che sussiste tra farmaci e corpo

da curare: così come alcuni farmaci eliminano dal corpo alcuni umori,

interrompono la vita o la malattia,così alcune parole possono addolorare, rendere

felici o ammaliare.

Le critiche di Platone ai sofisti

Scetticismo, relativismo e soggettivismo sono i pilastri della sofistica. Platone

distrugge questi concetti nel suo Protagora.

Innanzitutto i sofisti credevano che nessuno conoscesse nulla, che ci fosse

un'assoluta ignoranza; tuttavia si tratta di una falsità, perchè nell'affermare che

nessuno sa nulla, affermo di sapere qualche cosa. Inoltre, visto che i sofisti

credevano nell'uguaglianza delle opinioni, tutti sapevano qualcosa: ecco quindi

che Platone smonta lo scetticismo dei sofist

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
40 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/06 Storia della filosofia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Morgana393 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della filosofia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Gargano Antonio.