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Estratto del documento

Dunque nutrirsi degli animali equivale al cannibalismo, poiché in ogni essere vivente è presente

un'anima umana. Al termine della trasmigrazione, l'anima potrà tornare alla sua condizione divina:

Empedocle predica dunque delle linee guida per una condotta capace di opporsi all'Odio.

Anassàgora

Le dottrine fisiche di Anassagora vennero interpretate come un attacco a credenze e pratiche

religiose. Anassagora si pose il problema sulla costituzione del mondo, individuando come matrice

originaria dei materiali chiamati semi (chiamati omeomerie da Aristotele). Anassagora sente

l'esigenza di oltrepassare la concezione di Empedocle perché limitandosi a quattro radici non è

possibile, a parer suo, spiegare le diversità presenti nel mondo. Solo ammettendo l'esistenza di

infinite qualità è possibile spiegare la ricchezza di qualità con cui il mondo si manifesta. Come

l'essere parmenidea, i semi non nascono né periscono. Anassagora sostiene che ogni cosa è una

mescolanza di semi di ogni genere, e un oggetto riesce a differenziarsi da un altro grazie alla

prevalenza di un tipo di semi rispetto ad un altro. Nel mondo in cui viviamo non esistono semi puri:

i semi, dunque, sono infinitamente divisibili e infinitamente accrescibili. Anassagora concepisce la

formazione originaria dell'universo come una mescolanza di tutti i semi, da questa totalità si è

formato il nostro mondo ma, crede Anassagora, anche altri: il mondo cessa di essere il centro di

tutto. La transizione dalla totalità originaria alla pluralità dei mondi avviene tramite un movimento

che dipende da un intelletto cosmico detto Nous (una delle più grandi innovazioni di Anassagora

secondo Platone e Aristotele). L'intelletto cosmico, a differenza dei semi, non è mescolato con

nessuna cosa, ed è principio motore dell'universo. Nonostante ciò, Anassagora non attribuiva al

Nous un fine. L'intelligenza umana è nettamente superiore a quella animale, e il sapere umano è

acquisito gradualmente. La sequenza di questa acquisizione consiste in: esperienza, memoria,

sapienza e tecnica. La sensazione avviene per contrari (il caldo può essere avvertito grazie

all'assenza di freddo). Dalla sensazione ripetuta si passa alla sua conservazione nella memoria, che

rende possibile il costituirsi di un sapere e, successivamente, della techné, il grado più alto della

conoscenza. Secondo Anassagora l'uomo sarebbe il più intelligente fra gli animali in quanto dotato

di mani, che consentono l'uso della techné.

Diògene di Apollonia

Diogene di Apollonia, collegandosi ad Anassimene, riconosce nell'aria il principio di tutte le

cose, a dimostrarlo vi è la funzione vitale della respirazione. L'aria viene identificata anche con

l'intelligenza, richiamando il Nous di Anassagora e operando al tempo stesso una modifica: all'aria

viene attribuito un fine, ovvero disporre le cose nel modo migliore. L'aria non si presenta ovunque

allo stesso modo, infatti il mondo di distingue in zone climatiche differenti dove gli esseri viventi, a

loro volta, si differenziano anatomicamente in modo da rendere favorevole la respirazione. Ne

risulta una differenziazione fra gli uomini anche nel tipo di intelligenza a seconda dei climi in cui

vivono. Leucìppo e Demòcrito

Gli atomisti tentano di superare alcuni tratti, ritenuti incoerenti, del pensiero di Empedocle e

Anassagora. Fondatore dell'atomismo è considerare Leucippo, ma fu Democrito a sviluppare il

nucleo delle tesi di Leucippo. Alla base della ricerca di Democrito era l'obiettivo di trovare una

spiegazione causale alla molteplicità di manifestazioni del mondo fisico. Il suo maestro Leucippo

affermava che tutto avviene per una ragione. Occorre risalire alla conoscenza di ciò che non è

visibile, costituito da elementi instabili contrapposti alla stabilità della natura. Secondo Democrito

esistono due forme di conoscenza: una genuina e l'altra oscura. La conoscenza oscura è propria dei

sensi, mentre quella genuina appartiene alla sfera di ciò che non è visibile. La conoscenza genuina è

capace di cogliere gli oggetti nascosti, ovvero gli atomi (= indivisibile) e il vuoto. Gli atomi sono

particelle indivisibili talmente piccole da non poter essere percepite dagli organi di senso, che

godono delle stesse proprietà dell'essere di Parmenide: sono ingenerati e indistruttibili. A differenza

dell'essere, però, sono molteplici. Sono inoltre differenti, similmente a come lo sono le lettere

dell'alfabeto: la prima differenza è di forma (A differisce da N), la seconda di posizione (N è

differente da Z ma, se si ruota di novanta gradi, si ottiene N) e la terza di ordine ( AN è diverso da

NA). La prima condizione per cui gli atomi formino gli oggetti è quella di essere suscettibili di

movimento (come per le radici di Empedocle): gli atomi si muovono costantemente; durante questo

movimento possono incontrarsi e, se le forme atomiche sono compatibili si aggregano (ma non si

mescolano), in caso contrario si respingono; l'aggregazione non avviene grazie a un agente esterno,

come il nous di Anassagora. Questa concezione di formazione delle cose è detta meccanicistica. La

seconda condizione consiste nel principio costitutivo, ovvero il vuoto entro il quale gli atomi

possono muoversi: il vuoto è non essere e, in quanto tale, non è dotato di forma o limiti. Gli atomi,

invece, vengono identificati con l'essere. Mediante queste nozioni è possibile spiegare anche i

fenomeni biologici e fisici. L'anima per Democrito è una prerogativa di ogni essere vivente, e ogni

vivente possiede calore. Gli atomi che la compongono sono di forma sferica e godono della

massima mobilità, la quale genera calore. La respirazione consente di reintegrare gli atomi di anima

che si perdono a causa della loro mobilità. Quando questa reintegrazione cessa sopraggiunge la

morte, caratterizzata dalla freddezza. La riproduzione umana, che è determinata dal seme costituito

da atomi proveniente da tutte le parti del corpo, consente la trasmissione di somiglianza fra genitori

e figli. Da ogni oggetto si staccano gli eidola “immagini”, degli effluvi di atomi che giungono ai

sensi e, grazie ad essi, abbiamo le sensazioni. Democrito ravvisa la distinzione fra uomo e animale

nelle tecniche, ma la genesi di queste tecniche deriva dall'imitazione delle attività degli animali

stessi. Alla base della formazione della società umana sta il principio di aggregazione del simile col

simile. La legge, secondo Democrito, dovrebbe salvaguardare dai mali della società, ma ripone

l'obiettivo principale nella euthymìa, la tranquillità dell'animo. Essa richiede di non farsi

coinvolgere eccessivamente nelle faccende private e pubbliche.

Ippòcrate

Ippocrate è il più famoso medico dell'antica Grecia. Anch'egli rivendica il pluralismo contro

la tesi dell'essere. Gli elementi costitutivi del corpo umano sono infatti quattro umori: sangue,

flemma, bile gialla e bile nera. Lo squilibrio di questi umori provoca la malattia. Ippocrate giunge a

elevare la tecnica medica al ruolo di scienza, che si fonda su un rapporto fra esperienza e ragione,

un metodo: è fondamentale sia l'analisi dei dati raccolti che i principi che consentono di dargli un

ordine. Il regime politico ha effetto sulla salute e sulla malattia: in questo modo emergono i legami

fra uomo e ambiente ma fra componente fisica e psichica dell'individuo. Ispirandosi ad Alcmeone e

Anassagora, ravvisa nel cervello la base della vita e del pensiero, piuttosto che nel sangue. Il Corpus

Hippocraticum consiste in una settantina di scritti di autori diversi i quali furono attribuiti ad

Ippocrate. Sono una serie di esperienze mediche, classificazioni di malattie, diagnosi e cure. In esso

è presente anche il giuramento ippocratico, nel quale emerge il valore etico del medico.

I sofisti

Con l'inizio della seconda guerra del Peloponneso fra Sparta e Atene, il modello delle poleis

inizia a declinare. Dopo il governo dei Trenta tiranni imposto da sparta, la democrazia restaurata

ateniese condanna a morte Socrate: questo evento sancisce simbolicamente il distacco fra il filosofo

e la città. In un panorama politico come quello democratico dove occorre saper parlare in pubblico

in modo persuasivo, compare la figura del sofista, il professionista della parola che vende la propria

arte, la retorica, viaggiando di città in città. Il linguaggio assume un ruolo centrale, in quanto

necessario a far prevalere le proposte più utili perché diventino legge. Questo provoca una frattura

fra chi è in grado di acquisirla e chi invece non può permettersela. Alla retorica, il cui unico scopo è

quello di persuadere, Socrate contrappone il dialogo e la ricerca comune, ai discorsi lunghi dei

sofisti, che mirano a convincere l'ascoltatore, i discorsi brevi che aprono il confronto fra

interlocutori. Per il sofista la polis è il luogo del confronto politico dove il filosofo insegna a

primeggiare; per Socrate la polis è comunità e il filosofo ne rappresenta la coscienza morale.

Seconpl65do i sofisti la verità non è accessibile all'uomo e lo si nota dalla relatività elle percezioni

umane, la diversità dei vari popoli e l'impossibilità di attestare l'esistenza della divinità. Non è più

importante, dunque, che il contenuto di una proposizione sia veritiero, ma solo che la sua forma sia

corretta e persuasiva. Non importa che una determinata proposta sia utile alla comunità, l'unico

scopo è quello di vincere. Protàgora

Secondo Protagora l'uomo è misura di tutte le cose, ponendosi dunque in una posizione

relativistica. La conoscenza si basa sulle sensazioni, che variano da individuo a individuo: ad

esempio un malato può percepire amaro ciò che il sano percepisce come dolce. L'uomo è incapace

di accedere a verità al di fuori dei sensi: ha un atteggiamento agnostico. In quest'ottica i sofisti

propongono un sapere (la retorica) neutrale rispetto alla verità. Il metodo delle antilogie consiste nel

costruire discorsi doppi intorno a uno stesso tema, sostenendo una tesi e la tesi opposta. Ciò che

conta è essere capaci di costruire un discorso che colpisca l'assemblea e di conquistarne la

maggioranza. La legge è una semplice convenzione umana frutto della scelta di un'assemblea anche

se, grazie a questa, l'uomo diventa davvero tale.

Gòrgia

Protagora, pur rompendo il nesso tra linguaggio e verità, indica un criterio che supera la

dimensione soggettiva, ovvero l'utile. Il suo relativismo, dunque ha dei limiti. Con Gorgia, invece,

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Publisher
A.A. 2013-2014
33 pagine
17 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/07 Storia della filosofia antica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Yvaine92 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della filosofia antica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Faraone Rosa.