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IV. ARISTOTELE - Vita
Aristotele nasce nel 384 a.C. a Stagira nella penisola calcidica, poco distante da Pella; nel 367 entra nell'Accademia platonica e vi rimane per venti anni fino alla morte di Platone, svolgendo anche attività di insegnamento.
Il suo allontanamento dall'Accademia sarebbe avvenuto o per dei contrasti con Speusippo, successore di Platone nello scolarcato, o a causa della crescente tendenza antimacedone ad Atene; nel 343 si reca alla corte di Filippo II di Macedonia e gli viene affidato l'incarico di precettore dell'erede al trono, Alessandro.
Nel 335, a seguito dell'uccisione di Filippo, lascia la Macedonia per ritornare ad Atene: fonda il Liceo e si dedica lì all'insegnamento e alla ricerca.
La scuola viene ricordata come il "Liceo" dal nome del ginnasio nel quale era ubicato, dedicato ad Apollo Liceo; alternativamente, la si indica come "Peripato" (letteralmente "passeggiata").
dal racconto secondo il quale Aristotele era solito insegnare passeggiando. Gli allievi sarebbero stati divisi tra interni (esoterici), cui spettava assistere a lezioni più specialistiche e complesse, ed esterni (essoterici). Gli scritti esoterici, molto schematici e concisi perché fungevano verosimilmente da canovaccio su cui strutturare le lezioni, si persero nel II sec. a.C. salvo poi venire riscoperti nel secolo successivo e venire sistematizzati da Andronico di Rodi nel I sec. d.C. Nel 323 Aristotele abbandona di nuovo Atene perché, con la morte di Alessandro, si erano nuovamente diffusi in città fermenti antimacedoni; si ritira a Calcide, nell'Eubea, dove muore nel 322. Aristotele adottò un sistema tripartito delle scienze in teoretiche, pratiche e poietiche, corrispondenti, rispettivamente, alle attività del pensare, dell'agire e del produrre. Le scienze teoretiche sono la fisica, la matematica e la filosofia prima o metafisica, hannoPer oggetto ciò che è necessario, dunque oggetti o eventi che non possono essere diversamente da quello che sono (se non in una minoranza di casi) e sono finalizzate alla ricerca della verità in sé e alla conoscenza in sé. Le scienze pratiche sono l'etica e la politica: riguardano enti e fenomeni possibili e l'azione ha come fine se stessa. Le scienze poietiche includono le varie arti produttive e sono anch'esse scienze del possibile e non del necessario, finalizzate alla realizzazione di un oggetto.
Logica - Aristotele è il primo filosofo dell'antichità a formalizzare la logica come disciplina. La logica, per Aristotele, differentemente da filosofi ellenistici quali gli stoici e gli epicurei, non è una scienza, bensì lo strumento (in greco, ὄργανον, organon) razionale e dimostrativo di cui tutte le scienze si servono per argomentare circa il loro specifico.
oggetto. L'Organon è appunto il nome sotto il quale ci è pervenuto l'insieme dei trattati di ambito logico. Il primo trattato dell'Organon, le "Categorie", tratta degli elementi minimi, ossia dei termini più semplici e ultimi (soggetti e predicati) nei quali possa essere scomposto analiticamente un discorso inteso come articolazione di più proposizioni; nel suo insieme la divisione in categorie è funzionale a individuare i modi in cui si può parlare di qualcosa e di dire cosa sia un dato oggetto, ossia a definire un dato oggetto. Viene rilevata nell'opera una corrispondenza tra il piano logico-linguistico e il piano ontologico: dato un soggetto logico a cui si riferiscono una serie di predicati, a quel soggetto corrisponderà sul piano ontologico una sostanza reale che sarà dotata di tante qualità quanti saranno i predicati. Le categorie sono dieci (sostanza, quantità, qualità, relazione, modalità, tempo, luogo, posizione, azione, passione).Il "dove", il "quando", lo stato, l'avere, l'agire, il subire) e possono essere usate tutte, eccetto la prima, sia come predicati che come soggetti.
Una distinzione viene infatti operata per quanto riguarda la categoria della sostanza tra sostanze prime, che sono sostanze vere e proprie o "sostrati", e sostanze seconde, che sono i generi e le specie nelle quali rientrano le sostanze prime.
Le sostanze prime sono "prime" nel senso di "prioritarie" rispetto alle sostanze seconde, essendoci grazie a cui le sostanze seconde possano esistere, e, per questo motivo, sono indice di ciò che ha esistenza autonoma sul piano ontologico.
L'errore fondamentale di Platone sarebbe stato quello di attribuire il primato alle sostanze universali invece che alle particolari e, di là, l'aver attribuito esistenza autonoma a quelli che sul piano.
L'idea è quella per cui se non vi fossero le sostanze
particolari (es: l'uomo), non vi potrebbe essere neanche i generi universali (es: l'umanità) cui tali sostanze appartengono. Si tratta del capovolgimento del motivo platonico, che voleva l'universale prioritario rispetto al particolare di cui esso era causa: difatti non perché esiste l'umanità allora esistono i singoli uomini, ma il contrario.
logico-linguistico sono dei predicati (alle sostanze seconde, alle qualità, alle quantità ecc...) dei soggetti che diventano delle affezioni della sostanza sul piano ontologico.
Così come non esiste l'umanità (sostanza seconda) se non esiste in primo luogo l'uomo (sostanza prima), un colore non esiste in sé, ma soltanto perché una sostanza ha per proprietà l'essere colorata (qualità); non esiste la grandezza in sé, ma esiste relativamente ad una sostanza avente la proprietà dell'essere grande.
(quantità) ecc…Viene qui delineata la distinzione ontologica tra la sostanza, ossia ciò che propriamente è ed è stabilmente se stessa, e accidente, la proprietà che la sostanza può avere o non avere senza che ciò la venga a condizionare nella sua essenza.Il secondo trattato logico è il De Interpretatione ("Sull'espressione"), concernente le proposizioni, ossia il risultato delle relazioni tra gli elementi minimi.Il trattato si apre con una riflessione sul linguaggio, che Aristotele ritiene di derivazione in parte convenzionale, per l'arbitrarietà con cui i nomi vengono assegnati alle cose, e in parte naturale per le affezioni dell'anima, quelle rappresentazioni universali dell'oggetto che un certo nome evoca nell'anima.L'utilità logica della trattazione delle proposizioni appare evidente nel momento in cui ci si debba chiedere se un discorso sia vero o falso.Vero eFalso emergono, per Aristotele, a livello proposizionale: è questo un altro punto di distacco dalla dottrina del maestro, stavolta relativamente a quanto enunciato nel Cratilo, nel quale Platone aveva sostenuto la tesi secondo la quale la manifestazione del vero e del falso avvenisse solo a livello terminologico, e che un termine sia vero qualora abbia in sé un riferimento concettuale e fonetico all'idea dell'oggetto cui fa riferimento.
Nell'ottica aristotelica, invece, è l'enunciato ad assumere carattere apofantico, ossia dichiarativo di uno stato di fatto: esso può dirsi vero se se vengono uniti sul piano logico-linguistico soggetti e predicati in maniera tale che la proposizione faccia riferimento ad una relazione effettiva di sostanze e delle proprietà accidentali ad esse riferite sul piano ontologico.
Dire il falso è invece costruire un enunciato pretendendo di unire sul piano logico-linguistico degli elementi che nella
realtà sono disgiunti. Si passa quindi alla trattazione dei differenti tipi di proposizioni che possono essere costituite a seconda di specifiche relazioni tra soggetti e predicati. Prova di ciò sta nel fatto che presso popoli diversi vi sono lingue diverse, sicché lo stesso oggetto viene nominato in una molteplicità di modi tra loro diversi. Le affezioni dell'anima sono invece identiche per tutti gli uomini, indipendentemente dalla diversità dei nomi che le evocano. Le proposizioni semplici si distinguono per qualità in affermative o negative se affermano o negano un predicato relativamente a un soggetto, o per quantità in universali, particolari o singolari a seconda che il soggetto sia singolare, particolare o universale. Dalle relazioni tra le proposizioni semplici risultano le proposizioni composte, dal momento che si può affermare o negare un predicato relativamente a un soggetto singolare, particolare o universale. Tra leproposizioni composte si vengono a determinare, per opposizione, delle relazioni di contrarietà, tra l'universale affermativa e l'universale negativa, o di contraddizione, tra l'universale affermativa e la particolare negativa e tra l'universale negativa e la particolare affermativa, esemplificate nel cosiddetto "quadrato degli opposti".
Aristotele viene anche ricordato come il padre della logica modale, dove la modalità di una proposizione è data dal modo in cui un predicato può essere posto in relazione a un soggetto: secondo necessità, possibilità o impossibilità.
Con gli Analitici primi viene introdotto nella logica il sillogismo, un ragionamento deduttivo costituito da tre proposizioni in sequenza, del quale le prime due fungono da premesse, la terza di conclusione.
La relazione tra le tre proposizioni è data da tre termini che ricorrono in esse: il termine estremo maggiore, il più ampio,
contenuto nella prima premessa, la maggiore, il termine estremo minore, ilmeno ampio, contenuto nella seconda premessa, la minore, e il termine medio, presente in entrambe le proposizioni.
Il termine medio è il termine che garantisce la connessione tra le due premesse.
I sillogismi sono di prima figura, perfetti, quando il termine medio funge da soggetto nella premessa maggiore e da predicato nella minore; di seconda figura, imperfetti, quando il termine medio funge da predicato in entrambe le proposizioni; di terza figura, imperfetti, quando il termine medio funge da soggetto in entrambe le proposizioni; di quarta figura, quando il termine medio funge da predicato nella premessa maggiore e da soggetto nella minore.
La convertibilità tra soggetto e predicato è la condizione fondamentale del sillogismo: ogni termine che venga usato come soggetto deve fungere efficacemente anche da predicato e viceversa.
Da ciò deriva che non possono essere ammesse espressioni singolari.
ativo. In questo tipo di sillogismo, il predicato è un termine generale che viene applicato a un soggetto specifico. Ad esempio, nel sillogismo "Tutti gli uomini sono mortali, Socrate è un uomo, quindi Socrate è mortale", il predicato "mortale" viene applicato al soggetto "Socrate". Per formattare il testo utilizzando tag html, puoi utilizzare i seguenti tag: - `` per creare un nuovo paragrafo
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Ecco come potrebbe apparire il testo formattato:
che non sono sufficientemente ampie quando vengono utilizzate come predicati. Negli Analitici secondi viene trattato un tipo specifico di sillogismo, quello dimostrativo. In questo tipo di sillogismo, il predicato è un termine generale che viene applicato a un soggetto specifico. Ad esempio, nel sillogismo "Tutti gli uomini sono mortali, Socrate è un uomo, quindi Socrate è mortale", il predicato "mortale" viene applicato al soggetto "Socrate".