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Meltzoff ha dimostrato che questa capacità è già presente a 6/9 mesi (Vs. 16); inoltre egli sostiene che l'imitazione
non solo ha implicazioni sulla rappresentazione, ma è la dimostrazione che la rappresentazione (presimbolica) è
presente fin dalla nascita.
Il bambino riesce a rilevare le corrispondenze tra le proprie azioni e quelle del modello grazie al meccanismo della
corrispondenza trasmodale: il bambino abbina ciò che vede a ciò che sente propriocettivamente sul suo volto.
Individuando queste corrispondenze riesce a realizzare il passaggio tra stimoli ambientali e i propri stati interiori.
Questa capacità genera nel bambino la prima sensazione "tu sei come me", che è l'origine dell'intersoggettività
presimbolica = lo stato di essere mentre si cerca intenzionalmente di corrispondere. Capire che l'altro è simile al Sé
costituisce l'origine della teoria della mente.
Nei suoi esperimenti si vede come la corrispondenza cresce gradualmente: quindi l'imitazione non è un atto riflesso
ma è intenzionale, corretta in base all'obiettivo che si persegue e mediata dalla memoria. Il bambino confronta così
un'azione motoria con una memoria interna, uno schema o una rappresentazione di ciò che ha visto. Formando
queste rappresentazioni presimboliche, il bambino codifica gli eventi visivi/spaziali/temporali delle azioni del Sé e
dell'altro in base a un codice rappresentazionale non specifico per modalità. Il partner può essere elaborato in una
modalità e risultare accessibile al Sé in un'altra: percezione e produzione sono rappresentate entro lo stesso quadro.
L'altro è accessibile al Sé attraverso corrispondenze transmodali; queste corrispondenze Sé-altro possono essere
percepite fin dalla nascita.
Poiché genitore e bambino riconoscono entrambi queste corrispondenze, elaborano un linguaggio comune e momenti
speciali di collegamento; le corrispondenze hanno un significato motivazionale proprio, in quanto questi sono
momenti di piacere per entrambi. L'intenzione del genitore di partecipare a questi scambi è selettiva, interpretativa e
creativa e costituisce un aspetto fondamentale dell'"impalcatura" (scaffolding) genitoriale. Riconoscere la
corrispondenza crea una relazionalità tra il Sé e l'altro. L'altro è accessibile direttamente al Sé attraverso la percezione
propriocettiva delle corrispondenze; Sé e altro possono essere in relazione in quanto le loro azioni possono essere
confrontate.
Inoltre, il lavoro di Meltzoff è importante in quanto la sua spiegazione dei meccanismi di corrispondenza può essere
applicata agli studi di interazione faccia a faccia. Infatti nell'interazione tutte le modalità intervengono
contemporaneamente, le informazioni sono cioè transmodali. Il meccanismo di trasferimento transmodale delle
corrispondenze di Meltzoff può contribuire a spiegare il coinvolgimento affettivo generato dalle interazioni di
corrispondenza (rispecchiamento faccia a faccia, coordinazione del ritmi vocale, ecc..).
Egli infine teorizza l'esistenza di una forma neonatale di rappresentazione presimbolica: formati rappresentazionali
rudimentali sono disponibili già dalla nascita (Vs. Piaget).
La teoria di Trevarthen sull'intersoggettività nell'infanzia: "una psicologia di menti reciprocamente sensibili".
Anche Trevarthen si interessa all'imitazione neonatale; osserva che i neonati di poche ore riescono a imitare
facilmente alcuni gesti (protrusione di labbra e lingua, sorrisi, ..). Da questi studi sostiene l'idea di una psicologia di
menti reciprocamente sensibili in cui il neonato possiede un'intelligenza operante interpersonale teoria
dell'intersoggettività innata: il bambino nasce con una capacità di usare i comportamenti del partner nell'ambito della
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negoziazione conversazionale di scopi, emozioni, esperienze e significato; ciascun partner riesca a rispecchiare
immediatamente le motivazioni e gli scopi dell'altro. Quindi, bambini e adulti stabiliscono un contatto simpatetico
immediato. Trevarthen giunge dunque alla stessa conclusione di Meltzoff (intersoggettività innata), ma sostiene l'idea
che questa sia più diadica in quanto riguarda la comunicazione tra due partner.
La sua è una teoria su come la mente umana riesca a riconoscere intuitivamente gli impulsi dell'altro. Il bambino
possiede una consapevolezza determinante delle sensazioni e degli scopi del partner, ben prima dello sviluppo del
linguaggio. Vi è un potenziale rapporto tra la propria mente e quella dell'altro immediato, non razionale, non
verbalizzato, privo di concetti e ateorico. L'intersoggettività è inizialmente preverbale, il che implica che le forme
linguistiche di intersoggettività si costruiscano sulle forme prevebali e vengano da queste influenzate (Vd. anche
Ryan): la competenza comunicativa anticipa e fonda il linguaggio.
Trevarthen inizia la sua ricerca contemporaneamente a Stern ed entrambi usano l'analisi di singoli fotogrammi. Rileva
una coordinazione temporale precisa, con una sincronizzazione entro 0,10 secondi di movimenti di labbra, testa,
mani.. questo suggerisce una ritmicità intrinseca ai fini dell'intercoordinazione nelle protoconversazioni. Il
comportamento del bambino costituisce un elemento emotivo innato basilare per l'apprendimento del linguaggio e la
cultura e per formare legami emotivi.
Meccanismi di coordinazione interpersonale:
- I bambini sono dotati fin dalla nascita di un cervello emotivo e comunicativo: la capacità di comunicare è una
caratteristica innata del cervello umano mente conversazionale intrinsecamente diadica. L'imitazione neonatale
e la protoconversazione dimostrano che il cervello umano è strutturato per integrare movimenti espressivi di volto,
mani, bocca e postura; il cervello rileva i movimenti e le espressioni corrispondenti del partner conversazionale. Già
nei primi mesi si ha un repertorio notevole di capacità percettive che consentono l'identificazione imitativa,
l'empatia emotiva e la comunicazione reciproca tipiche dell'essere umano.
- Tempo, forma e intensità sono le dimensioni fondamentali attraverso cui si esplica la coordinazione intersoggettiva,
vettori fondamentali delle informazioni relative ai cambiamenti dello stato del partner. Nei primi mesi i bambini
sono conversazionali solo se il partner fornisce loro sollecitazioni ricettive adeguate. Il comportamento espressivo
della madre si adatta alle capacità percettive multimodali del bambino.
- Il bambino è consapevole degli effetti contingenti e mostra di preferirli. Il cervello umano è specializzato per la
regolazione reciproca dell'azione congiunta, basata sugli effetti contingenti. Controllo motorio a duplice prospettiva:
ciascun partner prevede ciò che farà l'altro. I giochi preverbali necessitano di consapevolezza reciproca e di risposte
significative mentre le due parti instaurano un contatto simpatetico immediato (Vd. esperimento della
comunicazione differita). Le emozioni fungono da regolatori del contatto interpersonale e delle relazioni e non solo
da regolatori del Sé.
- Il bambino coordina percezione e azione in un'unica base temporale, un conduttore neurale che agisce attraverso
l'accoppiamento di oscillatori ritmici coordinati. Questo accoppiamento fornisce la base fisiologica che consente la
coordinazione endogena della percezione e dell'azione del tempo, guidata da input ambientali e produce gli schemi
motori e la selezione delle sequenze.
- Il meccanismo fondamentale della coordinazione intersoggettiva è la corrispondenza delle espressioni comunicative
nel tempo, nella forma e nell'intensità. Gli schemi sono sincronizzati nel tempo, imitati nella forma e regolari in
diverse intensità. Questa coordinazione degli stati interiori tra soggetti permette a ciascuno di risuonare con l'altro o
rispecchiarlo. I particolari schemi di tempo, spazio e intensità formati dalla diade orientano le azioni, preparano
ciascun partner a ricordarli e influiscono su apprendimento e memoria Protoconversazione: reciprocità di timing
ritmico.
- Teoria dei ritmi accoppiati: il timing è essenziale per la coordinazione infrapersonale e interpersonale; bambini e
adulti condividono una base temporale comune e presentano periodicità autonome simili. Questo coordinamento
del comportamento avviene grazie pacemaker accoppiati o orologi neurali. L'intercoordinazione dipende da un
ritmo comune, aiutata dall'imitazione reciproca e dalla corrispondenza/complementarietà. La sua teoria
dell'intersoggettività propone un controllo motorio intersoggettivo mediato dall'espressione ritmica e dalla
sensibilità innata del bambino nei confronti dei parametri dei movimenti dell'altro; questi parametri di movimento
sono caratteristiche transmodali della motivazione, codificate come emozioni. Essi vengono trasferiti da un soggetto
all'altro attraverso il timing, l'intensità e la configurazione spaziale. La corrispondenza tra i parametri permette ai
due soggetti di risuonare/rispecchiarsi sono le caratteristiche che rendono possibile la comunicazione empatica
madre-bambino. 10
- Rappresentazione cerebrale del Sé e dell'altro: è probabile che il processo di coordinazione dell'imitazione neonatale
vi sia grazie a un adeguamento dell'immagine di un movimento da compiere rispetto a quella di movimento
osservato. Per imitare, il bambino deve quindi possedere una rappresentazione cerebrale delle persone. Ipotizza
l'esistenza di un'immagine neurale dell'apparato espressivo che riesca a individuare il tipo di affetto dell'altro,
trasferendolo contemporaneamente al sistema motorio di chi lo percepisce (Vd. anche Meltzoff). La
rappresentazione cerebrale dell'altro è radicata in un'immagine motoria (Vd. neuroni specchio).
- Intersoggettività: - primaria: coordinazione tra Sé e altro basata su corrispondenza di forma, timing e intensità
- secondaria: comprende un oggetto e si riferisce all'intercoordinazione tra Sé, altro e oggetto. Si
sviluppa a 9-10 mesi quando si instaura il funzionamento simbolico.
Con il passaggio al gioco avviene una transizione fondamentale che combina sistematicamente gli scopi del partner e
l'oggetto. Gli oggetti acquisiscono permanenza e inizia a emergere qui la teoria della mente che comprende gli altri
ed è accompagnata da un protolinguaggio e da stili di attaccamento specifici. Come Meltzoff, anche per Trevarthen
l'intersoggettività nasce dalla nascita; però ritiene (come Stern) che l'origine di una teoria della mente sia
riconducibile al punto in cui comincia a emergere