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ADULTO:

• Adatta le sue espressioni alle espressioni, alle azioni e al ritmo scandito

dall’orientamento dello sguardo del lattante

LATTANTE: 6

• Modula il suo sguardo e la sua attenzione verso il volto della madre

− Segnalazione di prontezza e disponibilità di interazione. L’allontanamento

dello sguardo del piccolo è considerato un segnale di interruzione o

riduzione dell’intensità dello scambio comunicativo

− Regolazione degli input percettivi

− Regolazione dello stato fisiologico interno : il lattante può ridurre il suo stato

di attivazione distogliendo lo sguardo da uno stimolo che è troppo intenso,

troppo complicato, oppure troppo discrepante dagli schemi posseduti.

− Acquisizione di cognizione sociale : il volto dell’adulto è il mezzo

fondamentale attraverso cui il piccolo acquisisce conoscenza del mondo

sociale

− Strutturazione “dialogica” della comunicazione faccia-a-faccia: da una ricerca

è risultato che soltanto il 30% circa dei momenti di scambio affettivo tra

genitore e bambino sono perfettamente corrispondenti

Rispecchiamento affettivo: ripetizione enfatizzata che sottolinea, dà voce all’espressione

del lattante quasi in sincronia con quest’ultima, o nell’imitazione che include la

riproduzione di suoni vocali, toni, ritmi, espressioni facciali e movimenti del corpo del

lattante

Sintonizzazione degli affetti: comportamento che esprime la qualità di un’emozione

condivisa senza imitarne l’esatta espressione. Es. l’adulto che emette una vocalizzazione della

stessa durata e della stessa intensità dell’espressione facciale di gioia del lattante – quanto il lattante alza ed

abbassa le braccia/gambe l’adulto risponde con op-op—op-op.

COMPETENZE DEL LATTANTE NELLA COMUNICAZIONE FACCIA-A-FACCIA CON

L’ADULTO

Dopo la transizione del secondo mese le espressioni emozionali dei lattanti divengono

più complesse, animate, e meglio coordinate con gli eventi dell’ambiente circostante.

a) Attenzione concentrata: corrugamento delle sopracciglia con quiete motoria

b) Attenzione eccitata: sollevamento delle sopracciglia con eccitazione motoria

c) Sorriso attento: sollevamento degli angoli delle labbra solo parzialmente aperta

d) Espressione di cooing: sollevamento e protrusione del labbro superiore e/o

movimenti delle labbra e della lingua, con o senza emissione sonora.

Il parlare-sorridere della madre e il sorriso-espressione di cooing del lattante creano dei

pattern ciclici positivi.

A partire dal terzo mese i lattanti mostrano diversi tipi di sorriso che tendono a comunicare

differenti tipi di esperienza emozionale positiva, connessi a specifici eventi nel corso

dell’interazione.

a) Sorriso semplice: sollevamento degli angoli delle labbra – con sguardo del lattante

rivolto verso quello della madre

b) Sorriso Duchenne: sollevamento degli zigomi – soprattutto quando il lattante è

tenuto in posizione eretta ed è in grado di vedere la madre che sorride e parla

c) Sorriso di gioco: bocca particolarmente aperta e la mascella rilassata – soprattutto

in risposta a giochi di contatto tattile (es. solletico)

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A 6 mesi si sono studiati i comportamenti di autoregolazione durante l’alterazione

sperimentale della comunicazione faccia-a-faccia con la madre per mezzo della Still-face

(procedura del volto immobile: la madre assume improvvisamente un volto privo di

espressione, mantenendo lo sguardo rivolto al lattante).

a) Durante l’iniziale e ripresa dell’ interazione faccia-a-faccia: coinvolgimento

sociale: sguardo rivolto al volto della madre con espressione facciale di gioia,

vocalizzazione di affetto positivo

b) Durante il volto immobile: coinvolgimento con gli oggetti: sguardo rivolto a

oggetti, possibile espressione facciale di interesse ma non di affetto positivo

c) Protesta attiva: espressione facciale di rabbia, vocalizzazione di affetti negativo,

pianto, gesti di richiesta d’essere preso in braccio

d) Ritiro passivo: espressioni facciali di tristezza, vocalizzazioni di affetto negativo

ma non di pianto, scarsa attività motoria.

CONTINGENZA NELLA COMUNICAZIONE CON L’ADULTO

STILL-FACE: “volto immobile”  i lattanti fin dai primi mesi di vita posseggono aspettative di

reciprocità nella comunicazione faccia-a-faccia con l’adulto.

Alla madre viene chiesto di interagire con il lattante come fa di solito, per circa 3 minuti, poi le viene

chiesto di cessare improvvisamente a parlare al lattante e immobilizzare il volto in un’espressione

neutra pure continuando a guardare il volto del bambino. Dopo circa 1 minuto riprendere la

conversazione.

Avviene una riduzione dei sorrisi e dell’attenzione al volto materno. Molti piangono quando la

 madre riprende a sorridere per colpa dello stress.

Tutto dipende dalla relazione con la madre.

LIVE-REPLAY: prevede che la madre e il lattante, seduti in due piccole stanze adiacenti,

comunicano attraverso un doppio sistema di televisori a circuito chiuso che, con il supporto di

specchi unidirezionali, permette loro di vedersi reciprocamente a pieno schermo, a grandezza

naturale.

Madre e lattante vengono videoregistrati durante un minuto di comunicazione faccia-a-faccia

attraverso il doppio video, poi dopo 30 sec., al lattante viene fatta vedere la registrazione. Sente che

quelle espressioni non sono contingenti con quello che sta facendo.

Ci sono specifiche associazioni tra il comportamento della madre con quello del lattante.

 MADRI DEPRESSE : non manifestano le espressioni esagerate che le altre madri utilizzano

 per marcare le espressioni dei propri piccoli. Questi lattanti sottoposti al live-replay

vocalizzano di più con l’immagine reflessa poiché quest’ultima appare più responsiva.

Questi lattanti interagiscono maggiormente con il padre o le educatrici nel nido. Nel caso in

cui la depressione materna persista per molto mesi e i lattanti abbiano scarse opportunità di

interagire regolarmente con adulti non depressi, l’esperienza di un contesto ostile, in cui la

comunicazione e le iniziative del piccolo sono criticate, piuttosto che incoraggiate, può

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I lattanti di poco più di 2 mesi mostrano non solo la capacità di notare i cambiamenti

nell’espressività facciale e vocale del partner e imitarne alcune espressioni ma

hanno anche la primitiva consapevolezza del significato affettivo di tale espressioni.

La familiarità della persona e il grado di coinvolgimento nella cura e nell’interazione

quotidiana con il lattante giocano un ruolo determinante per il riconoscimento delle diverse

espressioni emozionali da parte del piccolo.

Hanno, inoltre, una precoce sensibilità alle caratteristiche del comportamento

comunicativo con l’adulto, e alle semplici regole della comunicazione interpersonale quali

la reciprocità e la contingenza.

PRIMO SENSO DI SE’ COME AGENTE

La prima conoscenza di sé che il lattante acquisisce emerge dalla percezione della

contingenza tra le proprie azioni e risposte del mondo esterno  “comunicazioni faccia-a-

faccia” dove il lattante può facilmente percepire le proprie azioni/espressioni

sull’interlocutore. Ciò avviene soprattutto quando le azioni delle madre rispecchiano le

azioni prodotte dal lattante attraverso imitazioni facciali, i gesti, le vocalizzazioni del

piccolo percepite come comunicative di contenuto affettivo.

Es. quando la madre prende le braccia del lattante che è in posizione semi reclinata per sollevarlo in

posizione seduta, il piccolo può spingersi nella direzione in cui lo sta tirando la madre oppure, al contrario,

tirare nella direzione opposta creando una sorta di “gioco di equilibro”.

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3-4 mesi: co-costruzione di giochi sociali faccia-a-faccia, quando il piccolo prende

l’iniziativa di proporre un suono, o in gesto, nuovo e la madre prontamente lo ripete con

entusiasmo.

Es. 2 mesi: tecnica della suzione non nutritiva: quando il lattante succhiava oltre una certa soglia di

pressione poteva udire un suono analogo o non analogo al picco di variazione. I neonati capivano questo

cambiamento prodotto dalle loro azioni.

Lo sviluppo di un primo senso di Sé come agente implica che il lattante si senta capace di

generare azioni che avranno delle conseguenza , cioè di sviluppare aspettative sulle

proprie azioni.

SITUAZIONI TRIADICHE

A soli 3-4 mesi i lattanti manifestano precoci competenze triadiche: capacità di seguire

lo sguardo del partner e capacità di triangolazione di attenzione e affetti.

Capacità di seguire la direzione dello sguardo del partner: i lattanti di soli 4

 mesi possono seguire lo sguardo di un adulto che, mentre sta interagendo con loro,

si volge verso un oggetti esterno dell’attenzione  condizione: 1) oggetto situato

entro il campo visivo del piccolo, 2) adulto ruoti chiaramente la testa

Es. l’adulto interagiva faccia-a-faccia con il lattante fino a raggiungere un elevato grado di

coinvolgimento del piccolo, poi si voltava verso una delle due marionette che aveva vicino,

continuando a parlare a quest’ultima; dopo circa 10 secondi si girava verso il lattante ri-coinvolgendo

nell’interazione; ripeteva quest’interruzione per almeno 4 volte durante i 4 minuti d’interazione. I

lattanti seguivano lo sguardo dell’adulto.

Quando il terzo polo della situazione triadica è costituito da un’altra persona,

piuttosto che da un oggetto, la capacità del lattante di seguire e monitorare

PARADIGMA dell’ESCLUSIONE:

1) Adulto interagisce con due bambini piccoli – focalizza l’attenzione su uno dei due

bambini finché l’altro non richiami la sua attenzioni

2) 2) stessa cosa fra adulti

Seguivano lo sguardo dell’adulto che parlava con loro

l’attenzione dell’interlocutore sembra apparire più precocemente.

 10

ORIGINI ATTACAMENTO NEI PATTERN di INTERAZIONE CON LA MADRE

Il lattante sa distinguere gli altri in base alla modalità con cui interagiscono con il

piccolo: particolare sensibilità con la madre.

I lattanti che hanno interiorizzato scarsa disponibilità emotiva e scarsa responsività da

parte della madre, tendono a non aspettarsi responsività neanche da un adulto estraneo.

Attaccamento insicuro-evitante: ha trascorso meno tempo dei coetanei con attenzione

focalizzata sul volto materno.

Transizione dalla comunicazione faccia-a-faccia alla comunicazione focalizzata sugli

oggetti

4-6 mese: compaiono nuove abilità motorie, percettive e cognitive che gli permettono di

interagire in modo più attivo anche con l’ambiente fisico circostante, favorendo lo

spostamento della sua attenzione dal volto uma

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
18 pagine
4 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher elisa.tn di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo e dell'apprendimento e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Verona o del prof Lavelli Manuela.