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INTERAZIONE DI FATTORI BIOLOGICI ED AMBIENTALI NELLA TRANSIZIONE DEL 2° MESE
Nello sviluppo neurologico: progressiva organizzazione corticale (corteccia cerebrale continua ad entrare in funzione)
che sostituisce i meccanismi sottocorticali dominanti fino al primo mese di vita e l'esposizione a stimoli socialmente
rilevanti (volto umano, linguaggio)
predisposizioni innate del lattante;
– disponibilità di contesti d'interazione.
–
Si assiste a una diminuzione dei ritmi endogeni a favore dell'acquisizione si controllo endogeno → organizzazione
regolata dall'interazione con l'ambiente esterno.
RADICALI CAMBIAMENTI IN DIVERSI DOMINI DELLO SVILUPPO (neurologico, fisico, motorio, affettivo,
cognitivo-sociale)
Entro le 6-8 settimane:
Incremento del tempo di veglia vigile e comparsa “veglia attiva”;
– Sviluppo del controllo posturale della testa;
– Capacità di mantenere l'attenzione visiva e di esplorare sistematicamente le caratteristiche interne del volto
– umano; differenziazione espressioni di attenzione;
Comparsa del sorriso sociale;
– Comparsa del “cooing” (tubare) e dei movimenti labiali di “prelinguaggio”.
–
Nelle culture occidentali, che usano molto la parola, dove il faccia-a-faccia è apprezzato socialmente i genitori sono
gratificati al vedere il bambino che sembra rispondere. → protoconversazioni faccia-a-faccia che implica un'alternanza
di turni.
CAMBIAMENTI NELLA REGOLAZIONE DEGLI STATI COMPORTAMENTALI E DELLA MOTRICITÀ
Entro le 6-8 settimane il lattante mostra un cambiamento nella regolazione degli stati, con un incremento significativo
nella quantità di tempo trascorso in stato di veglia vigile, che arriva a occupare il 50-60% delle 24 ore giornaliere e
tende a concentrarsi nelle ore diurne. Entro il terzo mese di vita la veglia attiva caratterizza l'80% delle ore di veglia dei
lattanti ed è contraddistinta dal fatto che il lattante si mostra capace di coordinare movimenti diretti a uno scopo
producendo anche due pattern motori contemporaneamente e di iniziare nuove azioni. Lo stato di veglia tranquilla
invece decresce considerevolmente.
Il sonno attivo si riduce a favore del sonno calmo, durante il quale scompare l'attività ritmica del cervello che lo
caratterizza prima del secondo mese.
Se prima delle 6-8 settimane gli stati REM potevano verificarsi anche durante la suzione legata all'allattamento,
l'agitazione o il sopore, ora è insolito che ciò avvenga. La durata complessiva del sonno diminuisce ma la capacità del
lattante di dorme per lunghi periodi aumenta: il sonno tende a concentrarsi nelle ore della notte e il sonno notturno,
dopo i due mesi, tende ad assumere una forma bifasica con un periodo centrale di veglia di una certa durata (> 64
minuti).
Verso le 6 settimane si verifica un picco nella durata del pianto: indica una trasformazione nella funzione comunicativa
del pianto, che ora diviene strumentale, modulato da fattori ambientali e sociali.
Verso la fine del secondo mese si realizzano cambiamenti anche nello sviluppo del controllo della postura e della
motricità: il controllo posturale della testa rappresenta una condizione ci coinvolgimento del lattante nella
comunicazione faccia-a-faccia con l'adulto ed è stato osservato entro le 9 settimane.
Verso la fine del secondo mese iniziano ad apparire anche movimenti degli arti più controllati.
SVILUPPO DELLE ABILITA' VISOMOTORIE
Nuove abilità viso-motorie emergono entro i due mesi di vita. Queste nuove abilità si possono ridurre a:
1. la capacità di mantenere l'attenzione visiva per un certo periodo di tempo;
2. la capacità di seguire uno stimolo in movimento in modo fluido attraverso movimenti oculari armonici;
3. l'accresciuta sensibilità agli stimoli collocati nel campo visivo nasale, connessa allo sviluppo dell'abilità di
esplorare le caratteristiche interne del volto umano.
Mentre i neonati ispezionano principalmente i contorni della faccia, i lattanti di 2 mesi ne esplorano con una certa cura
gli elementi interni, soffermandosi in modo rilevante sugli occhi.
Già a 4 settimane di vita i lattanti tendono a fissare gli occhi se la faccia che hanno di fronte è quella di un adulto reale.
Il lattante di 6-8 settimane può guardare direttamente gli occhi del partner e mantenere il contatto visivo. Il primitivo
controllo del proprio sguardo permette al lattante di modulare la direzione così da guardare direttamente la faccia del
partner, e di distogliere lo sguardo o monitorare il comportamento dell'interlocutore attraverso la visione periferica.
Il nuovo focus di attenzione agli elementi interni permette al lattante di raccogliere indizi percettivi relativi agli altri
umani e alle loro espressioni e di iniziare a riconoscerne le emozioni e gli stati affettivi.
COMPARSA DEL SORRISO SOCIALE
Sorriso sociale: sorriso suscitato da uno stimolo sociale quale il volto umani, entro la fine del secondo mese, rappresenta
l'indicatore più chiaro ed emozionante del passaggio dalla dominanza dei meccanismi adattivi endogeni a quella del
controllo esogeno. Non è una comparsa improvvisa .
I primissimi sorrisi esogeni sembra possano essere suscitati da leggere stimolazioni tattili e cinestetiche, da stimoli
uditivi sociali e non sociali e dalla voce umana. Entro le 5 settimane la combinazione di voce e faccia appare lo stimolo
più efficace per suscitare il sorriso dei piccoli.
All'udire una voce umana senza vedere una faccia il lattante di 6-8 settimane orienta il capo e lo sguardo per cercare la
fonte del suono e sorride soltanto dopo aver stabilito un contatto visivo con una faccia: è il semplice contatto visivo con
il volto umano a suscitare il sorriso sociale.
L'evidenza più forte della base innata del sorriso sociale viene dall'osservazione del comportamento dei lattanti ciechi
congeniti che a due mesi sorridono alla voce umana e alla stimolazione tattile.
Questo sorriso può diventare una potente espressione comunicativa che nell'interazione faccia-a-faccia con l'adulto
favorisce lo sviluppo e la condivisione di un'esperienza effettiva positiva.
COMPARSA DEL COOING E DEL PRELINGUAGGIO
Verso le 7-8 settimane di vita in molti lattanti si iniziano a osservare:
1. l'incremento, e un relativo prolungamento, dei suoni vocali emessi in stato di veglia tranquilla o attiva, cioè
non connessi a stati di pianto o agitazione;
2. la modulazione del tono dei suoni emessi;
3. la comparsa di gradevoli suoni che richiamano tonalità musicali e sembrano esprimere piacere e affetto
positivo;
La forma della bocca con cui viene emesso il cooing: bocca mediamente aperta col labbro superiore particolarmente
sollevato e proteso in avanti.
Vi sono due tipi di vocalizzazione:
1. suoni sillabici: caratterizzati da piena risonanza e modulazione di tono, si approssimano maggiormente alle
caratteristiche del linguaggio degli adulti e sono percepiti come più rilassati;
2. suoni vocalici: contraddistinti da risonanza nasale e tono basso.
Il lattante produce più suoni sillabici quando è mutualmente coinvolto in un contesto di comunicazione. La produzione
di vocalizzazioni sillabiche è associata positivamente con la comunicazione “simmetrica”: il mutuo coinvolgimento di
madre e lattante nell'interazione. Le vocalizzazioni positive sono significatamene più frequenti durante il contatto
oculare fra il lattante e il genitore, e suscitano da parte dei genitori risposte verbali/vocali.
Il nuovo coinvolgimento del lattante si osserva anche nella comparsa, verso le 6-8 settimane, di movimenti delle labbra
e della lingua prodotti in relazione sistematica ai segnali emessi dall'adulto, spesso senza emissione di suono. →
movimenti di PRELINGUAGGIO perchè sembrano esprimere una rudimentale intenzione di parlare con l'interlocutore.
Questi movimenti non appaiono connessi a particolare contenuto emozionale a eccezione della concentrazione, o dello
sforzo, a volte percepito.
GLI EFFETTI DEI CAMBIAMENTI DEL LATTANTE SUL COMPORTAMENTO DEGLI ADULTI
Le nuove risposte del lattante agiscono come un feedback positivo per l'adulto che inizia a rapportarsi al piccolo con
una maggiore tonalità affettiva e un '”intuitiva” sensibilità alle esigenze di quest'ultimo come interlocutore.
Il comportamento dell'adulto durante la comunicazione faccia-a-faccia con il lattante acquista alcune caratteristiche
particolari:
Esagerazione: l'esagerazione delle espressioni facciali di particolari aspetti del linguaggio e dei movimenti
– corporei rivolti al lattante. Un esempio è l'espressione di finta sorpresa, in cui gli occhi dell'adulto sono
spalancati, le sopracciglia sollevate, la bocca aperta ampiamente e la testa sollevata e rovesciata leggermente
all'indietro mentre l'adulto, lentamente emette un'esclamazione quale “oooooh” o “aaaaah”. → “caricartura di
una risposta di orientamento o di sorpresa”. Questa espressione si osserva quando il lattante volge lo sguardo
verso la faccia dell'adulto, segnalando la disponibilità di interesse all'interazione con quest'ultimo. In relazione
al linguaggio, l'esagerazione è riferita ai contorni prosodici: quando parla al lattante l'adulto innalza infatti il
tono della propria voce e produce escursioni tonali che sono più ampie di quando parla ad altri adulti.
Rallentamento e semplificazione: tendenza a rallentare ogni azione rivolta al lattante quale, per esempio, il
– sorridere o il muovere la testa dall'alto verso il basso in segno di approvazione. Mantenere, quindi, ogni azione
per un tempo più lungo di quello usato nella comunicazione fra adulti.
Ripetizione: ripetizione di una stessa parola o semplice frase con lo stesso contorno intonazionale e lo stesso
– ritmo diverse volte, e la ripetizione di una stessa azione o espressione facciale esagerata.
“Linguaggio diretto al lattante”: esagerazione del tono e dei contorni prosodici, emissione lenta, semplificazione e
ripetizione.
Le modificazioni del comportamento degli adulti nella comunicazione faccia-a-faccia con il lattante si possono
riassumere nell'accentuazione delle qualità affettive e temporali delle loro azioni comunicative, cioè un'enfasi che
avvicina le azioni comunicative dell'adulto alle capacità di comprensione affettiva del lattante di 2 mesi. → possono
favorire l'instaurarsi di una primitiva esperienza di contatto mentale con l'altro nel contesto della comunicazione faccia-
a-faccia.
LE ORIGINI DELL'INTERSOGGETTIVITA': Nell'esperienza di comunicazione faccia-a-faccia con l'adulto
Pattern di comunicazione: richiamo dell'attenzione del lattante; comunicazione faccia-a-faccia con il lattante