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Amsterdam, Bruxelles, Dublino, Lisbona, Milano, Oslo e Parigi e rappresenta:

• Il principale hub di quotazione in Europa, con circa 2.000 società quotate per un totale di 6

trilioni di euro di capitalizzazione;

• La sede principale per i mercati secondari in Europa, con una media giornaliera di circa 12,2

miliardi di euro di controvalore scambiato;

• Un operatore leader di infrastrutture post-negoziazione: infatti gestisce alcuni sistemi

multilaterali di negoziazione che si caratterizzano per il fatto che il sistema di post-trading è

garantito da Borsa Italiana (che fa parte del gruppo Euronext).

Il mercato di Borsa è una commodity (è un prodotto).

Borsa Italiana S.p.A. viene istituita nel 1998: nasce come Borsa pubblica; quando nel secolo scorso si

parlava di Borsa e di Borse Valori, ci si riferiva a quelle pubbliche (Borse di proprietà pubblica: ad

occuparsi di garantire il buon funzionamento del mercato, il trading, il post-trading erano additati ad

organismi pubblici). A pagare, quindi, per il funzionamento della Borsa, era l’autorità pubblica che

garantiva un mercato. C'erano organismi di controllo che garantivano il funzionamento.

Si parla di Borsa Italiana a ridosso della prima istituzione privata: prima ce n’erano circa una decina

(perchè erano fisiche e bisogna avere l’accesso fisico più velocemente possibile; inoltre, nascevano

come luogo per scambio delle merci). La Borsa Italiana diventa tale quando diventa un circuito

telematico e non è più necessaria la presenza fisica (la Borsa Italiana ha raccolto al suo interno tutte

le varie Borse presenti sul territorio italiano); non è ancora, però, una borsa privata → il cambio

avviene per opera di Borse private → borse in cui erano presenti intermediari interessati al guadagno.

Un elemento stravolgente è che le commissioni da pagare agli intermediari non erano più fisse ma

negoziabili tra le parti. In Italia gli usi di borsa prevedevano che tutte le negoziazioni avevano delle

commissioni da pagare pari al sette per mille del controvalore dell’operazione → sancisce la

concorrenza tra gli intermediari. La Borsa è privata perchè di appartenenza di azionisti.

Dal 1998 si occupa dell’organizzazione, della gestione e del funzionamento dei mercati finanziari con

l‘obiettivo di sviluppare i mercati gestiti e di massimizzare la liquidità (mediante la concentrazione), la

trasparenza, la competitività e l’efficienza dei mercati gestiti.

La Borsa Italiana deve vigilare sul corretto svolgimento delle negoziazioni e definire anche i requisiti e

le procedure di ammissione per la quotazione (accesso) e la permanenza in Borsa. La stessa cosa vale

anche per gli intermediari: per poter accedere al mercato devono disporre di una serie di requisiti che

vengono vagliati da una società di gestione e sono requisiti di permanenza (anche qui bisogna

continuamente verificare che dispongano di queste caratteristiche).

Inoltre, la Borsa si deve occupare di gestire l’informativa delle società quotate: gestire l’informativa

delle società quotate vuol dire che alcune informazioni di routine devono essere trasmesse (ci sono

delle informazioni che devono sempre essere date); le società quotate effettuano poi degli incontri

(roadshow) e la Borsa deve sollecitare e controllare la qualità e la correttezza delle informazioni →

quando una società deve condividere un’informazione price sensitive, deve farlo a Borse chiuse (non

tutti possono accedere a tale informazione). Anche un ruolo di organizzazione del funzionamento del

mercato, ma tutta una serie di compiti e responsabilità nei confronti delle società e dei terzi (coloro

che si riferiscono al mercato).

N.B. → la funzione di regolamentazione e gestione dei mercati è responsabilità della società di

gestione del mercato, mentre la funzione di vigilanza è responsabilità della Consob e della Banca

d’Italia.

I principali mercati

I mercati azionari sono i mercati più completi. La Borsa Italiana gestisce 5 mercati regolamentati, ma

anche gli MTF, ossia sistemi multilaterali di negoziazione non regolamentati (mercati di secondo

livello).

I mercati regolamentati gestiti da Borsa Italiana S.p.A. sono attualmente cinque e sono classificati in

funzione del diverso strumento oggetto di negoziazione

1. Mercato azionario Euronext Milan (EXM): scambio di titoli azionari, con all’interno il

segmento Euronext STAR (segmento titoli alti requisiti)

2. Mercato Telematico delle Obbligazioni (MOT): scambio dei titoli di Stato (retail) → importi di

negoziazioni tipici della clientela retail, mentre gli scambi di titoli di Stato per operatori

istituzionali avvengono nell’MTS (gestito da un’altra società di gestione → MTS S.p.A.); il MOT

è un mercato order driven, mentre l’MTS è un mercato quote driven;

3. Mercato degli Strumenti Derivati (IDEM): scambio degli strumenti derivati, ma gli strumenti

oggetto di negoziazione sull’IDEM sono quelli più standardizzati → futures e options (nelle loro

varie combinazioni);

4. Mercato Telematico degli ETF e degli ETC/ETN (ETF Plus): scambio di altre tipologie di

strumenti (esempio: quote di fondi chiusi, strumenti derivanti da un processo di

cartolarizzazione, ETF)

5. Mercato Telematico degli investment vehicles (Euronext MIV Milan).

Gli MTF sono dei sistemi multilaterali di negoziazioni non regolamentati (con procedimenti differenti

rispetto a quelli regolamentati) e sono:

1. Euronext Growth Milan (EGM): scambio di titoli azionari (non quotati) → mercati in cui si

fanno i prezzi per quelle società di belle speranze (che vogliono crescere e si vogliono

avvicinare al mercato azionario, ma sono ancora di modesta entità e quindi difficilmente

riescono ad entrare nell’Euronext EXM → è un mercato di acclimatamento) → da qui

“growth”;

2. Trading After Hours: risultato di quel processo di domanda (anni 2000) per l’estensione

dell’orario di negoziazione; si è creato un altro mercato per mantenere separati i due mercati:

è un mercato con un volume di scambi diverso rispetto a quello principale e quindi anche i

prezzi che si vengono a formare ha una qualità decisamente inferiore rispetto al prezzo fatto

con le stesse modalità nel mercato diurno → da qui la creazione di due mercati diversi e

separati;

3. Global Equity Market: “global” indica che su tale sistema vengono quotate anche delle società

che non sono EGM, ma negoziati in altri mercati di Euronext e quindi è un mercato dove è

possibile comprare e vendere i titoli principali di società non quotate alla Borsa Italiana, ma

quotate in altri mercati con il vantaggio (per chi opera) di avere il servizio di post trading

garantito da Borsa Italiana;

4. ExtraMot;

5. SeDex;

6. EuroTLX;

7. Euronext Access Milan.

Negli ultimi quattro si scambiano obbligazioni, strumenti derivati e altri titoli con

caratteristiche particolari.

Organizzazione generale dei mercati

Al momento tutti i mercati gestiti da Borsa Italiana sono in forma telematica → il mercato è

rappresentato da uno schermo di computer sui quali è possibile vedere come i prezzi si stanno

formando, il book di negoziazione e così via. Accede a questo collegamento di schermi che danno vita

al sistema telematico soltanto i soggetti negoziatori autorizzati (banche, società di investimento e

imprese di investimento) → l’investitore privato che intende accedere al mercato deve rivolgersi ad

un intermediario autorizzato.

Come si arriva a determinare un prezzo (mercati order driven)?

Gli ordini sono intenzioni operative che vengono trasmesse in modo sintetico per la realizzazione di

scambi. Nel gergo di parla di ordini, in realtà si definiscono PDN – Proposte di Negoziazione. L'ordine

deve trasmettere in modo efficiente (e con contenuti o nulli rischi di errore), la volontà degli

investitori.

Ogni ordine deve indicare:

• Il titolo oggetto dello scambio;

• Il quantitativo che si desidera scambiare;

• Il senso dell’ordine (acquisto o vendita);

• Eventuali altre condizioni (parametri di negoziazione o durata di validità → esempio: quanto

dura l’ordine, ma non è soltanto una durata temporale, ma anche come modalità di

negoziazione (esempio: asta a chiamata telematica)).

Negli eventuali parametri di negoziazione, si può non indicare il prezzo del proprio ordine? Con

riferimento al prezzo abbinato agli ordini, si possono avere:

• Ordini senza limite di prezzo: una volta che l’ordine viene trasmesso sul mercato, ogni prezzo

va bene per chi ha l’intenzione operativa (all’operatore sta bene ogni prezzo) → si privilegia la

velocità dell’esecuzione → esempio: 1.000 azioni ENI senza limite di prezzo in asta di apertura.

Nel caso di ordini senza limiti di prezzo, l’esecuzione dello scambio risulta essere facilitato →

at best. Quando si parla di ordine “al meglio” si intende "al meglio" per il mercato, perchè

l’ordine è privo di limite di prezzo e quindi è più facilmente eseguibile per il mercato (per il

cliente è “peggiore” in un certo senso, perchè non sta a guardare il prezzo, ma privilegia la

velocità dell’esecuzione);

• Ordini con limite di prezzo: se si trasmette un ordine di acquisto si trasmette un limite

massimo di prezzo, mentre se si trasmette un ordine di vendita si trasmette un limite minimo

di prezzo → si trasmette l’ordine ma non si conosce con certezza ex-ante se avverrà

l’esecuzione e soprattutto a che prezzo → la Borsa è un mercato order driven (guidato dagli

ordini).

Come vengono soddisfatti gli ordini? Come si fa a capire quali vengono soddisfatti prima (a parità di

prezzo)? La regola generale è che se arrivano degli ordini, bisogna conoscere il sistema telematico e le

tre regole di precedenza:

1. Sono eseguiti gli ordini senza limite di prezzo: perchè sono più facilmente eseguibili;

2. Sono poi eseguiti prima gli ordini di acquisto con il limite di prezzo più elevato e gli ordini di

vendita con il limite di prezzo più basso: sono più facilmente eseguibili tra quelli con limiti di

prezzo;

3. A parità di limite di prezzo vengono eseguiti in precedenza gli ordini che sono arrivati prima

sul mercato: si parla di priorità temporale → esempio: ordini acquisto 100.000 azioni Eni e

ordini vendita 70.000 azioni Eni (a parità di prezzo vengono soddisfatti i primi 70.000 ordini

arrivati sul mercato). Il sistema rileva quell’ordine, lo identifica e gli attribuisce l’orario di arrivo

sul merca

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
61 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/11 Economia degli intermediari finanziari

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alice.b22 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia degli intermediari finanziari e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Banfi Alberto.