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HUME

La vita. Restringendo la conoscenza umana nei limiti dell’esperienza, Locke non aveva inteso diminuire il valore; le aveva anzi riconosciuto, in quei limiti, una piena validità. Hume conduce invece l’empirismo a un esito scettico: l’esperienza non è in grado di fondare la validità della conoscenza, la quale, ricondotta entro i suoi legittimi confini, non è certa, ma soltanto probabile. - David Hume nacque il 26 aprile 1711 a Edimburgo (Scozia); - Studiò giurisprudenza, ma i suoi interessi erano rivolti alla filosofia e letteratura; - Si recò in Francia e, in questo periodo, compose la prima e fondamentale sua opera il Trattato sulla natura umana pubblicato tra il 1739-1740 e non ebbe alcun successo; - Ritornato in Inghilterra, pubblicò nel 1742 la prima parte dei Saggi morali e politici, che ebbero invece un’accoglienza favorevole; - Uscì a Londra nel 1748 la Ricerca.sull'intelletto umano, che rielaborava in forma più semplice e piana la prima parte del Trattato; - Nel 1452 pubblicò la Ricerca sui principi della morale, rielaborazione della terza parte del Trattato; - Morì a Edimburgo il 25 agosto del 1776. La scienza della natura umana. Alla base del filosofare di Hume vi è l'ambizioso progetto di costruire una scienza della natura umana sulla base sperimentale. In altri termini, intende essere una sorta di "Newton" della natura umana, in grado di offrire un'analisi sistematica delle varie dimensioni che la costituiscono: dalla ragione al sentimento, dalla morale alla politica. Del resto, Hume è persuaso che la natura umana costituisca la "capitale" del regno del sapere e che quindi una scienza che se ne occupi risulti più basilare e urgente delle altre. La sua tendenza empiristica finirà per mettere a capo una forma di scetticismo nel quale le
  • Le percezioni che penetrano con maggior forza ed evidenza nella coscienza si chiamano impressioni e sono tutte le sensazioni, passioni ed emozioni, nell'atto in cui vediamo o sentiamo, amiamo o odiamo, desideriamo o vogliamo;
  • Le immagini illanguidite di queste impressioni si chiamano idee o pensieri.
  • La differenza tra un'impressione e un'idea è, ad esempio, la stessa che intercorre tra il dolore provato per un calore eccessivo e il ricordo di questo dolore. L'idea non può mai raggiungere la vivacità e la forza dell'impressione. Ogni idea deriva dalla corrispondente impressione e non esistono idee o pensieri di cui non sisia avuta precedentemente l'impressione. Hume fa sua la negazione delle idee astratte già operata da Berkeley. Non esistono idee astratte, cioè idee che non abbiano caratteri particolari; esistono unicamente idee particolari, assunte come segni di altre idee particolari a esse simili. Per spiegare la funzione del segno, cioè la capacità di un'idea di richiamare un gruppo di idee tra loro simili, Hume ricorre a un principio di cui si servirà largamente in tutte le sue analisi: l'abitudine. Il principio di associazione. La facoltà di stabilire relazioni tra idee è detta immaginazione. Sebbene operi liberamente, non risulta completamente affidata al caso, perché anche nei sogni e nelle fantasticherie più sfrenate troviamo che viene sempre mantenuta una connessione tra le diverse idee che si succedono l'una all'altra. Questa connessione è garantita da una forza che rappresenta, per la mente, ciò che

    La forza di gravità rappresenta per la natura. Tale è cosiddetto principio di associazione delle idee, che Hume descrive come una dolce forza che comunemente s’impone, facendo che la mente venga trasportata da un’idea all’altra. Questa dolce forza opera secondo tre criteri fondamentali:

    • La somiglianza;
    • La contiguità nel tempo e nello spazio;
    • La causalità.

    Hume ritiene che l’associazione stia alla base di quelle che Locke chiama idee complesse. Tra queste idee le più importanti sono quelle di spazio, di tempo, di causa ed effetto, di sostanza.

    Principio di causalità.

    Tutti i ragionamenti che riguardano realtà o fatti si fondano sul principio di causa-effetto. La tesi fondamentale di Hume è che la relazione tra causa ed effetto non può mai essere conosciuta:

    • a priori, cioè con il puro ragionamento, ma soltanto per esistenza. Nessuno, messo di fronte a un oggetto che per lui sia nuovo,

    È in grado di scoprire le sue cause e i suoi effetti senza prima averli sperimentati;

    • A posteriori, in quanto l’esperienza ci dice che B segue A, non che B deve seguire A.
    Dettagli
    Publisher
    A.A. 2019-2020
    5 pagine
    3 download
    SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/06 Storia della filosofia

    I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher a_21 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della filosofia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Ferrara o del prof D'Alfonso Matteo Vincenzo.