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KANT
Kant nasce a inizio del XVIII secolo in Prussia, precisamente a Konigsberg, città in cui rimane per tutta la vita conducendo una vita del tutto normale e monotona e apprendendo tutto ciò che sapeva in maniera indiretta attraverso libri e studi. Nonostante ciò, Kant è considerato uno dei più grandi pensatori del mondo occidentale.
Kant è profondamente influenzato dai cambiamenti filosofici, politici e scientifici portati dall'Illuminismo, influenzato soprattutto dal metodo scientifico di Newton, dalla centralità dello Stato di Hobbes e dal primato dell'etica di Rousseau.
Newton è fondamentale in quella che lo stesso Kant definirà "Rivoluzione copernicana della conoscenza", in quanto al centro del processo conoscitivo non pone più l'oggetto ma il soggetto e le sue capacità conoscitive. Kant, infatti, afferma che tutto il processo conoscitivo ha inizio con l'esperienza ma che
Esistono delle forme a priori della conoscenza comuni a tutte le persone e attraverso cui noi siamo in grado di ordinare la realtà e l'esperienza. Attraverso la formulazione delle forme a priori della conoscenza Kant si fa fautore dell'indipendenza degli individui, ossia dell'autonomia degli individui che acquisiscono così la libertà di giudizio, elemento fondamentale nella filosofia politica del filosofo, rappresentata dal costituzionalismo repubblicano e due forme istituzionali ben definite, ossia principio di rappresentanza delle volontà generale espressa attraverso il voto e il principio di separazione dei poteri. L'ideale politico di Kant, infatti, è rappresentato dal costituzionalismo repubblicano, ossia ciò che noi moderni definiamo stato democratico. Il repubblicanesimo kantiano deriva da Rousseau e dalla sua nozione di volontà generale, espressione della volontà del popolo alla quale spetta la sovranità.
appartiene. In questo modo, secondo Kant, si garantisce la legittimità e l'universalità delle leggi,che devono essere valide per tutti i cittadini indipendentemente dai loro interessi particolari. Nella teoria politica di Rousseau e Kant, quindi, emerge l'importanza della volontà generale e della rappresentanza come fondamenti della democrazia. La volontà generale rappresenta l'interesse comune di tutti i cittadini e si esprime attraverso il potere legislativo, che deve essere separato dal potere esecutivo per evitare abusi di potere. La rappresentanza, invece, permette di filtrare gli interessi particolari e di garantire la prevalenza degli interessi generali. In conclusione, secondo Rousseau e Kant, la volontà generale e la rappresentanza sono elementi fondamentali per la costruzione di uno Stato democratico e giusto, in cui i cittadini partecipano attivamente alla vita politica e le decisioni sono prese nell'interesse di tutti.Possa dare il proprio consenso esprimendo quindi la volontà generale, come volontà di perseguimento del bene comune. In base a ciò Kant rifiuta il diritto di resistenza lockiano in quanto se la legge è prodotta in modo da rappresentare la volontà generale il popolo non può legittimamente resistere allo Stato. Attraverso questi presupposti Kant definisce lo Stato ideale in tre principi fondamentali: libertà, uguaglianza e indipendenza. L'Uguaglianza è la condizione di tutti i cittadini di fronte alla legge e uguaglianza di possibilità dei cittadini di giungere a qualsiasi livello sociale ed economico attraverso le proprie capacità, mentre per indipendenza e libertà intende la capacità di libero giudizio da esprimere attraverso il voto. Nonostante ciò, per Kant ogni forma di diritto, per quanto imperfetto, è migliore dello stato di natura derivato da Hobbes, anche se questo diritto deriva da.
Una frode, in quanto resistere al diritto dello Stato e abbatterlo, porterebbe le persone a una condizione peggiore rispetto a quella vigente. Kant, infatti, definisce giuste ogni tipo di sovranità, che sia monarchia o democrazia, a patto che viga la divisione dei poteri, considerando dispotici e ingiusti i sistemi di sovranità che non riconoscano il potere legislativo del popolo tenendo conto dell'ipotesi del consenso assoluto.
Infine, Kant non traduce l'etica formale in politica in quanto distingue un obbligo imposto dalla legge e un obbligo morale, in quanto la legge si rivolge a tutti in termini di autorità e coercizione mentre l'obbligo morale si rivolge alla coscienza individuale in termini di libertà.
Ciò vuol dire che la legge deve rivolgersi a tutti ed ha funzione negativa in quanto non deve garantire la felicità degli individui ma deve garantire la libertà e l'indipendenza dei cittadini a raggiungere la.
Felicità. L'idea di giustizia di Kant, quindi, si basa sulla definizione di diritto come complesso delle condizioni per le quali la volontà generale degli uomini può convivere secondo una legge universale della libertà. Il diritto è quindi il sistema di regole necessario a coordinare gli individui in modo da garantire a tutti un uguale spazio di libertà ed essendo gli obblighi politici diversi dagli obblighi morali i cittadini devono solo rispettare le leggi garantendo la libertà degli altri e non per forza devono essere eticamente virtuosi. Come descritto fino ad adesso questo avviene quando la legge è formulata direttamente dal popolo, che esprime la propria volontà generale intesa come perseguimento del bene comune, attraverso il filtro della rappresentanza.
Nel suo saggio "Pace perpetua" Kant si dedica anche alla formazione di un diritto internazionale che permetta una comunità pacifica tra Stati.
garantendo l'autonomia dei popoli e degli Stati e garantire una pace perpetua, ossia una pace duratura che deve essere istituita tra Stati attraverso un atto decisionale. La sua teoria si basa sul primato della morale sulla politica e sulla necessità di un diritto cosmopolita secondo cui lo Stato non può calpestare i principi etici fondamentali dell'individuo attraverso la guerra. Nella formulazione del suo diritto internazionale Kant elabora sei articoli preliminari che sono espressi in forma negativa, ossia hanno la funzione di esprimere proibizioni verso gli Stati e sono volti a ridurre le probabilità di guerra; e tre articoli definitivi espressi in forma d'indicazione prescrittiva per far si che la pace perpetua avvenga, che descrivono la necessità della forma repubblicana interna, del federalismo tra liberi Stati e della necessità del cosmopolitismo del diritto internazionale.
MILL
Mill nasce a Londra agli inizi del XIX secolo ed è
considerato uno dei più importanti filosofi ed economisti britannici, ma soprattutto uno dei massimi esponenti del liberalismo, dell'utilitarismo e del partito Whig. Mill si concepì come un educatore della classe politica liberale e il suo scopo era quello di spiegare e difendere i principi filosofici, morali e politici dell'utilitarismo, ossia quelli che sarebbero riusciti a organizzare le società del futuro, ossia le società moderne. Le sue opere più rilevanti sono il saggio "On liberty" del 1859 e l'opera "Utilitarismo" del 1861. Nonostante ciò, attraverso i saggi "Bentham" e "Coleridge", saggi di critica verso il maestro e verso il padre, Mill critica aspramente la concezione dell'utilitarismo da loro sostenuta, arrivando perfino a definire Bentham un pensatore a metà. Secondo Mill, infatti, non esiste principio oltre il principio dell'utilità che sia così generale e che la morale del senso comune sia.Implicitamente utilitaristica, criticando la ristrettezza della teoria di Bentham che approva o disapprova un'azione solo attraverso un calcolo delle conseguenze, trascurando importanti motivazioni umane come la conoscenza e il senso del dovere e considerando le persone molto più riflessive di quanto siano in realtà quando compiono delle scelte.
La dottrina di Mill è quindi utilitarista, ma supera i suoi maestri e predecessori, ed è descritta nel saggio Utilitarismo del 1861 e si basa sui quattro interessi permanenti degli esseri umani, che considera esseri progressivi, ossia perfettibili:
- Miglioramento progressivo della civiltà umana fino al raggiungimento della condizione di piena uguaglianza dove regnano eguale giustizia e libertà per tutti, ossia che l'interesse nel migliorare la società è un interesse comune per raggiungere il benessere
- Libertà di coscienza, di sentimento, di pensiero e d'opinione,
necessarie per scoprirela verità su un qualsiasi argomento
3- Libertà d'associazione che secondo Mill rende effettiva l'individualità. Per Mill, infatti, l'individualità è composta dall'ideale dello sviluppo autonomo edell'autogoverno, ossia dell'autodisciplina che ci permette di rispettare i diritti di giustizia degli altri. Secondo Mill, infatti, gli uomini hanno un desiderio naturale a unirsi e ad associarsi per cooperare verso fini condivisi, dimostrando anche il sentimento di dovere e obbligo morale di ogni individuo.
4- I diritti fondamentali alla giustizia eguale, ossia l'interesse che la società garantisca diritti eguali di giustizia e libertà per far si che sia possibile associarsi, condizione data dal desiderio innato di vivere in unione con gli altri.
Per soddisfare queste caratteristiche per Mill, una volta che si è deciso di applicare le sue teorie, devono essere predisposte delle
istituzioni giuste e libere ed educare le capacità delle persone in modo di garantire le condizioni ideali per far operare il criterio della preferenza decisa, ossia il criterio secondo cui un piacere è più elevato di un altro. Questo avviene quando la persona che fa il paragone tra due piaceri li conosce entrambi, la preferenza è indipendente da ogni obbligo morale, non si rinuncerebbe a quel piacere per nessuna quantità dell'altro e chi compie la scelta è capace di auto-critica. È attraverso il criterio di preferenza decisa che, secondo Mill, viene massimizzata l'utilità e a sostegno di questa tesi interviene anche il principio di dignità, ossia al principio secondo cui noi riconosciamo degli stili di vita come più dignitosi rispetto ad altri e quelli più elevati sono quelli legati alle facoltà dell'intelletto, stili di vita che gli umani considerano come possibilità di vita e non sono
degradanti. Fondamentale tra i principi è il principio di libertà discusso nel suo saggio On liberty del 1859. Il principio di libertà per Mill è subordinato al p