vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Carlino, Donato e la cugina rientrarono al castello dopo gli incontri nel bosco. Naturalmente tutto
ciò provocò grande preoccupazione nel castello. La contessa si prodigava affinché venissero
sbarrate porte e finestre,mentre monsignor Orlando assisteva fra gli sbadigli a tanto trambusto.
La milizia incaricata per la difesa del castello,al comando del suo capitano,attraversato il ponte
levatoio si recò in paese aspettando Spaccafumo,non arrivò,ma si presento al contrario
Gaetano accompagnato dai suoi uomini. Tra Gaetano e il capitano nacque una discussione su
chi dovesse vendicare l’offesa fatta da Spaccafumo al conte di Venchieredo. La contessa quella
sera era molto preoccupata;l’antipatia tra Spaccafumo e il conte di Venchieredo sembrava
provocare scompiglio in tutto il territorio di Fratta. Per fortuna Lucilio e Partistagno si trattennero
a lungo nel castello riuscendo addirittura a far tornare il buon umore alla contessa. Il signore di
Venchieredo si presentò al castello il giorno seguente,e chiese dove si trovasse l’abitazione del
cappellano. Quando i due si incontrarono il signore di Venchieredo minacciò il cappellano
perché aveva ospitato Spaccafumo non solo,gli suggerì anche di cambiare aria. Il sacerdote si
preoccupò in quanto era nato e vissuto nel castello e dunque li avrebbe desiderato trascorrere
gli ultimi giorni della sua vita. Si lamentò per questo con Giustina. Tutti erano indignati per
l’arroganza del nobile,anche il conte si dispiaceva e anzi temeva l’esasperazione degli animi.
Gaetano,che conosceva bene Venchieredo,una sera mentre era in compagnia e aveva bevuto
più del solito raccontò che il nobile aveva procurato dei danni alla Serenissima. A questo punto
Fulgenzio sporse denuncia nei confronti del signore di Venchieredo presso il capitano di
giustizia. E quando la curia stava incominciando a preparare le pratiche per allontanare il
cappellano,la cancelleria di Fratta ricevette l’ordine non solo di non continuare in questa
direzione ma,al contrario,di istituire il processo a carico del nobile di Venchieredo. Quest’ultimo
si recò immediatamente dal conte Fratta appena venne a conoscenza dell’episodio per
proporgli un’amichevole soluzione, offrendo poi a mastro Germano un po’ di denaro per
chiudere la questione. Il conte era sul punto di accettare questa proposta,ma l’arrivo di
Fulgenzio interruppe la trattativa. Il capo delle milizie infatti portava con se una lettera dove era
scritto di arrestare il nobile. Costui andò via e in un primo momento fu assalito dalla paura. In
seguito invece,riprese a praticare le sue furberie confidando nelle potenti amicizie. E anziché
fuggire oltre i confini della Serenissima meditò di vendicarsi.
Il paese in seguito fu invaso dagli sbirri assoldati da Venchieredo,a questi si aggiungevano un
gruppo di contrabbandieri e di miliziani che scorrazavano creando scompiglio.
Questa invasione fece preoccupare gli abitanti del castello,il signor conte infatti dopo aver
riunito il cancelliere,monsignor Orlando,Fulgenzio e capitan Sandracca,decise di sollevare il
ponte levatoio. Tutti erano convinti infatti che non si sarebbe ristabilita la calma con tanta
facilità. Qualcuno, per esempio il monsignor Orlando,era preoccupato per le scorte di cibo,ma il
conte lo rassicurò.
Dopo aver sbarrato porte e balconate,tutti si riunirono a recitare il rosario con grande devozione.
Verso sera ci si accorse che mancava la contessina Clara e mentre il conte e la contessa si
rimproveravano a vicenda sulla scarsa cura nei riguardi dei figli,Pisana si offrì di andare alla
ricerca della sorella,ma nessuno considerò la sua richiesta,mentre tutti accolsero con
entusiasmo la proposta di Carlino che si era reso disponibile ad uscire dal castello per ritrovare
Clara. Carlino studia anche un piano,pensa infatti di raccontare di essersi smarrito.
Clara non avendo incontrato la madre alla fine della passeggiata si trattenne con Lucilio a
godersi il tramonto. Quando i due si accorsero dei miliziani di Venchieredo si diressero verso i
mulini. Mentre Lucilio assaporava questi momenti in compagnia di Clara quest’ultima era invece
ansiosa al pensiero che la nonna fosse preoccupata per la sua assenza. Al mulino incontrarono
la mugnaia che ospitò la ragazza offrendole cibo e un letto pulito. Lucilio, dopo aver dichiarato a
Clara il suo amore,si diresse verso Fratta. Fu a questo punto che Carlino riconobbe Lucilio il
quale chiamandolo si fece riconoscere. Carlino raccontò a Lucilio tutto ciò che era accaduto al
castello e il giovane innamorato spiegò che la contessina era al sicuro. Rimaneva da
organizzare la difesa del castello e,naturalmente,con grande soddisfazione di tutti offrì la sua
collaborazione. Furono controllati i fossati,le porte,le finestre e fu anche dato l’ordine di sparare
a chiunque avesse tentato di attraversare il fossato. Lucilio nascose alla contessa l’assenza di
Clara e fece firmare al conte una lettera indirizzata al suo capitano di Portogruaro, sostenendo
che l’avrebbe consegnata personalmente. Ma l’assenza del giovane creò una certa
preoccupazione e allora per risolvere il problema l’incarico di consegnare la lettera fu affidato a
Carlino. Egli dopo aver ricevuto le solite raccomandazioni,attraversò il fossato e si diresse verso
il mulino. Qui dopo aver consegnato la lettera al figlio della mugnaia perché la recapitasse a
Portogruaro e dopo aver rassicurato Clara fece ritorno al castello. Tuttavia nonostante la felicità
per il rientro di Clara,la confusione al castelo non era ancora cessata. Per fortuna Partistagno
dopo aver ricevuto la lettera giunse con i suoi uomini al castello e in poco tempo lo liberò
dall’assedio. Una sera si presentarono con l’inganno due loschi figuri,fingendo di essere dei
frati,chiesero ospitalità per la notte e naturalmente furono assecondati. Venne assegnata loro la
camera vicino a quella di Carlino il quale,dopo averli visti maneggiare delle armi,decise di
spiarli. I due erano dei ladri che si erano introdotti nel castello con l’intento di rubare dall’archivio
alcuni documenti. Proprio per l’intervento di Carlino furono arrestati e con loro subì la stessa
sorte anche Venchieredo.
Il giovane Carlino ormai dodicenne fu avviato alla professione curiale e fece anche lo scrivano
per il cancelliere. Dopo aver tolto di mezzo Gaetano,Doretta e Leopardo poterono finalmente
sposarsi.
In questo periodo in tutta Italia si stavano diffondendo nuovi ideali di libertà ed uguaglianza in
seguito alla rivoluzione francese,in particolare negli anni 1786,1787 e 1788. A Venezia,dopo la
morte del doge Paolo Reneir avvenuta il 17 febbraio 1788,al nuovo eletto Lodovico Manin
furono richieste proprio sulla scia della rivoluzione francese alcune riforme. Ci fu un periodo di
inutili dispute che determinarono una grande instabilità. Per questo motivo il nobile Almorò
Frumier decise di trasferirsi in una bellissima villa che possedeva nei pressi di Portogruaro. Tutti
i personaggi più illustri del paese si recarono a far loro visita e tra questi c’era anche il conte
Fratta. Da molto tempo Venezia era il centro non solo commerciale ma anche culturale, le
signore amavano i salotti,seguivano la moda e parlavano veneziano. Anche la nobildonna
Frumier, non era da meno,lei amava moltissimo la moda e si divertiva se qualcuno copiava il
suo stile e i suoi modi di fare. Con il marito condivideva il suo amore per le conversazioni colte e
filosofiche, entrambi si erano ambientati piuttosto bene a Portogruaro. Frequentavano infatti
diverse persone tra i quali il dottor Giulio Del Ponte,l’abate Marco Chierici e altri nobili. La vita
per gli abitanti era tornata alla normalità, erano quasi riusciti a dimenticare l’assedio di
Venchieredo,l’unica novità era rappresentata dalla visita settimanale alla villa dei signori
Frumier. A questi incontri erano presenti generalmente Carlino, Lucilio e Giulio Del Ponte,lo
scopo era naturalmente quello di far conoscere le ragazze alla società. Durante queste visite
Carlino osservò che la cugina Pisana si era innamorata di Lucilio. Lei infatti curava in modo
particolare il suo abbigliamento in occasione delle sue visite settimanali. Carlino fu assalito da
una grande gelosia e entrato in una profonda crisi,cominciò a digiunare, tuttavia decise in
seguito di dedicarsi completamente allo studio. Si appassionò infatti ai testi di Cicerone,Virgilio
ed Orazio;traduceva e commentava i loro scritti al punto che la sua passione diventò così
intensa che a quindici anni fu deciso che si scrivesse all’università di Padova. Con il passare
degli anni Pisana diventava sempre più bella. Non era molto alta,ma le sue forme erano
armoniose,portava i capelli lunghi e sciolti sulle spalle;aveva il volto morbido e rotondo e i denti
bianchissimi.
La cugina Pisana rimase impressionata anche da un altro giovane, questi era Raimondo di
Venchieredo. Egli era dunque figlio del traditore della Serenissima e fu affidato appena uscito
dal collegio a padre Pendola;costui era un misterioso abate,si diceva di lui infatti che fosse una
spia degli inquisitori di stato. Per Carlino i tormenti non finivano mai infatti,egli era geloso anche
di Raimondo di Venchieredo.
Nel frattempo la contessa si preoccupava di trovare uno sposo per sua figlia Clara. Molti la
corteggiavano,Partistagno ma,soprattutto,Raimondo di Venchieredo. Il matrimonio tra i due
sarebbe stata un ottima occasione, perché avrebbe potuto eliminare definitivamente i contrasti
tra le due famiglie e allo stesso tempo,risollevare le finanze del castello di Fratta. La contessa
chiese aiuto a padre Pendola affinché convincesse la ragazza a sposare Raimondo. Ma questo
sforzo non ebbe successo in quanto la giovane oppose un netto rifiuto. A questo punto si chiese
l’aiuto al senatore Frumier affinché convincesse Partistagno a chiedere la mano della ragazza.
Al castello di Fratta un giorno si presentarono due cavalieri,Partistagno e lo zio barone di
Cormons,furono ricevuti nella gran sala e qui aspettarono l’arrivo di Clara. Quest’ultima fece la
sua comparsa bianca in volto e, appena rifiutò la proposta di matrimonio,svenne. Dopo qualche
giorno giunse una lettera a Partistagno,in questa missiva c’era scritto che la contessina Clara
aveva deciso di prendere i voti. Nel frattempo Lucilio,convinto che l’amore di Clara verso di lui
non venisse meno,si era trasferito a Venezia,dopo essersi laureato in medicina a Padova Il
signor Frumier aveva ordinato che fossero controllati i movimenti del giovane ma,la risposta che
ottenne fu quella di scoprire che Lucilio era protetto dalla Legazione francese. La contessa di
Fratta e Clara si trovavano a Venezia,qui ricevevano il denaro dal conte,anche se non era mai
sufficiente per loro. Anche Carlino dopo aver terminato gli studi di ret