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IL DOLCE STIL NOVO

Nel canto XXIV del Purgatorio, Dante parla con Bonagiunta definendo lo Stil Novo (nuova poetica letteraria che si affermò a Firenze nel periodo 1280-1310). Due canti dopo, nel XXVI, Dante incontrerà Guinizzelli e lo chiamerà "padre mio" così riconoscendogli il ruolo di iniziatore della nuova poetica, caratterizzata da "rime d'amor dolci e leggiadre". In questi giudizi Dante non è affatto disinteressato. Egli intendeva fondare l'autorità della nuova scuola fiorentina. Coerentemente con questo progetto culturale, egli vede il Dolce Stil Novo come il culmine di un processo iniziato dai Siciliani, ma allo stesso tempo insiste sulla rottura rappresentata dalla nuova poetica, in modo da valorizzarne l'originalità e la novità, e cioè quegli elementi che potevano differenziarli dai Siciliani e dai Siculo-toscani. Analizziamo innanzi tutto il significato di

questadicitura:“Dolce” sta a significare l’espressione, la forma poetica di questa scuola, una forma che rifugge• dai suoni duri e aspri. Vi è la presenza di rime puramente piane, il lessico è quindi limitato. L’esitoè una poesia molto musicale, dal suono dolce;

“Stil” si riferisce alla scrittura;• “Novo” si riferisce ai contenuti. La novità consiste nell’insistere tra amore e cuore gentile, nobiltà• d’animo e non di sangue. Altra novità risiede nella donna, che non solo ha effetti miracolosi, maingentilisce e migliora chi la ama. E’ in grado di procurare la salvezza ultraterrena a chi lacontempla. La grande novità risiede nel fatto che l‘amore non è più una vicenda sentimentale: lavicenda tra uomo e donna diviene inesistente, impalpabile, l’amore è una condizione del solo7personaggio maschile, un’esperienza intellettiva.

Ciò che interessa agli stilnovisti è l'effetto dell'amore sull'uomo, sull'amante (sul pensiero e sull'interiorità). È una poesia che si concentra tutta sul soggetto. Ne consegue un rinnovamento dal punto di vista stilistico perché, rispetto alla tradizione, lo Stilnovo, come dice Contini, riduce il repertorio di immagini, di figure retoriche che servivano per descrivere l'amore (es. le figure dei bestiari, dei lapidari) e per descrivere la donna, oggetto d'amore.

La novità del Dolce Stil Novo è sia tematica che stilistica. Rispetto alla poesia toscana, la poesia stilnovista è una poesia più elevata stilisticamente, poiché molto più elaborata e letteraria. Si concentra sull'interiorità e parla solo e soltanto d'amore: Dante e Cavalcanti escludono ogni altro argomento, si richiamano alla tradizione siciliana ed eliminano gli argomenti non amorosi e,

poeta suo amico), ma poi diventati rivali in amore. Il tema principale dello Stil Novo è l’amore, inteso come un sentimento profondo e tormentato. Gli amanti si trovano spesso in una situazione di sofferenza e desiderio, in cui l’amore diventa una sorta di malattia. La donna amata è spesso descritta come un essere divino, che incarna la bellezza e la perfezione. Gli amanti si dedicano a lei con devozione e adorazione, cercando di conquistarla con la loro poesia. La poesia dello Stil Novo è caratterizzata da un linguaggio raffinato e complesso, che utilizza figure retoriche come l’analogia e la metafora per esprimere i sentimenti degli amanti.

Il tuo primo amico). E' poi caratterizzato da figure minori come Lapo Gianni, Dino Frescobaldi o Gianni Alfani. Con lo stilnovismo non si può parlare di scuola come per i siciliani: il gruppo qui è piccolo e non c'è quella compattezza espressiva tipica della scuola siciliana. Gli stilnovisti si considerano una cerchia eletta che trova nella propria superiorità culturale e nella propria raffinatezza spirituale le ragioni di un prestigio sociale non più dipendente dalla nobiltà di sangue, ma solo dalla nobiltà d'animo.

Guido Cavalcanti (Firenze, 1258 circa - 1300)

  • Cavalcanti è una figura molto affascinante, fiorivano su di lui già al tempo una serie di aneddoti: in Boccaccio appare come un uomo molto colto, dedito alle sue meditazioni ma anche scontroso, dal carattere difficile e ricco di collere. Famosa a Firenze è la sua rivalità con Corso Donati (capo dei guelfi neri). La casata dei Cavalcanti era
tra le più potenti e nobili di Firenze, schierata con i guelfibianchi e con la famiglia dei Cerchi. Per i temi del suo canzoniere e la loro organizzazione, Cavalcanti si rifà a Guinizzelli. Tema unico della poesia di Cavalcanti è l'amore, vissuta ancora come opportunità insostituibile di nobilitazione, ma soprattutto come devastante esperienza tragica. L'esperienza dell'amore non può essere sottoposta al controllo razionale; può essere, al massimo, oggetto di conoscenza. Tanto la disgregazione dell'io quanto la contraddizione tra l'irrazionalità emotiva e la razionalità che indaga su di essa si manifestano nella "teatralizzazione" che domina numerosi dei suoi testi. Ne risultano inevitabilmente trasformati i temi del saluto e della lode: l'incontro con l'amata sembra portare distruzione più che salvezza. Dante e Cavalcanti sono inizialmente concordi nella poetica, ma ad un certo

punto si consuma tradi loro una rottura insanabile: Dante inizia ad intendere l'amore come amore che purifica, chetende al divino, ma Cavalcanti non lo segue su questa strada. Oggi giorno si pensa che, dopo che Dante ha scritto la Vita nova, Cavalcanti abbia scritto Donna me prega (dove espone la sua concezione dell'amore) come risposta.

- Dante -> amore come forza purificante; donna come creatura eccezionale voluta da Dio, mandata in terra per mostrare la via della salvezza;

- Cavalcanti -> amore come esperienza intellettiva ma anche come esperienza che deriva dalla passionalità, che ha una radice irrazionale, e che quindi collide con la razionalità dell'uomo.

Spesso in Cavalcanti si parla di morte, con un lessico doloroso orientato all'espressione della sofferenza d'amore, descritto come la morte stessa. I due hanno dunque un momento di profondo disaccordo. Dante condanna Cavalcanti nella Commedia collocandolo tra gli eresiarchi.

Del VICerchio dell'Inferno: siamo nel girone degli epicurei e degli eretici, dove le anime sono rinchiuse dentro arche arroventate, infuocate. Gli epicurei credevano che l'anima morisse insieme al corpo.

Guido non ha creduto all'immortalità dell'anima, egli era probabilmente averroista (corrente che dava una interpretazione di Aristotele per cui l'anima individuale non era immortale).

Cino da Pistoia (Pistoia, 1270 - 1337)

  • Un posto a sé merita Cino da Pistoia, fra i più giovani del gruppo, che restò fedele alla nuova poetica e soprattutto alla lezione di Dante anche dopo il tramonto del Dolce Stil Novo, cosicché la sua poesia rappresenta una mediazione necessaria, un tramite obbligato nel passaggio dall'esperienza lirica dantesca a quella di Petrarca. Egli è entrato in dialogo poetico sia con Boccaccio che con Petrarca.
  • Riduce il ventaglio lessicale e i motivi amorosi a una serie fissa di formule: in un certo

senso, potrebbe essere definito il primo manierista della letteratura italiana.

7. DANTE ALIGHIERI

Dante è il massimo poeta della civiltà comunale. In questo senso la figura di Dante appare radicata nella sua epoca più di qualsiasi altra della nostra storia letteraria. È il padre della lingua e della letteratura italiana.

Dante nasce nel 1265 a Firenze. La famiglia apparteneva alla piccola nobiltà cittadina, di recente formazione. Il padre, Alagherio, aveva incrementato la scarsa ricchezza famigliare con attività mercantili e finanziarie. La madre morì molto presto. Nel 1277, Dante è promesso in sposo a Gemma Donati; il matrimonio verrà celebrato forse nel 1285. Gli anni della giovinezza sono segnati da una formazione culturale ampia e varia, tanto filosofica e teologica quanto letteraria, sia nello studio dei classici che nella frequentazione degli ambienti più aggiornati. Di particolare importanza il rapporto con gli

Esponenti del Dolce stil novo, e soprattutto con Guido Cavalcanti, amico intimo di Dante. Da quel che egli scrive, l'incontro con Beatrice avviene molto presto, nel 1274. Questa non è una informazione attendibile perché scritta nella Vita Nova, in cui tutto si basa sul numero 9. Un secondo incontro sarebbe infatti avvenuto esattamente nove anni dopo. A tale avvenimento Dante fa risalire l'esordio della propria poesia, mentre alla riflessione provocata dall'amore si collega l'elaborazione di una nuova poetica strettamente connessa alla rivoluzione stilnovistica. Beatrice muore nel 1290. Dopo tale data, Dante abbandona gli studi teologici e c'è una interruzione della fase creativa secondo la poetica stilnovistica. Questo momento sembra apparentemente superato negli anni della sistemazione della Vita Nova, tra il 1292 e il 1293. Contemporaneamente alla ripresa degli studi, intorno al 1295, Dante si avvicina all'attività politica. Tale

scelta è stata preceduta da alcuni impegni militari. Ha combattuto in prima persona nelle grandi battaglie, in particolare a Campaldino. La scena politica fiorentina era dominata dal riacutizzarsi dello scontro tra Bianchi e Neri, due diversi schieramenti del partito guelfo. Dante era un difensore dell'autonomia del Comune e sostenne pertanto lo schieramento dei Bianchi. Si trovò quindi in conflitto con il papa Bonifacio VIII, che per affermare la propria egemonia in Toscana cercava di favorire i Neri. Nell'anno in cui Dante divenne priore (1300) questo scontro raggiunse la sua massima intensità. Egli sancì la condanna dei più radicali fra le due parti (fra cui Guido Cavalcanti). Nel 1301 Dante va a Roma in ambasceria per sondare le reali intenzioni del papa. Nel frattempo le truppe di Carlo di Valois, alleate del papa, entravano con la forza a Firenze e deponevano il governo in carica. Dante viene accusato di corruzione (baratteria), accusa che sipoeta durante il suo esilio sono ben documentati. Dante si sposta da una città all'altra, cercando ospitalità presso vari signori e nobili. Durante questo periodo, scrive la sua opera più famosa, la Divina Commedia. Questo capolavoro letterario è diviso in tre parti: Inferno, Purgatorio e Paradiso. In esso, Dante descrive il suo viaggio attraverso l'aldilà, guidato dal poeta latino Virgilio e successivamente da Beatrice, la sua amata. La Divina Commedia è considerata una delle opere più importanti della letteratura mondiale e ha influenzato numerosi scrittori e artisti nel corso dei secoli.
Dettagli
A.A. 2016-2017
41 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

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