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ESEMPI DI VIRUS CHE PENETRANO ATTRAVERSO LE MUCOSE
1) virus che penetrano attraverso le vie respiratorie (orthomyxovirus,
paramyxovirus, virus della varicella)
2) penetrazione attraverso il canale alimentare
3) penetrazione attraverso la congiuntiva (occhio)
4) penetrazione attraverso la via genitale
ALTRE MODALITA’ DI TRASMISSIONE DELL’INFEZIONE
1) questo accade soprattutto nei trapianti di rene e di midollo osseo: in questo
caso i virus maggiormente coinvolti sono il cytomegalovirus e il virus
dell’epstein-Barr (due virus che appartengono alla famiglia dell’herpesviridae).
2) i virus possono essere trasmessi anche mediante trasfusione di sangue, e dei
propri emoderivati
3) virus trasmessi verticalmente: dalla madre al feto
TIPI DI INFEZIONI CHE Può CAUSARE UN VIRUS
il virus può generare invezioni localizzate, cioè che il virus entra si replica nel sito
di entrata e rimane a livello del sito di entrata o all’organo interessato. Altri virus
invece possono invadere il torrente circolatorio e quindi replicarsi in altri siti, che
sono diversi dal sito di entrata, e vanno ad invadere l’organo bersaglio: in questo
caso si tratta di infezioni sistemiche. Un esempio di infezione sistemica è
l’infezione della varicella: il virus penetra attraverso le vie respiratorie, entra nel
tratto respiratorio dove si replicherà, dopo di che invade la via linfatica, arriva al
fegato, alla milza, a tutto il sistema reticoendoteliale dove si replica nuovamente,
dopo di che dà luogo alla viremia: invade il torrente circolatorio e arriva fino alla
cute dove avviene la classica manifestazione sintomatica, inoltre il virus
attraverso il sangue arriva alle superficie mucose per essere ritrasmesso e inoltre
attraverso la cute può andare a istaurare una latenza nei gangli dorsali. altro
esempio di infezione sistemica è l’infezione della rabbia: invece di invadere il
sistema ematico va ad invadere l’encefalo.
ELIMINAZIONE DEI VIRUS ALL’ESTERNO
1) possono essere eliminati attraverso via respiratoria
2) apparato digerente
3) urina, secrezioni genitali, lacrime, latte
4) più vie contemporaneamente
INFEZIONI VIRALI A TRASMISSIONE VERTICALE
quando una donna è in gravidanza questi virus possono andare ad infettare il
virus:
1) virus della rosolia
2) cytomegalovirus
3) parvovirus B19
questi virus sono caratterizzati da una viremia (cioè virus presente nel sangue), si
replicano nel sangue e possono attraversare la barriera placentare (infezioni
PRENATALI). Ci sono virus come HIV, epatite B e epatite C che danno anch’essi
una viremia ma non sono in grado di replicarsi molto bene nella placenta, in
questo caso si dice che è un’infezione PERINATALE. Altri virus possono essere
trasmessi verticalmente in maniera perinatale, quando il bambino passa per il
canale del parto: herpes genitale o papillomavirus questo perchè il bambino
viene in contatto con le secrezioni infette.
Possiamo avere delle infezioni acute, caratterizzate da una brevità nella severità
clinica della manifestazione e spesso il virus che causa queste infezioni acute è
difficile da rilevare perchè si sviluppano in un arco di tempo troppo breve. Poi
abbiamo le infezioni ricorrenti: può passare del tempo e l’infezione si
rimanifesta, queste infezioni ricorrenti sono tipiche da infezione da Herpes
simplex: abbiamo la manifestazione clinica, vescicole a livello labiale, il virus è
presente e può essere rilevato, è un periodo infettivo, successivamente il virus va
nel trigemino, si nasconde e il virus non è più rilevabile e lo stato di infettività si
blocca, darà luogo a manifestazioni cliniche in caso di abbassamento del sistema
immunitario. Poi abbiamo una serie di infezioni croniche, le + importanti sono
l’epatite C e B , L’HIV, la cui caratteristica è che si ha sempre un livello, anche se
basso, di una certa replicazione del virus, e la manifestazione clinica può essere
presente o non presente finchè non c’è un picco di severità. Poi ci sono quelle
infezioni estremamente lente, tra cui rientra l’HIV, periodo di latenza lunghissimo
anche 10-20 anni. Una caratteristica delle infezioni croniche e lente è la capacità
dei virus di variare: la variabilità del virus, infatti queste infezioni sono
generalmente causate da virus a RNA, quindi virus che hanno RNA polimerasi
RNA dipendente che è priva dell’attività di riparo e quindi accumulano tantissime
mutazioni che gli permettono di sfuggire le difese immunitarie e sia di acquisire
nel tempo una sorta di adattatività con l’individuo.
MECCANISMI DI DIFESA DELL’OSPITE
La malattina dipende non solo dal danno provocato dal virus, ma anche da una
serie di fattori dell’ospite difese immunitarie: spesso quello che noi mettiamo
in atto per difenderci può provocare dei danni.
Questi meccanismi, che poi rientrano nel discorso della patogenesi virale, perchè
la patogenesi virale è la risultante di una serie di fattori legati al virus e fattori
legati all’ospite. i meccanismi difensivi possono essere distinti in:
1) meccanismi non specifici: distinti a loro volta in meccanismi preesistenti e
meccanismi indotti da un’infezione virale (immunità innata)
2) meccanismi specifici (immunità adattativa: immunità umorale e cellulo-
mediata)
1) meccanismi non specifici
meccanismi aspecifici presistenti all’infezione:
cute: rappresenta un meccanismo di difesa all’infezione se non è presente
un’abrasione, il virus non può penetrare attraverso la cute
mucose: le mucose possono essere infettate dai virus, ma hanno una serie di
sistemi presistenti che imediscono l’attecchimento del virus (muco, pH, proteasi)
endoteli: barriera ematoencefalica, barriera ematopolmonare, placentare
fagocitosi: a livello delle mucose e siti di infezione, ci sono cellule fagocitiche che
inglobano e distruggono il virus; è presistente all’infezione, alcune cellule come i
neutrofili e i macrofagi sono in grado di fagocitare i virus e distruggerli, questo
avviene in caso di infezini sostenute dall’influenza e dall’herpes; però i virus
possono evadere questi meccasismi attraverso varie modalità: possono ad
esempio essere inglobati ma stabilire all’interno di queste cellule delle infezioni
persistenti, ossia non vengono distrutti dai macrofagi, e quisto accade in infezioni
da cytomegalovirus, che è in grado di causare infezioni latenti a livello dei
monociti. altri virus come l’HIV, può infezzare i macrofagi e replicarsi. Il ruolo
delle cellule deputate alla fagocitosi è quello di, non solo distruggere e inglobare
il virus, ma anche quello di produrre una serie di citochine (mediatori solubili
dell’immunità di natura proteica che sono in grado di stimolare la risposta
immunitaria sia innata che adattativa) che intervengono in tutte le fasi della
risposta immunitaria.
meccanismi indotti dall’infezione
febbre: il virus è un parassita endocellulare obbligato e quindi risente
dell’aumento di temperatura, un innalzamento febbrile impedisce al virus di
replicarsi
infiammazine e produzione di interferone
tutti questi meccanismi sono aspecifici, e la loro funzionalità è quella di agire su
qualsiasi tipo di virus e modificano l’ambiente per fa si che il virus non si replica.
1) febbre: questo innalzamento della temperatura viene indotto dal rilascio di
pirogine, citochine, da parte delle cellule infette: le cellule infette rilasciano
citochine (interferon, interleuchina I, 7, TNF).
2) infiammazinoe: porta a una diminuzione dell’ossigeno, aumento della CO2,
aumento della temperatura e abbassamento del pH, tutti fattori che in
qualche modo modificano l’ambiente cellulare per impedire la replicazinoe
del virus
3) ruolo fondamentale è giocato dall’interferon: l’interferon è prodotto dalle
cellule in seguito a infezione virale questo viene secreto dalla cellula
nell’ambiente extracellulare per potersi legare su recettori di membrana
specifici espressi sia dalla cellula infetta che da cellule contigue (infatti
l’interferon ha un’attività autocrina e paracrina) una volta che l’interferon si
lega a questi recettori è in grado di indurre uno stato di resistenza alle
infezioni virali. La cellula dispone di alcuni recettori che riconoscono dei
motivi molecolari conservati associati ai patogeni: questi motivi conservati
sono presenti sia nei batteri,protozoi, funghi, e sono motivi molecolari
conservati che una volta riconosciuti, attivano delle segnalazioni intracellulari
che portano alla sintesi di interferon (recottori toll-like: proteine
intermembrana, 11 tipi, che possono essere espressi o sulla membrana
plasmatica o a livello degli endosomi: questi recettori riconoscono questi
motivi conservati come il lipopolisaccaride, peptidoglicano, acidi nucleici)
quando il recettore toll-like riconosce il suo ligando specifico, attiva dei
segnali che portano alla sintesi di interferon e una serie di citochine
preinfiammatorie. I recettori toll-like maggiormente coinvolti nel
riconoscimento di un virus sono quelli espressi sugli endosomi (3,7,8,9)perchè
alcuni virus entrano attraverso cellule mediante fagocitosi, questi riconoscono
gli acidi nucleici, molecole di RNA a doppio e singolo filamento, o seguenze di
DNA. L’attivazione di questi recettori determina la strasmissione di un segnale
che porta la cellula a sintetizzare interferon. Recettori toll-like 4 e 2, che
generalmente legano lipopolissaccaridi o lipoproteine batteriche, possono
riconoscere alcune proteine di virus e portare alla trasmissione di segnali che
portano alla sintesi di interferon.
4) La cellula presenta anche recettori di molecole di RNA nel citoplasma, atti a
bloccare quei virus che non entrano per endocitosi. Sono RIG1 e MDA5 che
riconoscono molecole di RNA a doppio filamento o a singolo filamento e
attivano la produzione di interferon e la produzione di citochine
infiammatorie. Accanto a questi due recettori, la cellula presenta anche un
recettore citoplasmatico di molecole di DNA. questi recettori sono espressi in
maniera ubiquitaria su quasi tutte le cellule, mentre i recettori toll-like sono
specifici per le cellule del sistema immunitario.
CARATTERISTICHE GENERALI DELL’IFN
proteine cellulari inducibili, se non c’è un’infezione virale hanno livelli molto
bassi. Non possiedono un’attività antivirale diretta: non agiscono direttamente
su una componente di un virus, ma provocheranno un cambiamento ambientale
che rende la cellula resistente all’infezione virale, questa è una cara