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AMBIENTE ACCOGLIENTE E DISPONIBILE ESPLORATO/VISSUTO A PROPRIO FAVORE DA PARTE DEL BAMBINO/A

Uno spazio e un ambiente che deve esser abitato, vissuto, esplorato, lo devo conoscere tutto e bene, saperne i pro e i contro, perché in quell'ambiente ci sto per 5-6 giorni alla settimana (sto più nell'ambiente scuola che a casa).

Esploriamo e viviamo l'ambiente che deve partire dalla classe, ma poi non si esaurisce alla classe: piano piano l'ambiente si allarga e diventa corridoio, sala di altre attività, bagno, palestra, cortile. Il vissuto e l'esplorazione, piano piano, si deve allargare a tutto l'edificio. L'ambiente della palestra, anche se piccolissimo, è sempre individuato e riconosciuto dal bambino con facilità.

Sono nuova, ad esempio, entro nella scuola e vedo un bambino vicino alla bidella perché, magari, deve andare in bagno, non bisogna chiedere alla bidella, ma dare importanza al bambino: "Ciao, come posso aiutarti?"

come ti chiami? Non conosco la tua scuola, andiamo insieme in palestra?” Il bambino che avrà idea di orientamento ti risponderà “ti accompagno io”. L’ambiente palestra, anche se l’edificio è grande, è uno dei pochi luoghi in cui il bambino sa condurmi. Se invece è più titubante e non mi porta subito nella palestra, li capiamo che in quell’ambiente è stato portato poche volte e che stiamo andando a fare consulenza motoria in una classe che ha veramente bisogno. Il bambino che non sa portarmi in palestra, è un test. ALCUNE RELAZIONI DI CHIUSURE O RABBIA VERSO SITUAZIONI TROPPO “ESIGENTI” E’ un errore che commettiamo soprattutto all'inizio del nostro cammino per diventare delle bravi insegnanti. Spesso chiediamo troppo e abbiamo aspettative troppo alte che, come quelle troppo basse, demotivano, annoiano o angosciano perché non sono all’altezza. Abbassiamo o alziamo

quando ci sono dei prerequisiti.

PARZIALE TIMORE PER LE RICHIESTE Quando vediamo che ci sono dei bambini e ci rediamo conto che la richiesta è legittima, ha i prerequisiti e siamo in una situazione di confort, quindi abbiamo richiesto tutto quello che loro mi possono e sanno dare, ma notiamo, da parte di 1-2, una resistenza, timore o insicurezza: si deve lavorare su questa insicurezza per dare loro una certezza, e quindi saper rispondere a... Non dobbiamo far finta di nulla e passare a chi sa rispondere (lui non ha bisogno di noi). È l'altro che ha bisogno di consapevolezze in più affinché diventino certezze.

COMUNICAZIONE AFFETTIVA E APERTA torna il senso materno, che ci deve essere ma non troppo. Il nostro ruolo deve essere accogliente, inclusivo e aperto a tutti e ciascuno.

AMBIENTE ACCOGLIENTE E DISPONIBILE Dare sempre la prova dalla nostra comunicazione non verbale; dalla mimica serena, rilassata, con il sorriso; dalla postura aperta e non chiusa;

dalla prossemica, che si possano avvicinare di più a noi, anche con contatto fisico (ma solo se questo viene richiesto, se non lo richiedono non si deve osare). Quindi, la prossemica, la vicinanza di due corpi, nostro e loro, dovrà essere calibrata attentamente: capire chi ne ha bisogno e chi no. Con un individualista introverso stiamo attenti alla prossemica troppo vicino perché inibisce, allontana paradossalmente. Il contatto lo diamo se serve in quel momento e se il bambino ci fa capire che ne ha esigenza (se ha bisogno di un contatto tonico, corporeo). Allora per rafforzare quella gratificazione quell'azione lo facciamo, ma lo dobbiamo anticipare e capire prima. Dai risultati ottenuti, possiamo ritenere di aver "animato" e "alimentato" il corpo, la mente e le emozioni, ricordandoci di essere una unica realtà vivente e amante. Oltre ai dati, all'analisi che dobbiamo fare, al miglioramento (per noi molto importante), nel percorso.non dobbiamo mai dimenticare che per loro è movimento, gioia, piacere, divertimento, gioco e per loro deve avere questa forte caratterizzazione. Quindi sempre portarlo con la giusta metodologia ludica, laboratoriale o dell'atelier a seconda del grado di utenza. Operando nella fantasia, creando e inventando, speriamo di aver nutrito l'immaginazione di ciascun bambino e bambina, certi di aver nutrito la propria. Fantasia, immaginazione e creatività per cercare di nutrire. Il corpo non va nutrito solo alimentandosi con carne, pesce, con la piramide alimentare, ecc., ma va alimentato dentro e anche in movimento altrimenti mancherebbe una parte sostanziale, di sostanza. Come alimentarci ci fa vivere, anche il movimento ci fa vivere da un altro punto di vista. A sua volta anche la conoscenza ci fa vivere da un altro punto di vista. ESPRIMIAMO LE EMOZIONI PREFAZIONE Proposti nel Decalogo dei valori fondamentali del Laboratorio Motorio, Scurati sostiene che il laboratoriosia unarisorsa per la scuola. Esso deve essere inteso nei suoi valori fondamentali di ambiente di:
  1. ESPLORAZIONE: il laboratorio è un luogo fisico nel quale si pongono in atto forme di ricerca (nel laboratorio nulla è dato per scontato), nel senso di tracciato e del percorso, proponendo ed affrontano itinerari di ricerca senza adagiarsi.
  2. APPOROFONDIMENTO: Ed è una ricerca che coinvolge docente e allievo perché l'insegnante deve stimolare o l'alunno e, allo stesso tempo, l'allievo deve dare. È uno SCAMBIO RECIPROCO. Il sapere, la conoscenza è flessibile. Non parte da preconcetti ma è in divenire, è in evoluzione attraverso gli stimoli che rimandano gli allievi. Si è continuamente in sperimentazione, nel senso del "tracciato e del percorso" dove si - Abita lo Spazio, il Tempo ed il Corpo (tutte le lezioni avranno una metodologia flessibile che porterà a seguire un percorso che
evolverà a seconda del contenuto dei miei allievi.) Il laboratorio sarà in uno spazio che si trasforma, per cui lo spazio a seconda di quello che vogliamo far vivere ai nostri allievi si trasformerà in un'isola che c'è, in un galeone o in un circo ad esempio. Cioè si abiterà lo spazio in varie forme e in varie dimensioni. Abito lo spazio perché lo trasformo virtualmente in quello che mi serve. Anche il tempo si trasforma. Quindi abbiamo uno spazio abitato in modi diversi, un tempo vissuto in modo diverso, ma anche un corpo vissuto in modo diverso, perché idealmente non siamo più quelli che siamo. Attenzione: se io li porto a vivere corpo, tempo, spazio che non sono più quelli "reali", finita la lezione, però, devo riportarli alla realtà nel gruppo classe2. INTEGRAZIONE: saldatura fra l'accostamento a saperi già definiti e strutturati (non è unione, non è la somma,ma è saldatura, qualcosa che non è unito ma di più, un forte legame indissolubile, che non si può slegare) ed il sapere come urgenza problematica ed esplorativamente calda, richiesta di spiegazione, ipoeticità che attende di mettersi alla prova e di verificarsi. APPROFONDIMENTO: L'integrazione consiste dunque in una saldatura tra saperi disciplinari e conoscenze o che non sono a priori preconcetti precostituiti, ma che si danno attraverso le richieste e le domande degli allievi. Questo conoscenze possono scaturire dai loro perché. Le loro spiegazioni non devono essere prese del docente come un qualcosa di pesante, perché le ha stimolate egli stesso se ha svolto una buona attività laboratoriale. 3. VICINANZA – INTERAZIONE: fra bambini e adulti, ma anche tra coetanei. Si fondano sulla qualità dell'accoglienza (tempo che dipende dai nostri utenti; prima occorre lavorare sugli stili di apprendimento, bisognaconoscere approfonditamente l'allievo perché tutto sia più semplice, dare tempo all'accoglienza), dell'accompagnamento, del sostegno e della reciprocità (io avrò cura di te).
4. ALFABETIZZAZIONE: utilizzo e applicazione in direzione creativa dei risultati della prevalente esperienza di acquisizione-riproduzione.
APPROFONDIMENTO: Nell'attività laboratoriale è opportuno utilizzare il pensiero divergente perché è il laboratorio stesso che l'innesca: fantasia, immaginazione e creatività devono essere alfabetizzate!
5. VALORIZZAZIONE: possibilità di successo ad ampio raggio, senza preoccupazione di selezione e di classificazione, rivolta esclusivamente a garantire la produttività di ciascuno (valorizzare tutti e ciascuno. È importante il percorso ma non il risultato. Valorizziamo le potenzialità e prestiamo attenzione ai limiti di ciascuno).
6. ANIMAZIONE: accoglienza della

Disposizione alla "avventura" come inclinazione alla non schematicità, all'inventività ed all'impegno per proposte e soluzioni ad alto contenuto di originalità personale.

APPROFONDIMENTO: proviamo a dividere il termine "animazione", cosa otteniamo? O Animazione è formato da "anima" e "azione": animare con l'anima, quindi insegnare con l'anima animando le nostre azioni. Anima quando si spiega e il movimento farà la differenza perché bisogna dare l'idea della scoperta, dell'avventura. Dare la sensazione che ogni volta con noi ci sarà qualcosa di bello, come inclinazione alla non schematicità: "sempre quello, sempre seduti sui banchi"... Bisogna ribaltare il tavolo, andare contro la stereotipia!"

7. INTENSIFICAZIONE: concentrazione dell'attenzione ed arricchimento delle occasioni e delle strumentazioni finalizzate di apprendimento

ALTERNANZA: proposta di diversi possibili laboratori, partecipazione a più di uno di essi. 9. EVIDENZIAZIONE E OTTIMIZZAZIONE: parole forti, punti esclamativi, acquisizione di conoscenze e abilità precise, guadagni oggettivamente rilevabili. Inoltre, fondamentale l'ottimizzazione delle evidenze cognitive e procedurali rispetto al campo considerato (utilizzo adeguato delle risorse possedute "senza sprechi"). APPROFONDIMENTO: L'evidenziazione è come se fosse un "evidenziatore" per far capire agli alunni che in quel momento bisogna approfondire quel contenuto. I nostri "evidenziatori" sono le pause, i silenzi, la voce. Evidenziare un comportamento sbagliato può essere fatto in silenzio, in piedi, a braccia conserte, con lo sguardo volto verso di lui o loro,Non c'è bisogno del tamburello o del fischietto. Nel momento in cui la nostra comunicazione non verbale è chiara, si otterrà un grande silenzio. Ma questo atteggiamento non deve essere rip
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A.A. 2019-2020
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-EDF/01 Metodi e didattiche delle attività motorie

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giulia.arcangeletti di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teoria, tecnica e didattica dell'attività motoria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Valentini Manuela.