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Struttura dell'enunciato
La prima parte "trovi racchette da tennis" è il Dato che presenta la parte del topic, cioè come l'informazione è già attiva che fa da punto di partenza dell'enunciato; "al Decathlon" è il Nuovo, ovvero l'informazione nuova che vi si aggiunge e comunica lo scopo informativo dell'enunciato. Dunque, gli enunciati partono dall'informazione attiva, presentata come topic, e su di essa si appoggiano per aggiungervi il focus, cioè l'informazione nuova che realizza lo scopo informativo del messaggio.
Si noti che c'è una somiglianza fra topic e presupposizione, perché in entrambi i casi l'informazione viene presentata come già in possesso del destinatario, ma si tratta di un possesso diverso: presupporre un contenuto significa fare appello alle conoscenze generali dell'interlocutore.
alludere alla presenza di quel contenuto fra le innumerevolicose che sa, cioè quelle che ha in memoria a lungo termine; mentre topicalizzare un contenuto significa fare appello al piccolo insieme di cose a cui l'interlocutore sta proprio pensando in quel momento, quelle attive nella sua memoria a breve termine. In linea di principio qualsiasi contenuto, anche perfettamente conosciuto dal destinatario, se questi non ci sta pensando in quel momento risulta inadeguato come topic. Topic e Focus hanno due modi di presentare l'informazione diversi e quindi determinano modi di processazione diversi, proprio come per presupposto e asserto. Il topic, poiché presenta il suo contenuto come qualcosa a cui i partecipanti stanno già pensando, induce a una processazione meno attenta ai dettagli. Anche se l'allusione è alla presenza di quella informazione nella memoria a breve termine e non nella memoria a lungo termine, tratta sempre dell'indicazione aldestinatario che quel contenuto non richiede un controllo accurato perché è già in suo possesso. Presentare qualcosa come Focus significa suggerire che è nuovo e quindi occorre creare un'apposita locazione nella memoria a breve termine per attivarlo, e quindi occorre processarlo con attenzione per sapere che cosa attivare ex novo nella memoria a breve termine. Invece, presentare qualcosa come topic significa suggerire che è dato e quindi non occorre creare un'apposita locazione nella memoria a breve termine per attivarlo. Prendiamo ad esempio la pubblicità di una cassa Bluetooth: "lo devi ascoltare, per crederci". L'idea che occorre a crederci è presentata mediante topic, preceduto da un Focus marcato intonati vivamente che codificano ciò che è necessario fare per crederci, cioè ascoltare. Quindi, nel mondo creato dall'annuncio, ad essere già condivisa dai destinatari è laNecessità di credere a un suono come quello della cassa, il che implica che crederci non sia facile e automatico. Quasi crudelmente, una pubblicità diffusa da una catena di abbigliamento nel 2014 topicalizza, e quindi presenta come già attiva nella mente di ciascuna destinataria, l'idea che questa debba cambiare qualcosa di sé. La topicalizzazione è ottenuta sia mediante una frase scissa, sia mediante la grafica che suggerisce l'intonazione più debole, tipica di una topic appendice, sull'idea di dover cambiare: "Non è il tuo corpo che deve cambiare, è il vestito." Lo stesso contenuto quindi se è presentato come attivo nella mente delle destinatarie nel contesto nel momento in cui leggono, insomma come qualcosa che stanno già pensando anche loro, l'idea di avere qualcosa di sbagliato può addirittura finire per trasferirsi nelle loro menti per davvero, inducendole a cercare rimedio.
nell'acquisto di abiti di quella azienda. Infine, prendiamo in esempio due politici in attività che maggiormente si servono di impliciti per camuffare contenuti difficili da asserire: Matteo Salvini e Matteo Renzi. Salvini, in un discorso del 2014 mette in topic l'idea che le forze di governo siano incapaci di fronteggiare il problema dell'immigrazione clandestina, un contenuto topicalizzato che in realtà è un'interpretazione dell'emittente, quindi come egli ritiene essere il modo giusto di trattare la questione, presentato però come un dato di fatto già attivo nella nostra mente: "se non sei capace di sbloccare l'immigrazione clandestina vai a fare altro nella vita, noi non ci offendiamo". Invece Matteo Renzi cerca di avvalorare l'idea che in Europa sia tornando la politica, come se essa se ne fosse andata, intendendo che la colpa fosse dei suoi predecessori e il rimedio sia merito della sua azione politica, unIl suo successo. Per risultare più convincente di quanto gli riuscirebbe asserendo queste cose in maniera esplicita, le confeziona come un topic, come se fossero un pensiero comune ai suoi ascoltatori in quel momento: "Sestiamo vedendo tornare la politica oggi, in Europa, è perché in questi mesi in questi anni, noi abbiamo visto che il mondo reclama più Europa". Capitolo quarto - I correlati cerebrali 1. L'ipotesi: il cervello processa diversamente ciò che il linguaggio presenta diversamente A diverse presentazioni linguistiche di un contenuto corrispondono operazioni cognitive diverse. In particolare, la diretta asserzione istruisce il ricevente a creare un nuovo oggetto mentale per l'informazione codificata esplicitamente, quindi lo induce a scrivere qualcosa di nuovo in memoria; l'implicatura lo induce pure a creare un nuovo oggetto mentale, ma partendo anche da elementi non espliciti; la presupposizione invita il ricevente a riconoscere.il referente dalle cose che già conosce, ritrovarlo nella memoria a lungo termine, quindi soprattutto a leggere in memoria; il topic lo invita a riconoscere il referente fra le cose a cui sta proprio pensando in quel momento, ritrovarlo nella memoria a breve termine. Quindi da una parte abbiamo l'istruzione al ricevente di aumentare l'insieme delle entità che conosce, con asserzione e implicatura, dall'altra l'istruzione di localizzare un contenuto fra le entità che già conosce, presupposizione e topic. Lombardi Vallauri e Masia propongono che questa differenza linguistica di processazione dell'informazione posta corrisponde almeno in qualche misura, nell'attività del cervello, a quella fra processamento controllato e processamento automatico, che nella letteratura specifica specializzata è stata scritta così: il processamento automatico è in generale un processo rapido, parallelo, che richiede poco sforzo e chenon è limitato dalla capacità della memoria a breve termine, che non è sotto il diretto controllo del soggetto e attua comportamenti che richiedono abilità ben sviluppate; il processamento controllato è spesso lento, generalmente seriale, costoso di sforzo, limitato dalla capienza della memoria ed è adibito a informazioni nuove o inattese. Svolgiamo tutti i compiti mediante complesse mescolanze di processi automatici e controllati, usati in combinazione.
Ad esempio, se camminiamo su un sentiero di montagna, anche se accidentato, questo non ci impedisce di parlare con i nostri compagni di gita magari su temi filosofici impegnativi che richiedono tutta la nostra attenzione. Lo possiamo fare senza inciampare perché mentre l'attenzione esplicita è cosciente ricorre al processamento controllato per approfondire i problemi filosofici, il corpo ricorre al processamento automatico, assai meno consapevole ma ugualmente efficiente, per muoversi.
in modo adeguato al terreno. Solo se il suolo presenta qualche imprevisto, abbandoniamo la processazione automatica e trasferiamo ai piedi il processamento controllato, infatti per conseguenza teniamo a interrompere la conversazione filosofica.
Molti studi sperimentali mostrano che nel nostro sistema attentivo i processi controllati oggi agiscono a notevoli limiti, mentre meno limiti sorgono se in parallelo alcuni compiti cognitivi sono affidati a processi automatici. Quello che si osserva, anche direttamente in sede neurologica, è il verificarsi del cosiddetto psychological refractory period, periodo psicologicamente refrattario, durante il quale l'esecuzione di uno dei due compiti concorrenti è inibita e esposta. Quando non possiamo concederci questa stessa in coda dei compiti cognitivi coscienti e controllati, cioè quando veniamo costretti dall'esterno a cercare di svolgere in parallelo due compiti che avrebbero bisogno di essere serializzati, si verificano effetti
di divided attention deficit, deficit da attenzione divisa, o dual-task interference, cioè le prestazioni diventano difettose. Molte persone credono di poter svolgere diversi compiti in parallelo, multitasking, ma gli studi in laboratorio hanno mostrato che è vero il contrario. Partendo dunque dalla constatazione che la processazione cosciente e controllata gode di risorse limitate, si può ritornare al linguaggio. Questo pone severe condizioni per il suo processamento, data la velocità a cui la nostra capacità di articolare i suoni in sequenza permette il procedere del discorso e data la capienza limitata delle nostre risorse attentive troviamo delle difficoltà, per esempio: il discorso orale procede a velocità dell'ordine dei 10-15 fonemi al secondo, circa 5 o 6 sillabe, che corrispondono a circa 150 parole al minuto. Come osservano Christiansen e Chater, questo ritmo è anzitutto superiore alla capacità di risoluzione del nostro.apparato uditivo, che è dicirca 10 suoni al secondo, per cui una parte dei suoni dobbiamo ricostruirli in base aquelli che percepiamo meglio. Vediamo questo ritmo proprio perché è il più veloce possibile, cioè quello che massimizza l'informazione trasferita, trasmettendo non solo il numero di suoni che siamo capaci di riconoscere direttamente nell'unità di tempo, ma aggiungendo neanche tanti quanti siamo capaci di ricostruirne dei suoni circostanti ed all'informazione contestuale. Si tratta di un ritmo che non ci consente soste per aumentare l'attenzione, se ci soffermassimo anche solo brevissimamente per interpretare con più impegno una porzione di discorso, resteremmo indietro e non saremo mai in grado di interpretare la successiva.
Lo stesso problema riguarda il contenuto: la quantità di concetti che questo ritmo introduce alla memoria di lavoro si ritrova al limite per la sua capienza, non di radovarcandolo. Quindi
bisogna continuamente scaricare dalla memoria concetti introdotti poco prima, per fare spazio a quelli nuovi, che altrimenti non potrebbero essere assimilati correttamente.