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IL CORPO

Interazione fra mente e corpo: L’intuizione fenomenologica della consapevolezza

corporea fa pensare a un’unità, mentre il dualismo cartesiano la nega. La mente e il

corpo interagiscono causalmente nel senso che gli stati ed eventi mentali causano

stati ed eventi fisici nel cervello, nel corpo e nel mondo esterno. E’ ciò compatibile con

il dualismo cartesiano? Il dualismo cartesiano è un dualismo di sostanze, dove il

termine sostanze ingloba due idee: la sostanza è portatrice di proprietà ( c’è un

distinzione tra sostanza e le sue proprietà) e che una sostanza è qualcosa capace di

esistenza propria.

10. Sostanza, proprietà, evento: dire che qualcosa persiste nel mutamento delle

sue proprietà equivale a dire che è interamente presente dall’inizio alla fine della sua

esistenza.

Dire che una sostanza è capace di esistenza indipendente significa che la nozione di

sostanza ha una certa priorità su quella di proprietà. Secondo Cartesio la mia mente è

una sostanza se la sua esistenza è indipendente da tutte le altre menti e da tutti gli

altri corpi (Dio come sostanza propriamente detta).

Per Cartesio la mente è indivisibile perché non può essere spezzata in parti, le

percezioni, emoziono, etc sono modi dell’attributo che la caratterizzano, le sue

proprietà. Un dualista delle proprietà può sostenere che la mente è il cervello, ma che

ciò che fa del cervello una mente è il possesso di proprietà mentali.

L’evento è un genere di entità (fenomeno mentale) che si distingue da stato di cose

che include proprietà per un certo periodo di tempo.

11. La intelligibilità della causalità mentale: L’inconveniente principale del

dualismo è la sua incapacità di spiegare in modo adeguato la causalità mentale. La

causalità richiede che le cause precedano i loro effetti, una collocazione temporale. Ma

come è possibile avere una collocazione temporale senza avere una collocazione

spaziale? L’ipotetica mente non spaziale non ci dà modo di rispondere alla domanda,

ma una sostanza è qui definita come portatore di proprietà capace di esistenza

indipendente. Una sostanza mentale non fisica è un portatore di proprietà mentali,

capace di esistenza indipendente.

Fodor afferma che è evidente chela causalità mentale è inconsistente con altre parti

del nostro sapere.

12. Fisica e fisicalismo: La generalità della fisica (principio monista): tutti gli oggetti

e gli eventi nello spazio-tempo hanno proprietà fisiche, e le leggi fisiche governano o

descrivono il comportamento di tutti gli oggetti ed eventi nello spazio-tempo.

Il fisicalismo è la posizione per cui la storia fisica narrata da tali leggi è in un certo

senso, tutto ciò che c’è da dire, l’intera storia. Il fisicalismo sostiene che la fisica dice

tutto ciò che c’è da dire sulla causalità degli eventi fisici.

La completezza della fisica: ogni evento fisico ha una causa fisica sufficiente al suo

verificarsi, date le leggi della fisica.

La completezza della fisica 2: ogni evento fisico è determinato, o la sua probabilità è

determinata da causa puramente fisiche in accordo con le leggi fisiche.

La fisica ci dice cosa è la materia e in ciò mantiene comunque un’apertura rispetto al

materialismo che lo dice a priori.

La causalità mentale violerebbe le leggi della fisica, secondo Fodor: la ragione per cui

l’energia non sarebbe conservata in un’interazione fisico-mentale è che qualunque

effetto fisico deve verificarsi in forza di cause puramente fisiche.

13. Il problema della causalità mentale per i dualisti: il problema deriva dal

conflitto tra l’esistenza della causalità mentale e la completezza fisica. Come può una

causa mentale produrre un effetto fisico se la causa fisica è da sé sufficiente a

produrlo?

Conciliare l’esistenza con la completezza della fisica e la negazione di una sovra

determinazione generale (la causa mentale è una causa ulteriore) da parte di cause

mentali e fisiche, è il problema della causalità mentale per il dualismo.

Ciò vorrebbe portarci ad accettare la teoria dell’identità tra cause mentali e fisiche: le

cause mentali sono identiche alle cause fisiche; teoria fisicalistica della mente,

dominante.

14. La teoria dell’identità: Ci sono generi diversi di teorie dell’identità, se cause ed

effetti sono eventi, la teoria dell’identità è una teoria dell’identità tra eventi mentali e

fisici; ma se cause ed eventi sono proprietà, allora si perviene a una teoria dell’identità

tra proprietà mentali e fisiche, che corrisponde al monismo delle proprietà, mentre la

precedente al dualismo delle proprietà. In questo libro ci riferiamo alla prima.

La teoria dell’identità deve essere distinta dal fisicalismo eliminativo. La teoria

dell’identità nega l’esistenza delle proprietà mentali quali concepite dal dualista delle

proprietà, ma ciò che caratterizza la teoria è la tesi che tale negazione non equivale

alla negazione dell’esistenza del mentale. La distinzione tra teoria dell’identità e

fisicalismo eliminativo è espressa nei termini della riduzione.

15. Il riduzionismo: la teoria dell’identità non dice che ciò che non è fisico è in realtà

fisico, ma che nella misura in cui risulta esserci qualcosa di non fisico, esso è fisico. La

riduzione è dunque il processo o di procedimento per dimostrare la fisicità di tali cose

e come avviene che lo siano.

La riduzione identifica le entità di un dominio con una sottoclasse delle entità di un

altro.

Esempio: partiamo dall’entità target X e troviamo una ragione per identificare X con Y.

La nostra riduzione ci dice qualcosa che non sapevamo su X, ovvero che è Y. Le

asserzioni in questo senso, sono asserzioni di identità.

16. Contro la teoria dell’identità: l’antiriduzionismo: Il fisicalismo non

riduzionista nega ciò che io chiamo la riduzione ontologica delle proprietà e questo è

ciò che lo rende non riduzionista. Mentre la negazione dell’esistenza di particolari non

fisici (token fisicalismo).

17: Il problema della causalità mentale per il fisicalismo non riduzionista: Se il

mentale sopravviene sul fisico, allora ogniqualvolta una causa fisica produce un

effetto, una causa mentale si accompagna a essa. Ma la causa mentale è una causa

nello stesso senso in cui lo è una causa fisica: in questa concezione la causalità è

essenzialmente dipendenza contro fattuale. Questa è l’idea di determinazione

metafisicamente necessaria. Ma ciò fa sorgere due problemi: il primo è che mentre

comprendiamo relativamente bene l’idea di identità, e la ragione per cui dovrebbe

essere una relazione necessaria, non abbiamo tale comprensione relativamente a

necessità metafisiche che non siano identità ma semplici dipendenze tra una cosa e

l’altra.

La seconda è che la necessità metafisica della sopravvivenza psicofisica elimina la

possibilità stessa di un duplicato fisico di una persona che manchi delle proprietà

mentali di quest’ultima.

18. Emergenza: la dottrina dell’emergenza considera le proprietà mentali come

proprietà emergenti, “emergono” dalle proprietà della materia quando questa

raggiunge un certo grado di complessità. Qualsiasi concezione sul processo casuale si

scelga, se consideriamo vero l’emergentismo, la completezza della fisica è falsa.

Anche se l’emergentismo e la fisicalista non riduzionista sostengono che il mentale

sopravviene sul fisico, il secondo sostiene che tale sopravvenienza possa essere

spiegata, mentre l’emergentista è disposto ad accettare la sopravvenienza come fatto

di natura.

19. Il fisicalismo come origine del problema mente-corpo: se la mente non è

fisica, come può avere effetti sul mondo fisico? Ma se è fisica, come possiamo spiegare

la coscienza?

20. Che cosa ci insegna sulla mente una soluzione del problema mente-

corpo?: Tre strategie di spiegazione del ruolo causale della mente nel mondo fisico: 1.

Teoria dell’identità o riduzionismo ontologico, la determinazione metafisicamente

necessaria di ogni cosa da parte del fisico; 2. Fisicalismo non riduzionista; 3.

Emergentismo.

Sapere che le proprietà mentali sono fisiche non significa ipso facto sapere di quali

proprietà fisiche si tratti e quali siano le caratteristiche di tali proprietà. In alternativa

potremmo sostenere la falsità della completezza della fisica e quindi propendere a

favore del fisicalismo non riduzionista o l’emergentismo. Ma anche sostenendo che le

proprietà mentali non sono fisiche o anche emergenti, non sapremmo ipso facto quale

genere di proprietà non fisiche o emergenti costituiscano le proprietà mentali e quali

siano le caratteristiche loro proprie.

Cap. 3 LA COSCIENZA

21. Il cosciente e il non cosciente: abbiamo varie nozioni: coscienza fenomenica

(esperienza, ciò che rende uno stato F-cosciente è che c’è qualcosa che si prova a

essere in quello stato); coscienza d’accesso (una rappresentazione è A-cosciente se è

pronta per il libero uso nel ragionamento e per il controllo razionale diretto dell’azione

e del discorso), distinzione di Block. Certi stati fenomenicamente coscienti pongono

interrogativi all’intenzionalismo.

22. La distinzione tra l’intenzionale e il qualitativo: nel libro si userà il termine

qualitativo per descrivere quegli stati mentali il cui carattere cosciente sia o sensorio o

simile a quello delle sensazioni corporee e il termine fenomenico per descrivere quegli

stati - siano intenzionali oppure no- tali che si prova qualcosa a trovarsi in essi.

23. I qualia: L’intenzionalismo intende per Qualia le proprietà non intenzionali la cui

instanzi azione spiega (almeno parzialmente) il carattere fenomenico degli stati

qualitativi. Perché anche se non ci fossero i qualia, l’intenzionalismo dovrebbe

comunque spiegare il carattere qualitativo della sensazione corporea.

24. L’intenzionalità delle sensazioni corporee: un dolore è “in” una parte del

corrpo senza che tale modo di esprimersi debba essere intenso letteralmente, perché

intendiamo che lo stato-dolore è individuat

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A.A. 2017-2018
8 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/06 Storia della filosofia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher JulieDeCorrencon di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia della mente e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Lanfredini Roberta.