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AGONIA DELLA REPUBBLICA
L’EREDITA’ DI CESARE: LA GUERRA DI MODENA
I cesaricidi non si preoccupano dei suoi fidati collaboratori: Marco Emilio Lepido e Marco Antonio. I due
iniziano a riorganizzarsi mentre cesaricidi dimostrano totale assenza di piano politico. A Roma trovano
accoglienza così fredda che preferiscono rifugiarsi in Campidoglio per decidere da farsi.
Antonio riesce a mediare: accorda col senato amnistia per congiurati ma anche convalida atti dittatore e suoi
funerali di stato. Antonio si assicura il consolato e le provincie già attribuite saranno mantenute ai destinatari
(congiurati compresi). A Dolabella, console con Antonio, sarebbe toccata provincia di Siria mentre ad
Antonio la Macedonia dove forze per campagna partica di Cesare si stavano radunando.
Fattosi consegnare da vedova documenti e testamento di Cesare, Antonio trasforma funerali in
manifestazione di furore popolare tanto che cesaricidi abbandonano Roma. Fù comunque abolita dittatura da
cariche dello stato.
Con in mano carte di Cesare, fa passare in un anno serie di leggi che egli affermava di avervi trovato e
divenne il suo erede e continuatore, guadagnando grande popolarità. Alla lettura del testamento si scopre
che Cesare aveva adottato un suo pronipote, (Giulia, sorella di Cesare, era sua nonna) Caio Ottavio, 19 anni,
erede.
Alle idi di Marzo giovane Ottavio era al confine con Macedonia tra i soldati, per istruirsi nella campagna
partica con lo zio, che lo voleva come magister equitum.
Saputo del testamento, Ottavio torna a Roma tra le simpatie dei veterani del padre adottivo in Campania,.
Reclamò uffcialmente l’eredità e, nonostante ostruzionismo di Antonio, dichiara principale impegno onorare
memoria del padre e vendicarne la morte. Così guadagna appoggio di cesariani e dei veterani e il senato
compreso Cicerone, iniziano a vedere in lui un mezzo per arginare strapotere di Antonio.
Antonio, per meglio controllare l’Italia, si fece assegnare dai comizi al posto della Macedonia, le province
prese da Cesare: la Gallia Cisalpina e la Gallia Comata per 5 anni. Ma quando muove per la Cisalpina il suo
originario governatore, il congiurato Decimo Bruto, rifiuta di consegnargliela e si chiude a Modena.
Nel 43 a.C. inizia guerra di Modena: Cicerone lo attacca per sua condotta prevaricatrice e il senato nomina
due consoli e Ottavio con imperium in soccorso di Bruto. Antonio fu battuto e si ritira in Narborense
sperando di ricongiungersi con Lepido.
IL TRIUMVIRATO COSTITUENTE (DETTO SECONDO TRIUMVIRATO): LE PROSCRIZIONI,
FILIPPI
Morti i consoli, Ottavio chiede a senato consolato per se e ricompense per soldati: al rifiuto, marcia su Roma.
Nell’agosto del 43 a.C. è console in spregio a ogni regola. Fa revocare amnistie per congiurati e crea
tribunale speciale per giudicarli. Fa ratificare la sua adozione da comizi curiati, fregiandosi del nome Caio
Giulio Cesare (cognome Ottavio non lo usò mai personalmente).
In gallia Antonio si era congiunto a Lepido e Decimo Bruto venne ucciso mentre cercava di passare le Alpi.
Nell’ottobre del 43 a.C. Ottaviano, Antonio e Lepido si incontrano presso Bologna e stipulano accordo
sancito da legge fatta approvare dai comizi tributi (lex titia).
In base ad essa si instituiva un triumvirato per riorganizzare lo stato che diviene magistratura
ordinaria di 5 anni con diritto di convocare senato e popolo, promulgare editti e designare candidati
alle magistrature.
Antonio conserva Gallia Cisalpina e Comata, Lepido la Gallia Narborense e le 2 Spagne, Ottaviano l’Africa,
la Sicilia, la Sardegna e la Corsica. (oriente era ormai in mano a Bruto e Cassio, cesaricidi).
Ad Ottaviano parte peggiore: Sicilia e Sardegna erano minacciate da Sesto Pompeo, figlio di Pompeo
sopravvissuto a cui senato aveva conferito comando flotta che egli ormai gestiva in proprio. Con sue
scorrerie ostacolava commerci e metteva in difficoltà stessa città di Roma.
Vennero resuscitate liste di Proscrizione con nomi cesaricidi e nemici triumviri: centinaia di senatori e
cavalieri, tra cui Cicerone, (che pagò cara opposizione ad Antonio) vennero uccisi.
Poi triumviri si rivolgono all’oriente, dove Bruto e Cassio avevano consistente esercito. Prima, nel 42 a.C.
divinizzano Cesare e ne beneficia Ottaviano che diviene Divi flius (figlio di un Dio).
Ottaviano e Antonio partono per Grecia e nel 42 a.C. a Filippi in Macedonia dove cesaricidi, credendosi
vicendevolmente morti, si suicidarono. I loro eserciti furono sconfitti.
Le proscrizioni, le guerre intestine e Filippi avevano decimato opposizione senatoria conservatrice: molte
famiglie di antica aristocrazia scomparvero e furono rimpiazzati da nuova aristocrazia italica priva di
prestigio e uomini di fiducia dei triumviri. Cambia così mentalità delle elite di governo: ora più inclini a
dipendenza politica e personale che crea base per regime imperiale.
CONSOLIDAMENTO DI OTTAVIANO IN OCCIDENTE: LA GUERRA DI PERUGIA; SESTO
POMPEO; GLI ACCORDI DI BRINDISI, DI MISENO E DI TARANTO; NAULOCO.
Dallo scontro coi cesaricidi emerge rinforzato prestigio di Antonio che si riserva comando di tutto l’oriente e
delle Gallie (Cisalpina dal 42 a.C. aveva smesso di essere provincia). Dall’oriente voleva intraprendere
conquista del regno partico che Cesare voleva, proponendosi come suo continuatore.
A Lepido assegnata Africa, a Ottaviano le Spagne, compito di sistemare veterani in Italia e di vedersela con
Sesto Pompeo che comandava Sicilia e a cui si erano uniti superstiti di Filippi e delle proscrizioni.
Compito delle terre ai veterani era difficilissimo: non c’erano più terre libere in Italia e dovette espropriarle a
piccoli e medi proprietari terrieri.
Protesta sfocia in rivolta nel 41 a.C. al cui capo andarono moglie di Antonio (Fulvia) e suo fratello, Lucio
Antonio, allora console. Guerra di Perugia: dopo assedio città è espugnata e saccheggiata: moglie e fratello
vengono risparmiati e molti si uniscono a Sesto Pompeo che intanto prendeva anche Sardegna e Corsica,
causando anche carestie a Roma.
Antonio torna da Oriente, dove si era legato con Cleopatra e si incontra con Ottaviano a Brindisi (accordo
di Brindisi, 40 a.C.): ad Antonio l’oriente, a Ottaviano Occidente (esclusa Africa di Lepido).
Sesto Pompeo: deluso dall’essere stato snobbato a Brindisi, riprese a bloccare forniture grano per Roma,
allora Antonio e Ottaviano gli concedono (a Miseno) governo di Sicilia, Sardegna, Corsica e Peloponneso,
nominato augure e designato a futuro consolato. Gli esuli uniti a lui ottengono amnistia.
Ma Sesto riprende scorrerie: (Ottaviano ripudia sorella del cognato di Sesto e sposa Livia Drusilla, di
antica nobiltà già madre del piccolo Tiberio imp e incinta di Druso.)
Scoppia guerra per Sicilia con Ottaviano: dopo sconfitta, Ottaviano chiede aiuto ad Antonio: nel 37 a.C. a
Taranto è rinnovato il triumvirato per altri 5 anni. Ottaviano riceveva 120 navi da guerra e doveva dare ad
antonio 20.000 legionari per guerra partica.
Intanto il console Agrippa, amico d’infanzia di Ottaviano costruisce un porto militare a Pozzuoli dove
addestra una flotta con la quale sconfigge Sesto nel 36 a.C. presso lo stretto di Messina. Sesto Pompeo fugge
in Oriente dove è ucciso l’anno dopo.
Lepido pretese per se la Sicilia, avendo contribuito alle operazioni ma le sue truppe lo abbandonano e
Ottaviano lo dichiara decaduto da poteri triumviro e prende l’Africa per se.
Al suo ritorno a Roma Ottaviano venne coperto di onori: inviolabilità dei tribuni della plebe, più imperium
che aveva come triumviro, costituirono base per fondare principato.
Ormai padrone dell’Occidente, gli mancava solo gloria militare: la prende con 2 anni di campagne militari
con Agrippa contro Illiri in Pannonia e Dalmazia (35-34 a.C.) le ferite riportate provarono ai soldati e ai
Romani che coraggio non gli mancava
ANTONIO IN ORIENTE
Antonio dopo Filippi aveva concentrato tutte sue forze in oriente, da dove sperava di tornare coperto
di gloria sconfiggendo i Parti e vendicando morte di Crasso e disastro di Carre.
Si allea con principi e re orientali tra cui il potente Egitto, con regno di Cleopatra e figlio di Cesare, Tolomeo
Cesare. Tra il 41-40 a.C. Antonio trascorre inverno con Cleopatra, nasceranno 2 gemelli.
Dopo accordo di Taranto Antonio lascia Ottavia in Italia e torna in Oriente: per ingraziarsi principi locali,
concede loro terre romane, come all’Egitto. Tutto questo sostenne la campagna diffamatoria che Ottaviano
montava contro di lui in Italia.
Nel 36 a.C. Antonio inizia grande spedizione Partica: da nord arriva ad assediare Fraata ma è respinto
perché perde macchine d’assedio. nel 35 a.C. c’è definitiva rottura tra Ottaviano e Antonio: dopo ritirata di
Antonio, Ottaviano al posto dei 20.000 legionari che gli doveva con accordo di Taranto, restituisce 70 navi e
la moglie Ottavia con 2.000 soldati. Antonio cade nella provocazione e rimanda Ottavia indietro: ora
Ottaviano era l’offeso, l’oltraggiata la sorella, donna romana scacciata a favore di Cleopatra.
In risposta Antonio celebra trionfo sull’Armenia ad Alessandria (34 a.C.) confermando Cleopatra e figlio di
Cesare su trono Egitto. Ottaviano non gradiva vedere innalzato il figlio naturale del suo padre adottivo.
LO SCONTRO FINALE: AZIO
Nel 32 a.C. scadeva triumvirato: Ottaviano impedisce a consoli e senatori di approvare assetto orientale
voluto da Antonio e questi risponde ripudiando Ottavia.
Ottaviano rivela ad arte un testamento in cui Antonio disponeva di essere sepolto ad Alessandria con
Cleopatra e attribuiva regni a figli avuti con la regina. Ottenne che Antonio fosse privato di tutti i poteri di
triumviro e del consolato: Ottaviano si presentava come difensore di Roma contro regina infida che
corrompe valoroso generale romano portandolo ad agire contro la sua patria. Intraprese guerra contro
l’oriente: infatti venne dichiarata alla sola Cleopatra.
Lo scontro finale avvenne nel Mar Ionio ad Azio (Settembre 31 a.C.) con battaglia navale vinta da Agrippa
per Ottaviano. Antonio e Cleopatra si rifugiano in Egitto preparando resistenza. Ma quando Ottaviano prende
Alessandria (1 agosto 30 a.C.) Antonio e poi Cleopatra si suicidano. Egitto è dichiarato provincia romana e
Tolomeo Cesare è eliminato. AUGUSTO
AZIO CESURA TRA REPUBBLICA E PRINCIPATO
Con 31 a.C. si fa iniziare il principato, regime incentrato sul princeps.
Progressiva integrazione in senato delle elites provinciali farà si che da Augusto la storia romana diviene
storia dell’impero.
Ottaviano torna in Italia nel 29 a.C. e celebra 3 trionfi: campagne Dalmatiche, vittoria di Azio e sull’Egitto.
Dal 27 a.C. anno in cui rinuncia formalmente a tutti i suoi poteri e nominalmente restaura repubblica, inizia
riconoscimento giuridico del principato: senato lo proclama Augusto, latino augere, innalzare. Ciò lo
proietta in dimensione sacrale. Concessa anche corona civica in foglie di quercia e scudo d’oro, sul q