Anteprima
Vedrai una selezione di 16 pagine su 73
Riassunto esame Storia romana, prof. Mastrorosa, libro consigliato Storia romana, Geraci e Marcone Pag. 1 Riassunto esame Storia romana, prof. Mastrorosa, libro consigliato Storia romana, Geraci e Marcone Pag. 2
Anteprima di 16 pagg. su 73.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia romana, prof. Mastrorosa, libro consigliato Storia romana, Geraci e Marcone Pag. 6
Anteprima di 16 pagg. su 73.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia romana, prof. Mastrorosa, libro consigliato Storia romana, Geraci e Marcone Pag. 11
Anteprima di 16 pagg. su 73.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia romana, prof. Mastrorosa, libro consigliato Storia romana, Geraci e Marcone Pag. 16
Anteprima di 16 pagg. su 73.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia romana, prof. Mastrorosa, libro consigliato Storia romana, Geraci e Marcone Pag. 21
Anteprima di 16 pagg. su 73.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia romana, prof. Mastrorosa, libro consigliato Storia romana, Geraci e Marcone Pag. 26
Anteprima di 16 pagg. su 73.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia romana, prof. Mastrorosa, libro consigliato Storia romana, Geraci e Marcone Pag. 31
Anteprima di 16 pagg. su 73.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia romana, prof. Mastrorosa, libro consigliato Storia romana, Geraci e Marcone Pag. 36
Anteprima di 16 pagg. su 73.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia romana, prof. Mastrorosa, libro consigliato Storia romana, Geraci e Marcone Pag. 41
Anteprima di 16 pagg. su 73.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia romana, prof. Mastrorosa, libro consigliato Storia romana, Geraci e Marcone Pag. 46
Anteprima di 16 pagg. su 73.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia romana, prof. Mastrorosa, libro consigliato Storia romana, Geraci e Marcone Pag. 51
Anteprima di 16 pagg. su 73.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia romana, prof. Mastrorosa, libro consigliato Storia romana, Geraci e Marcone Pag. 56
Anteprima di 16 pagg. su 73.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia romana, prof. Mastrorosa, libro consigliato Storia romana, Geraci e Marcone Pag. 61
Anteprima di 16 pagg. su 73.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia romana, prof. Mastrorosa, libro consigliato Storia romana, Geraci e Marcone Pag. 66
Anteprima di 16 pagg. su 73.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia romana, prof. Mastrorosa, libro consigliato Storia romana, Geraci e Marcone Pag. 71
1 su 73
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

PARTE SECONDA - LA REPUBBLICA DI ROMA DALLE ORIGINI AI GRACCHI

Capitolo 1 - La nascita della Repubblica

1.1 La tradizione storiografica sulla nascita della Repubblica

Le nostre fonti principali sono Tito Livio e Dionigi di Alicarnasso. Entrambi narrano la storia di Lucrezia come inizio della Repubblica. La ragazza sarebbe stata violentata da Sesto Tarquinio, figlio del Superbo. Il padre, Spurio Lucrezio, il marito Lucio Tarquinio Collatino e i loro amici Lucio Giunio Bruto e Publio Valerio Publicola avrebbero scatenato una rivolta per rovesciare la monarchia (510 a.C.). L'anno successivo i poteri regali passarono a due magistrati eletti dal popolo, i consoli, e il tentativo di Porsenna, re di Chiusi, di restaurare il potere dei Tarquini, fu sventato. Le incoerenze e le incertezze di racconti scritti molti secoli dopo rendono ovviamente necessaria un'analisi critica. Si sono quindi interrogate le liste dei magistrati.

1.2 I Fasti

I Fasti erano le liste dei magistrati eponimi e ci sono

Giunte sia da fonti letterarie (Livio e Diodoro Siculo, nelladatazione), sia da fonti epigrafiche, ad esempio i Fasti Capitolini, che seguono la datazione varroniana (MarcoTerenzio Varrone. 753 e 509). Anche queste liste presentano però delle incongruenze, ad esempio la presenza di nomi plebei tra i consoli (gentes omonime, poi estinte? Minore distinzione sociale?).

1.3 La fine della monarchia e la creazione della Repubblica: evento traumatico o passaggiograduale? La vicenda di Lucrezia è molto simile ai racconti sui tiranni greci e in ogni caso non spiega le cause profonde della fine della monarchia. Pare comunque che l'iniziativa fosse partita dal patriziato (che infatti mantenne il predominio durante la prima Repubblica) e che il passaggio avvenne in maniera violenta (una rivoluzione). È probabile che dopo la cacciata dei Tarquini si abbia avuto un periodo di anarchia in cui Roma fu governata da re e condottieri come Porsenna, Mastarna e i fratelli Vibenna. La

La sconfitta che Latini e Cumani inflissero ad Arrunte (figlio di Porsenna) qualche anno dopo segna comunque la fine del predominio etrusco.

1.4 La data della creazione della Repubblica

Si nota una coincidenza sospetta tra la fine della monarchia romana e la cacciata dei Pisistratidi da Atene. Per questo alcuni storici spostano l'inizio della Repubblica ai decenni 470-450 (dalle fonti archeologiche si evince un distacco dagli Etruschi).

Alcuni elementi tendono però ad avvalorare anche la data tradizionale. Ad esempio, la tradizione di piantare un chiodo per ogni anno nel tempio di Giove Capitolino, riferimento per alcune datazioni dell'epoca successiva.

1.5 I supremi magistrati della Repubblica, i loro poteri e i loro limiti

Secondo la tradizione, i poteri del re sarebbero passati immediatamente a due praetores (i consoli originari), eletti dai comizi centuriati. Essi comandavano dunque l'esercito, garantivano l'ordine, esercitavano la giustizia, convocavano le

assemblee…Le competenze religiose passarono invece a una nuova figura, il rex sacrorum. A questo vennero poi affiancati altri sacerdozi (con maggiore peso politico), come i pontefici e gli auguri. Il potere dei consoli aveva questi limiti: la durata limitata a un anno, la totale uguaglianza di poteri (ognuno dei due poteva ostacolare l’altro) e il diritto per ogni cittadino di appellarsi all’assemblea popolare contro la condanna capitale (provocatio ad populum). Secondo alcuni storici i poteri furono affidati inizialmente ad un’unica persona e la magistratura collegiale risalirebbe al Decemvirato (450 a.C.) o alle leggi Liciniae Sextiae (367). Alcune fonti citano infatti un praetor maximus, dunque con pieni poteri. 1.6 Le altre magistrature Anche le altre magistrature erano caratterizzate da annualità e collegialità. I questori vengono fatti risalire al primo anno della Repubblica o addirittura all’età regia. Assistevano i consoli nelle

attività finanziarie, ma vi erano anche i quaestores parricidi, che giudicavano in delitti di sangue per il tradimento vi erano i duoviri perduellionis.

Nel 443, il compito del censimento sarebbe stato tolto ai consoli e affidato a due nuovi magistrati, i censori. In seguito (III secolo) ebbero anche l'incarico di redigere le liste dei senatori, dunque controllando anche la moralità dei cittadini (cura morum).

1.7 La dittatura

In caso di necessità i supremi poteri venivano affidati a un dictator, nominato da un console o da un interrex su indicazione del senato. Chiamato anche magister populi, era affiancato da un magister equitum. Con lui non valeva diritto di appello o il veto dei tribuni. L'incarico poteva durare al massimo sei mesi. Le fonti mostrano che i dittatori venivano nominati solitamente per risolvere crisi militari. (Vedi tabella pag. 51)

1.8 I sacerdozi e la sfera religiosa

Le stesse persone potevano ricoprire contemporaneamente una magistratura e un

e il confine trale due sfere non era sempre molto definito.I flamini erano personificazione delle divinità principali nella prima Roma repubblicana. Giove, Marte eQuirino (dopo Giove, Terminus e Iuventus) erano rappresentati dai flamines Dialis, Martialis e Quirinalis.Dodici flamini minori erano poi associati ad altrettante divinità. I tabù a cui erano sottoposti gli impedivanodi entrare in politica.Il collegio dei pontefici, guidato dal pontefice massimo, si occupava di questioni molto varie: la nomina deiflamini, il controllo della tradizione e delle norme, il calendario… Il sacerdozio era a vita e si veniva scelti percooptazione.Gli auguri assistevano i magistrati interpretando gli auspici (il volo degli uccelli, i tuoni…). Un parere negativobloccava immediatamente ogni pratica, perciò essi ebbero un’importante valenza politica.I duoviri sacris faciundis dovevano custodire i Libri Sibillini, una raccolta di oracoli in greco,elevata tolleranza nei confronti dell'acquisizione della cittadinanza da parte di stranieri. Le assemblee popolari avevano il compito di prendere decisioni politiche importanti, come l'elezione dei magistrati e l'approvazione delle leggi. Esistevano diverse assemblee, tra cui l'assemblea delle centurie, che rappresentava i cittadini in base al loro status sociale e militare, e l'assemblea delle tribù, che rappresentava i cittadini in base alla loro appartenenza territoriale. Le decisioni venivano prese a maggioranza di voti.

Grande apertura, accogliendo nel corpo civico persone da varie città della penisola. Ad esempio, Appio Claudio (o Atta Clausus), un sabino che si sarebbe trasferito a Roma con 5000 uomini del suo clan, divenendo subito cittadino. Anche gli schiavi liberati ottenevano subito la cittadinanza.

Da Livio e Dionigi otteniamo le informazioni sulla divisione in classi di censo:

  • oltre 100.000 assi (cavalieri), 18 centurie
  • oltre 100.000 (prima classe), 80 centurie
  • oltre 75.000, 20
  • oltre 50.000, 20
  • oltre 25.000, 20
  • oltre 11.000, 30

Vi erano poi le centurie dei capite censi, i nullatenenti (4-5). I valori in monete si traducevano nel concreto in appezzamenti di terreno e capi di bestiame. Metà delle centurie erano di iuniores (giovani) e metà di seniores (anziani).

Con l'inizio della repubblica i comizi curiati persero di importanza, a favore dei comizi centuriati. Il voto "percenturia" garantiva un vantaggio alle classi più facoltose e dunque

più conservatrici (cavalieri e prima classe, con 98 unità di voto, raggiungevano da soli la maggioranza assoluta). L’ultima assemblea fu quella dei comizi tributi, istituita a metà del V secolo a.C. con il compito di eleggere i questori. Al suo interno il popolo votava per tribù (base territoriale) e anche qui si crearono delle disuguaglianze (le tribù rurali, quelle dei proprietari terrieri, avevano più peso di quelle urbane). I comizi centuriati dovevano eleggere i consoli e gli altri magistrati, ma anche decidere ad esempio sulle dichiarazioni di guerra. I comizi tributi sceglievano invece i magistrati minori e avevano competenze legislative. Anche le assemblee avevano dei limiti: non potevano autoconvocarsi, l’ordine del giorno veniva stabilito dal magistrato, così come le proposte di legge, che potevano essere accettate o meno, ma non modificate. Infine, ogni loro decisione doveva essere approvata dal senato. (Vedi tabella pag.

  1. Capitolo 2 - Il conflitto tra patrizi e plebei

Dalle fonti risulta che il periodo 509-287 fu dominato, oltre che da numerose guerre, dal contrasto tra le due componenti della popolazione, ovvero patriziato e plebe. È da questo scontro che nacquero le istituzioni di Roma, con cui la città riuscì a imporsi sul mondo.

La plebe viene solitamente definita in negativo, come i non patrizi, ma costituiva un gruppo molto composito, con varie rivendicazioni, economiche e politiche.

2.1 Il problema economico

La sconfitta degli Etruschi da parte di Ierone di Siracusa, nel 474 (battaglia navale davanti a Cuma), pose fine al dominio etrusco in Campania, e dunque al ruolo privilegiato di Roma come punto di passaggio sul Tevere. Lo sfruttamento delle saline fu conteso a lungo dai Sabini e in generale i molti scontri di Roma con i vicini portarono continue razzie e devastazioni nei campi. Le cattive annate del V secolo e le epidemie da esse generate provarono ancor di più la

popolazione.I piccoli agricoltori, piegati dalla crisi, erano costretti a indebitarsi e spesso, se non riuscivano a ripagare il creditore, dovevano entrare al suo servizio (istituto del nexum), venendo spesso venduti altrove o messi a morte.La plebe chiese quindi una normativa più leggera riguardo a debiti e una più equa distribuzione dell'ager publicus.

2.2 Il problema politico

Gli strati più ricchi della plebe rivendicavano invece la parificazione dei diritti politici, in particolare l'accesso al consolato, di cui i patrizi avevano conquistato il monopolio. Chiedevano inoltre delle leggi scritte e non affidate solo ai pontefici (patrizi).

2.3 Le strutture militari e la coscienza della plebe

La plebe inoltre stava prendendo coscienza della propria importanza. A Roma i diritti civici erano direttamente connessi ai doveri militari (ordinamento centuriato): le prime classi fornivano un grande capitale di uomini.La plebe divenne particolarmente importante quando il

stabilità e sulla supremazia di una classe sociale. La falange oplitica era un'unità militare composta da soldati di diverse classi sociali, che combattevano fianco a fianco senza distinzioni di status. Questo nuovo modello di organizzazione militare si basava sulla solidarietà e sull'efficienza, piuttosto che sulla gerarchia e sulla nobiltà di nascita. La falange oplitica era caratterizzata da una formazione compatta, in cui i soldati si disponevano in file serrate, con i loro scudi sovrapposti per formare una barriera impenetrabile. Questa formazione permetteva loro di avanzare in modo coordinato e proteggersi reciprocamente durante il combattimento. Inoltre, la falange oplitica era equipaggiata con armi standardizzate, come la lancia e lo scudo, che venivano distribuite a tutti i soldati. Questo garantiva una maggiore uniformità e coesione all'interno dell'unità, facilitando la comunicazione e la sincronizzazione delle azioni durante la battaglia. Grazie al suo modello di organizzazione e alla sua formazione compatta, la falange oplitica si rivelò estremamente efficace in battaglia. Questo nuovo sistema militare consentì a molte città-stato greche di ottenere importanti vittorie e di difendere la propria indipendenza contro potenze straniere. In conclusione, il modello della falange oplitica rappresentò una rivoluzione nell'arte della guerra nell'antica Grecia. Questo nuovo approccio militare, basato sulla solidarietà e sull'efficienza, permise alle città-stato greche di competere con successo contro avversari più potenti e di difendere la propria libertà e indipendenza.
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
73 pagine
1 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/03 Storia romana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Gringoire8 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia romana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Mastrorosa Ida Gilda.