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I CONFLITTI CON SABINI, EQUI E VOLSCI
La nuova alleanza tra Roma, i Latini e gli Ernici dovette ben presto fronteggiare la minaccia dei
Sabini, Volsci Equi,
dei e degli che premevano verso occidente.
Le sedi originarie delle popolazioni osco-sabelliche nell'Appennino centro-meridionale non erano in
grado di assicurare la sopravvivenza ad una popolazione caratterizzata da una forte crescita
demografica. Popolazioni oscosabelliche furono i Piceni, gli Apuli, i Lucani, i Bruzi e i Sanniti; questi
ultimi, occupando le città della costa campana, diedero vita a un nuovo popolo, quello dei Campani.
Il V secolo a.C. vide una serie di interminabili scontri tra Roma e le popolazioni montanare, in
particolare gli Equi e i Volsci. Spesso L’esito fu favorevole a Roma e ai suoi alleati, piuttosto che di
vere proprie campagne di guerra, si tratta di razzie. Volsci,
Partendo dal meridione, il primo popolo che si scontra con Roma e quello dei Questa
popolazione riuscì a occupare tutta la parte meridionale del Lazio. Nell'area dei colli Albani
Equi
l'avanzata dei Volsci si saldò con quella degli che, avanzando dal Fucino, conquistarono i
monti Prenestini, Preneste, Tivoli e minacciarono Tuscolo. Gli alleati Romani, Latini ed Ernici
riuscirono a bloccare l'avanzata di Volsci ed Equi ai colli Albani, in particolare con la vittoria al passo
dell'Algido, nel 431 a.C. Sabini
Ancora più a nord erano i a minacciare direttamente Roma, che nel 460 a.C. sventò un loro
attacco solo grazie all'aiuto di un esercito di Tuscolo.
IL CONFLITTO CON VEIO
Roma dovette fronteggiare da sola un avversario assai meglio organizzato delle tribù appenniniche:
Veio
la potente città etrusca di , città posta a 15 km a nord di Roma e sua rivale nel controllo delle
vie di comunicazione lungo il basso Tevere e delle saline di Ostia. Lo scontro tra le due città si
concluse nel secolo successivo e fu caratterizzato da tre guerre.
1. (483-474 a.C.) - Veio conquistò un avamposto sulla riva sinistra, la riva “latina”, del Tevere;
Fidene. Un tentativo romano di riprenderla vide l'esercito di circa 300 soldati della gens Fabia
massacrato da Veienti che, a seguito della vittoria, si videro riconoscere il possesso di Fidene.
Aulo Cornelio Cosso Lars
2. (437-426 a.C.) - Il romano uccise in duello il tiranno di Veio,
Tolumnio; Fidene venne riconquistata e distrutta dai Romani. Marco Furio Camillo.
3. (405-396 a.C.) - La stessa Veio venne assediata per 10 anni da Veio venne
conquistata e distrutta e le città etrusche non Prestarono alcun soccorso o addirittura si schierarono
dalla parte di Roma.
La presa di Veio segnò una svolta importante per Roma: il lungo assedio aveva tenuto lontani per
anni i soldati romani dai loro campi. Per tale motivo si rese necessario concedergli una paga, lo
stipendium. Per far fronte alle accresciute spese militari venne introdotta una tassa straordinaria
tributum,
chiamata che gravava in misura proporzionale sulle diverse classi dell'ordinamento
censitario, a seconda delle loro proprietà. Ogni centuria doveva versare la medesima somma: la
tassazione colpiva quindi le classi più facoltose che costituivano la maggioranza delle centurie.
La vittoria su fruttò soprattutto la conquista di un ampio e fertile territorio.
L'INVASIONE GALLICA
Nel 390 a.C., poco dopo la presa di Veio, giunse un evento inatteso a mettere in pericolo la potenza
Senoni
romana: la calata dei Galli. La storiografia ci dice che furono i ad invadere l'Italia centrale e
ad attaccare Roma, probabilmente per una spedizione di razzia.
Chiusi,
Il primo obiettivo fu la città etrusca di da qui si diressero su Roma. Sul fiume Allia l'esercito
romano si disintegrò davanti agli invasori e si rifugiò tra le rovine di Veio. Roma venne presa e
saccheggiata. I Galli, paghi del bottino e del riscatto, scomparvero tanto rapidamente quanto erano
venuti.
LA RIPRESA
La prova migliore del livello di esagerazione della tradizione riguardo l'invasione gallica fu la rapidità
con la quale Roma si riprese e la direzione presa dalla sua politica estera dopo il 390 a.C.
In questi anni furono costruite le imponenti mura serviane, che scoraggeranno ogni invasore per
molti secoli.
L'atteggiamento di Roma fu comunque improntato ad un'azione offensiva, che trova il suo
esecutore in Furio Camillo, la figura dominante di questi decenni. Già a pochi anni dal sacco gallico,
gli Equi sono annientati, mentre i Volsci riuscirono a far passare nel loro campo gli Ernici e le città
latine, stanche di un'alleanza ormai caratterizzata dal predominio di Roma. Nel 381 a.C. la città
latina di Tuscolo venne annessa allo Stato romano e divenne il primo municipium, termine col quale
saranno designate le comunità indipendenti incorporate nei domini romani. Nel 358 a.C. i Volsci
furono costretti a cedere la piana Pontina, gli Ernici parte dei loro territori nella valle del fiume
Sacco: in entrambi i territori vennero insediati cittadini romani inseriti in due nuove tribù.
Nel 354 a.C. cessò anche la resistenza delle due più potenti città latine, Tivoli e Preneste. Negli
stessi anni anche gli Etruschi di Tarquinia e Cere furono costretti a siglare una lunga tregua.
IL PRIMO CONFRONTO CON I SANNITI (443 – 441 A.C.)
354
Nel a.C. un trattato fissò sul fiume Liri il confine tra le zone di egemonia nel Lazio di Roma e dei
Sanniti. Questi ultimi occupavano tutto l'Appenino centro-meridionale, un'area estremamente
favorevole all'allevamento pastorizio e che consentiva anche la pratica agricola ma che non
consentiva una grande crescita demografica. Il Sannio era in pratica privo di strutture urbane, era
Pagi (cantoni),
organizzato in entro i quali si trovavano uno o più villaggi e che erano governati da
magistrato elettivo, meddiss
un chiamato nella lingua sannitica. Più pagi venivano a costituire una
meddiss toutiks.
tribù, alla testa della quale si trovava un Le quattro tribù dei Carricini, dei Pentri,
Lega sannitica,
dei Caudini e degli Irpini formavano la che possedeva una sorta di assemblea
federale e che potevano, in caso di guerra, nominare un comandante supremo.
I Sanniti emigrati in Campani svilupparono presto una propria identità culturale e si scontrarono con
Lega Campana
la madrepatria, riunendosi in una lega, la che aveva il suo centro nella grande città
Teano,
di Capua. La tensione sfociò in guerra aperta nel 343, quando i Sanniti attaccarono
Sidicini.
occupata dai Costoro si rivolsero in cerca d'aiuto alla Lega campana che, incapace di
prestargliene, girò la richiesta a Roma, alla quale non parve vero di potersi impadronire della regione
più ricca e fertile d'Italia, la Campania.
prima guerra sannitica
La (343-341 a.C.) si risolse con un parziale successo dei Romani, che
sconfissero il nemico a Capua, costringendolo a toglierle l'assedio. Roma non fu però in grado di
proseguire efficacemente l'offensiva a causa di una rivolta dell'esercito impegnato in Campania, e si
vide costretta ad accettare le richieste di pace avanzate dai Sanniti. Il trattato rinnovava l'alleanza
del 354 a.C., riconoscendo a Roma la Campania e ai Sanniti Teano.
LA GRANDE GUERRA LATINA (441 – 438 A.C.)
Al termine del primo grande conflitto tra Roma e i Sanniti si delineò un totale ribaltamento delle
alleanze, con Roma e i Sanniti da un lato e Latini, Campani, Volsci, Sidicini e Aurunci dall'altro.
Coloro che finora erano stati alleati di Roma mal sopportavano un'alleanza che era diventata
sempre più simile ad un vassallaggio vero e proprio nei confronti della città capitolina e, una volta
trovata l'unità, le dichiararono guerra.
Il conflitto fu lungo, feroce e dall'andamento incerto, e le fonti non ci danno notizie precise sul suo
svolgimento ; Ciò che sappiamo è che si concluse con la totale vittoria di Roma, La lega latina
venne disciolta: alcune delle città che ne facevano parte vennero incorporate nello Stato romano, in
qualità di municipi. Furono infine fondate nuove colonie latine composte da cittadini romani e da
alleati: Costoro, una volta insediati nella nuova comunità, perdevano la propria precedente
cittadinanza. Lo status latino cambiò decisamente: Latini vecchi e nuovi furono obbligati a fornire a
Roma truppe in caso di bisogno, e alcuni di essi ottennero il diritto di partecipare alle assemblee
socii
pubbliche se queste ultime si fossero riunite mentre essi erano in città. Molti popoli divennero
Connubium , commercium, migratio.
di Roma, cioè alleati ma privati dei privilegi di Il rapporto tra
trattato di alleanza
soci avveniva tramite un che prevedeva l'obbligo di fornire truppe alla città
senza che questa si assumesse la responsabilità di instaurare un governo locale, guadagnando così
un netto potenziale militare e riducendo al minimo la spesa pubblica, stabilendo anche che le truppe
fornite dagli alleati fossero da questi mantenute. civitas sine
Ad alcune comunità fu accordata anche una specie di “cittadinanza ridotta”, il
suffragio, che prevedeva gli stessi obblighi dei cittadini romani ma senza il diritto di voto nelle
assemblee e senza la possibilità di ricoprire le magistrature dello Stato romano.
Vennero infine fondate varie colonie destinate a sorvegliare le coste i cui abitanti conservarono la
cittadinanza romana.
LA SECONDA GUERRA SANNITICA (326 – 304 A.C.)
Cales Fregelle
Quando Roma fondò nuove colonie nel territorio di che era degli Aurunci e a che i
Sanniti consideravano proprio, nacque una nuova crisi nei rapporti tra le due potenze. La miccia
Napoli
iniziale fu il conflitto interno alla città di tra la classe dirigente favorevole ai Romani e le
masse popolari, favorevoli ai Sanniti. Roma riuscì a sconfiggere l’esercito sannitico e a conquistare
Napoli e inviò l'esercito nel Sannio. Qui l'esercito, trovandosi accerchiato presso le Forche Caudine
(321 a.C.), fu costretto ad arrendersi e a subire una profonda umiliazione. Ciò causò l'interruzione
due nuove tribù
delle operazioni militari per qualche anno, di cui Roma approfittò per creare da
un’alleanza con Apuli e Lucani
insediare in Campania e per cercare che le consentisse di
circondare la Confederazione Sannitica.
316 Saticula Latulae.
Il conflitto si riaccese nel con l'attacco romano a e la vittoria sannita a Roma
però sviluppò una strategia a lungo termine che un'organizzazione tribale come quella sannitica non
era in grado di partorire.
315
Nel Roma prese Saticula e Fregelle, migliorò le comunicazioni con la Campania grazie alla
costruzione della via Appia, fondò colonie in A