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PRESTAZIONI

Sacrificio e banchetto

sacrificio De agri cultura

Del se ne parla nel di Catone. Questo testo ha il pregio di mostrare il

culto privato, di cui ci sono poche fonti, ma ha anche il difetto di sorvolare su quegli spostamenti

Ogni sacrificio era infatti collegato con una

compiuti per raggiungere i luoghi del sacrificio.

processione. Negli esempi trattati si vede come in un sacrificio venissero spesso coinvolte altre

divinità rispetto a quella principale di destinazione. Oltre a ciò, importanti sono le disposizioni per

l’eventualità che il sacrificio non dia l’effetto desiderato => divinazione delle viscere deve

accertare l’assenza di errori. Non sempre le pratiche religiose devono essere complesse. Dagli

preghiera,

esempi di Catone si nota come non c’è niente che si possa fare senza anche se

segno

questa non si recita mai da sola. Di norma è accompagnata da un’offerta, da un

d’attenzione => incenso, fiori, cibo. L’alimento è sesso presentato al dio, oppure versato o

bruciato. L’altare serve per bruciare parte della vittima sacrificale che spetta al dio. Accanto a

altare

quello principale, c’è anche un piccolo portatile, indispensabile per ogni tipo di sacrificio.

Oltre ciò, serve anche un corredo materiale da cucina per preparare e cuocere la carne. L’altare in

sé è concepibile anche senza un raccordo spaziale con un tempio e può essere collocato, per

esempio, in un bosco sacro. L’altare viene utilizzato come un simbolo, come segno complessivo

riassuntivo di tutto il complicato rituale.

doppio sistema sacrificale

Caratteristico di tutta l’antichità è il => il sacrificio cruento

dell’animale sull’altare fuori dal tempio e il sacrificio di viveri nel tempio. Davanti all’immagine

cultuale i doni e le offerte di cibo sono presentati al dio nella forma in cui sarebbero presentati

anche a un essere umano => rapporto antropomorfo accentuato. Probabilmente questo cibo

veniva poi bruciato, sgomberato e consumato dai sacerdoti. Nel rito che si svolge all’esterno non

c’è raccordo invece con l’immagine cultuale. In questo caso le parti dell’animale sacrificato

destinate agli dei vengono bruciate e gli uomini mangiano il resto. Solo una parte scelta può

arrivare sul tavolo all’interno del tempio, a costituire un elemento di raccordo in questo doppio

sistema sacrificale. Nei casi di offerte di notevoli quantità di alimenti e di sacrifici di animali, al

sacrificio segue il banchetto. Gli impianti dei templi sono per questo spesso dotati di cucine e di

sale da pranzo.

Dopo la processione diretta verso l’altare di un’area templare, si svolge una purificazione

simbolica mediante aspersione d’acqua. Successivamente l’animale viene immolato, cioè

mola salsa

cosparso di (=mistura di grano macinato e sale) e poi il macellaio procede

all’uccisione. L’animale non deve essere soltanto ucciso: deve anche dissanguarsi, essere

sezionato e consultato. La carcassa viene tagliata in piccole parti, messe a loro volta nelle pentole

e poi viene tutto cotto. Nell’intervallo della cottura possono anche essere svolte attività profane,

pasto,

come la celebrazione di un processo giudiziario. Poi si procede al in tre modi:

- cena recta => pasto giusto, vero e proprio. Ci si siede tutti insieme, si mangia e si festeggia;

- sportulae => parti dell’animale sacrificato vengono messe in questi piccoli panieri

- vendita della carne dell’animale sacrificato => a Roma questa è la norma, a causa della vasta

partecipazione popolare ai pubblici sacrifici.

Nelle fonti romane non si affronta mai il collegamento tra sacrificio e banchetto. Questo per due

possibili motivazioni:

- o la spiegazione greca era anche romana => gli uomini invitano gli dei e mangiano insieme a

loro;

- o il banchetto sacrificale può essere paragonato agli altri banchetti romani => ipotesi più

probabile.

banchetti

I costituiscono il momento centrale della vita del patriziato romano. Ci si invita a

vicenda, si mangia, si chiacchiera, si canta, si consolidano i valori comuni. I corpi sacerdotali

erano proverbiali per i loro ricchi banchetti; e quando a Roma viene introdotto il culto della Mater

mutationes

Magna la casta dominante creano le => inviti vicendevoli, per stabilizzare il consenso.

Questa pratica crea anche un nuovo livello di competizione. Durante i banchetti gli dei non

iovis

mangiavano con gli uomini, ma per conto loro. Anche all’epulum Giove non è invitato, ma il

pasto gli è accostato dagli epuloni. Questo perché i romani pasteggiavano solo con i loro simili

(=uguaglianza di tipo non giuridica ma sociale). Per tale motivo, anche, il privilegio di mangiare

gratuitamente il cibo tratto da animali uccisi durante i sacrifici è consentito solo agli ex magistrati

La religione dei Romani Jorg Rupke

e ai pubblici sacerdoti => non è davvero una religione di stato ma una religione privata, quella

della casta dominante.

Non si può parlare di funzioni ferme nel tempo => la questione è condizionata dalle disparità

funzione sacrificio demarcare

temporali, sociali e individuali. Una prima del è quella di definire e

gerarchie. Il primo livello a cui ciò avviene è lo stacco gerarchico tra divinità ed esseri umani. Ciò

emerge in due momenti: le divinità mangiano per primi; le divinità ottengono le parti più importanti

dell’animale, le interiora (=vitalia, organi fondamentali per la vita). Agli dei possono inoltre essere

attribuite anche altre parti aggiunte (=augmenta); alcuni sacrari chiedono anche maggiorazioni

(=magmenta). Gerarchie si istituiscono però anche tra uomini e uomini. Chi presiede al sacrificio

non deve essere necessariamente anche colui che uccide l’animale. All’uccisione di grandi animali

provvedono gli specialisti (=victimarii) Altri inservienti addetti al sacrificio, i ministri, sono spesso

adolescenti che portano gli incensieri o altri oggetti. Anche loro, come gli specialisti, sono

riconoscibili per il loro abbigliamento, esattamente come avviene anche per chi offre il sacrificio,

che ha il capo coperto. Il ruolo delle gerarchie nei sacrifici è percepibile nel caso delle feriae latine,

un sacrificio che veniva compiuto sui colli albani => vi partecipavano anche gli antichi stati

federati latini. Per il riconoscimento dello status di partner in un’alleanza era molto importante

particeps

essere al consumo della carne sacrificata. Questo avveniva secondo una precisa

princeps

successione: era colui che ne prendeva per primo. Una alternativa a una graduatoria del

prendere è quella di variare quantitativamente le porzioni. Un’ultima gerarchia è quella tra gli

uomini e gli animali. L’uomo è colui che è autorizzato a uccidere vs l’animale è quello che è

ucciso.

vittima sacrificale, impegno do ut des.

La in quanto dono, istituisce un => vale il principio del In

stipulazione di contratto,

questa prospettiva il sacrificio assume il valore d’una si arricchisce di

una componente giuridica. L’impegno è reciproco => io provvederò a ringraziare la divinità dopo

che lei mi avrà concesso qualcosa con un successivo sacrificio => è uno scambio continuo. Può

anche darsi che la controprestazione della divinità venga a mancare. Questo evento è

drammatizzato => esiste una rappresentazione rituale che evidenzia come non sia ovvio e

litatio,

scontato che la divinità accetti l’offerta => la la consultazione delle viscere. Questa

ispezione ha lo scopo di accertare se l’animale sia a posto anche interiormente. Secondo la

concezione antica infatti è nell’interno dell’animale che si palesa l’accettazione o il rifiuto del

sacrificio. La risposta negativa si evidenzia in una serie di alterazioni morbose delle interiora (ex:

mancanza di cuore è un segno terribile). Il responso dell’ispezione è interpretato da chi compie il

sacrificio e solo raramente si chiamano gli aruspici. Le parti interne (exta) sono quindi quelli in cui

è codificato il messaggio => tanto che exta è fatto risalire proprio agli dei (=coloro che emergono).

Non è detto che la litatio debba avvenire subito. Se il responso è negativo, ci sono due possibilità:

- interrompere il sacrificio

- proseguire nella macellazione di altri animali finché la divinità non ne accetta uno.

E’ anche da questo che si può desumere quanto il sacrificante ci tenga a conseguire il suo

obiettivo. ordinamenti.

La vittima sacrificale istituisce anche Attraverso il dono, infatti, si definisce il

destinatario => a determinate divinità si sacrificano determinati animali; anche la quantità è

indicativa.

ambito privato vittime sacrificali suini ovini. ambito pubblico

In le sono per lo più e In

bovini sacra publica

prevalgono invece i (=più grandi e più cari). I hanno funzione esemplare =>

dimostrano il rito perfetto. Gli animali per questi riti devono essere ovviamente allevati, acquistati,

dell’economia

trasportati => esiste un intero ramo che riguarda questo => se l’economia non

fosse in grado di fornire animali da sacrificare, il sistema sacrificale crollerebbe vs se i sacrifici non

assorbissero gli animali che l’economia produce, ci sarebbero troppi animali condannati a morire

di vecchiaia. Gli animali abbattuti erano giovani, ma non troppo.

Voti e maledizioni

Quando gli archeologi scavano in un’area templare, s’imbattono spesso in fosse in cui ci sono

figure

numerose o oggetti miniaturizzati => statue, statuette, scene dipinte. Questi oggetti spesso

venivano sgomberati dai templi per motivi di spazio. Essi venivano da botteghe per la produzione

La religione dei Romani Jorg Rupke

in serie. Molte teste, per esempio, sembrano fatte con matrici. Elementi di massificazione sono

rilevati anche dai motivi. Una caratteristica unica di Roma è che le teste erano sempre velate.

I reperti descritti sono testimonianze di una prassi religiosa individuale molto diffusa che, tuttavia,

ha trovato poco riscontro nella letteratura e che si colloca nella cornice organizzativa del culto

iscrizioni votive

pubblico (=i sacrari). Si trovano inoltre molte => ci danno informazioni riguardo al

motivo dell’offerta e la persona che l’ha fatta.

Nonostante il fatto che le offerte votive fossero di massa, ogni persona poteva personalizzarli

attraverso, per esempio, la colorazione della zona malata. Questi oggetti dimostrano che un voto

accompagnato dall’offerta della raffigurazione di una parte del corpo (che può docu

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
22 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/03 Storia romana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher rebecca.molea di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di storia romana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Raggi Andrea.