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Londra
Il vuoto lasciato dalla disgregazione dell'impero asburgico veniva colmato da nuovi Stati più o meno piccoli. La nuova geopolitica europea si dimostrava fallimentare se si considera finalizzata a contenere il contagio comunista, che con la distruzione dell'Austria-Ungheria eliminava la barriera storica eretta contro l'espansionismo dello zar e del kaiser. Un futuro pacifico era la prospettiva di Wilson e Lenin, come emergeva dai quattordici punti di Wilson e dalle ventuno tesi di Lenin, pubblicate un mese di distanza l'una dalle altre. Per il primo, la pace veniva garantita dalla diffusione della democrazia in ogni stato, mentre per il secondo veniva garantita dalla distruzione del capitalismo. La Società delle Nazioni vedeva la mancata adesione degli Stati Uniti, della Germania fino al 1926 e dell'Unione sovietica fino al 1934. Nel 1928 alla conferenza per il disarmo, 45 nazioni si impegnavano a non intraprendere mai più guerre.aggressione.La guerra portò nel complesso 9 milioni di morti e ventuno milioni di feriti, oltre alle conseguenze economiche e alle guerre civili innescate in tutta Europa.
La carta d'Europa dopo Parigi fu ridisegnata. La Germania perse l'Alsazia e la Lorena (e temporaneamente le miniere di carbone della Saar) a favore della Francia e altri territori a favore della Danimarca e della Polonia. Dallo smembramento dell'Impero Austro-ungarico nacquero nuovi Stati: l'Austria, l'Ungheria e la Cecoslovacchia. L'area dei Balcani fu unificata nella Iugoslavia, che comprendeva etnie diverse. L'Italia ottenne il Trentino, l'Alto Adige, la Venezia Giulia, Trieste e l'Istria, ma non Fiume e la Dalmazia: per questo si parla di "vittoria mutilata". Vi furono cambiamenti anche nel resto del mondo. Dallo smembramento dell'Impero ottomano sorsero nuove entità politiche sottoposte a mandati internazionali: Siria e Libano (Francia).
Palestina, Transgiordania e lraq (Gran Bretagna). Dal 1923 la Turchia divenne una repubblica e si orientò verso la costituzione di uno Stato laico, sotto la guida di Mustafa Kemal. In Cina cadde la monarchia imperiale e si impose la rivoluzione guidata dal Partito nazionalista del Kuomintang alle prese con il crescente movimento comunista di Mao Tse-tung.
Parte seconda: L'età dell'odio - Il dopoguerra rosso e nero.
11 - In Russia i territori ceduti dai bolscevichi ai tedeschi diventarono veri e propri campi di battaglia. I bolscevichi volevano riportare i confini della Russia ai tempi del vecchio impero zarista, per cui Lenin assumeva il ruolo di erede dello zar per riconquistare quanto aveva perso. Per quanto deboli e ancora poco organizzate fossero le sue potenze, il leader bolscevico sapeva quanto potere esercitasse sul proletariato di tutto il mondo. Il 17 marzo 1917 la Russia è una Repubblica con due opposti schieramenti: il Governo
provvisoriopresieduto dal Vov con il socialista Kerenskyce e i Soviet (consiglio di operai e soldati)formato da SR, menscevichi e bolscevichi. Quest’ultimi guidati da Lenin per il quale iSoviet erano uno strumento per eliminare il Governo provvisorio. Entrato in crisi, Kornilov(eletto da Kerensky) attua un colpo di stato, ma fallisce grazie ai bolscevichi che inseguito conquistano la maggioranza. Tra la notte del 24 e 25 ottobre i bolscevichioccupano il Palazzo d’Inverno (sede del governo provvisorio). L’Assemblea Costituenterimane ad ostacolare i bolscevichi, fino a quando Lenin non decide di scioglierladichiarando “tutto il potere ai Soviet!”. Una volta sciolta l’Assemblea, scoppia la guerracivile in Russia tra Armata Rossa di Trockij e l’Armata Bianca di Kornilov con l’aiuto dellaFrancia, Inghilterra, Usa e Giappone. Nonostante l’aiuto straniero, vince l’Armata Rossa esi proclama nel 1922 l’Unione delle Repubbliche
Socialiste Sovietiche (URSS).2 - Il bolscevismo si proponeva come una vera e propria religione laica contro le altre fedi religiose. Il peso che il fattore religioso aveva nella guerra civile della Finlandia era notevole, dove i contadini luterani si battevano in nome della loro fede contro i bolscevichi senza dio. Le fratture profonde del socialismo europeo tra massimalisti e socialdemocratici erano destinate ad allargarsi in una contrapposizione che divideva i critici intransigenti di Lenin dai socialisti filobolscevichi, con il risultato di spaccare tutte le organizzazioni socialiste quando a Mosca si costituiva la Terza Internazionale. I partiti comunisti restavano una minoranza rispetto a quelli socialisti. Le prime scintille pativano nel 1918 a Vienna, mentre il 30 ottobre si ammutinavano i soldati e i marinai del kaiser nella base di Kiel. Consigli di lavoratori e di soldati sul modello dei soviet nascevano ovunque. In Germania i poteri passavano nelle mani del nuovo cancelliere, ilSocialdemocratico Philipp Scheidemann che proclamava la nascita della Repubblica di Weimar. In quello stesso 9 novembre 1918 Karl Liebknecht, leader della frazione comunista rivoluzionaria, annunciava la repubblica socialista sul modello sovietico. Nel gennaio 1919 falliva il tentativo rivoluzionario del gruppo comunista berlinese la lega di Spartaco, si scatenavano invece i Freikorps, nuclei di volontari guidati da Noske utilizzati per affrontare l'emergenza, anche se in dissenso con i sindacati e con gli esponenti della Spd. Milleduecento spartachisti vennero uccisi e massacrati i loro capi. Ciò non bastava a spegnere i fuochi della guerra civile. Tutti sparavano gli uni contro gli altri per uccidersi, lavoratori e soldati si battevano contro i Freikorps ben armati e organizzati. La vincita alle urne del partito socialdemocratico non riportava l'ordine: nell'agosto 1919 Ebert firmava la costituzione della repubblica di Weimar, convinto di aver chiuso il capitolo della
Guerra civile. Doposette mesi cinquemila soldati agli ordini del generale Luttwitz marciavano nel cuore di Berlino, e con un colpo di stato insediano il nuovo governo guidato da Wolfgang Kapp. Utilizzando il pugno di ferro, la guerra civile tedesca si chiude con la sconfitta delle estreme di destra e di sinistra. I fermenti rivoluzionari a Vienna esplosi nel 1918 si spengono in pochi mesi quando nel 1919 i socialdemocratici vincono le elezioni per il parlamento della nuova Austria repubblicana. In Ungheria ha successo la rivoluzione di Bela Kun, socialista convertito al bolscevismo. Il biennio rosso (1919-1920) è la definizione degli anni in cui il Partito socialista dei massimalisti inneggia alla rivoluzione. Proprio mentre gli scioperi e le agitazioni operaie e contadine sembrano spegnersi nel 1919 nascono i Fasci di combattimento, guidati da Mussolini, che sferrano un contrattacco nelle campagne destinato a scatenare una guerra civile, preludio della dittatura fascista.
La vittoria mutilata italiana innescava fermenti nazionalisti, culminati nell'occupazione della città di Fiume da parte di Gabriele d'Annunzio e alcuni legionari. La guerra aveva approfondito la frattura tra interventisti e neutralisti, espressa dalla lotta di classe tra proletari e borghesi. Il movimento fascista si infilava in queste divisioni incomponibili con una propaganda antisocialista, antiparlamentare e nazionalista che faceva leva sulla protesta delle fasce medie e piccole della borghesia, le più oppresse dalla crisi economica. Ovunque erano le destre a lucrare su questi stati d'animo tempestosi, che in Italia portavano a confluire nei Fasci di Combattimento gruppi di ex combattenti insieme a tanti giovani. L'attivismo dei fascisti si esprimeva in manifestazioni patriottiche di sostegno all'impresa fiumana, spesso terminate con assalti alle sedi del Partito socialista. Il fascismo cresceva e si imponeva come protagonista della vita politica.italiana assumendo il ruolo di guardia bianca dei proprietari terrieri. Finanziati ed equipaggiati dagli agrari, i gruppi di squadristi iniziavano un attacco militarmente pianificato contro i contadini. Le divisioni all'interno del proletariato impedivano una resistenza robusta e vincente all'attacco fascista. La classe politica liberale inoltre agevola l'ingresso in parlamento degli squadristi trasformati in Partito nazionale fascista. Questa doppia strategia movimentista nelle piazze e legalitaria in parlamento si rivelava micidiale per la stabilità dello Stato. Venne chiamato Giolitti per risolvere i problemi interni del paese: promise un miglioramento delle condizioni economiche ai contadini ed operai, strinse il Trattato di Rapallo con il quale Fiume venne eretta a città libera e costrinse, così, D'Annunzio ad abbandonare la città. L'offensiva finale fascista contro le istituzioni dello Stato è la marcia su Roma il 28 ottobre.
Del 1922, agevolata addirittura dal Re, che spaventato dalla marea fascista nominava Mussolini presidente del consiglio. La chiesa e la monarchia puntavano su Mussolini, convinte che una dittatura le avrebbe protette dal pericolo rivoluzionario. A partire dal gennaio del 1925, scompariva lo stato liberale e iniziava la dittatura che a colpi di leggi speciali liberticide eliminava ogni voce di opposizione al fascismo.
Nel 1925 scompariva lo stato liberale e a colpi di leggi liberticide il Governo fascista metteva fuorilegge ogni avversario politico. Come in Italia nel sud-est e nel nord-est Europeo, in Polonia, Lituania, Bulgaria, Jugoslavia e Romania, paesi privi di una tradizione democratica, si affermarono diverse dittature. Il dopo-guerra che fu interpretato come il trionfo degli Stati-Nazione ne segno invece il declino. L'autoisolamento inglese dal continente lasciava da sola la Francia, così ossessionata dalla paura della Germania da impedire fino all'ultimo che
I tedeschi riprendessero il fiato necessario per ritornare a svolgere un ruolo di traino economico nei paesi confinanti. Nell'ottobre 1921 l'ostilità franco-tedesca sembra placarsi grazie all'accordo stretto tra i due ministri degli esteri Loucheur e Rathenau in base al quale si allungavano i tempi di pagamento delle riparazioni dovute alla Germania. I rapporti tra francesi e tedeschi precipitavano però nel 1923, quando Francia e Belgio occupavano la Ruhr per impadronirsi delle risorse minerarie dell'insolvente Germania. Al culmine della tensione interviene un banchiere di Chicago, Charles Dawes, presentando un piano per cui si proponeva una moratoria di due anni con una riduzione dei pagamenti e si offriva alla Germania un prestito di 200 milioni di dollari per la ricostruzione e per saldare le prime rate delle riparazioni. Gli accordi vennero firmati a Locarno nel 1925. La Francia viveva tra il 1924 e il 1926 una stagione di vistosa instabilità.
politica che portava al susseguirsi in solo quindici mesi di sette esecutivi. Con l'ascesa di Raymond Poincaré la situazione migliora, svalutando il franco a