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Nel Tao-chiao non trovano spazio raccolte antiche come il Lao-tzu e il Chuang-tzu, perchè non considerati

fondanti per i taoisti del tempo, anzi: vennero esclusi gli scritti dei Maestri del Cielo* del tardo periodo Han

perchè di imbarazzo per gli aristocratici ( ).

solo dopo un secolo venne incluso

Prima del 221 aC ( ) non si ebbero scuole di taoismo in

anno in cui l'imperatore Ch'in unificò la Cina e le sue tradizioni

nessun senso, ma neanche nessun gruppo di persone che si considera taoista.

L'eredità Classica

Il taoismo e le cento scuole -> Innanzitutto per periodo classico si intende quel periodo che inizia con la

caduta della dinastia Ch'u e l'ascesa del Primo Imperatore Ch'in 221 aC che omologò le culture del paese.

Durante la Cina classica si pensa che vi furono "cento scuole" (pai-chia) che rappresentarono importanti

forze culturali e intellettuali (ora sappiamo che nessuna di queste scuole è mai esistita!).

Categorie come confuciani e taoisti non trovano origine prima del periodo Ch'in, ma solamente dopo che

questa dinastia venne rimpiazzata da quella Han (206 aC - 221 dC).

E' sotto la dinastia Han quindi che i vari eruditi inventarono queste etichette che non sono per niente realtà

sociali e le resero normative. Lo scrittore quindi raggruppava in categorie i pensatori del passato in questa

Via o in quella scuola secondo i propri gusti.

Per comprendere il taoismo bisogna togliersi dalla testa l'idea di queste cento scuole e anche l'idea di un

taoismo classico. Tutti i testi giunti a noi hanno una forma data loro dai pensatori di epoca Han (nel caso del

Chuang-tzu nel III-IV secolo dC) e quindi ricostruire l'idea dei taoisti classici è impossibile.

I taoisti successivi al periodo classico ereditarono un insieme di pratiche e comportamenti e un contesto di

griglie interpretative entro il quale riflettere quelle pratiche.

Le stesse griglie interpretative vennero però influenzate da diversi fattori che nacquero indipendenti rispetto

al taoismo (inteso come Lao-tzu e Chuang-tzu): come il mohismo, il confucianesimo, i teorici legisti, delle

idee disparate (yin-yang, cinque forze, I ching).

1.Il mohismo è un movimento fondato da un certo Mo Ti nel 470-400 aC (noto come Mozi) che disprezzava

l'aristocrazia forse perchè di origine plebea, quindi rigettava la teoria confuciana secondo la quale i mali del mondo

potevano essere risolti con la restaurazione delle virtù sociali insite nella nobiltà. Mo riteneva invece che i mali

dovessero essere corretti dai suoi seguaci missionari che impartivano il suo volere (che non era proprio suo ma era

quello del Cielo-inteso come un qualcosa che aveva il solo ruolo di far rispettare la disciplina) sia con le buone che con

le cattive. Il fine non era essere buoni ma fare del bene, cioè mettere in essere l'attività sociale desiderata (al contrario i

confuciani erano convinti che l'individuo si doveva impegnare nella coltivazione interiore per raggiungere

l'obiettivo,mentre i mohisti erano più materiali). I missionari mohisti dovevano utilizzare la manipolazione ideologica

per raggiungere i propri fini, l'individuo non poteva pensare indipendentemente su ciò che è giusto o sbagliato o sul suo

rapporto con il Cielo poichè questo era oramai svuotato da significati intrinsechi.

I movimento mohista scompare alla fine del periodo classico.

L'influenza mohista sul taoismo fu significativa, perchè ispirò una visione sociale universalistica, ispirò il primo

movimento religioso taoista T'ien-shih con la struttura gerarchica dell'organizzazione comunitaria.

In seguito il Mo-tzu (il testo di Mo) venne incluso all'interno del Tao-tsang, perchè nel frattempo Mo venne considerato

come uno dei setti perfetti e otto anziani.

2.Il legismo riguarda pensatori che non appartenevano a nessuna scuola o organizzazione ma che influenzarono il

taoismo e anzi alcuni scritti vennero inclusi nel Tao-tsang.

Lo scritto di Han Fei (Han-Fei-tzu 233 aC) ad esempio venne incluso nella raccolta Tao-tsang, perchè la sua

formulazione della trascendenza cosmologica del sovrano era un adattamento (non voluto né previsto dallo stesso Han)

di idee etichettate come taoiste. Han Fei è importante anche perchè nel suo libro due capitoli analizzano le sezioni del

Tao te ching riguardanti il Lao (spiegare il Lao e illustrare il Lao) costituendo il primo riferimento storico al testo del

Lao-tzu (si pensa che la parte in cui illustra il Lao venne inserita in seguito dai seguaci di Han per dare rispettabilità al

legismo) ma non lo prende da esempio (ad esempio nel Lao-tzu del Chuang-tzu il confucianesimo non è apprezzato,

mentre in questi due testi sì). I due testi riguardanti il Lao sono diversi per forma e contenuto, la parte dove si spiega il

Lao riporta anche le pratiche del Nei-yeh.

3.Idee disparate non sono state considerate dai teologi del ventesimo secolo. Sono idee antiche, perfino prima

dell'epoca Ch'in e provengono da persone che cercavano di spiegare gli avvenimenti della vita in base al sottostare di

eventi. Erano ben più antichi dei mohisti e dei legisti. Erano aruspici ufficiali al servizio del re o feudatari fin dalla

prima dominazione Chou (all'incirca 1000 aC) ed ereditaono insegnamenti ben più vecchi (dell'epoca Shang 1500 aC).

Lasciarono il Libro dei Mutamenti (I ching), testo oracolare scritto da aruspici alla base della visione taoista del

mondo. Il mondo è soggetto a princìpi costanti inerenti alla natura delle cose, in base a determinate azioni si arriva al

fallimento o al successo. Gli studiosi del ventesimo secolo consideravano l'I ching come una sorta di materiale

sciamanico* fatto da persone dedite ai rituali che assecondavano le masse superstiziose e che non avevano nessun

ruolo sociale (cosa che avevano invece i confuciani). Eppure gli indovini di corte non erano sciamani, non danzavano,

né operavano guarigioni. L'I ching è conservato all'interno del Tao-tsang, influenzò l'Alchimia Interna del periodo tardo

imperiale perchè il suo principio era che la persona dotata di discernimento si affida alla comprensione dell'invisibile

degli antichi saggi per navigare nel mondo del visibile (cioè utilizza l'invisibile per il reale).

Nel nord-est della Cina vi fu chi lasciò i concetti di yin e yang quali due aspetti basilari della realtà, opposti

complementari che possono esistere solo se presenti entrambi (ricorda non è dualismo!). Non abbiamo nomi di persone

che per prime ipotizzarono questi concetti tantomeno testi su cui basarci.

La scuola yin e yang si mescolò con altri fautori di un altro insieme di idee che interpretavano i processi vitali in cinque

aspetti distinti della realtà, cinque forze (wu hsing) o cinque elementi dato che in seguito si materializzarono in

fuoco,acqua,terra,legno e metallo, tuttavia vanno considerati come metafore e non come reale materia.

Da queste correnti il taoista ne prese le pratiche e i processi attraverso i quali riusciva ad elevarsi e perfezionarsi.

4.Il confucianesimo è un'utile etichetta per una serie di sistemi cultuali correlati, uno di essi è una tradizione liturgica in

cui Confucio viene venerato come essere divino che esisteva prima del sole e della luna. Gli intellettuali confuciani del

diciannovesimo secolo spiegarono agli occidentali che il confucianesimo era un sistema di valori umanistici che si

basavano sugli insegnamenti di K'ung Ch'iu noto in Cina come Kongzi (551-479 aC) dando così l'impressione agli

occidentali che si parlasse di semplici insegnamenti etici e politici (dato che si toglieva tutta la parte religiosa).E'

corretto sostenere che il confucianesimo sia umanista perchè si fonda sulla convinzione che l'uomo ricoprendo il grado

di gentiluomo (chun-tzu) possa restaurare un corretto ordine sociale portando a compimento i disegni del Cielo ( T'ien).

Sia confuciani che taoisti pensavano che il mondo dovesse essere governato da un umano per mezzo di ideali sani e

favorevoli si discostavano giusto dal fatto che i confuciani consideravano i princìpi sociopolitici ereditati (le virtù che

aveva la nobiltà) mentre i taosti classici erano più concentrati sulla coltivazione biospirituale. Entrambi seguono il Tao.

Le parole inutili di Chuang Chou -> stando alle conoscenze moderne è un'opera di 33 capitoli di autore

incerto (forse un taoista della Cina antica chiamato Chuang Chou oppure Kuo Hsiang del III sec dC,

secondo Ssu-ma -biografo- il Chuang storico era un funzionario di Meng del 370-301 aC, ma Meng come

regione non esiste). L'opera è in prosa e mette in ridicolo alcune idee di pensatori dell'epoca (infatti alcuni

punti chiave sono in contraddizione con il Ney-yeh e il Tao-te-ching). Non fornisce istruzioni per affrontare

le pratiche biospirituali. Se lo paragoniamo ad altri testi come il Tao-te-ching avremo davanti una semplice

raccolta di idee, mentre se lo prendiamo così come è non sarà difficile capire il suo significato: il mondo in

cui viviamo è del tutto distinto dal mondo in cui ognuno concorda di vivere, la vita è imprevedibile e

dobbiamo partecipare alle sorprese adattando la nostra vita a ciò che si manifesta rendendola così piacevole

(ovviamente se si segue questa teoria non si può impostare la nostra vita a un modello, la considereremmo

quasi passiva). Il Chuang-tzu non da indicazioni su come raggiungere l'ideale che prefigge. Il testo viene

preso in considerazione solo da coloro che sospettavano della razionalità e volevano fuggire da una società

oppressiva. Nel corso del tempo il Chuang-tzu influenzò molti altri scritti.

Coltivare le forze sottili della vita: il Nei-yeh -> da nei dentro e yeh coltivazione o produzione, ma anche ciò

che si studia, quindi Coltivazione Interiore, è un testo estremamente breve di 1600 caratteri, incorporato in

una raccolta più ampia nota come Kuan-tzu (precisamente nel 49° capitolo). Non si hanno informazioni

sull'autore ma forse venne scritto nel 350/300 aC da un contemporaneo di Chuang Chou.

Nel Nei-yeh si ritiene necessario coltivare quelle forme interiori come il chi (energia vitale), il ching

(essenza vitale) e lo shen (spirito). Coltivando tali forze ci si avvicina alla tesi centrale di Mencio e dei

confuciani, rintracciabile negli scritti del III secolo aC.

Il contenuto fornisce consigli e istruzioni al fine di applicarci a sviluppare ciò che abbiamo dentro, si

concentra sulla coltivazione biospirituale e poco altro (come il Tao cioè ciò che dà vita a tutte le cose e le

porta a perfezione). Vi è una potente realtà circostante chiamata chi presente in tutte le cose e intorno ad

esse, all'interno di ogni essere il chi ha il suo centro nell'essenza vitale ching.

Altro termine chiave è shen quale vera

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Publisher
A.A. 2014-2015
13 pagine
1 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/06 Storia delle religioni

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Shrewa di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia delle religioni e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Bonola Gianfranco.