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TAOISMO

Il taoismo svilupò un sistema di pensiero che individuava il principio primo e la meta

ultima all'interno del mutamento stesso. La via della sapienza taoista non rifugge, ma

valorizza la realtà del mondo in tutte le sue espressioni: essere e divenre coincidono. Il

dao è il principio immanente alla realtà: è la Via che deve essere sperimentata nella

continua ricerca interiore. Il dao preseva attraverso il suo potere, de, ma è senza forma

e senza limite: tutti conoscono il dao ma nessuno lo può definire. Essendo fondamento

della spontaneità, non può essere classificato. Il taoismo è una tradizione iniziatica i cui

testi sono rivelati in segreto dai maestri agli adepti. Gli insegnamenti hanno un tono

piano eppure provocatorio: il saggio taoista invita al raccoglimento ma gioca con il

bizzarro; privilegia il silenzio della meditazione, ma è orgoglioso della propria sapienza e

sfida con ironia le limitazioni del ragionare comune. La tradizione taoista affiora verso il

V-IV sec aC e, con l'affermarsi del confucianesimo come ideologia dell'impero, in Cina si

creò una spaccatura: la colta classe governante seguiva la dottrina e l'etica confuciane,

mentre le comunità locali si esprimevano nella religiosità taoista. In passato si distinse

tra "taoismo filosofico", che sarebbe stato il vero taoismo, nato intorno al IV sec aC con il

Daodejing e il Zhuangzi, e un "taoismo religioso" visto coome insieme di culti e

superstizioni, che risalirebbe al II o III sec dC. Ma la differenza tra i due tipi di taoismo è

solo apparente.

Ying e yang e le Cinque fasi: Sono i due aspetti antitetici e complementari del dao,

sono le qualità delle forme di vita. Ying sta a yang, come il femminile sta al maschile,

come l'oscurità sta alla luce. Principio del diverso e del molteplice, sono anche testimoni

dell'unità: l'eterno divenire è dato dalla loro alternanza; quando l'uno si esprime nella sua

completezza genera il suo contrario. Le Cinque Fasi (Legno, Fuoco, Terra, Metallo e

Acqua) sono individuate come ulteriori specificazioni inerenti agli elementi della natura.

In combinazione con lo yin e lo yang esse creano tutto il reale. Anche le Cinque Fasi si

compenetrano: si distruggono per rigenerarsi; il Legno produce il Fuoco, ma è a sua

volta conquistato dal Metallo; il Fuoco crea la Terra, ma è assorbito dall'Acqua, la Terra

genera il Metallo, che è a sua volta conquistato dal Fuoco, e così via. Le energie

rientrano allo stato originale per poi riprendere un nuovo svolgimento, in un alternarsi di

alleanze e antagonismi.

Lo Yijing e la tradizione divinatoria: Uno dei filoni che diede vita al taoismo fu la

tradizione dei fangshi, esperti di astrologia e detentori del sapere divinatorio, imperniato

sulle dottrine cosmologiche ying-yang e delle Cinque Fasi. Lo Yijing, Classico del

mutamenti, tramanda un sistema divinatorio che risalirebbe alla finastia Zhou (1122-221

aC): il procedimento è fondato su una serie di trigrammi composti a cerchio formati dalla

combinazione di linee unite (yang, l'inizio, l'identità, la continuità) con linee spezzate (yin,

la fine, l'alterità, la diversità). Tutte le possibili combinazioni di due trigrammi danno

sessantaquattro esagrammi e simboleggiano la totalità del reale. Per le tecniche

divinatorie cinesi il futuro può essere decifrato nei tratti dello Yijing oppure nelle fenditure

prodotte dal fuoco sul carapace di una testuggine o su una scapola di cervo. La

divinazione di eventi futuri o passati procede da simboli che già li rappresentano nel

presente.

Il Daodejing e lo Zhuangzi: il Daodejing, attribuito a Laonzi, figura leggendaria di

saggio, è un testo scarno e oscuro, fuori del tempo e della storia. Esso introduce l'ideale

del saggio taoista, fondato sulla serenità interiore e la non-azione. Il testo esprime un

rigoroso relativismo e perciò il suo insegnamento segue una logica di paradosso, gioca

con un linguaggio ambiguo. Per Laonzi, il pensiero che segue un ragionamento

dicotomico non potrà mai arrivare alla verità ultima. Il Zhuangzi parla della ricerca

interiore del dao con uno stile lucido e ricco di fantasia. Sullo sfondo c'è il tema della

fuga dal mondo, e l'utopia di un ritorno all'età dell'oro si fonde con l'aspirazione ideale al

congiungimento con la natura. Emerge la figura del saggio immortale in unione con la

natura, in armonia con se stesso, è totalmente libero: ha realizzato in sé il dao ed è

quindi capace di infiniti cambiamenti pur rimanendo sempre se stesso. Compaiono poi

anche le prime agiografie dei saggi taoisti: il movimento dei Mestri del Cielo redige i

Registri e i Comandamenti, che trattano di iniziazioni e schemi di culto. Nel V sec dC fu

compilato il primo Canone taoista, il Daozang, e tutte le grandi dinastie ne riproposero

una riedizioni.

Corpo fisico, corpo cosmico: il pensiero cinese tradizionale asserisce che tutte le

realtà dell'univeso esterno hanno la stessa identità di quelle che compongono l'universo

interno del corpo. L'opera più antica che descrive la fisiologia taoista è lo Huangtingjig: il

corpo taoista, a somiglianza dell'universo, è diviso in tre parti, di cui ciascuna gravita su

un centro, il Campo del cinabro, dove risiedono le manifestazioni dell'Uno primordiale.

Vita e morte si intrecciano e si alternano: nei tre Campi vivono anche i Tre Cadaveri,

esseri di natura ctonia, portatori di morte. I cinque pianeti, le cinque montagne sacre, le

cinque stagioni ecc.. corrispono ai cinque organi (fegato, cuore, milza, polmini, reni), ai

cinque sentimenti (rabbia, piacere, concentrazione, tristezza, paura), ecc. Dall'idea che

l'uomo è il cosmo in una proiezione più piccola derivano due percorsi di realizzazione

interiore: il primo è caratterizzato da un approccio oggettivo che parte dello studio del

corpo del cosmo per arrivare all'uomo. Cerca il dao nel moto delle stelle, nel fluire dei

fiumi e nella vita delle piante. Non li sente ontologicamente diversi da sé ma uniti da

quella profonda simmetria che fa sì che la scoperta degli elementi della natura sia vista

come una progressiva rivelazione di se stessi. Nasce da questo indirizzo la grande

tradizione scientifica cinese dell'astronomia, dell'ingegneria idraulica, della medicina e

dell'agopuntura. L'altro itinerario è un percorso soggettivo: l'adepto, fermo in

meditazione, compie un percorso di contemplazione interiore; più avanza con la mente

più prende coscienza che il suo corpo è immagine dell'universo: gli occhi sono il sole e

la luna, i polmoni le nuvole, il palazzo scarlatto è il cuore, una fitta e scura foresta è il

fegato. Negli schemi del paesaggio interiore gli elementi iconografici si ricollegano a un

insieme coerente di significati simbolici: l'albero sempreverde (la colonna vertebrale) è la

metafora della longevità, che collega con i suoi rami il Cielo e con le sue radici le

Sorgenti Gialli (gli Inferi). Dalla foresta la visione interiore raggiunge la montagna sacra,

con la base stretta che si allarga verso l'alto come un fungo, radice dell'uomo, luogo in

cui viene custodito il suo spirito vitale. Fonte di vita e di morte: la cavità interiore rimanda

all'immagine della grotta, dell'entrata verso l'Aldilà che solo l'iniziato riesce ad

attraversare, per regredire all'inizio della creazione, per ritornare nell'utero della madre

terra. Al suo centro, nel luogo più oscuro, la contemplazione interiore si schiude sul

Campo del cinabro: lago profondo è la fonte dell'immortalità. Le sue acque pure e ferme

lo fanno assomigliare a uno specchio e diventa così simbolo della "Purezza del Vuoto".

L'ideale del non-agore e la ricerca dell'Uno: La Via taoista afferma che la

realizzazione della sapienza è nella non-azione, interpretata in un primo senso come la

quiete esaltata da Laonzi. In un secondo senso come capacità di immedesimarsi nelle

leggi del divenire. Rimanere tranquilli è la Via per nutrire lo spirito. L'antica tradizione

sciamanica influenzò pensiero e prassi del taismo. Il tema del volo nei paradisi degli dei

è anche presente nel Chuci, raccolta di poesie del III e II sec aC, espressione della

tradizione sciamanica del sud. Il nome stesso della sacerdotessa posseduta dal dio,

Lingbao, ha assunto un'importanza cruciale nella tradizione teoista. Ma c'è una

differenza fondamentale: il viaggio mistico del maestro è soprattutto dentro la sua

mente. Allo sciamano è lasciata la pratica, giudicata inferiore, di un viaggio esteriore. Lo

sciamano è posseduto dalle divinità e profetizza il futuro. Ma la tradizione dice che in

realtà è il maestro taoista che, in silenzio, lo governa nel rito: è lui che guida la divnità a

entrare nel corpo dello sciamano e lo controlla con la sua concentrazione mentale.

Il taoismo e la sapienza confuciana: Spesso i maestri taoisti hanno considerato la

sapienza di Confucio e Mencio come una pura follia, perché imprigiona con i suoi riti e

regole l'azione spontanea della natura. Il pensiero confuciano classico pone l'uomo,

nella sua realtà di "essere sociale", quale unico oggetto della propria speculazione. Nel

Lunyu, Confucio (551-479 aC) usa forse per primo la parola dao, però inteso come Via

degli uomini più che il dao del Cielo. Il mondo divino fa da sfondo al problema

dell'esperienza sociale e del destino dell'uomo nella dinamica della storia. Confucio

riconosce che la "legge" del Cielo non è altro che l'ontologizzazione di quell'unico ordine

naturale che si manifestava nell'uomo e nella società. Confucio si interroga anche sul

significato della libertà e sul senso del destino. Egli considerava il suo messaggio come

una trasmissione di valore dimenticati, anche se di fatto fu l'elaborazione di una

sapienza nuova che si ispirava all'antico. L'ideale dell' "uomo superiore" racchiude virtù

come la ren, la benevolenza, l'attenzione affettuosa, ma anche la fermezza, si basa sulla

capacità, disciplinata da un continuo esercizio spirituale, di controllare se stessi al fine di

dissolvere gli aspetti negativi del proprio io. La conoscenza della Via non diventa vera

sapienza se non si realizza in modo attivo nella giustizia. In questo senso la dottrina

confuciana è via morale, via politica e anche di salvezza. Mencio (372-289 aC) elaborò

due fondamentali postulati: che la natura umana è buona e che la bontà si fonda su

valori altruistici; quindi l'uomo,

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
85 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/06 Storia delle religioni

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ostakista di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia delle religioni e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Bonola Gianfranco.